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22 - Aspetti e sospetti

Favola si ricompose e tornò a essere la bionda poco vestita di sempre. Ammirò il sangue grondare ancora dal corpo separato dalla testa dell'anziana donna. Si leccò spudoratamente le labbra.
«Oggi finirà tutto!» rise per un tempo infinito, almeno fino a quando la roulotte venne circondata da una insolita nebbia odorosa e parlante. Modificò di nuovo il suo aspetto.

«Non riderei così tanto se fossi in te. Hai commesso un errore madornale. Quando le streghe scopriranno la verità, sarai spacciata, Eritto

Favola trasalì. «Chi sei? Come fai a conoscere il mio vero nome?»

«Aspetta a preoccuparti»

«Non mi preoccupo affatto! Se mi conosci come sostieni, saprai che sono la quarta strega, la più potente!» ghignò gelida. «Vediamo se sai fare i conti: la mora ha il potere della porta della terra, la asiatica quella dell'acqua, e la messicana l'aria. Allora, se tanto mi dà tanto, la mia porta qual è?»

La nube si concentrò in un punto ben definito mostrando il volto di un giovane ragazzo dal naso aquilino. Gli occhi, dietro un paio di occhiali, apparvero brillanti e verdi. Favola si sporse dalla finestra aperta fino a inquadrare per bene le fattezze del giovane emerso dalla bruma.
«Hai già perso la baldanza?» soffiò sul palmo della mano e da quella si generò una rovente fiammata che indirizzò verso la serra.

«Una volta bruciate le piante e le Lanterne, le streghe avranno perso metà dei loro poteri, e se riusciranno a sconfiggere Mokele Mbembe i miei raddoppieranno!»

Afferrata la notizia, il giovane delle nubi volò in un lampo nella serra, e in qualche modo precedette la valanga infuocata. Si infiltrò tra le fessure delle finestrelle di legno e, tra i filari di piante magiche officinali, intravide tre singolari cespuglietti tremanti. Li riconobbe perché già una volta li aveva salvati, anche se al tempo non erano state ancora risvegliate del tutto.

«Accicocco, che guaio!» esclamò Bob. «Chi era quella? E che fine ha fatto la creatura che le streghe avevano chiamato Favola? Voi l'avete capito?»

«Abbiamo capito che stiamo per essere incenerite!» ribatté Giò. «Guardate là!» indicò con una liana il fumo che annunciava l'avvicinarsi imminente dell'incendio.

«Ihih! Fosse solo quello!» squittì Daisy. «C'è anche questo Dampiro!»

«Daaaaampiiiroooo?!» fecero eco le altre quando il ragazzo occhialuto apparve completo dinnanzi a esse.

«Non abbiate timore! Sono dalla vostra parte!»

«Baciami i cocchi, Cocco!» soffiò Bob lanciandogli una raffica di noci come una mitragliatrice. Il giovane si coprì come poté cercando di fare capire che non era lui il nemico. Protestò per i colpi incassati, che facevano male come la grandine, ma quando affermò di conoscere Ebony Mamì, Bob lo spara noci si quietò.

«La conosco da molto tempo, è una mia amica, e io sono un Dampiro discendente da "E"! La parte buona delle "E"

«Eeeee?!» fecero coro le piante.

«Avanti, venite con me, vi trarrò in salvo! Tra un po' qui sarà tutto ridotto in cenere!»

«Dici bene Dampiro da quattro soldi. Qui tra un po' non rimarrà niente!» Favola svelò essere entrata nella serra, e a gran falcate magiche giunse alle spalle del ragazzo della nebbia. Come prima baciò il palmo della mano scatenando altre alte fiammate che lambirono ogni cosa. Quando il rogo dissipò le volute infuocate, della serra e di qualunque cosa ci fosse stato dentro non restò nulla tolta la cenere.

«Bene così! Niente Lanterne, niente streghe, niente erede di Noviluna, niente per Clizio, e tutto il potere per me!» rise vittoriosa.

Intanto, Bambam era arrivata a piedi fino alla centrale della polizia. Non aveva accusato gran fatica durante la lunga passeggiata. Ne aveva giovato l'umore e lo stato fisico. Da brava ex modella di alta moda conosceva i sacrifici che si fanno per restare attraenti. Notò poche auto parcheggiate sotto le querce, e le panchine sotto il porticato erano vuote. Tutta quella tranquillità non le piacque.

«Che bella sorpresa Miss Gladys, quale buon vento?» giunse alle spalle della messicana una donna, e lei, nonostante fosse stata colta di sorpresa, la riconobbe.

«Ciao Roberta, ero venuta qui per segnalare il ritrovamento di una anziana signora. Poverina, ha qualche problema... pensavo che magari qualcuno sappia se ha parenti, o se è stata denunciata la scomparsa»

«Oh, poverina! E chi è?» domandò facendo segno di seguirla dentro la struttura.

«Miss Norveilla Montrot» scandì bene il nome, al che Roberta spalancò occhi e bocca.

«Ma non può essere, forse mi sbaglio» ribatté sistemando l'angolino di sua pertinenza in ufficio e deponendo il grosso cesto di muffin alle fragole sul banco adiacente delle cibarie comuni; che venne preso subito d'assalto dai pochi altri agenti presenti nella sala comune.
Il passo svelto di Trixy Shine catturò l'attenzione della drag queen. Era di fretta e agitata perché urtò quasi tutti i piedi delle scrivanie le quali, come previsto dalle drag queens, non erano state più messe in ordine. La vice sceriffo sorvolò i convenevoli.

«Mi spiace non potermi trattenere Miss Gladys, ma c'è un disordine al vecchio saloon in piazza, lo sceriffo Vinnie e la sua fidanzata Bianca sono rimasti coinvolti. La prego di rimanere qui per la sua incolumità, se può, contatti le sue amiche e dica loro di rimandare la solita passeggiata in centro» si dileguò portandosi appresso tre agenti.

Bamby non ebbe modo di replicare alcunché, poté solo notare che la polizia tenevano d'occhio lei e le amiche. Roberta riuscì però ad accennare la storia di Miss Norveilla Montrot alla vice sceriffo, che sbuffò una risata nervosa voltando il viso giusto il necessario per mettere in evidenza il naso a banderuola.

"Il profilo non è il suo lato migliore" valutò pensosa Bambam.

«Non diciamo sciocchezze, mia nonna è morta da otto anni, per favore, e ora lasciatemi andare!» la bionda filiforme andò via seguita da tre sottoposti.

"Ma che cosa significa?" rimuginò Bambam volgendo lo sguardo a Roberta, che andò a recuperare il suo posto alla scrivania dei contatti. La seguì e la inondò di domande. Roberta, un po' complice la calura persistente nonostante fosse autunno, sudò sulle tempie, era sofferente. Ma all'ennesima richiesta pressante della messicana, si lasciò sfuggire una confessione.

«Chi va via da Holywood non può più ritornare, perché altrimenti avviene una cosa terribile...»

«Cosa?!» chiese impaziente Bambam.

«Si muore in circostanze misteriose... si sparisce dai ricordi dei parenti... si viene trasformati in corvi... non lo so!»

«Se io andassi via da Holywood, puoi stare certa che non ci tornerei nemmeno in gita!» rispose di getto l'altra. «Ma chi è in grado di fare una cosa simile?»

«Senti... non mi crederesti...»

«Tesoro, mettimi alla prova, ho visto e fatto cose che nemmeno sogni» la rassicurò. «Dimmi tutto ciò che sai, è importante!»

«Ma non ti spaventano queste cose? Quanto sei coraggiosa?»

«Più di quanto immagini, e meno di quanto credi» rispose Bambam. «Allora?»

Roberta sospirò e abbassò la voce per non essere ascoltata dagli altri pochi colleghi. «Non è nulla di accertato, ci sono solo voci... io stessa credo di avere un fratello ma non me lo ricordo... è che avevo delle foto con lui insieme ma non sono più sicura di ricordare... ma vedi... c'è chi dice d'aver visto questa cosa, una specie di essere umano ma che non ha nulla di umano, perché ha una specie di testa di rettile coronata da serpenti, braccia lunghe e molli con artigli e ventose, e due zampe simili a quelle dei dinosauri. Però queste caratteristiche sono state acquisite solo dalle testimonianze di bambini il giorno prima che scomparissero, perché te ne sarai accorta, da queste parti... e i bambini hanno molta fantasia...»

«Non ci sono bambini!» scoprì Bamby allarmata. "Vuoi vedere che ha a che fare con la ricerca dell'erede di Noviluna!" realizzò preoccupata.
«E lo sceriffo non fa nulla per ritrovare i bimbi scomparsi?

«Prima che arrivasse quella ragazza sì, però poi si è innamorato e ha...»

«Ha perso la bussola e mandato le ricerche all'aria!» trasse le conclusioni Bambam mettendo il broncio e pensando a come il cervello di un uomo sia facilmente influenzabile da certe donne.
«E la ragazza è Bianca, vero? Chi è, cosa sai di lei?»

«Questo è il bello! È apparsa all'improvviso, e nessuno a parte me si è accorto che prima questa qua non esisteva da nessuna parte! Senti, io ho paura che sia lei il mostro sotto mentite spoglie... lo so, è folle pensare che il mostro di cui ti ho parlato possa essere in grado di mutare aspetto... però ho paura per lo sceriffo, lui è una persona buona...»

"E tu te ne sei innamorata" concluse mentalmente la drag queen rivolgendole uno sguardo compassionevole. "Accidenti! E io che ero venuta armata di pozioni per farlo innamorare di me! Sono una criminale degli intenti! Mi vergogno di me stessa! Devo fare la cosa giusta: salvare il bellissimo Vinnie dalle grinfie di quel dinosauro ruba bambini, e se scopro che lo ha fatto innamorare con qualche magia, gli farò mangiare la coda!" si sistemò la borsetta rossa sulla spalla, si voltò con la grazia della modella che mai avrebbe smesso di essere, fece svolazzare con leggiadria il vestito di cotone bianco stampato a fiori, e Roberta rimase affascinata.

«Non sarò mai bella quanto lei!» sospirò accorgendosi in ritardo d'aver addentato un muffin alle fragole. Lo ributtò nel cestino del cibo. Poi si guardò la pancia e la impastò con le mani, forse nella speranza che sparisse, ma poi in bocca finì non uno ma due muffin consecutivi. "Da domani mi metto a dieta..."

Lungo la strada Bambam si guardò attorno, e man mano che si avvicinava al borgo centrale dove il caseggiato era più concentrato, notò qualcosa che non andava. Gli alberati erano più lugubri del solito. La gente quasi assente. Nella piazza irregolare c'erano solo le auto della polizia, e poche persone che se ne stavano in disparte, sembravano sorde al putiferio che proveniva dal vecchio saloon riqualificato come unico bar della zona. Quando poi vide Vinnie Belmer lanciato fuori dal locale e Bianca Teace soccorrerlo in mezzo a strepitii addolorati, si nascose dietro la prima quercia che le suggeriva riparo. "Quella è Bianca! Sta cercando di aiutare Vinnie Belmer! Ma allora non è lei il mostro, altrimenti non avrebbe senso il suo gesto" pensò indecisa se essere sollevata. "Quasi quasi me ne ritorno al camper!" si propose decisa.

"Ottimo Bamby! Davvero tutto qui il tuo coraggio?" si rimproverò, ma non ci poté fare nulla, traballava sui tacchi alti dal terrore. "Devo entrare... su, che sarà mai? Bambam! Hai affrontato giornate intere di shopping nei negozi più affollati di New York! Qui è la stessa cosa, solo che rischi di morire, che problema c'è?!"

Scorse una via d'entrata sul retro. Deglutì. "Forse da lì il passaggio è meno affollato e non mi vedranno... per quanto possa servire, ho due pozioni e i miei poteri... accidenti! Quei maledetti Cacciatori! Non posso permettere che facciano del male alle persone innocenti!" sbucò animata dalla forza dello spavento e dal coraggio di sopravvivere a qualunque cosa avrebbe trovato nel saloon. Si infilò nel vicolo parallelo, e pulendo la facciata con la schiena, percorse di lato tutta la lunghezza. Qua e là bidoni d'immondizia ed escrementi le resero il percorso più schifoso di quanto immaginato. "Non sento più gli odori, che puzza!" pensò tra le lacrime, prima di mettersi a piangere definitivamente quando, raggiunta una finestra bardata da una polverosa zanzariera, intravide all'interno Ebony e Liling appese a testa in giù sul soffitto, completamente circondate dai Cacciatori che le stavano bersagliando con ogni cosa lanciabile, anche coltelli.
"Ma che sono venute a fare quelle due? Adesso non potrò più tirarmi indietro!" si scoraggiò. Diede un'occhiata in giro prima di sbirciare dietro l'angolo sul retro del saloon. Si acquattò e strisciò verso l'entrata.
«Fortuna che ho il ventre piatto come una passerella!» borbottò convinta di non essere vista, senonché urtò qualcosa. Alzò lo sguardo lentamente già in lacrime.
«La mia fortuna finisce qui scommetto!» realizzò mettendo a fuoco un energumeno vestito di nero, un Cacciatore ipervitaminizzato, un armadio a quattro ante con l'aria di farle tutto il male possibile.

I lucciconi di Bambam non lo impietosirono. Quello allungò le braccia tornite di muscolacci e l'afferrò per il collo esile. Bamby cacciò un urlo e agitò scompostamente le braccia con le quali richiamò involontariamente una poderosa raffica di vento che vorticò come un ciclone. Il Cacciatore spalancò le orbite nere prive di occhi prima di venire imprigionato dal vento della strega e farsi un viaggio fino alla troposfera.

Bambam, con i pugni chiusi sotto il mento, tutta sgomenta, crollò sulle ginocchia.
«Per le doppie punte di Madonna! Già, la paura, quando ho paura si attivano i poteri... non sarà un problema, con la fifa che ho sarò più forte di Wonder Woman!» per niente rassicurata dalle condizioni dei suoi poteri, si appiattì al muro accanto alla porta di servizio del saloon in attesa che qualcun altro la aprisse, e fortunatamente non ci volle molto. Uscì fuori un altro energumeno con in mano un sacco della spazzatura. Era assorto, non si accorse di Bambam quando sfilò davanti. O almeno così sembrò, perché quando ripassò accanto spalancò le fauci a dismisura e si protese rapido per morderle la faccia. Lei allora in preda al delirio di atterrimento sventolò le mani veloce saltellando come un canguro.

«Che faccio che faccio che faccio?!» chiuse gli occhi in attesa di essere morsa, sbranata, o cos'altro avesse in mente il secondo Cacciatore; poi però aprì timidamente un occhio e si ritrovò dinanzi a una statua di ghiaccio. Si guardò le mani incredula.
«Grazie!» disse a esse. Si ricompose finalmente sicura di sé stessa. Estrasse le fiale delle uniche due pozioni che aveva, sperando le tornassero utili, e le nascose in mezzo al seno. Avanzò verso la porta e l'aprì. Sapeva che c'erano altri tipi in nero da sbattere contro il muro e non si fece pregare.

La prossima cosa da fare, oltre a liberare le amiche penzolanti dal soffitto, era cercare di non vomitare per il puzzo di urina che aleggiava in tutto il locale. "Qui i controlli sanitari sono un optional!" si tappò il naso come poté. La luce era mal assicurata da poche lampadine appese alla meno peggio qua e là tutte attorno, il pavimento ligneo tutto lercio e ingrassato di sporcizia le diede la sgradevole sensazione di camminare sul mastice per topi. I pochi tavolini erano panchine che avevano visto tempi migliori forse in un'altra vita. In mezzo a una bolgia di Cacciatori tutti in nero spiccò a sorpresa Mochino Le Mibe, il bell'uomo alto e dagli occhi artici. Lo chiamò.

«Signor Le Mibe! Faccia attenzione, qui sono tutti...» l'uomo, che credeva fosse un gentile signore incontrato durante la festa delle Versiere, voltandosi mostrò chi era in realtà. Ebony Mamì e Liling Fricotin inquadrarono la compagna.

«Bambam, squisitissima, guarda che non è lui che devi salvare!» le urlò contro Eby a testa in giù e l'irritazione all'insù.

«Ce ne hai messo di tempo, parruccona!» la rimproverò Liling. «Aguzza la vista, e forse capirai!»

«Ragazze! Credetemi sulla parola, questo ha la testa di drago di Komodo, bisce che gli strisciano dappertutto, gli si infilano nelle orbite ed escono dalle orecchie... bleach, che caspita di schifo!»

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Nota: per chi non vuole attendere basta scorrere e troverà il seguito della vicenda.

Nota per i curiosi
Mokele Mbembe: foto sopra il capitolo, è in realtà stato preso in prestito, e modificato, dalla cultura popolare delle tribù dalle parti del Camerun e zone limitrofe. Tradotto il nome vuol dire: colui che ostacola il fiume. Questo perché molto probabilmente ha l'aspetto di un dinosauro acquatico, e non vi richiama alla mente il più famoso mostro di Loch Ness?
Pensate che pure gli avvistamenti e le documentazioni sono fittizie e del tutto assimilabili a credenze popolari indigene e locali. C'è però da dire che se mostrate la foto di un diplodocus, il più vicino in quanto somiglianza, agli indigeni, lo chiameranno esattamente Mokele Mbembe! Questo per dire quanto le credenze sono sempre molto radicate.

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