27 - Il fato è una macchina senza benzina
Il fato spesso è bizzarro e imprevedibile, proprio come il tempismo del quale aveva dotato Bashfu; quel giovanotto al quale la lotteria dei geni dell'aspetto esteriore aveva assegnato l'ultimo premio. Infatti lui si trovò a guidare nel cuore della notte nei dedali mal asfaltati in prossimità dello Jellowstone e, senza manco accorgersene, aveva investito Favola, cioè Eritto, ovvero la strega cattiva del fuoco. Grandioso!, questa storia ha un eroe inconsapevole, se fossero davvero state sufficienti quattro ruote di una macchina di lusso lanciata a folle velocità per uccide la bionda megera.
«Mi ha sporcato tutto il vestitino!» fu il commento di quella dopo essersi rialzata da terra. Si stiracchiò gli arti e poi lisciò la micro minigonna gialla. Sbuffò mentre si risistemava il top verde acqua, e quando riprese la passeggiata lungo la strada, si chinò e posò un palmo laddove le tracce degli pneumatici erano più evidenti.
«Visto che ti piace l'alta velocità, creperai così, chiunque tu sia» dalla mano che aveva disteso si propagò un effluvio rosso rubino brillante che, come fosse una serpe alata, raggiunse la Jaguar e si fuse con le ruote. A quel punto l'auto arrivò quasi sul punto di decollare come fosse un aeroplano.
Ma, Bashful, a cosa cavolo stava pensando che nemmeno si era accorto della repentina accelerazione del suo mezzo?
Qualcosa in mente aveva, la florida... no la Florida con le sue spiagge, ombrelloni, il sole, ragazze in bikini e cocktail con ombrellini, dove tutto è perfetto, persino la gente è impeccabile con la pelle abbronzata, liscia e manco un brufolone sul sedere... no, Bashful pensava alla florida brunetta che gli era precipitata addosso quel pomeriggio dell'estate precedente a Pocatello. L'aveva accolta dal cielo sprofondando il viso in mezzo a quel seno ladro del suo senno, e da allora non ci aveva capito più un piffero. Voleva ritrovarla, voleva approfondire il discorso... insomma la voleva.
Quando fu mattina, finalmente si ridestò dallo stato "ebetonico", e così decise di fare qualcosa con l'auto impazzita. Lottò contro il sonno mancato, fece di tutto per non finire spiaccicato addosso agli alberi, provò a frenare anche con i comandi manuali, tirò la cloche del freno a mano, ma non successe nulla. Però il panico che lo pervase funse da caffeina. Divenne più sveglio che mai, e riuscì a evitare d'investire tre donne che vagavano confuse tra le campagne della periferia di Holywood.
«Accidenti! Ma chi è quel pazzo che corre così con quel macchinone? Poco ci mancava che facesse strike con noi come birilli!» si strinse sulle spalle Bambam.
«Però ha una gran bella auto!» commentò Ebony.
«Manteniamo la concentrazione ragazze, dobbiamo trovare la bambina che abbiamo ricordato aver visto tutte insieme!»
«Hai ragione dolcissima, è per questo che ho preparato questi muffin ai frutti di bosco, così col pretesto di fare amicizia col vicinato potremo indagare senza destare sospetti» mostrò soddisfatta il cestino che aveva sottobraccio.
Bambam scosse la testa. «Ma quale vicinato? Se abitiamo nel cimitero oltre la zona abitata!»
«Sei sempre squisitissima tu, allora trovala tu una scusa migliore» e il silenzio regnò sovrano.
«La tua scusa è impeccabile, tesoro» disse mentre riconosceva le collinette dove nei suoi ricordi la bimba vestita alla Sara Kay correva spensierata. Affrettò il passo. Anche Eby e Liling iniziarono ad avere ricordi più lucidi giacché riconobbero la casetta a tetto spiovente, il porticciolo con sotto il tavolino e l'altalena di corda sull'albero accanto.
Arrivate sulla porta però non seppero come fare per palesarsi. Osservarono la zanzariera che separava la soglia, poi Ebony notò una cordicella sbucare dal muro. La tirò e il tintinnio di una campanella risuonò forte.
«Un momento! Arrivo! Ma chi è a quest'ora?» rispose la voce di una donna che non si fece attendere molto e subito aprì la porta. Quando vide le drag queens spalancò la bocca. Si mise le mani tra i capelli tutta sconvolta.
«Oh, buongiorno signora, siamo...»
«Ah! Sì, lo so, siete quelle che abitano al cimitero e hanno un bar al centro! Oh! Che figura, sono tutta in disordine!» cercò alla meno peggio di darsi una rassettata al grembiule e ai capelli dove decine di bigodini annegavano in ricci scomposti.
«Entrate! Entrate! Siete... oh! Quanto siete bellissime!»
Le ragazze, siccome avevano atteso una reazione diversa, si sentirono colte impreparate, e così, insolitamente goffe, accettarono l'ospitalità della donna. Avevano pure gli occhi abbagliati dal sole e quella casa poco illuminata le disorientava.
«Io sono Clarence, ma accomodatevi pure in salotto, e scusate se sono in disordine... a dire il vero qui è tutto in disordine, sapete, mio marito ha la fattoria più grande della zona, anzi è l'unica a dire il vero, e sapete com'è con gli uomini, lasciano scarponi e vestiti sporchi dappertutto e tocca a noi donne tenere in ordine la casa, cucinare, pulire, rassettare...»
«Qualcuna di voi le ha fatto un incantesimo che le fa spifferare tutto senza fare domande?» chiese Bambam sbalordita dalla facile loquacità della donna.
«No, ma ragiona» bisbigliò la mora. «Questa poveretta resta a casa sola a sgobbare senza che nessuno le tenga compagnia. Parlare a raffica di sé è un modo per rendersi interessante e soprattutto per legare... è una donna sola, ha bisogno di aiuto»
«Prima però cerchiamo di aiutare la bimba» disse Liling mentre dava un'occhiata in giro tra i ninnoli sui mobili alla ricerca di suppellettili che indicassero la presenza della piccolina. Non le fu facile adattare la vista, dovette forzarla a raggiungere lo stesso livello di scarsa illuminazione delle quattro mura.
Clarence, disturbata dal brusio delle ospiti, diede un momentaneo stop allo sproloquio.
«Avete detto qualcosa?»
«Eh?, sì, sì, siamo delle maleducate, vi abbiamo preparato questi muffin per scusarci per non essere venute prima a farle visita» disse Eby allungando il cesto alla gentile donna che l'accettò raggiante.
«Sono leggeri, con poco burro e amido semplice, perfetti anche per i bambini» spiegò Ebony nella speranza che l'altra mangiasse la foglia. Però Clarence non disse nulla, nulla a parte il resto delle cose che aveva in mente di raccontare mentre preparava del tè all'arancia e cannella in offerta alla gradita visitina.
Liling, nel frattempo era riuscita a perlustrare con lo sguardo quasi da talpa ogni cosa nel suo campo visivo frontale, non aveva ancora visto però che alle spalle del divano marrone di piqué dove sedeva assieme alle amiche, una gigantesca rappresentazione della mucca Marybellameryceddar faceva loro da sfondo.
Piuttosto, avendo notato che l'eccessiva delicatezza di Ebony non stava dando risultati, si attivò.
«Signora Clarence, avete figli?» chiese spiccia di punto in bianco e l'altra rise di gusto fino a fare imbarazzare la ospite che distolse lo sguardo. Mentre quella se la rideva facendo la funambola con il vassoio pieno di bevande fumanti, la orientale si concentrò sui ninnoli distribuiti intorno al salotto. C'erano vasi, chincaglieria di vetro e silver plated, nulla di singolare a parte dei porta candele a forma di mano. Ne indicò una a Ebony che ne fu subito attratta.
«Ah, scusate, no non ho figli, non ne ho avuti» rideva ancora Clarence, poi per deviare discorso notò l'attenzione delle ragazze sui porta candele.
«Vi piacciono? Sono belle, vero! Oh, sapeste quanto tempo ci vuole per farle, le faccio io, sapete?»
Ebony rimase sbalordita. Assottigliò le pupille e notò che anche il vassoio del tè deposto sul tavolino dinanzi aveva il bordo tutto scolpito a piccole manine. Erano traslucide come cera.
«Queste sembrano manine di bebè... affascinante...» poi indicò i candelieri. «Quelle invece sembrano le mani di uomini adulti... hanno pure le venature nerborute in rilievo... ma lei è un'artista!»
«Uh, no, no, non lo sono, ma grazie comunque per l'apprezzamento» sorrise mentre serviva il tè in tre grossi bicchieri di vetro. «Uh, sì, per il discorso della bambina, credo di aver capito»
Bambam, costernata, le rubò la parola. «No, lasci stare, e ci scusi. È che credevamo di aver visto una bambina correre da queste parti, tanti mesi fa...»
«E infatti, penso proprio di sapere cosa è successo...» scosse la testa ancora pervasa dall'ilarità della situazione.
Le drag queens si sporsero in avanti tutte insieme, era troppo importante sapere se c'erano bambini a Holywood.
«Voi avete scambiato mia madre per una bambina!»
«Ecco lo sapevo!» scoppiò Bambam travisando. «Cioè cosa? Tua madre?!» la donna sbuffò. «Mamma! Scendi giù, ci sono delle visite!» tuonò all'improvviso e le ragazze, spaventate, fecero le giocoliere con i bicchieri per non rovesciare il contenuto. Sbatterono gli occhi che finalmente si abituarono alla penombra. «Ragazze, non so voi, ma c'è qualcosa che non mi quadra...» bisbigliò Eby mentre tastava il bordo del vassoio scolpito a manine di bebè.
«È arte, le chiamano così le cose bizzarre» disse Bambam.
«Sarà, ma queste... e quelle mani adulte che reggono le candele, sembrano vere!, e... avete visto quella mano che sbuca dalla scatola di legno sul comò?» la indicò, ma Liling e Bambam non fecero in tempo a vederla, una persona bassissima, con una cuffietta ricamata tutta piena di fronzoli e abbinata a un largo vestitino a sbuffo coprì la visuale.
«Che c'è?» disse scocciata quella, incurante della paurosa quantità di liquido rosso rubino che le impiastricciava ogni ruga del viso secoli fa paffuto. In mano un coltello sporco e una specie di frattaglia incollata non rassicurava molto. Le drag queens erano impietrite e con gli occhi estroflessi.
«Ragazze!»
«Sono tutta occhi ehm, cioè, orecchie Eby cara!» disse Bambam, la mano dentro la scatola parve muoversi. «Sai, questa casa...»
«Gentili ospiti, volete rimanere per pranzo, siete invitate» Clarence si umettò le labbra. «Oggi si mangia carne!»
«Umana scommetto!» disse Bambam, la voce tremolante. «Siamo... siamo vegetariane»
«Finalmente, era ora che facessi la spesa, piccolina mia» rise sinistra la bimba più vecchia del mondo. «Hai messo sufficiente veleno nel te?»
«La stessa quantità usata per la mucca» fece cenno all'immagine alle spalle delle drag queens, ed esse si voltarono scioccate a scoprire che quello dietro non era un dipinto ma la originale testa di Marybellameryceddar finemente impagliata... zoccoli pendenti a parte.
«Qu-quella è-è la-la te-testa di-di-di qu-quella mu-mucca c-che ab-bbiamo a-a-a-ssassinato-o-o»
«Liling, che fai? Imiti il tuo Ralph?» bisbigliò Bambam. «Questa casa...»
«Mi raccomando, non feritevi le mani, sono la mia parte preferita» Clarence tirò fuori dal grembiule un trincia ossa largo quanto una mannaia, al che Eby si alzò di scatto, subito imitata dalle altre, e lanciò contro Clarence il bicchiere mezzo pieno di tè.
«RAGAZZE! QUESTA È LA CASA DELLA FAMIGLIA ADDAMS! SCULETTIAMO VIA DI QUA!»
Non se lo fecero ripetere, Bambam precedette tutti sfilando verso l'uscita.
«Ci siamo ricordate di un impegno, noi andiamo, no, non disturbatevi ad accompagnarci alla porta, conosciamo la strada!»
«Voi non andrete da nessuna parte!» sibilò la bimba vecchia che con un salto agile come un gatto balzò dinanzi alla messicana spingendola indietro con una forza irreale, poi si accasciò e diede di stomaco. Le ragazze furono sul punto di unirsi al vomito quando videro dalla bocca di quella uscire la coda di un gatto nero masticato.
«Altro che casa Addams! È la casa di Misery non deve morire!» rettificò Ebony tutta attenta a schivare colpi di mannaia di Clarence.
«Qualcuna ha con se una pozione? Una qualunque?»
«Non guardate me, oggi toccava a me preparare la cena!» si affrettò a dire Bambam retrocedendo a ogni avanzata della bimba senescente. «Stasera c'è la zuppa di spinaci! Se riusciamo a tornare a casa...»
«E che differenza fa la tua cucina con le pozioni? Sono tutti uguali i piatti che prepari!» disse Liling mentre cercava una via di fuga.
Le mani di Ebony cercarono le amiche e, malgrado la lotta contro la madre e figlia più infernali del mondo, a un certo punto le raggiunse, ma erano circondate, non c'era nessuno spiraglio di fuga.
«Eby cara, è giunto il momento di usare le tue mani al tritolo!»
«Sono tentata, ma dobbiamo essere sicure che non siano umane. Non mi va di essere presa per assassina»
«A me invece non importa!» informò Clarence lanciando la mannaia contro le ospiti, sicura che qualcuna l'avrebbe centrata. Eby fu la prima a candidarsi come bersaglio, ma non avendone voglia si scansò e spinse d'istinto Liling che era dietro lei. La "fortunata" vincitrice dell'accoltellamento risultò essere Bambam, ma troppo timida per ritirare il premio, svanì grazie ai suoi poteri dell'aria, riapparve in mezzo alla strada mal asfaltata.
«Che paura! Le altre dove sono?» si girò verso la casa infernale ed emise un gorgheggio di sconforto, ma che ritornò a essere di paura quando la Jaguar di prima le piombò addosso alla velocità di un missile. Svanì di nuovo. E riapparve dentro la casa infernale, ancora.
«Ah, sei tornata?» domandò Ebony impegnata in un corpo a corpo con Clarence.
«Ho pensato...» si chinò per non essere investita da Liling scaraventata in aria dalla bimba vecchia, «...di venire a prendervi...»
«Gentile da parte tua...» riuscì a dire la mora nonostante Clarence la stesse strozzando, e quando vide la cristalliera investita dalla orientale andare in frantumi, cambiò idea.
«Adesso basta!» mollò un ceffone esplosivo in faccia a Clarence. Il colpo fu forte, quel mostro di donna mollò la presa, ma era più disorientata che ferita.
«Strega!» tuonò. «Mamma, queste sono streghe!»
La vecchia bambina demoniaca si strinse nelle spalle. «Anche se lo fossero, come mai il veleno che c'era nel tè non ha fatto effetto?»
«Se sopravvivi alla cucina della cara nonnina Norveilla, si è vaccinati per tutto!» rispose Eby raggiungendo Liling che era tutta ammaccata. Fece cenno a Bambam di avvicinarsi e lei non se lo fece ripetere.
«Dobbiamo battere in ritirata, non siamo preparate per queste due!»
«Ho capito, scompariamo subito di qua!»
Clarence e madre si lanciarono dei segnali e le drag queens li intercettarono. Inorridirono quando videro quelle due sbottonarsi la parte superiore dei loro abiti.
«Oh, no! Adesso ci mostrano le loro tette vecchie, raggrinzite e cascanti! No, che schifo!» Bambam ed Ebony furono quasi sul punto di vomitare e perciò si coprirono gli occhi con gli avambracci. Poi quando videro che sui busti di quelle si allargarono due bocche, ognuna con quattro lingue bavose circondate da denti da squalo, emisero un sospiro di sollievo.
«Menomale!» dissero insieme!, afferrarono Liling e tutte e tre svanirono dalla casa degli orrori.
Ma il fato era in vena di scombussolare quella giornata - come se durante quelle precedenti se n'era stato buono - quindi, approfittando di Bashful che ormai stava scorrazzando avanti e indietro per la stessa strada nella speranza che finisse la benzina, lo fece ritrovare a percorrere il punto esatto in cui le drag queens riapparvero. E... riapparvero, ma scomodamente sedute le une sulle altre sul sedile posteriore della sua Jaguar imbizzarrita.
«E voi chi siete, belle signore?»
Tutte scombussolare le drag queens si ricomposero.
«Tu piuttosto, chi sei e che stai facendo? È la terza volta che sfrecci come un matto con la tua macchinona!»
«È una lunga storia!»
«Accorciala bello!» ordinò Ebony sporgendosi in avanti. Notò che il ragazzo non premeva nessun pedale, si limitava solo a mantenere saldo il volante.
«Non so spiegarmelo, è da questa notte che non riesco a fermarla, sembra impazzita!» spiegò. «A proposito, non ci siamo ancora presentati, io sono Bashful, a vostra disposizione, vi accompagno ovunque volete ma non vi posso far scendere da nessuna parte!»
«Spiritoso!» disse Bambam. «È meglio che lo trovi un modo di fermare quest'auto, non siamo sfuggite dalle grinfie di Morticia Addams e Mercoledì, per morire in un incidente stradale!» e difatti la Jaguar era sul punto di entrare nel borgo abitato dove la gente solitamente andava a piedi a fare le commissioni giornaliere.
«Bamby, tu sei quella più vicina, prova a tirare il freno a mano!» suggerì Liling, e la messicana si sporse tra i sedili anteriori, un seno stropicciò il braccio di Bashful che ne fu subito attratto, lo squadrò.
«Tu! Tu sei, tu sei "Tette Volanti"!» la riconobbe.
«Sì, si chiamano tette, stanno ancora su da sole, ma non hanno ancora imparato a volare...» spiegò la drag queen mentre faceva del suo meglio per azionare il freno, ma senza successo.
«Bisogna fare qualcosa di più drastico, ho un'idea: al mio via trasferisci Eby al posto di guida» disse a Bambam.
«Ho capito, ottima mossa!»
Liling tramortì Bashful con un colpo alla testa.
«ORA!» e magicamente le mani eburnee di Ebony Mamì strinsero lo sterzo del bolide blu, mentre Bashful si ritrovò mezzo svenuto all'entrata del Bar Lanterna, dove gli avventori lo scambiarono per un ubriaco qualsiasi.
«Dove l'hai mandato quel ragazzo?» domandò Ebony nonostante la massima attenzione alla guida.
«E che ne so!» disse incurante l'amica.
Ebony non ribatté come avrebbe voluto perché in mezzo alla strada camminavano tre giovani suore con in mano pesanti sporte della spesa. Suonò il clacson, gridò, fece qualsiasi cosa le era venuto in mente pur di non investirle, e alla fine qualcosa avvenne.
«Ragazze, non credo di evitarle! Bambam riesci a trasferire altrove le suore?»
«Ci sto provando cara, ci sto provando!» Eby comprese che Bamby non sarebbe riuscita a operare la sua magia in tempo, e così scansò per il rotto della cuffia le spose del Signore evitando che il Signore diventasse pluri-vedovo.
A Liling, in quel frangente, le ronzò in testa un verso.
«Eby, Bamby, ripetete insieme a me!»
La Jaguar ormai stava facendo lo slalom in piazza pur di non uccidere nessuno, però sembrava che avesse preso di mira proprio quelle tre suore perché ci provò di nuovo a investirle; e la scena era ormai sotto gli occhi di tutti, c'era pure lo sceriffo Belmer che non rimase con le mani in mano e le inseguì con la volante a sirene spiegate.
Un corvo dalle piume rosse, intanto, volava in alto nel cielo sopra la piazza e si godeva lo spettacolo offerto dal bizzarro girotondo delle auto. Solo una donna l'aveva scorto, e preso lentamente un sasso da terra lo lanciò contro. Non l'avrebbe mai colpito, ma fato volle che quella non era una donna qualsiasi, così come quel corvo rossastro non era esattamente un comune corvo, bensì Favola trasformata. Il sassolino colpì in pieno il volatile che tornò a essere la solita bionda malvagia che prese a precipitare tra gli alberi. «Quante streghe ci sono in questo schifo di posto?!» gridò incavolata. «Non è giusto!»
Intanto le drag queens ripeterono i versi.
«Forze dell'acqua dal cielo giungete,
energie pure il maleficio levate» cadde una fresca pioggerellina che, al primo contatto, bloccarono all'istante le ruote della Jaguar, un millimetro prima d'investire sul serio le suore che beatamente erano le uniche a non essersi accorte del pandemonio.
Anche Vinnie Belmer diede il massimo pur di non tamponare le ragazze, ma non ci riuscì, e così il contraccolpo regalò a ognuno un bernoccolo in fronte.
Indolenzite, ammaccate, e in preda a uno sfogo collettivo d'imprecazioni simultanee, le drag queens videro da dentro l'auto la fidanzata dello sceriffo, Bianca Teace, correre in soccorso del suo amato. La videro per bene, era stupenda con i lunghi capelli neri brillanti sotto la pioggerellina e il vestito candido svolazzante per la leggiadra corsa.
«Quanto è incantevole...» disse Liling rapita.
«Quanto è elegante con quello straccetto...» si commosse Bambam.
Ebony osservò oltre.
«E quanto è incinta!» allargò gli occhi. «Ragazze, noi abbiamo...»
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