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4 - Nessun dorma

La facilità con la quale Bambam era in grado di cambiare opinione sulla gente aveva dell'incredibile. Un attimo prima voleva far scomparire dalla faccia della terra la vecchietta amante delle passeggiate notturne sulle autostrade, mentre quello dopo aver ricevuto da lei un mesto complimento, a momenti la osannava.

«Allora, dolce vecchina, io sono Ebony Mamì» la mora indicò se stessa affabilmente. «La ragazza un po' taciturna è Liling Fricotin, mentre l'altra è Bambam Gladys. Chi abbiamo l'onore di scortare al Mountain View Cemetery di Pocatello?» le domandò musicalmente rivolgendole lo sguardo di tanto in tanto, dato che stava guidando l'auto.

«Quanto chiacchieri!» sbottò quella. «Sono Malvina Luk, prima strega del nuovo mondo e sono in ritardo per...» Ebony, troppo sorpresa dalla rivelazione, sbandò bruscamente. Ringraziando però il suo talento con qualsiasi volante, riassettò subito il veicolo in corsa.

«Questa è tutta pazza!» bisbigliò Bambam incurante d'essere ascoltata.

«È molto strana questa carrozza. Dove sono i cavalli? Li avete resi invisibili alla vista?» domandò con una tale convinzione da non palesare lo squilibrio mentale sospettato dalle drag queens.

Liling captò la serietà della donna.

«Volete almeno dirmi in che anno siamo?» sbottò la vecchia, più irritata di prima.

«Qual è l'ultimo anno che ricordi signora?» rimpalló il quesito l'orientale offrendole l'occasione di studiarle il volto.

«Che strano accento hai... ma non siete sorelle tutte e tre?»

«Seeee! Siamo una messicana, una nippo-cinese e una italo-americana! Siamo perfette per una barzelletta!» sbuffò Bambam mulinellando una mano.

«Ma è strano! Eppure avete le lanterne!» sostenne ostentando la stessa convinzione. Le amiche convennero silenziosamente che la poveretta aveva qualcosa che non andava.

Una volta posteggiata l'auto vicino al vecchio cancello del cimitero, decisero di mandare a monte il concorso. Aiutare quella donna era la giusta cosa da fare. Persino Bamby se ne convinse.

«Allora, andiamo tutte insieme a mettere qualche fiorellino sulle tombe delle tue sorelle e poi ci dirai dove abiti, così dopo ti riaccompagniamo a casa, d'accordo?»

«D'accordo un corno, spilungona!» le soffiò come un felino selvaggio. «Ma che cavolo è successo? Non siamo nel mille e cinquecento?»

Gli sguardi scambiati rimasero interdetti anche dopo essere ritornati a fissare la donna misteriosa.

«Ehm... non so come funziona il tuo calendario, ma siamo nel duemila» rivelò Ebony sottolineando l'ovvietà del dato di fatto.

«Per tutte le mandragole velenose!» esclamò sorpresa. «Ma quanto ho dormito?!»

«Ma che cosa ti davano all'ospizio dal quale sei scappata?» ribatté a tono Bambam ferma a osservare il cancello sprangato del cimitero.

«È chiuso. Credo che per questa sera la nostra buona azione per il karma termina qui»

«È chiuso, e allora? Che problema c'è? Avanti streghe! Apritelo!» incitò spazientita Malvina.

«E... non si può. È un reato introdursi in un luogo pubblico dopo che l'hanno chiuso» spiegò Eby facendo scendere dalla vettura le passeggere e mantenendo la calma.

«Uff! Anche con voi giovani fattucchiere mi tocca fare tutto da sola!» si esasperò Malvina trafficando con stizza dentro la tracolla logora che portava appesa su una spalla. Quando estrasse una fiala di legno chiese sgarbatamente alle drag queens di allontanarsi di due passi.

Le giovani obbedirono di buon grado, ma l'irritazione generale provata nel sentirsi chiamate ancora streghe crebbe di parecchio. Nonostante ciò, videro quella curiosa creatura, coperta da una specie di costume d'epoca, interamente fatto di lana grezza piena di tasche e cordoncini legati in vita, aprire il piccolo contenitore e lanciare il contenuto contro le sbarre. Ciò che videro uscire superò le loro aspettative. Una nube color verde brillante, mescolata a minuscole scintille dorate, avvolse il cancello fino a farlo scomparire in essa.

«Edera accetta l'offerta,
rendi la mia via aperta!» emise la rima con scarso entusiasmo, come fosse una sua noiosa routine.

Di tutt'altro effetto erano pervase le drag queens che videro le sbarre del cancello svanire con il dissiparsi della nube colorata.

Ebony lanciò un fischio involontario.

Liling espresse qualcosa d'indecifrabile in dialetto cinese.

«Cavolo c'era dentro? La nube di Chernobyl?!» commentò Bambam.

«Bé! Che significano quelle facce? Non ditemi che ancora non avete imparato un trucchetto noioso come questo!»

«Ehm... no. Credo che questo sia un altro sogno collettivo ragazze» bisbigliò incredula Ebony, al che le altre due si diedero dei pizzicotti l'un l'altra sulle braccia.

Quanto avrebbero voluto fosse così, e invece no. Erano ancora al cimitero, in piena notte, ad assistere una vecchietta alta quasi due metri che nel frattempo era sparita dalla loro vista.

«Allora è vero! Siamo nella realtà! E tutte noi abbiamo visto quello che abbiamo visto? Cioè, una donna anziana che fa sparire un cancello più alto di tre metri, interamente di ferro battuto inossidabile, non è una cosa che si vede tutti i giorni! Però noi l'abbiamo visto, giusto? Nessuno se lo sta sognando, giusto?»

Bambam e Liling annuirono ad ogni quesito retorico posto tutto d'un fiato da Eby.

Quando realizzarono d'essere lucide e ancorate alla realtà, le ginocchia di ognuna presero a tremare come il resto dei corpi.

«Avanti! Che fate là impalate! Venite!» ordinò Malvina nascosta dentro un mausoleo illuminato dalle luci delle lampade elettriche.

«Ragazze, io propongo di lasciare perdere questa pazza, prima d'impazzire pure noi appresso a lei»

«Questa volta sono d'accordo con te Bambam. Sento che questa storia non porterà nulla di buono»

«Ma Ebony! E la faccenda del Karma?» puntualizzò Liling.

«Lascia perdere il Karma» sospirò Bambam. «Non ci ha mai teso la mano, anzi! Secondo me non ce le ha mai avute le mani!»

Un fruscio intorno al perimetro alberato dell'entrata aperta del cimitero diede ragione a Ebony. Più di una dozzina di uomini in nero sbucarono come animali notturni. Le intenzioni erano palesi, dato che ognuno spalancò la bocca in maniera innaturale, mostrando file di denti aguzzi simili a serpenti velenosi.

Lo sbuffo esasperato di Malvina coprì l'urlo atterrito delle drag queens, le quali non esitarono più a correrle in contro dopo l'ennesimo richiamo.

«Ma sono tutte così le streghe di quest'epoca? Muovetevi! Sbrigatevi a entrare nel mausoleo, altrimenti i Cacciatori vi uccideranno!» disse ciò come fosse una nonnina qualunque che richiama i nipotini per fare merenda.

«Ma sono tutti così i tuoi amici?» ribatté Bambam arrancando dietro le altre due. Voltò lo sguardo e li riconobbe. Erano gli stessi figuri incontrati all'aeroporto. Non poté negarlo. Chiuse gli occhi quando tre di loro l'afferrarono saldamente con quelle braccia dure e forti.

Ebony e Liling videro la scena. Gridarono forte il nome dell'amica catturata. Il fiato in gola, spezzato dalla tremenda visione, urticò le corde vocali di ognuna.

«Dobbiamo aiutarla! Le potrebbero fare del male!» ansimò Liling.

«Hai ragione! Forza, recuperiamola!» propose Eby invertendo il senso di marcia, senonché Malvina raggiunse sia lei che l'orientale. Afferrò entrambe per un braccio scoprendole piuttosto muscolose per essere delle ragazze. Lì per lì non indagò oltre, ma si accigliò.

«Presto, entrate nel mausoleo, lì sarete al sicuro! Alla vostra sorella strega ci penso io» le rassicurò con tono scocciato.

«Ma, noi non siamo streghe!» Ebony stessa si stupì dell'affermazione appena pronunciata. «Le streghe non esistono!» aggiunse pur sentendo incrinarsi attimo dopo attimo lo scetticismo del quale era sempre pervasa.

«Ah non esistono? Sta a vedere allora!» emise Malvina trangugiando il contenuto di un'altra fiala lignea estratta dalla tracolla. Fece una smorfia di disgusto. «Phua! Deve essere andata a male, spero che funzioni ancora!»

Nel frattempo Bambam, in balia delle grinfie degli uomini in nero, si chiuse nel proprio silenzio, incassando sberle e calci. L'animo mortificato e lo sguardo vitreo a implorare pietà.

Malvina raggiunse veloce il gruppo di uomini che lei definiva Cacciatori. Allargò le braccia ossute e sette sguardi oscuri e malvagi la puntarono. Spalancarono le fauci finemente aguzze pronte ad azzannarla.

«Parietaria, erba dei venti,
rimanda loro nella terra dei tormenti!» decantò la rima nuova con più enfasi della precedente. La formula richiamò un insolito vento dall'odore della paglia che investì tutti i Cacciatori. Bambam tornò libera e, barcollando incontrollabilmente, raggiunse Eby e Liling prima di entrare con esse nel mausoleo.

Videro sorgere dal prato tanti mulinelli di vento quanti erano i brutti ceffi misteriosi. E quella strega Malvina che se ne stava lì a braccia spalancate ridendo... come una strega appunto. Le mini trombe d'aria braccarono gli uomini in nero fino a inglobarli al loro interno. Ma la cosa non finì lì. Dentro quelle gabbie, il vento vorticò ancora più veloce fino a costringere i prigionieri a piegare busti e arti in maniera innaturale. Ogni contorsione delle loro membra non fece altro che rinvigorire il riso diabolico della vecchia.

Ebony, coccolando Bambam nella speranza di tranquillizzarla, assistette sgomenta alla scena esterna al mausoleo.

«Ragazze, non so voi, ma io ho una fifa nera!»

«Di cosa? Sii precisa. Siamo in un cimitero con una vecchia inquietante e dei... cosa sono? L'avete capito voi?» ribatté Bambam staccandosi da Eby.

«E tu cosa pensi Liling... ehm, ma dov'è?» Eby perse di vista l'orientale, ma Bambam la indicò oltre il colonnato del mausoleo. Stava dirigendosi a piccole e veloci falcate verso Malvina che, a quanto sembrava, trovava divertente torturare quei cosi scuri a suon di frustate ventose. E a proposito di fruste, l'orientale individuò e raccolse da terra un oggetto assomigliante. Riconobbe essere uno dei tanti legacci che Malvina portava legati in vita. Probabilmente l'aveva perso durante la colluttazione.

Quando l'altra la notò la esortò a unirsi a quella che lei definì una festa.

«Maledetti! Mi avete fatto chiudere il negozio!» sibilò assottigliando gli occhi a mandorla. Agitò la frusta con una certa dimestichezza e ne frustò uno molto, ma molto violentemente. E non ne scelse uno a caso perché, malgrado quegli individui fossero tutti uguali, Liling seppe riconoscere uno del duo artefice della sua sventura economica.

Si sbracciò a furia di sferzare quel disgraziato fino a dividerlo in due.

«He! Brava ragazza!» emise Malvina osservandola dirigersi verso un altro Cacciatore e trattarlo anche peggio del precedente.

«Così imparate!» esclamò Liling con cattiveria.

«Bene. È giunta l'ora di chiuderla qui» decise Malvina allargando i palmi delle mani e stiracchiando le lunghe dita ossute. Quando le chiuse, portando rapidamente le braccia stese lungo i fianchi, i rimanenti Cacciatori si sciolsero come ghiaccioli sotto il sole.

«Perfetto! Ora andiamo nel mausoleo, dobbiamo recuperare la seconda»

«Sei tu che hai portato qui quelle cose mostruose?» l'accusò l'orientale.

«Ti sbagli ragazza. In verità essi erano già qui prim'ancora che mi risvegliaste» la corresse Malvina accompagnandola nella struttura funebre.

Quando il quartetto si ricongiunse altri gruppi di Cacciatori sbucarono da ogni dove. Ebony e le altre si allarmarono indicandoli.

«Ah! Non starnazzate come oche, fin tanto che resteremo qui dentro non ci attaccheranno» le rassicurò Malvina con il solito tono indifferente.

Difatti, malgrado il mausoleo fosse privo di porte e cancelli, ma solo bordata da cinque colonne nude, nessuno dei mostri le oltrepassò.

«Va bene» convenne Eby. «Ma nel frattempo cosa facciamo? Restiamo qui a morire di fame, sete e soprattutto terrore?»

«Tu davvero parli troppo!» la riprese la vecchia. «Visto che proprio non avete imparato nulla delle arti stregonesche, aprite bene le orecchie: per sbarazzarsi dei Cacciatori bisogna essere almeno in due streghe, altrimenti sole si possono solo rallentare, se si è in gamba come la sottoscritta».

Impartì la lezione mentre trafficava vicino a un loculo orizzontale. Era una bella fetta di marmo lunga più di due metri, dove in mezzo campeggiava solo il nome dell'ospite perpetuo: Rowenda Basilischi.

Le drag queens, allineate a un versante, videro Malvina estrarre da una manica un qualcosa d'indefinito. Sembrava un manganello molle.

«Ragazze! Ci credete se vi dico che riesco a provare più paura ogni secondo che passa?» borbottò Bambam infelicemente rapita dal macabro gesto che la vecchia stava per compiere.

Malvina espresse qualcosa simile a un bisbiglio e l'oggetto misterioso che aveva evocato assunse una forma più definita.

La mano scheletrica dell'ossuta vecchietta impugnava, con più forza di quanta ne dimostrava, ciò che agli occhi delle ragazze, uniche testimoni presenti nel cimitero, sembrava una clava d'acciaio nero dalla lavorazione complessa. Sbattendola contro il marmo del loculo, una lastra spessa dal peso di quintali, la incrinò al primo colpo e un gemito soffocato si liberò.

«E svegliati poltrona secolare!» emise seccata e irriverente l'ossuta forzuta.

A quel punto, Eby ricevette un calcio negli stinchi da Bambam.

«Ma che ti prende? Sei impazzita?»

«Così impari! Tu e le tue buone azioni! Stiamo diventando complici di una vecchia tombarola!»

All'ennesimo affondo, Malvina fece crollare tutto il frontone e una nuvola gassosa si diffuse ovunque.
Istintivamente le drag queen si tapparono naso e bocca, per non respirare i miasmi derivati dalla decomposizione del corpo appena oltraggiato.

Bambam, seppur ripresasi dal pestaggio, sentiva ancora dolore all'altezza del diaframma. Per lei fu difficile trattenere il fiato, perciò respirò a pieni polmoni molto di quel gas.
«Wow!» emise meravigliata prima di cercare d'incamerarne dell'altro. Eby, notando l'incauta amica, la rincorse per obbligarla a trattenere il respiro. Nel mentre, vide Malvina che se ne stava con una mano appoggiata al fianco rinsecchito, e con l'altra a sorreggere senza sforzo quella specie di clava dal peso improponibile.

Liling lasciò cadere i palmi delle mani dal proprio viso. Respirò timidamente l'aria infetta. Di colpo sgranò gli occhi. Poi afferrò dolcemente un braccio di Eby.

«Non è nocivo» la informò, al che pure la mora riprese a respirare regolarmente. Dapprima strinse gli occhi, in previsione dell'afrore in contro al quale le sue narici stavano andando, poi li strabuzzò.
«Ma! Questo è il miglior profumo che abbia mai sentito!»

Malvina sospirò e con una smorfia di esasperazione mostrò le sporgenze degli zigomi pronunciati. «Questa è la conferma che voi non sapete davvero nulla. Quando muore una strega buona il suo corpo emana profumo di fiori. Non è vero Rowenda?» gridò in fine.

«Oh! Sei sempre la solita. Sei così manesca e irruenta! Guarda qua! Mi hai sporcata tutto il vestitino e pure tutti i miei cammei, oh! Guarda che disastro!» squittì una vocina delicata il cui registro apparteneva inequivocabilmente a una nonnina. C'era un che di affettuoso in quelle esclamazioni, ed Eby se ne accorse.

Con tanto sforzo da parte della rediviva riesumata, la nuova vecchietta sbucò dall'antro sepolcrale.

Non era possibile, a detta di Bambam, che una massa di capelli corvini, alta e gonfia come una nuvola e acconciata con maestria e ricercatezza, potesse essere attaccata a una testolina così piccola e armoniosa.

L'aspetto era quello di un personaggio nobile d'altri tempi, e non era un eufemismo. Il vestito ricco di fronzoli e merletti, il belletto e le labbra dipinte la facevano sembrare una bambola di porcellana... se non fosse per le evidenti rughe marcate.

Dopo aver sistemato alla meglio il proprio aspetto, squadrò con amabilità le drag queens. La "o" muta disegnata dalla boccuccia, momentaneamente ammutolita, trasmise sorpresa.

«Orbene, quale leggiadra fanciulla dobbiamo ringraziare per il nostro risveglio?»

Le amiche si scambiarono sguardi brevi e interdetti, mentre Malvina sbatté nervosamente un tacco a terra.
«Una di loro oppure nessuna di loro. Non sono streghe, non sanno fare niente. Da quando le ho incontrate non hanno fatto altro che lamentarsi, piagnucolare e, oh! Ma quanto sono lente!»

«Adesso basta! Avrei dovuto investirti e passarti sopra cento volte!» esplose Ebony Mamì arcifuriosa, e l'avrebbe schiaffeggiata per davvero se Bambam e Liling non l'avessero trattenuta, impiegando un bel po' di energia fisica.

«Su su! Non litigare sempre con chiunque ti capiti a tiro, Malvina. E voi ragazze, vogliate perdonarla. Malvina non è passata alla storia delle streghe per la sua delicatezza»

Malvina le fece il verso muto dondolando il capo. Rowenda captò la sua impertinenza ma, essendo una signora, non la degnò d'attenzione. Piuttosto si avvicinò alle drag queens per studiarle da vicino.

«Siete davvero deliziose!» emise sorridente.

«Deliziose nel senso buone da mangiare?» domandò preoccupata Bambam.

«Oh! Ma nooo, che assurdità! Se fosse così Malvina non vi avrebbe difese» spiegò lasciando aperte molte interpretazioni alle sue parole. «Siete fortunate, ora ci sono io»

«Fammi capire. Veniamo braccate da maniaci vestiti come i Blues Brothers, rischiamo un incidente stradale, scoperchiamo tombe con gente viva dentro, e dovremmo ritenerci pure fortunate?» rimbrottò Bambam.

«Devo ammettere ragazze, che siete tutte deliziose, tu però sei la più bella, peccato tutte quelle ammaccature. E il vestito? Sei uscita solo con il corsetto addosso?» indicò la stoffa rossa di paillettes stretta intorno al seno posticcio di Bambam.

L'ennesimo complimento sollevò lo spirito della messicana. Ritrovò anche il sorriso.

«A proposito, ma come fate a essere ancora vive e... non decomposte?» chiese Eby dopo aver ritrovato la calma.

«Perchè una di voi ha spezzato l'incanto del papavero... ma, andiamo con ordine. Queste cose avrete tempo d'impararle. Ora è necessario recuperare la nostra terza sorella. Lei saprà spiegarvi ogni cosa, sapete, è la più potente di tutte...»

«Mpf! Dacci un taglio, Rowenda! È da vedere chi è la più forte!» controbatté Malvina agitando in aria quella specie di clava pesante quanto un macigno.

«Ragazze, appena una di noi avrà l'occasione, scapperà via e chiamerà la polizia, i vigili del fuoco, l'esercito, le suore del convento e i mormoni esorcisti, è chiaro?!» bisbigliò Ebony fingendo un amabile sorriso all'altra vecchietta poco incline all'eterno pisolino.

«Puoi giurarci Eby cara!» le fecero il coro le altre.

Nel frattempo, la nuova massa di Cacciatori aumentò di numero. Era tutta accalcata negli ampi spazi del piccolo colonnato del mausoleo e, anche se non riuscivano a entrare, un pilastro iniziò a oscillare minacciando di cadere verso l'interno.

Malvina e Rowenda si scambiarono sguardi dalle differenti espressioni.

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