28 - Vai! Bruce-Liling!
Se c'era una lezione che le drag queens avevano imparato dacché vivevano a Holywood, era che quando una giornata iniziava con una brutta piega, terminava con una peggiore.
Le ragazze infatti, aspettandosi qualcosa di peggio, dopo essere scampate dalle rappresentanti della famiglia Addams e aver rischiato la pelle con l'auto indemoniata, quasi non fecero caso quando lo sceriffo Belmer, terminato l'inseguimento, stilò un verbale da capogiro. Elencò come un fruttivendolo in servizio ambulante, incurante di attirarre la curiosità della folla assiepata attorno, tutte le infrazioni commesse e alla fine desunse una multa stratosferica.
«Ma potrei comprarmi una macchina più lussuosa se avessi tutti questi soldi!» protestò la mora, ma lo sceriffo fu intransigente.
«Mi spiace miss Mamì, devo dare il buon esempio... sono lo sceriffo, dopotutto»
Ebony cercò una maniera per scendere a patti con quel pasticcio, ma le parve di arrampicarsi sugli specchi. Notò alle spalle dell'agente, Liling affiancata da Ralph, sbucato dalla folla non appena aveva intravisto la orientale. Captò il cenno dell'amica e comprese che il ragazzo dai capelli rossi aveva un'idea per scongiurare un collasso finanziario che avrebbe richiesto almeno trent'anni per essere sanato.
Vinnie Belmer, trasalì quando sentì Ralph chiamarlo.
«Sc-sce-sceriffo, s-s-ono i-i f-fre-freni c-che n-non v-va-vanno b-be-bene. L-li ho s-si-siste-sistemaatii i-io m-ma-male» mentì. Con un gesto lo invitò a seguirlo per spiegargli le meraviglie del motore del macchinone di Bashful. Però, malgrado le sue buone intenzioni, Vinnie rimase sulle sue. Esigeva sapere tutto, anche e soprattutto il motivo della guida spericolata di Ebony. "Come faccio a spiegarti che l'auto era sotto l'effetto di un incantesimo assassino?" si chiedeva la mora.
La situazione stava per degenerare, almeno fino a quando non si fece spazio tra la gente Bianca Teace.
«Ehi, Vì! Perché non le lasci in pace queste ragazze? Su, andiamo al bar a prenderci un frullato di fragole, mi è venuta voglia...» disse languida, mentre si accarezzava la pancia "abitata" dal suo nascituro.
Ebony assistette alla scena e giurò d'aver avvertito un qualcosa di soprannaturale nelle moine della puerpera. Ma non volle indagare, soprattutto perché le brillarono gli occhi quando vide stracciata la multa dalle mani dello stesso sceriffo.
Bambam si sbracciò all'entrata del bar sul versante opposto della piazza.
«Eby! Organizziamo una colletta!» Con un gesto, la mora promise a Bambam che l'avrebbe presa a schiaffi se non la piantava di ricordare allo sceriffo quella dannatissima multa. La messicana, afferrato il concetto, le rimandò un gesto col quale la invitava ad andare da qualche parte nell'universo sconosciuto, poi, mantenendo l'espressione scorbutica, trascinò Bashful ancora svenuto dentro il bar. «Arrangiati, scema!»
Ad accoglierla nel locale uno degli ex uomini in nero ora fucsia, che la salutò. «Buongiorno "quell'altra", quale buon vento!»
«Quello che ti congelerà le chiappe se non mi chiami Bambam, e non mi dai una mano con questo tipo!»
indicò Bashful.
«Ai vostri ordini, "quell'altra" Bambam» la drag queen sbuffò aria gelida dal naso.
Dopoaver sistemato su uno sgabello di fronte al bancone del bar il peso morto, ordinò all'uomo fucsia di fare la guardia; non voleva cadesse. Certo, sapeva che meritava un letto vero, perché se era stato trovato un bambino, seppur ancora nascente, un piccolo merito gli andava riconosciuto. Però un letto vero non c'era. "Lo sgabello andrà bene lo stesso".
Bambam prese posto dietro il bancone. Notò un libro appoggiato, "L'amore nei secoli dei secoli". «Un altro libro smielato di Liling...» con una schicchera lo fece scivolare in fondo al ripiano, e finalmente iniziò a evadere le ordinazioni del beveraggio.
Sembrava non ci fosse molta clientela, ma in verità era che la gente si rinnovava in continuazione, non permaneva per molto tempo, non era ancora weekend.
Tra un vassoio di caffè lunghi e bibite di ogni genere, vide entrare Liling a braccetto con Ralph. Indurì il viso e assottigliò le labbra rosse di rossetto appena restaurato. "Liling, non prendere in giro quel poveretto, quello ti crede una donna completa..." commentòtacitamente, e altrettanto silenziosamente osservò che il ragazzo dai capelli rossi era davvero un bel tipo; e il difettuccio vocale lo giudicò insignificante.
Tra un va' e vieni e l'altro, dalla porta a cerniera a molla entrarono Vinnie Belmer e Bianca Teace. "Quella sì, che è una bella coppia!" rilassò il volto la barista drag queen, salvo poi indurirlo di nuovo quando vide entrare anche Ebony Mamì e i quattro camerieri fucsia che la attorniarono.
«Buongiorno a te, splendida, incantevole, sublissima Ebony!» fecero
coro quelli là, e la messicana fece una smorfia. «Mmm... adoro i popcorn del Lunapark...» biascicò con voce impastata l'assonnato Bashful e con un gesto di riflesso alzò il volto e lo mostrò a Bambam la cui smorfia divenne conato. "Questo sta sognando il parco divertimenti..."
Ebony faticò un po' per togliersi di torno gli ammiratori locali, ma poi alla fine raggiunse Bambam al bancone, non prima aver salutato i clienti che le rivolsero la parola. Le fece cenno di avvicinarsi e l'altra si sporse sul bancone, avendo prima cura di porgere l'ennesimo vassoio di bevande a uno dei camerieri fucsia.
«Bambam, tesoro, dobbiamo fare attenzione alla signorina Bianca Teace, ho l'impressione che sia sotto l'influsso del sortilegio che fa dimenticare le cose agli abitanti di questo villaggio!»
«Oh, poverina! Non possiamo permettere che, chiunque sia, lefaccia del male, è incinta, caspita!»
«Ben detto, dobbiamo stare attente!»
«Ma dov'eri finita? Hai tardato molto a entrare»
«Oh, ero andata a parcheggiare la macchina di... com'è che si chiama quel ragazzo?» chiese ignorando fosse proprio accanto a lei. Era ancora morto dal sonno.
«Non lo so, forse è scritto sulla targhetta che gli avranno messo sul collo quando è nato!» disse Bambam mentre sollevava la testa di Bashful prendendolo per i capelli come fosse una rapa da competizione.
«Oh, mio Dio! Questo giovane ha bisogno di un nuovo look, di un nuovo aspetto, di una nuova...»
«Di una nuova faccia!» suggerì la ex modella mollando la presa lasciando sbattere la testa del bruttino assonnato sul bancone. Il tonfo che si udì fu inquietante.
«Piano! Così lo rovini!»
«Più rovinato di così!»
«Bambam! Quante volte ti devo dire che non si giudica la gente dal suo aspetto o dagli averi ma...»
«Sì, sì, ma solo dalle azioni e dal buon cuore...» poco mancò che sbadigliasse la ex modella.
«Mmm, sì, mi piace il luna park, ci sono i giocolieri, il tiro a segno, le giostre...» ritornò a farneticare nel sonno il poveretto. Bambam si sporse nuovamente verso la compagna con l'intenzione di cambiare discorso.
«Hai visto Liling, è insieme a quel ragazzo... tu credi che lui sappia...»
«Liling è un tipo assennato» asserì l'altra osservandola mentre rideva nascondendo la bocca con le punte di una mano. Il rosso sembrava un po' più spigliato quando era assieme alla orientale. «Credo che non dovremo preoccuparci per lei, lasciamola seduta al tavolino col suo amichetto, sono così carini insieme» sorrise.
Bambam fece per ribattere, ma non si accorse che sporgendosi sul bancone, senza volerlo, uno dei suoi seni era finito in faccia al bruttino addormentato.
«Mmm, sì, adoro le montagne russe, voglio farci un giro...» allungò una mano e Bambam gliela schiaffeggiò.
«Ti piacciono le giostre eh?! Aspetta di salire sul...»
«Bambam!» esclamò Eby scandalizzata. «Sei incorreggibile!»
«È che ho voglia di una bella vacanza... spiaggia, mare, ombre di palme da cocco e cocktails in quantità industriale, oh!» mise il broncio, salvo poi toglierlo quando vide un folto gruppo di persone entrare nel bar.
Ebony, anche se era seduta di spalle all'entrata, vide riflessi sulla superficie lucidata a specchio dello dell'espositore dei liquori i nuovi arrivati. Ciò che parve essere una giornata andata a rotoli sembrava rimettersi in carreggiata.
«Bamby, squisitissima, in questo posto dimenticato dal mondo c'era una palestra e noi non lo sapevamo?»
«Che ti devo dire cara...» sussurrò l'altra ammirando la fiera dei muscoli marmorei trasportati alla dozzina di omaccioni aitanti appena entrati. «È un anno che non vedo un maschio iper pompato... dappertutto! E non fare quella faccia, lo stesso vale anche per te, cara!» entrambe credettero sul serio che la giornata si fosse raddrizzata, ma quando udirono: «Streghe schifose, oggi morirete tutte!» compresero che così non sarebbe stato.
Un colpo di vento gelido chiuse con fragore assordante gli scuri delle finestre. I pochi lampadari a incandescenza appesi al soffitto ligneo, a distanza irregolare, dovettero sobbarcarsi il compito d'illuminare l'ambiente. La gente seduta ai tavoli trasalì. Nei volti le legittime espressioni di sconcerto non fecero in tempo a concretizzarsi perché tutti i presenti si bloccarono sul posto. Sembravano diventati statue di cera. Tutti tranne le drag queens e il gruppo di culturisti.
Liling sventolò una mano in faccia a Ralph, e quando realizzò l'effetto della misteriosa malia, orientò lo sguardo verso il bancone dov'erano le amiche.
«Liling, tesoro, vieni qui! È successo qualcosa!» disse Ebony, poi si rivolse a Bambam. «Presto! Svanisci! Va' al camper dalle Lanterne e prepara una pozione, vai! E torna il più presto possibile!»
La messicana si attivò, incrociò velocemente le braccia al petto e svanì nel turbinio di vento che aveva richiamato, giusto un secondo prima che giungesse un suffumigio scarlatto. Non aveva odore, nemmeno sembrava essere gas velenoso. Tuttavia Ebony intuì che l'effetto di quella cosa fosse lo stesso grave. Quando quel colore sanguigno svanì iniziò la guerra.
«Morirete tutte, streghe!» tuonò l'energumeno più vicino a dov'era la orientale. Con un solo pugno, mandò in frantumi il tavolino dov'era seduta. Con una spinta di gambe Liling scivolò con tutta la sedia allontanandosi da Ralph per non rischiare di coinvolgerlo, dal momento che era immobile e inerme.
«Ragazzi fucsia! Che ne direste di difenderci?!» Liling arruolò i quattro ex uomini neri ora camerieri del bar, ed essi non si fecero pregare; anche se le presero tutti di santa ragione. Li insultarono perfino, e li giudicarono pure traditori di Eritto, prima di trucidarli.
Liling fece una smorfia. «Dannazione! Siamo rimaste senza personale!»
"Accidenti! Ci sono troppi innocenti! Come faremo?!" Ebony lanciò un rapido sguardo attorno, prima di essere attorniata da quattro e poi sette di quelle montagne di muscoli.
«Come va ragazzi?»
«Bene, grazie, e tu? Sei preoccupata? Sei agitata? Sai, morire è un evento che ti cambia la vita!»
«Buona questa, me la devo segnare...» disse la mora biascicando nervosamente. «Tanto per sapere, voi chi siete? Non siete Cacciatori... non ne avete l'aspetto»
«Oh, no, no, no, noi siamo sempre Cacciatori, solo un po' più potenziati grazie a Eritto» disse un altro prima di sferrare un calcio contro Ebony; se solo avesse tardato un nanosecondo a scansarsi, la sua carne si sarebbe mescolata ai due metri cubi di bancone del bar ora letteralmente polverizzati. E per buona fortuna Bashful rimase illeso. Ebony scartò rapidamente tre demoni palestrati e si allontanò dal ragazzo addormentato per preservare la sua incolumità.
Meno fortunata sembrava essere Liling che fu caricata dal tipo che aveva frantumato il tavolino. La raggiunse con la grazia di un bufalo e si buttò su di lei. Liling, seccata di essere stata interrotta mentre flirtava con il suo bel rosso, afferrò rapidamente il polso del bestione, fece doppia leva con l'avambraccio e il fianco, e sfruttò lo slancio dell'altro per scaraventarlo contro l'unica parete di mattoni.
Ebony rimase impressionata.
«Eby! È arrivata l'ora di usare i tuoi ceffoni esplosivi!» esclamò la orientale dopo essere riuscita a raggiungerla.
«Credo che tu abbia ragione!» caricò il palmo della mano, partì di slancio verso il culturista infernale più vicino e... lo colpì sulla guancia con la stessa forza di una casalinga disperata che non riesce a fare partire la lavatrice. Non ebbe modo nemmeno di sentire il dolore della mano, giacché quel bruto la colpì così forte da spiaccicarla contro la parete fatta di assi di legno. "È questo l'effetto della nube scarlatta, la perdita dei poteri" realizzò la drag queen.
Liling si coprì bocca e occhi per non vedere l'amica morta spalmata sul muro. Ruotò la testa verso il basso e notò sul pavimento il libro che aveva dimenticato al bar.
«Non ci cledo! L'ho tlovato! Pensavo avello pelso!» si abbassò per raccoglierlo, incurante d'aver schivato a bruciapelo un tavolino che un altro bestione le aveva lanciato. Il mobile sfiorò pericolosamente la testa di Bashful prima di rompersi fragorosamente contro lo stipite dei liquori. Schegge di vetro e schizzi di liquore si propagarono ovunque lasciando nell'aria un persistente odore di alcool speziato.
Liling lesse il titolo di copertina del libro ritrovato, così da sincerarsi che fosse suo.
«L'amore attraverso i secoli dei secoli...»
«E amen! Liling, che ne diresti se mi aiutassi a disincastrarmi da qui?»
La orientale mise a fuoco la mora.
«Uh, sei ancora viva, che bello! Ma come hai fatto?»
«E che ne so!» protestò quella, mentre realizzava d'aver assunto una posa di profilo simile a certi bassorilievi egiziani. Liling la confrontò con l'immagine di copertina e notò una vaga somiglianza. Poi gettò il libro e accorse in aiuto della compagna, non prima di sfuggire all'ennesimo assalto di un altro mascalzone demoniaco. Lo fece volare alla stessa maniera di quello di prima, sfruttando a proprio vantaggio il suo stesso slancio.
«Liling, sei l'unica che se la sta cavando, lo sai?» affermò Ebony Dopo aver rimesso i piedi per terra.
«Ma anche tu, sei sopravvissuta a questo colpo micidiale!» ribatté l'altra, e la mora, più curiosa che stupita di capire com'era stato possibile, avvertì una forza magica che stava cercando di contrastare la malia malvagia che avvolgeva il bar. Notò altresì Bianca Teace essersi mossa. Ma pensò fosse stata solo una impressione. Non c'era nemmeno tanta luce; poi ancora sentì con più intensità il fulcro del potere malvagio celarsi dietro la porta principale del locale. Scartò lesta tre energumeni e si slanciò verso l'uscita, ma non appena sfiorò la porta si ritrovò scaraventata indietro, come se avesse abbracciato un traliccio dell'alta tensione. Volò fino al bancone dove Bashful era ancora catatonico.
«Che male!» protestò Ebony Mamì massaggiandosi il fondo schiena. Il suo pessimo atterraggio disturbò il sonno di Bashful che aprì gli occhi. Quando mise a fuoco il volto della mora rimase colpito.
«Che creatura meravigliosa!» si alzò dallo sgabello e anche se sentiva la schiena incrinata, si prodigò ad aiutare Ebony a rialzarsi.
«Posso fare qualcosa per voi, splendida visione?»
«Sì, torna a fare finta di dormire, c'è una rissa in corso, è pericoloso!»
Bashful notò solo allora il tafferuglio.
«E no, se c'è da menar le mani, Bashful non si tira indietro!» e veramente non si risparmiò, si tuffò nella mischia. Ma anche gli energumeni indemoniati non si risparmiarono, né lo risparmiarono: lo gonfiarono come una zampogna scozzese, prima di rispedirlo a dormire in orizzontale su quel che rimaneva del bancone bar.
Eby, impossibilitata a usare i poteri, trovò nel lancio delle bottiglie l'unica alternativa valida per dar man forte a Liling. Le aprì un varco centrando le teste di tre palestrati malevoli così da potersi ricongiungere. Si ritrovarono schiena contro schiena.
«Liling, tesoro, non sapevo che fossi esperta di kung-fu!»
«Me l'ha insegnato mia nonna» rispose schivando ora un calcio, ora afferrando rapida il polso di un altro, scongiurando un cazzotto che l'avrebbe uccisa. E di nuovo fece leva col proprio fianco, sfruttò lo slancio dell'energumeno, e questi si ritrovò scaraventato contro il muro. Ma stavolta lo fece con più forza, e quello là non si rialzò più.
«Ma tua nonna non faceva la fioraia ambulante?»
«Sicùlo, ma elano ambulanti anche i delinquenti che la volevano delubale ogni giorno!» Ebony Fece una smorfia di assenso.
«Quanto tempo è trascorso? Perchè Bambam non torna?»
«Quella tolna quando siamo olmai molte!»
«Non dire così, dolcissima, l'ho mandata a preparare una pozione! Ed emetti bene le "erre" tesoro!»
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