Andruil - Lath la nan
Andruil la migliore è fra le cacciatrici,
Il Temibile Lupo è il suo unico nemico.
È per questo che spesso ai suoi fedeli dice:
"Che il Temibile Lupo non possa mai udire i tuoi passi
Fa attenzione, poiché egli sempre trama e ascolta."
Noliari la fanciulla del fiume saltava fra i sassi,
Ella era gentile, graziosa, bella e colta
Era anche ingenua e il buono vedeva in ogni cosa
Anche quando parlava con l'anima più nera.
Un giorno il Lupo sul fiume andare osa
E incantato rimane dalla fanciulla vera.
Sa che serve Andruil ma per sé la vuole
E con passo felpato si va ad avvicinare.
Le dice:"Mi sono perso, ammetterlo mi duole
O bella fanciulla, la strada mi sai indicare?"
Noliari riconosce del Lupo la voce vellutata
Ma ella pensa che tutti si possan perdonare.
Ella non solo la strada gli ha indicata
Ma al suo fianco andò a passeggiare.
"Posso cambiarlo" pensava ingenuamente
"La farò mia" tramava il truffatore.
Passarono la notte intensamente e Noliari
gli donò una collana come pegno del suo amore.
"È la mia cosa più preziosa" gli confida.
Allora il Temibile Lupo si alza trionfante
"Mi hai soddisfatto" dice con perfidia.
"Nella mia trappola sei finita stante".
Detto questo nell'ombra sparisce
E alla fanciulla rimangon solo pensieri amari.
E così anche l'anima più sincera svanisce:
Per molto tempo soffrì la fanciulla Noliari,
Finché Andruil non le donò pace
Trasformandola nel salice che nel fiume piange.
Andruil, addolorata, ormai tardi le dice:
"Da'len, non fidarti mai del felino rapace
Che amicizia se ti incontra finge.
Che il Temibile Lupo non possa mai udire i tuoi passi
Fa attenzione, poiché egli sempre trama e ascolta."
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Ora che sa che gli Evanuris gli sono avversi, Fen'harel si sente molto più libero di agire. Sa bene che sfidarli è pericoloso ma ora rimane ben poco a trattenerlo. La fortezza viene terminata e cominciano le incursioni in alcune proprietà sotto la giurisdizione di Falon'din, Dirthamen, Ghilan'nain.
《Fen'harel vi porge il benvenuto》annuncia Nereni agli schiavi appena liberati.《Riposate, sapendo che il Lupo Ribelle veglia su di voi e le sue truppe sorvegliano questa vallata. Qui siete liberi. Affidandovi a noi, non sarete mai più schiavi.》
File e file di elfi aspettano il loro turno per la rimozione del vallaslin ed egli li rassicura:《Il marchio degli Evanuris può essere rimosso, che tutti sappiano che vi opponente alla loro crudeltà. Qui non esistono schiavi. Qui sono tutti sotto la nostra protezione. Qui tutti possono scegliere di combattere!》
Non chiede nulla a chi ha liberato a parte un piccolo favore: toccare la sua sfera, in modo che assorba un piccolo frammento della loro magia. Se uno degli Evanuris oserà di nuovo attaccarlo, egli non dimostrerà alcuna clemenza.
Un giorno, Dirthamen lo visita, arrivando al palazzo in forma di gufo. Scende in picchiata fino al cancello e poi si trasforma, aspettando di essere ammesso. Fen'harel va a incontrarlo fuori dalle mura.
《Dirthamen》è il suo freddo saluto.
《Fen'harel.》
I due si studiano per qualche istante. Il gemello silente è il primo a parlare:《Non puoi continuare su questa strada. Gli altri Evanuris ti condanneranno alla Dimenticanza.》
《Sei preoccupato per me?》lo sfida il Lupo. Dirthamen non risponde e quindi egli continua:《Che ci provino. Ho già dimostrato il mio potere, non è stato abbastanza? Inoltre, non sto uccidendo nessuno, a parte gli sciocchi che mi attaccano per primi. Difendersi è forse diventato un reato a Elvhenan?》
Il gemello stringe le labbra al suo sarcasmo:《Lo sai che la questione è ben più complicata.》
《Continuate a dirmelo》ribatte Fen'harel.《Tu, Ghilan'nain, persino Mythal a volte. Ma ai miei occhi non c'è cosa più semplice: la schiavitù è una barbarie e io voglio porvi fine.》
《Tu non sai a che gioco stai giocando》mormora Dirthamen.《Stai attento.》
Con queste parole, il gemello torna gufo e vola via. Fen'harel gli ride alle spalle. È solo questione di tempo: un giorno, gli Evanuris perderanno questa partita.
Il giorno successivo decide di andare a visitare Noliari. Ella è diventata un sinonimo di calma e quiete. Di pace. Come al solito, lei attende sulla riva del fiume. Come al solito, la sua bellezza gli toglie il fiato e gli stringe lo stomaco.
《Aneth ara, lethallen》gli sorride.
《Aneth ara》risponde lui, abbracciandola forte, inspirando il suo profumo.
《Oggi non c'è nessun cacciatore, possiamo... passeggiare assieme》propone Noliari.
《Va bene.》
I due camminano fianco a fianco seguendo l'andamento del fiume.
《Ti vedo turbato》osserva l'elfa dopo un po'.
Fen'harel sospira:《È la ribellione, come sempre. Sto lavorando tantissimo ma non sono soddisfatto dai risultati, gli altri Evanuris sono infastiditi e si prendono gioco di me. Mythal è l'unica a sostenermi ma... non abbastanza. Teme il cambiamento. E se andremo avanti così...》La sua espressione si adombra. Noliari invece ride. Fen'harel non può fare a meno di lasciarsi scappare un sorriso al suono.《Cosa c'è?》le chiede.
《È che sei sempre così tetro e fatalista... È una cosa che fa colpo sulle donne?》
Lui ride e le avvolge un braccio attorno alle spalle:《Su quasi tutte. Ma purtroppo colei che desidero pare esserne immune.》
Noliari sorride di nuovo, guardando a terra. Un lieve rossore le permea le guance.《Lo so che la ribellione è una cosa seria》aggiunge poi.《Ma io penso che tu ti preoccupi troppo. Ogni cosa parte da piccoli passi. Non si arriva al proprio obbiettivo in un giorno. La stessa cosa vale per te.》
《Ma io...》
《Non iniziare con la solfa da Evanuris, ti prego! Sì, sei potente, ma ogni cambiamento richiede pazienza. Hai già liberato centinaia, se non migliaia di schiavi! Non è cosa da poco.》
《Non ho ancora liberato te》sussurra lui, lasciandola andare.
Noliari si ferma, imponendo a lui di fare lo stesso. Lo prende per le braccia e lo fissa negli occhi.《È davvero questo che ti preoccupa?》chiede seria.
《Io... tu... Sì. Non riesco a dormire pensandoti chiusa in quella baracca, con Andruil che potrebbe passare in qualsiasi momento e portarti via》ammette lui.
L'elfa scuote la testa ma non lo lascia andare:《Ne abbiamo già discusso, con Andruil è meglio non rischiare. E la libertà degli altri schiavi è importante quanto la mia.》
《Non per me, Noliari.》
Mille emozioni le passano sul viso mentre processa il significato delle sue parole: sorpresa, felicità, paura, insicurezza.
《Fen... Non possiamo...》balbetta, facendo un passo indietro.
Fen'harel avanza e con voce calma le rivela l'unica sua certezza:《Ar lath ma, vhenan.》
Noliari interrompe la sua fuga all'indietro. Alle sue parole, una lacrima le scorre sul viso, formando una linea netta sullo sporco depositatosi sulle sue guance durante la sua giornata di lavoro. Sa essere incantevole anche così, sudata e sporca, forse perché nonostante tutto ciò che ha subito e continua a subire, i suoi occhi sono sempre limpidi.《Nessuno me l'aveva più detto da quando mamae... da quando lei è...》le parole le si strozzano in gola. Un'altra lacrima si impiglia nelle sue ciglia scure. Fen'harel colma la distanza che li separa in due passi e con un pollice cancella il suo pianto.《Lascia che sia io ad amarti》la implora. Noliari incontra di nuovo il suo sguardo, fissandolo per quelle che sembrano ore. Alla fine risponde:《Var lath vir suledin》e alzandosi sulla punta dei piedi preme timidamente le labbra sulle sue, facendo affondare le dita fra i suoi capelli. È un bacio leggerissimo ma al tempo stesso il più intenso che abbia mai ricevuto. Mentre si perde nella dolcezza di Noliari, Fen'harel recita una silenziosa promessa: a qualunque costo, il nostro amore sopravviverà.
Qualche giorno dopo gli arriva una missiva da Mythal. Sulevin stesso gliela consegna:
Abbiamo scoperto l'origine dei terremoti che da qualche mese scuotono Arlathan. Un antico Titano si è risvegliato. Ma questa volta non è solo, i suoi figli di pietra lo proteggono. Ce ne stiamo occupando io e Elgar'nan. Nel mentre non fare nulla di stupido per favore.
Fen'harel alza gli occhi al cielo:《Ma cosa pensa quella donna di me, dopo tutti questi anni che ci conosciamo?》
Sulevin sogghigna:《Rispetto alla Somma Mythal, tu sei un bambino da controllare.》Al cipiglio del Lupo aggiunge:《Ciò che intendevo è che sei come un figlio per lei. Non può fare a meno di vegliare su di te.》
Fen'harel sospira:《Lo so. E io spesso mi sento come un figlio suo. Solo che... dovrebbe avere più fiducia in me.》
Sulevin gli mette una mano sulla spalla:《Per quel che vale, io penso che tu stia facendo la cosa giusta.》
Nel mentre non fare nulla di stupido per favore. Fen'harel fa una smorfia ripensando alle parole di Mythal, mentre guida un gruppo dei suoi combattenti e maghi migliori verso il tempio di Sylaise. Sono in sei: lui stesso, Sethyt e Talena, e poi Thamal, Andar e Ysil. Aveva programmato questa incursione da tempo, non poteva rinunciarvi. Oggi libererà i cittadini di Eth Hamin: non si è dimenticato la promessa fatta al vecchio quel giorno fatale di più di dieci anni fa. Si rammarica solo di non poter essere venuto prima.
Sono arrivati da un Eluvian secondario, a un paio d'ore di cammino da lì, ma scapperanno con gli schiavi da quello interno al tempio. Sa che Sylaise lo lascia aperto: la sua arroganza le fa pensare che nessuno osi introdursi nella sua proprietà di nascosto. Tutto è stato pianificato con cura: a quest'ora del pomeriggio, la Evanuris è assente poiché è stata invitata a una cerimonia in suo onore ad Arlathan. Una barriera magica circonda il tempio ma Fen'harel sa dove essa è più sottile e ha preparato un incantesimo per farci un piccolo squarcio, quel che basta per far passare il suo gruppo. Il tempio è controllato da circa una cinquantina di guardie ma loro saranno veloci e silenziosi. Non si faranno scoprire. Oppure elimineranno velocemente le guardie, a meno che non siano anch'esse schiavi.
《Questo è il punto》bisbiglia una volta davanti alla barriera. Para una mano davanti a sé, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio. Un leggero sfrigolio gli comunica il successo del suo incantesimo. I suoi compagni passano velocemente uno alla volta. Il Lupo li segue e lascia che la barriera si richiuda alle sue spalle.《Siamo dentro.》
I corridoi dell'imponente tempio di Sylaise sono vuoti. Il gruppetto guidato da Fen'harel si dirige furtivo verso l'ala della servitù. Ad ogni angolo si fermano, certe volte mandano Andar, il più svelto e silenzioso, in avanscoperta ma delle guardie non c'è nemmeno l'ombra. Infine raggiungono il corridoio delle stanzette degli schiavi. Anche qui regna il silenzio. Cauti, aprono la porta di ogni singola camera. Sono tutte vuote. Tutte tranne l'ultima.
La schiava sobbalza quando la testa di Ysil fa capolino nella stanza.《Non aver paura》la rassicura lei.《Siamo qui per liberarvi.》
L'elfa rimane come pietrificata al suo posto:《Non è possibile》sussurra.《Io devo ancora servire per cento anni. Se la padrona non riterrà che il mio debito vada prolungato.》Fen'harel scosta Ysil e si para davanti alla schiava:《Da oggi, tu non devi più nulla a Sylaise.》
L'elfa lo guarda con gli occhi spalancati e pieni di paura:《Il... il Temibile Lupo》balbetta.《Cosa?》dice Fen'harel sorpreso.《No, no, io sono il Lupo Ribelle, Fen'harel. Io libero...》
Non fa in tempo a finire la frase: la schiava si affloscia svenuta. Il Lupo rimane con la bocca semi aperta a osservarla.《A quanto pare Sylaise ha instillato la paura nei sui servi》osserva Ysil.《Sarà difficile convincerli a seguirci.》
《Ma non possiamo lasciarli qua!》esclama Fen'harel. È arrabbiato, preso dallo sconforto. Sylaise lo ha battuto di nuovo.
《Dobbiamo trovare il vecchio del villaggio》ordina infine agli altri.《Egli mi conosce. Convincerà gli altri a seguirci.》
Prima di lasciare la stanza, Fen'harel lancia uno sguardo alla schiava svenuta. Non può lasciarla qui. Così la prende fra le sue braccia e segue gli altri. Lei è così magra ed emaciata che sembra di trasportare una piuma.
Finalmente trovano il vecchio in un'alcova del tempio, intento a spolverare una statua d'oro che raffigura Sylaise con una corona di fiori in testa: la Evanuris sorride beatamente a tre elfi che si inchinano ai suoi piedi. Fen'harel porta ancora in braccio la schiava priva di sensi. Udendo i loro passi, il vecchio si gira:《Mi stavo giusto chiedendo se saresti mai ricomparso》commenta facendo un cenno verso il Lupo.《Tante belle parole sul porre fine alla schiavitù ma chissà quando avresti agito.》
《Sono qui ora》dice fra i denti Fen'harel, leggermente seccato. Nessuno sembra capire che ci vuole tempo e organizzazione per mettere in piedi una ribellione.《Gli schiavi sembrano essere spaventati da noi》interviene Andar.《Speravamo che tu potessi aiutarci a convincerli a scappare con noi.》
《Ah, sì》dice il vecchio.《Sylaise ha spaventato i più giovani con storie orribili su di voi. Su di te. Il Temibile Lupo che "seduce le belle fanciulle e le soggioga al proprio volere"》precisa guardando Fen'harel.
《Capisco. Ma noi oggi siamo qui per liberarvi davvero》aggiunge Sethyt.
Lo schiavo sospira, sfregandosi la fronte con il dorso di una mano.《Vedrò cosa posso fare.》
《Manda chiunque ti ascolti verso l'Eluvian. Al nostro segnale, lo attraverseremo tutti insieme》ordina Fen'harel.
Dopo circa un'ora, il vecchio li raggiunge nella stanza della schiava. Hanno deciso che fosse il luogo più sicuro dove nascondersi e attendere che gli altri si radunassero. La ragazza dorme un sonno indotto magicamente, fra le braccia di Thamal.
《Purtroppo siamo solo una trentina, quelli rimasti del mio villaggio, Eth Hamin》annuncia il vecchio. Fen'harel cerca di non soffermarsi troppo su quel rimasti. Sulla fine orribile che potrebbe essere toccata agli altri.《Bene,》dice,《seguitemi.》
Lo specchio si trova al livello superiore, in una grande stanza affrescata, una delle sue pareti interamente di vetro. La superficie dell'Eluvian sfavilla di mille colori. Andar richiama gli altri schiavi, che si radunano attorno a loro. Sethyt e Talena si posizionano ai lati della porta, di guardia.
《Amici miei!》esordisce Fen'harel.《Da oggi non sarete più schiavi. Seguitemi verso la libertà!》
Ma quando sta per attraversare l'Eluvian, esso si spegne. Il Lupo ne tocca la superficie opaca e immobile. Lo specchio non è più attivo e loro sono in trappola.
《Siamo in trappola》mormora Thamal, posando a terra la schiava con delicatezza e estraendo la sua spada. Dal fondo del corridoio, rimbombano infine i passi delle guardie. Sembra quasi che la loro corsa scandisca i battiti del cuore di Fen'harel: tump, tump, tump.
Questo però non è il momento delle incertezze.《YSIL E SETHYT, TROVATE UN MODO PER APRIRE L'ELUVIAN. ANDAR, TALENA, THAMAL: LE GUARDIE》ordina ai suoi. E poi rivolto agli schiavi:《Vi proteggeremo noi.》
I suoi compagni si schierano come lui ha ordinato. Con la coda dell'occhio, vede le mani di Sethyt e Ysil accendersi di magia e percorrere la superficie dello specchio. Gli altri estraggono le loro armi. Non c'è tempo per barricarsi nella stanza: a parte lo specchio, non c'è alcun mobile e i portoni che la chiudono sono in vetro e metallo, puramente decorativi. Fen'harel erige una barriera magica appena scorge le guardie superare l'angolo del corridoio. Sono una ventina, fra cui un paio di arcieri che si fermano e posano un ginocchio a terra. Tendono i loro archi. Le frecce rimbalzano contro la barriera, così come alcuni dei dardi magici lanciati dagli altri soldati. Un rumore di vetro infranto seguito da urlo si leva alle sue spalle. Fen'harel si concede un secondo per lanciare un'occhiata. Sethyt è a terra, una freccia conficcato in gola. Da dove...?
《Hanno degli arcieri sulla balconata superiore!》urla uno schiavo.《Da lì si vedono le vetrate di questa sta...》Non fa in tempo a finire. Dalla sezione di vetro già rotta piomba un'altra freccia, che lo abbatte. Fen'harel ringhia, espandendo la barriera, in modo da comprendere tutta la stanza. Le frecce successive vengono deviate dalla sua magia.
Le guardie ora li hanno raggiunti. Talena ne congela uno sul posto, Fen'harel ne avviluppa un altro con la roccia, che spacca il pavimento e risale lungo il corpo del guerriero fino a pietrificarlo completamente. Poi i due schieramenti infine si scontrano. Andar si getta contro le due guardie in testa, eliminandone una con una finta e ingaggiando l'altra in combattimento. Talena, con i suoi incantesimi e il bastone magico fa in modo che nessuno dei suoi amici venga colpito alle spalle. Thamal combatte con spada e scudo, in una danza brutale che lascia a terra ogni opponente che osa avvicinarsi. Fen'harel para un colpo con sua arma incantata e risponde con un fulmine che polverizza due soldati. Alle sue spalle si alza un altro grido:《Non riesco ad aprirlo!》
È Ysil, la voce scossa dal pianto.《Tratteneteli mentre provo ad aprire lo specchio》ordina Fen'harel. I suoi compagni serrano i ranghi e continuano a combattere. Il Lupo Ribelle si avvicina all'Eluvian, la cui superficie rimane opaca. Gli sembra di udire la risata derisoria di Sylaise mentre Ysil prova e fallisce di farlo tornare in funzione.《Ho provato tutto》spiega fra singhiozzi isterici.
《Proprio tutto?》chiede Fen'harel cercando di restare calmo e testando l'Eluvian con la propria magia.
Ysil annuisce ma poi si blocca a metà del gesto:《No, non è vero》sussurra. L'elfa estrae un pugnale dalla cintura e si taglia il palmo della mano. Il sangue sgorga rosso e lucente.
《Cosa fai?》le urla Fen'harel sorpreso.
《Dovresti sapere anche tu che il sangue permette di concentrare più velocemente la propria magia》sussurra Ysil. Non singhiozza più.《È solo pericoloso perché è difficile capire quando il tuo corpo non ne può più》aggiunge posando la propria mano sulla superficie dello specchio. Per un attimo non succede nulla, poi Fen'harel percepisce un'ondata di potere abbattersi sull'Eluvian, che si attiva in uno scoppio di luce.《Dentro!》ruggisce agli schiavi sorpresi.《Dentro!》gli fa eco il vecchio, passando per primo e ordinando a un giovane elfo di trasportare la schiava svenuta. Fen'harel lancia un'occhiata a Ysil, gli occhi chiusi e il volto pallido dallo sforzo, e torna a dare man forte ai suoi amici. Sono arrivate altre guardie. Sono troppe.《Dobbiamo resistere finché tutti saranno passati dall'Eluvian!》urla Thamal. Perde sangue da una gamba. Molto sangue. Talena lancia una palla di fuoco verso gli arcieri e gli altri soldati che stanno accorrendo ma una barriera deflette il colpo. Andar è sulla difensiva ora, si limita a difendersi come può, la stanchezza rallenta i suoi movimenti. Una guardia infine supera le sue difese e gli trafigge un fianco.《No!》urla Talena, evocando un vento che spinge via gli avversari. Fen'harel riesce così a raggiungere Andar e tirarlo dentro la stanza. Respira ancora.《Non resisterà a lungo》dice agli altri. Ma almeno gli schiavi sono tutti scappati.《Portalo in salvo allora!》grida Thamal, per sorpassare il rumore di una spada che si abbatte sul suo scudo.《Non posso lasciarvi qua!》gli risponde incredulo Fen'harel.
《Vai! Ti compriamo noi》gli urla Talena. L'elfa raccoglie le sue energie e sprigiona un'altra ondata di aria calda per allontanare di nuovo i nemici e dare al Lupo il tempo di scappare. Ma Fen'harel non vuole abbandonarli, non può lasciarli qui.《Va, Fen》dice una voce debole alle sue spalle. È Ysil, il suo corpo trema dallo sforzo di tenere aperto lo specchio. Fen'harel apre la bocca per ribattere ma l'elfa continua a parlare:《È una nostra scelta, Fen. Forse l'unica che abbiamo mai veramente compiuto da liberi.》
Il Lupo scuote debolmente la testa. Ysil gli sorride debolmente:《Va'》ripete.
Il cuore di Fen'harel si crepa mentre solleva Andar da terra. Avrebbe dovuto portare la sfera. Nulla di tutto questo sarebbe successo.
《Va'!》gli urlano di nuovo Thamal e Talena.
Mentre Fen'harel attraversa l'Eluvian sente i suoi compagni gridare:《MAI PIÙ NOI CI SOTTOMETTEREMO!》
No, non può abbandonarli, tornerà da loro. Deposita Andar a terra nel crocevia e si volta verso lo specchio. Ma la sua superficie è di nuovo oscurata. Raggiungerli ora è impossibile.
Fen'harel torna alla fortezza che è sera, il sole sta per tramontare. Ne percorre i corridoi guidato solo dalla memoria fisica. La sua mente è vuota, non riesce a formulare un pensiero completo. Porta Andar dai guaritori e poi cerca Nereni. Deve raccontarle ciò che è successo. E poi occuparsi degli schiavi liberati. Non crede di averne la forza. Si dirige verso la stanza dell'elfa ed entra. Nereni è lì, ma non è sola. C'è uno dei nuovi schiavi liberati, porta ancora il vallaslin. Fen'harel si avvicina. È il vallaslin di Andruil. E l'elfo ha un'aria famigliare. Sente una vaga inquietudine montargli nella pancia, sovrapporsi al dolore della perdita dei suoi compagni.
《Scusami Fen》dice Nereni,《ma ha insistito per vederti appena fossi tornato. Deve...》
Non fa in tempo a finire che lo schiavo si getta addosso a Fen'harel, aggrappandosi alle sue spalle. Il suo corpo è scosso da tremiti incontrollabili.《Sei tu》mormora,《sei tu!》
È allora che egli lo riconosce. È uno dei compagni di Noliari. Cosa...?
《Sono venuti a mezzogiorno. Lei è venuta, in compagnia di una donna bionda e bellissima. Ci ha detto di cominciare a correre. Che la caccia era iniziata.》
Fen'harel sente il sangue gelarsi nelle vene. Rimane immobile, di ghiaccio, mentre l'elfo davanti a lui continua a parlare:《Ma era ovvio quale fosse la sua preda. È per questo che io sono riuscito a raggiungere l'Eluvian...》
《Noliari》il nome della sua vhenan gli sgorga dalle labbra all'improvviso. È l'unica cosa che riesce a dire, l'unico pensiero che gli rimbomba in testa. Spinge via lo schiavo e non risponde alle urla di Nereni. Invece corre via, verso gli Eluvian. Con un balzo si trasforma e passa attraverso a quello che lo porterà più vicino al casotto di caccia. Corre, corre, corre e non si ferma.
Giunto vicino al capanno, la prima cosa che percepisce è l'odore di sangue. La seconda è il silenzio innaturale che permea la foresta. Torna brevemente in forma d'elfo per chiamarla.《Noliari!》urla.《NOLIARI!》Non c'è risposta. Il casotto di caccia è vuoto, la porta aperta, le braci del focolare fredde. Abbandonato. Il fiume. L'odore viene dal fiume. In un guizzo di magia si trasforma di nuovo in lupo e corre, corre, corre. Arriva al fiume. Un rivolo rosso striscia fra le acque limpide. Lentamente alza lo sguardo da terra. E allora la vede: i capelli neri scompigliati, le vesti stracciate, la freccia che le trapassa il petto da parte a parte. Il suo corpo pende da un salice le cui fronde toccano l'acqua corrente. Fen'harel si avvicina con passo tremante, ora elfo. Da vicino, può scorgere il terrore sul suo volto. E un pezzo di carta attaccato alla freccia:
Lei è mia.
Fen'harel estrae un coltello e taglia con mani insicure la corda che la lega all'albero. Adagia il suo corpo sulla riva del fiume, posando la sua testa sulle sue gambe. Le chiude gli occhi e le scosta i capelli dal viso. La sua bocca rimane leggermente aperta, come se dormisse.
Lascia che la magia scorra alle sue mani mentre la accarezza.《Ar lasa mala revas》mormora. La sua voce si spezza sull'ultima parola. Il vallaslin svanisce, lasciandosi dietro una bellezza pura e straziante. È allora che silenziose lacrime gli sgorgano dagli occhi. Ma Fen'harel non se ne accorge. Tutto questo non può essere reale.《Ar lath ma, vhenan》sussurra.《Ar lath ma, ar lath ma, ar lath ma》ripete, aspettando una risposta. Ma gli occhi di Noliari rimangono chiusi.
Fen'harel non sa quanto tempo rimane chino su di lei ad accarezzarle i morbidi capelli. Quando la luna sorge, si trasforma in lupo e ulula il suo dolore alla luna. Il suo dolore e la sua promessa di vendetta.
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