32 - La Lanterna delle Fate
«Dove cavolo cappuccio siamo?» era la domanda espressa dalle ragazze dopo essere state risucchiate dalla luce verde viola irradiatasi all'improvviso, che le aveva sottratte in extremis alle grinfie di Eritto.
Erano disorientate. Avevano la vista offuscata e anche l'udito non era messo meglio, si videro l'un l'altra muovere la bocca ma nessuna percepiva alcun suono. Gli odori poi, nemmeno a parlarne. Barcollavano come ubriache, traballavano sui trampoli come fosse la prima volta che li cavalcavano. Fortuna volle che non durò molto e presto distinsero la familiare confusione verbale che contraddistingueva le loro vite, ma fu il fischio da bovaro emesso dalla Lanterna Bob a richiamarle all'ordine.
«... finito di starnazzare una gallina, ecco che ne attaccano altre tre! Che due cocchi!» finì di rimbrottare la "simpatica" piantina, sobbalzando sul vasetto di terra cotta posto sul tavolino e a nulla valsero i tentativi di Giò e Daisy di calmarla.
«Nel camper!» risposero deluse le drag queens.
«Non ne abbiamo fatta molta di strada!» protestò Bambam, preoccupata dal vedere oltre il finestrino la folla inferocita avanzare verso la casetta mobile. Chiuse le tendine nella speranza di rimandare il momento.
«Ma cosa è successo?» domandò Ebony Mamì, mentre si massaggiava le palpebre.
«Ehi, cocca! Vuoi darti una svegliata? È spuntata finalmente la Lanterna delle Fate! Presto! Dovete trovare l'erede di Noviluna, altrimenti svanirà nel nulla e vi toccherà ritrovarla chissà dove!»
L'unica notizia di cui le streghe potevano aver bisogno sarebbe stato sapere che tutto quel giorno era solo un sogno, o un incubo - tanto per scendere a compromessi con il karma più disordinato della storia del karma. Invece era tutto reale, la strada era ancora in salita e anche lunga.
«Guardate! È gigantesco!» scoprì finalmente Ebony indicando l'uovo sul tavolo dove la gallina, ancora stesa di schiena, lasciò penzolare la testolina crestata. Aveva la lingua di fuori, però non era morta.
Liling lo studiò. «Avete visto? Sta in piedi da solo, ed è decorato come un uovo Fabergè!»
«Interessante...» mentì spudoratamente Bambam. «A cosa, di grazia, potrà mai essere utile un pacchiano uovo di struzzo?»
«Hihihi!» ridacchiò Daisy agitando le mini fronde fiorite per attirare l'attenzione. «La Lanterna delle Fate, come vi avevamo già spiegato, può assumere qualsiasi forma...»
«E avrebbe scelto una specie di uovo di Pasqua?» ribatté la messicana.
«Hihihi! Ma no, che dici? Hihihi! Non per forza, potrebbe trovarsi dentro l'uovo la vera Lanterna delle Fate, hihihi!»
«Spiegati!»
Liling prese in mano coraggio e uovo e lo studiò con maggiore attenzione. Il materiale di cui era fatto era traslucido, come una lega vetro porcellana; intravide perciò qualcosa all'interno.
«Liling, cara, cosa potrebbe essere?» domandò la mora avvicinatasi all'altra. Socchiuse gli occhi e diede ragione all'amica, c'era effettivamente qualcosa.
«Oh! Si muove! Sembra un insetto!» rivelò la orientale. «Ma io l'ho già visto! È lo stesso insetto a forma di stella di cui vi avevo raccontato prima! Oh, non ci credo, l'avevo trovata... avevo trovato la Lanterna delle Fate e non me ne sono accorta!»
«Ma non poteva essere come voi una patata di Pocatello?» protestò Ebony Mamì. «Così la cara Liling avrebbe risolto la situazione in meno tempo di quanto speso!» al che le Lanterne ribatterono:
«Non crederai sul serio che noi siamo delle volgari patate?! Noi abbiamo preso in prestito questi corpi vegetali per mostrarvi a voi!» spiegò stizzoso Giò.
«Siete state voi, dopo aver ricevuto i poteri da Grande Madre Noviluna, ad essere state in grado di richiamarci» sottolineò Bob. «Avete cocchi vuoti al posto delle zucche!»
Ebony non soppesò il rimprovero, piuttosto unì tutti i punti della faccenda ora a disposizione.
«Se c'è bisogno che sia Noviluna a concedere il potere necessario per attivare una Lanterna, vuol dire che l'erede dovrà ancora ricevere il suo di potere per attivare la Lanterna delle Fate!»
Liling sgranò gli occhi.
«Eby, è vero! L'erede ha bisogno dell'uovo per beneficiare dei suoi poteri, così finalmente potrà sconfiggere Eritto e noi potremo andarcene da questo posto!»
«Non è tutto» proseguì a spiegare la mora. «L'erede di Noviluna dovrebbe essere il bimbo nel ventre di Bianca Teace e quindi lei è... oh porca paletta truccata male!» esplose Ebony. Le altre la videro balzare al volante e mettere in moto il camper.
«Evviva! Brava Eby! Andiamocene da sto posto!» applaudì Bambam. «Dove ci porti, a Venezia?»
«Come credi possa portarvi tutti quanti a Venezia?»
«Ah, bè, allora facciamo a casa tua, è più vicino, fa lo stesso»
«Che dici Bambam? Ebony è stata sfrattata da Pocatello, siamo state cacciate tutte quante!» rettificò Liling, al che la messicana, pronta a ribattere, urlò invece sorpresa da una sassata che aveva appena incrinato il finestrino più vicino a lei.
«La situazione degenera!» commentò Ebony Mamì mentre cercava di far partire il camper. «Bob! Presto, suggeriscici qualcosa!»
La Lanterna delle palme da cocco si agitò, ma riuscì a esporre un'idea. Intanto i forconi degli abitanti di Holywood presero a bersagliare il mezzo e per evitare che prendessero di mira i pneumatici, Ebony suonò il clacson all'impazzata. Gli occhi sgranati degli abitanti espressero paura, a riprova del fatto che erano tornati indietro nel tempo non solo fisicamente ma anche con le coscienze e conoscenze erano regredite; il clacson perciò suonò come una novità aliena.
«Bella mossa Eby!» esclamò Bambam. «Oh, no! Stanno distruggendo le nostre poltrone sullo spiazzo! Che guaio! Era il nostro angolo relax pomeridiano!»
«Preoccupatevi di salvare la serra piuttosto, altrimenti la mia idea non servirà a nulla!» si alterò la Lanterna Bob.
«Oh, a questo ci penso io. In fondo avevo promesso un ultimo aiuto durante la battaglia contro Clizio. Però ragazze! Che macello avete combinato, si vede che non siete streghe nemmeno per opera di Noviluna in persona!»
«NON ORA MALVINA!» ruggirono le tre affaccendate a trovare una soluzione per tutti i problemi che si stavano accavallando.
«Liling, dimmi se i bambini ci sono ancora!» ordinò la mora mentre provava di tutto per far partire il camper.
«Sì, li vedo, sono... oh, quella megera vestita di rosso ha aperto la gabbia e sta consegnando i bambini ai genitori... sono confusa, perché lo sta facendo?»
Ebony non si aspettava nulla di buono e capì cosa stava facendo quella là.
«Sta restituendo i bambini ai genitori per assicurarsi la gratitudine degli abitanti. Ma quando vedranno svanire i bambini che hanno superato il periodo vitale naturale, quella Eritto darà la colpa a noi tre convincendo quelle povere genti di aver lanciato chissà quale incantesimo maledetto!»
«L'avevo capito subito che tu eri la più preparata alla lotta!» disse una voce gracchiante. «Se posso sugg...»
«NON È IL MOMENTO MELALLA!» barrirono le drag queens tutte concentrate a escogitare un piano di fuga dal sicuro linciaggio e già che c'erano a benedire il camper, l'unica barriera che ancora le proteggeva.
Solo la dolce Norveilla si accorse dell'apparizione delle antiche streghe e riconoscendo nelle loro rughe l'ipotetica medesima età, le invitò a prendere un tè verde all'anice con la sua solita cortesia, incurante del finimondo che la circondava.
Un sussulto improvviso fece vibrare finestrini incrinati, seggiole ballerine, ante aggrappate alla dispensa e tutto ciò che era in precario equilibrio all'interno del camper, segno che il motore aveva tossito.
«Buon segno!» esclamò Eby mentre armeggiava con lo sterzo e i pedali nella mini cabina del guidatore. «Accidenti! È stato fermo per troppo tempo, il motore ora fa i capricci!» esclamò mentre cercava di non perdere il controllo.
Bambam si mise le mani nella parrucca bruna. «Oh, che confusione! Devo rilassarmi... Daisy, per favore, un altro...» la Lanterna dei fiorellini le allungò un margaritas alla tequila sorretto da un suo ramo variopinto.
«Ihihih! Eeeccooo!»
«Bambam! Ti sembra il momento di bere alcolici!» la rimproverò Liling dopo aver scansato Malvina senza prestare attenzione chi fosse. «E poi, che significa "un altro"?» sindacò.
«È il nome del cocktail, si chiama un altro!» si giustificò l'altra, al che la Lanterna Daisy travisò e allungò un ennesimo cocktail alla ex modella che lo agguantò di riflesso. Vide il volto della compagna esprimere disappunto. Le sorrise civettuola porgendole la coppa appena riempita.
«Tu! Prima! Prima quando Ebony ti ha mandata a preparare la pozione per combattere gli energumeni palestrati, ti sei messa a bere! Ecco perché avevi confuso la zuppa di spinaci con le erbe magiche!» realizzò Liling. «Ma dico io, volevi ucciderci per caso?» ma piuttosto che prendere a sberle l'amica come in quel momento sognava di fare, le strappò di mano il margaritas e lo ingollò con rabbia.
«Però! Ì buoni!» ammise nascondendo l'imbarazzo coprendosi la bocca con una mano.
«Da questa parte!» gridò Ebony.
«Subito! Ihihih!» rispose Daisy allungando pure alla mora il suo margaritas alle fragole e lime. Anche se Ebony aveva tutta l'intenzione di additare Eritto che si era palesata di fronte al camper magicamente avvolta da spire infuocate color rosso rubino, la vista della corroborante bevanda ghiacciata all'interno del bicchiere rallegrato da frutti tropicali e ombrellino sbarazzino, le fece rivalutare le priorità. Ringraziò, bevve e restituì il bicchiere, e poi gridò: «Alla strega!»
Almeno l'allarme attirò la giusta attenzione e così Bambam e Liling, entrambe con il bicchiere in mano, raggiunsero Ebony.
«Porca miseria! Guardate che roba! È circondata dalle fiamme ed è illesa!» lo stupore della messicana trovò condivisione.
«Ho percepito la presenza della Lanterna delle Fate, consegnatemela e vi darò fuoco!» gridò la sua solita minaccia senza alternativa quella che si era messa tra la roulotte e la preziosa serra delle piante stregate.
«Ora Eby! Accelera!» suggerì Bambam.
«Sì, aspetta lì che te la porto! Soprattutto non muoverti!» rispose la mora.
«Non sei la prima vacca che mettiamo sotto, sappilo!» aggiunse Bambam. Ebony pigiò l'acceleratore ma il motore si spense. Imprecarono tutte.
«Per combattere Eritto dovete fare incetta di erbe magiche, altrimenti sarà impossibile sperare di avere una possibilità di sopravvivere!»
«Sì Malvina, lo sappiamo!» fecero coro le ragazze ora attratte da una vecchietta che si era parata dinnanzi alla Giudice del fuoco.
«Non sei proprio mutata nel corso degli anni, vero Eritto!»
«Da dove spunti fuori tu, Rowenda! Cosa vuoi?»
«Sono qui insieme alle altre per suggerirti un consiglio: non avanzare oltre con questo cammino, non risvegliare Clizio, altrimenti proverai sulla pelle l'ira inenarrabile di Grande Madre Noviluna per mano delle ragazze!»
«Ma se sto vincendo su tutta la linea!» sputò avvelenata. «E poi sono diventata più potente anche di Clizio!»
La vecchia Rowenda scosse il capo, ma non per compatimento o dispiacere.
«Allora ti dico ancora una cosa...» infilò la mano sotto un fronzolo di pizzo rosa antico ed estrasse una fiala trasparente come cristallo. La aprì con un leggero soffio, come se stesse intonando una melodia con un flauto immaginario.
«Stella alpina,
fiore che respira,
togli l'aria fina
E il fuoco aspira»
Nell'abitacolo Ebony Mamì sbatté le mani contro il parabrezza e le amiche gridarono a squarciagola alla vecchina di scappare via. Solo quando videro le fiamme di Eritto risucchiate dalla scia azzurra diffusa dall'ampollina della vecchina, la riconobbero.
«Rowenda?!» gridarono e Giò, la Lanterna delle liane, offeso del mal costume delle ragazze che avevano pedissequamente ignorato Malvina e Melalla, le prime a palesarsi, arrestò i tre cappi che aveva inviato con l'intenzione di strozzare le sciagurate.
«Lascia perdere, Giogingkobilobingobilobo, tanto quelle moriranno lo stesso...» sentenziò Malvina, comodamente adagiata su uno scranno di fortuna mentre sorbiva con aria di sufficienza il tè offerto dalla cara miss Norveilla, e assorbiva indifferente anche lo sguardo contrariato di Melalla.
Le ragazze difatti ignorarono il rischio che era appena incombuto sui loro colli.
Rowenda ripose l'ampolla di cristallo, soddisfatta del risultato dell'incantesimo, ma notò in Eritto una sicurezza inflessibile.
«Mi avrai pure bloccata per un paio d'ore al massimo, ma queste non le fermerai!» rise e con un gesto fece comparire la madre e la figlia più demoniache degli inferi.
«Oh, no! Quelle di questa mattina! La bimba più vecchia del mondo e l'artista infernale delle manine... quella che ha la bocca di squalo sul petto!» osservò Liling.
«Avremmo dovuto eliminarle!» esclamò Bambam.
«Già, peccato che eravamo tutte prese a non morire nell'agguato degli energumeni palestrati e a scampare all'incendio del bar!» disse Ebony più preoccupata ora per Rowenda tutta sola contro quelle mostruosità. Suonò il clacson e la vecchia strega si voltò. Le fece cenno di salire e quella svanì nel nulla. Ebony rimase a bocca aperta, ma quando rivide accanto a sé la simpatica strega la richiuse. «Ottima mossa dolce miss Rowenda!»
«Grazie cara» sorrise. «Ora bisogna fare qualcosa, altrimenti quelle Blemmi antropofaghe sono capaci di demolirti la casa meccanica a morsi, sai?»
Ebony spense il motore, incurante delle proteste delle amiche. Si voltò con l'intenzione di dire qualcosa, ma si ammutolì quando finalmente vide anche Melalla e Malvina. Notò la Lanterna Giò con le liane incrociate che batteva le radici sul tavolino come per dire: "era ora che ti accorgessi di loro". Abbozzò un sorriso, ma nella mente le erano tornati i ricordi del raccapriccio provato quando aveva scoperto che le due mostruosità fuori dal Camper si erano nutrite di bambini per chissà quanto tempo. Costituivano una minaccia, sentì il bisogno di fermarle.
«Toh! Ci sono anche Malvina e Melalla!» realizzò più ritardataria che mai Bambam, seguita a ruota da Liling. Ebbero il buon senso di scusarsi, ma non troppo, perché erano troppe le cose che stavano accadendo tutte insieme.
«Se dovete dirci qualcosa di utile, per favore, fatelo adesso!» disse Eby con la mano allungata verso lo sportello della roulotte.
«Dirigi la casa con le ruote contro la serra, più velocemente che puoi, al resto ci penserò io!» ordinò Malvina. «Vi darò il mio contributo per la battaglia finale contro Clizio».
Eby annuì ed emise solo un: «Bentornate!» si riappropriò del volante e diede tutto il gas che poté, al che le mostruosità scopertesi Blemmi carnivore, dopo un attimo di confusione e un sonoro rimprovero da parte di Eritto, si guardarono l'un l'altra: la prima sembrò mimare un "e va bene, cambiamo menù, mangiamoci le streghe!"
"Toh! C'è una confezione formato famiglia proprio qui!" parve esprimere l'altra indicando il camper e in un attimo lo assalirono. Eritto da parte sua non risparmiò l'ennesimo scherzo: le poche decine di metri che separavano la roulotte alla serra li fece diventare chilometri. Eby e tutta la compagnia vide il sentiero dilatarsi all'infinito.
Le bocche e gli occhi delle drag queens sembravano deformarsi per lo stupore.
«E quando arriveremo in fondo a questa strada sconfinata?!» si rabbuiò la orientale.
«Non è giusto! È scorretto!» lamentò Bambam e quando il rumore di vetri rotti assordò l'intero gruppo, Lanterne comprese, Liling aggiunse che era molto scorretto.
Melalla scattò in piedi. «Noi difendiamo la Lanterna delle Fate, miss Ebony Mamì, tu porta la casa semovente verso la serra!»
«E noi che dovremmo fare?» chiese con voce tremolante Bamby mentre incrociava lo sguardo della bimba infernale appena scivolata dentro il camper con l'agilità di una scimmia.
«Voi, miss Bambam Gladys e miss Liling Fricotin, sistemate le Blemmi antropofaghe!»
«E ti pareva, cosa l'ho chiesto a fare?! Io non ci volevo venire qui!» piagnucolò la messicana. Liling intanto percepì qualcosa. Si aggirò attorno al tavolino dove Melalla, Malvina e Rowenda stavano sedute e imponevano le mani contro l'uovo creando uno schermo traslucido di vari colori. Anche se avessero voluto dare un aiuto non avrebbero potuto. Miss Norveilla invece era a trafficare qualcosa nell'angolo cottura. Era imperturbabile. Nemmeno quando il tettuccio della roulotte esplose e cadde giù la Blemma più grossa, ella stava lì a canticchiare e cucinare.
«Miss Fricotin, quella donna non dovrebbe esistere, lo sapete?» disse con voce grave Malvina. «Ce ne siamo accorte subito. Era morta e voi l'avete portata indietro. È una cosa che non si fa. Avere il potere nelle mani non vuol dire fare tutto ciò che si vuole»
Liling non ricambiò lo sguardo, non per ripicca, ma perché aveva difronte la Blemma che aveva appena bucato il tettuccio. Però spiegò in poche parole che erano state costrette perché nonnina Norveilla aveva visto in faccia Eritto, colei che l'aveva uccisa, e l'unico modo per recuperare l'informazione era stato riportarla in vita.
«Non si gioca con gli incantesimi... ma dimmi, se n'è ricordata?» chiese Malvina, nonostante sapesse in partenza la risposta, e il sospiro pesante della orientale glielo confermò. Però quella volle ribattere a modo, malgrado stesse studiando i movimenti della mostruosità, al che tre scossoni della roulotte lanciata a folle velocità rimescolò le priorità. Sembrava di essere su un treno impazzito. Ma la lotta prese il sopravvento su ogni attenzione.
«No! No! E poi no! Andate fuori a giocare, non si gioca in casa!» esclamò nonnina Norveilla agitando un mestolo di legno contro la Blemma più grossa. La picchiò come fosse un nipotino indisponente, e in tutta risposta, la mostruosità si sbottonò la camicetta. Rowenda ebbe un primo piano in esclusiva della scena. «Oh, santi numi, che svergognata! Non sono più i mostri di una volta!» si scandalizzò. Ebony stava assistendo la scena riflessa sullo specchio retrovisore. Era scocciata perché non poteva lasciare la guida. Guida che si stava rivelando estenuante: più andava veloce e più velocemente la strada di allungava. Non avrebbe voluto abbandonare il volante, ma quando vide con la coda dell'occhio la Blemma liberare la bocca da squalo e puntarla verso Norveilla, inchiodò di colpo. Il contraccolpo lo subirono tutti i passeggeri. Le Lanterne, sbalzate, si scambiarono di vasetto. Le streghe rivederono i posti a sedere. La bambina demoniaca finì in braccio a Bambam, e Liling tra le braccia della Blemma grossa.
«Secondo me, questo duello finirà tra un secolo!» sentenziò Malvina.
«È un po' bizzarro questo contenzioso...» valutò Rowenda.
«Cinque chili di mandragola caramellata che il duello terminerà adesso!» scommise Melalla, tutta affascinata da Ebony Mamì che aveva frenato la corsa e ora stava sculettando elegante come non mai, verso le mostruosità.
«Ci sto!» risposero insieme Malvina e Rowenda, anche loro ammirare dalla mora che avanzava con passo sicuro verso il fulcro della battaglia. Il volto serio esprimeva sicurezza. Ella stessa non si era mai sentita così prima. Aprì leggermente le braccia nude e il completino a zampa di elefante color lilla divenne una veste stile impero color verde smeraldo. Gli occhi brillarono come la scia che disegnava nell'aria lungo la camminata.
«Avrei dovuto trovare il modo di eliminarvi questa mattina, esseri abietti! Nessuno deve disturbare la tranquillità dei miei passeggeri!»
Bambam sentì la bimba demoniaca, ancora stretta in braccio, tremare come una foglia. Inorridì del peso che aveva e lo buttò contro Ebony. La mora schiaffeggiò la bimba mostro di riflesso. Si sentiva sovrumana. Non diede modo a quell'essere nemmeno di fiatare, la disintegrò come fosse una zolla di terra.
Meno fortunata fu Liling, essendosi trovata lei in braccio alla Blemma grossa e a pochi millimetri dalle fauci da squalo che aveva sul petto. Lottò con tutte le sue forze. Si concentrò e dalle sue mani partirono due getti d'acqua che finirono dritti nella gola del mostro. Ma non sortì alcun effetto, mezzo braccio era già sul punto di essere tranciato di netto. Gridò dal dolore quando realizzò che tre fila di denti le erano affondate nella carne. Il sangue della orientale zampillò dalla ferita come una fontana. Ebony a quel punto sentì rabbia pura scorrerle nelle vene. Mosse un gesto impercettibile e Liling fu avvolta da scie ambrate che la sottrassero dalle fauci fameliche della Blemma. Bambam l'accolse tra le braccia e a sorpresa iniziò a coccolare l'amica di litigi come fosse un peluche. Liling ne fu talmente stupita che quasi dimenticò di stare a sanguinare come tubo rotto. E così, prese dalle moine, quelle due non videro come il ceffone di Ebony Mamì aveva impattato contro la Blemma, né come quella era esplosa appresso a metà camper. Notarono però che quel magico sganassone aveva prodotto onde su onde di energia color oro verde che si propagarono per infinite decine di metri. Tutto ciò che aveva avvolto assunse un aspetto primaverile. Gli alberi, le piante, le rocce pure le lapidi tombali apparvero ammantate di grazia. E la dannata serra si scoprì essere lì, a uno schiocco di dita da loro, segno che l'incanto di Ebony aveva spezzato il maleficio della strada infinita.
Le vesti sontuose di Ebony svanirono subito dopo. Si guardò velocemente e constatò di indossare almeno il completino a zampa di elefante lilla di prima. Scosse la testa e soccorse Liling gravemente ferita, ma ci pensò Bambam a risolvere il problema. Infatti, spaventata per l'amica, ricordò all'improvviso la formula magica di Rowenda. La recitò nonostante non avesse la pozione necessaria.
«Menta piperita
Siimi amica
Guarisci ogni ferita!»
Lo zefiro che avvolse la orientale profumava di menta e come invocato con l'incantesimo la grave ferita sul braccio svanì.
Rowenda, che in quel momento assieme alle altre si era decisa ad alzarsi dal tavolino, inspiegabilmente l'unico oggetto rimasto illeso dopo la deflagrazione magica, abbozzò un sorriso faticosamente percettibile sotto le infinite rughe del viso. "Brava miss Gladys!"
«Ho vinto!» esclamò l'allegra Melalla e le drag queens la rimproverarono con lo sguardo. Avrebbero rincarato la dose, se non fosse che tutte videro l'uovo Fabergè sfuggire al campo difensivo e frantumarsi a terra.
Bambam già presagiva l'ennesimo superguaio. «Ragazze! Noi abbiamo...»
«Fatto la frittata!» esclamò Eby mentre vedeva spuntare la Lanterna delle Fate. La fissò intensamente ed ebbe una visione.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Note facoltative
La Lanterna delle Fate: che ci crediate o no, non l'ho inventata io ma la natura, esiste ed è la creatura vegetale più rara del mondo. Ne esistono meno di venti registrate ufficialmente. È una piantina delicatissima, vegeta nel sottosuolo ed è un parassita dei funghi, ma non appartiene alla stessa famiglia. Strano vero?
Nella foto sotto potrete capire meglio il perché del nome fantasioso che supplisce quello scientifico: Thismia neptunis. Fu il fiorentino Odoardo Beccari a trovarlo e disegnarlo nel 1866, poi per 151 anni non se ne videro più. Ultimo avvistamento nel 2017 nel Borneo.
Sembra o no la struttura di una Lanterna? Diventa così dopo essere sfiorita (foto in cima a questo capitolo)
Naturalmente è stata questa creatura a darmi l'ispirazione per questo racconto... non vedevo l'ora di inserire questa nota🤭
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro