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20 - Amiche, dopotutto...

La previsione di Ebony risultò esatta. Dopo la sera della festa delle Versiere, non si erano più visti Cacciatori, il che era positivo da un lato, però dall'altro erano trascorsi già due mesi, e le drag queens non sapevano più come fare per trovare il famoso erede di Noviluna.

Liling sospirò seduta sulla poltrona sotto l'abete, mentre leggeva alle amiche l'ennesimo romanzo mieloso.

Di buono c'era che dopo la notte dell'ultima battaglia, quando grazie alle pozioni le ragazze avevano preso coscienza dei propri poteri, i benefici si erano diffusi anche attorno alla roulotte: il terreno aveva acquisito un aspetto più curato, lo spiazzo in terreno battuto del parcheggio era più livellato e bordato da tante piante verdi e rigogliose, e addirittura l'antica serra a finestrelle era tornata integra. Persino le centinaia di lapidi tombali avevano un aspetto più aggraziato.

Bambam sospirò stravaccata sulla poltrona affianco a Liling, mentre sorseggiava un succo di frutta.

Aver visto di persona tutti i frammenti di vetro sollevarsi da terra e volare come uno sciame brillante e ricomporre le vetrate, aveva dipinto stupore sulle facce imbellettate delle belle, e il prodigio non si era esaurito lì; dentro la serra ricrebbe un vivaio che le Lanterne assicurarono essere magico e adatto per le pozioni. C'erano erbe di tutti i tipi, anche bietole, carciofi e spinaci, tanti spinaci.

Anche Ebony sospirò accomodata su una sdraio di fortuna.

«Ti prego, continua tesoro...»

«... e dopo aver vinto, non solo la lotta alla spada contro il perfido Corsaro, incurante della morte che lo inseguiva come un segugio infernale nell'inferno che si era scatenato su quel ponte sbattuto dalla furia delle onde, si rese conto d'aver avuto la meglio anche con la guerra più terribile, quella contro il proprio orgoglio. Quello stupido orgoglio che l'aveva accecato al punto di non aver capito quanto amasse Purity Putting, perché non era vero che la sua Purity aveva concesso le sue grazie a John, il cugino alto, biondo e dagli occhi azzurri. In fondo, quell'incontro al fiume era stato solo un caso: lei era andata a lavare i panni, era stato John a volerla sedurre mostrandosi nudo dinanzi a lei. Ed era infondata la diceria delle megere di paese, secondo cui l'avevano sorpresa in sagrestia accovacciata sul prete, che era svenuto a causa dell'età e dell'incenso troppo forte. E Purity lo aveva soccorso come meglio poteva. Soprattutto, era certo che quando la candida Purity si era arruolata alle crocerossine per la guerra contro i nordisti, l'aveva fatto per curare i feriti e lavare il sangue dai loro corpi con le sue mani, che non avevano mai conosciuto il peccato, ogni ferita sanguinante, ogni cuore spezzato, ogni virilità mortificata...» Liling interruppe la lettura appassionata sull'ultima frase.

«Non ho capito bene questa parte della "vililità moltificata"...»

Bambam sbuffò. Era diventata blu per lo sforzo di non ridere.

«Bamby squsitissima, contieniti» sussurrò Eby, anche lei a un passo dallo scoppiare a ridere. «In fondo è romantica questa storia... mpf... Liling, tesoro, attenta, respira bene come ti ho insegnato, altrimenti ti sfuggono le "erre"»

«Ma perché l'hanno chiamata Purity? S'è messa a pulire anche i fucili di un esercito intero!» esplose a ridere Bambam, rovesciando il succo di frutta a terra. «Con questo curriculum, l'avrei chiamata Sgualdrinity!» a quel punto la mora si coprì la bocca e il rimmel le si sciolse tra le lacrime.

«Ma pelché lidete?» mise il broncio Liling.

«Non ti preoccupare, va avanti Liling, tesoro» la esortò Ebony trattenendosi la pancia.

La orientale lanciò uno sguardo risentito.
«Trascorsero mesi tra burrasche naturali e smottamenti del cuore, ma alla fine, quando tutto era terminato, quando i nordisti vinsero lasciando desolate e bruciate le terre, un tempo rigogliose del sud, quando ormai credette di non trovare nulla oltre la sterilità di un mondo scomparso, una donna fiera, una sola, in mezzo a tante altre spiccava già all'orizzonte, e il capitano coraggioso, Mortimer Savona l'aveva vista, sentita, oltreché sognata. La notò subito, dopo l'attracco, avvertì quegli occhi viola coperti da un panno nero e consunto, e nonostante l'abito era l'adattamento di un sacco di patate...»

«Una patata dagli occhi viola, oh mamma, l'hanno pure pestata!» commentò Bambam che ormai non si tratteneva più.

«Cosa non farebbe un uomo per una patatina viola!» aggiunse Eby sgnanasciata dalle risate.

«Quanto siete pelfide! Questo è il più bel lomanzo d'amole che ho mai letto!» esclamò, nascondendo il sorriso, che ammise non essere del tutto inappropriato.

«E come va a finire tesoro?» domandò la mora simulando interesse di circostanza.

«Uhm... va a finire che si incontrano...» Liling voltò alcune pagine, tanto ormai aveva capito come andava a finire la lettura. «... e lui rimase sorpreso quando lei gli si avvicinò senza pudore, senza timore, senza arrossire e, come fosse già sua moglie, lo spogliò degli abiti lerci e lo condusse nella vasca piena d'acqua fumante. Nell'intimità del focolare domestico della villa in mezzo al bosco, senza che il Capitano glielo ordinasse, come molte volte aveva già fatto ma senza ottenere obbedienza, lo insaponò tutto di sua spontanea candida volontà. E lei languì sulle sue braccia possenti, indugiò sul busto villoso orsino e animalesco, sognò sul ventre estremamente muscoloso, sospirò quando arrivò giù all'ombelico, poi più giù, lì, in quel punto, lì...»

«E BASTA! ABBIAMO CAPITO!»

«HA "COLTO" IL "PUNTO"! SI È EMANCIPATA!» esplosero Bambam ed Ebony sventolandosi le mani per combattere il repentino innalzamento della temperatura.

«Ma chi è che ha scritto sta roba? È da criminali degli ormoni!» la orientale lesse la copertina.

«Un... non so, c'è solo lo pseudonimo... amalantoazzullo, tutto attaccato... non mi dice niente...»

«Che pessimo abbinamento di colori, non ha gusto!» valutò la modella.

«Secondo me richiama la matita bicolore rossa e blu che si usava a scuola...»

«AVETE FINITO DI TRASTULLARVI?!» tuonò forte la Lanterna Bob facendo vibrare la roulotte. «DOVETE ANDARE A CERCARE L'EREDE DI NOVILUNA!» la roulotte sobbalzò cinque volte.

Le drag queens sbuffarono in coro. Ma sapevano che Bob aveva ragione. Rassegnate alla faccenda più importante, si alzarono.

«Dite un po', care Lanterne, potreste almeno prepararlo il pranzo?» chiese Bambam a voce sostenuta, nella speranza di saltare il turno da cuoca.

«Ihihih! Siamo Lanterne, mica sguattere!» si difese Daisy, la sua piantina.

«Traditrice! Sfaticata...» inveì falsamente delusa la messicana.

Strada facendo, il trio riempì il tempo con altre chiacchiere. Cos'altro potevano fare? Non avevano nemmeno la televisione! Il periodo di quiete l'avevano speso andando in giro porta a porta nella speranza di trovare il famoso erede di Noviluna.

«Chi ci è rimasto ancora?»

«Credo si chiami Miss Norveilla Montrot, e poi, con questa frazione di Holywood avremo finito, squsitissima Bambam»

«Oh, sono stufa di camminare...» lamentò Liling. «Insomma, siamo diventate streghe, non dovremmo volare sulle scope?»

«Porta pazienza tesoro, siamo quasi arrivate... e comunque adesso siamo delle drag streghe, perciò cavalchiamo stupendi tacchi a spillo anche in mezzo alla natura che ci circonda» puntualizzò Ebony, illustrando alle compagne l'alberatura sotto la quale stavano passeggiando, indicando ora un tipo di uccellino, ora un altro, inventandosi i nomi, salvo poi stupirsi vedendo un gruppo di farfalle gialle volteggiare attorno a un cespuglio fiorito.
«È meravioso!» esclamò.

«Sì, è meravioso Eby, ma di un po', per caso sei innamorata?» le domandò con occhio felino la messicana. «Ho notato che di notte, mentre noi dormiamo, esci spesso. Che c'è, chi hai conosciuto?»

"Ops, mi ha scoperta! Che faccio? Mica le posso dire che esco di notte alla ricerca della nebbia profumata che mi aveva accarezzata ormai più di due mesi fa! Che pasticcio!"
«In ricognizione, esco di tanto in tanto per controllare che tutto sia tranquillo mentre voi fate sogni d'oro»

«In un cimitero? Ma giura! Un mortorio peggiore non esiste!» ribatté Bambam, ma non ebbe modo di dilungarsi oltre, la strada era arrivata al termine. Le drag queens scesero per un dislivello naturale, imboccarono un bivio e giunsero a costeggiare un recintato malandato, però era evidente che una volta era curato perché si notava un marciapiede, oramai dissestato dalle radici dei tigli che lo avevano lentamente sollevato in molti punti.

Dall'altro lato della stradicciola c'era solo una fitta boscaglia. Le ragazze si strinsero l'un l'altra per non rischiare d'inciampare in mezzo all'acciottolato grossolano, anche quello aggredito da erbacce, quasi tutte spinose.

«Eby, chi pensi troveremo qui? Sto posto è peggio del nostro! Non credevo doverlo dire, ma qui...»

«Sh! Guardate oltre il cancelletto di questa casetta a tetto spiovente! C'è qualcuno!» bisbigliò grave Liling, al che le altre si sporsero dalla vecchia inferriata e notarono, oltre il giardino selvaggiamente invaso da altre erbacce, la padrona di casa che sciorinava i panni. Era una donna molto in carne.

«Ragazze, qui vedo la Miss Norveilla Montrot, cioè, la si vede di spalle e tutta piegata, ma che fa?» sussurrò curiosa Bambam.

«Forse sistema lo zerbino, avrà ospiti...» suppose Eby.

«Non credo riceva visite, qui non c'è segno che mai nessuno sia entrato o uscito» valutò Liling.

Le ragazze, interdette, attesero un po', incerte se palesarsi, senonché, nel momento in cui Eby prese coraggio e fu sul punto di chiamare la donna, un colpo di vento sollevò tutte le sottane. Bambam strabuzzò gli occhi.

«Ragazze, quella non porta niente sotto il sipario!»

«Zitta Bamby!» redarguì la mora.

«Ma le si vede la...»

«Zitta! Bambam!»

«Ma anche da lontano, le si vede la...»

«Piantala Bambam!»

«Ma le si vede l'"Australia"!» come poteva trattenersi la messicana dal commentare? E figuriamoci se le amiche non risero, ancora. Lo schiamazzo però colse di sorpresa la padrona di casa, che goffamente si risistemò il vestito investito dalla tramontana. Inquadrò il gruppo oltre il suo cancelletto e, quando fece per indicare le drag queens, mise un piede in fallo e scivolò.

«Uh! No è caduta, povera donna! È colpa nostra! Dobbiamo aiutarla!» si allertò Eby mentre cercava di aprire il cancelletto.
«Accidenti, è bloccato!» constatò scuotendo le sbarre dell'inferriata. Allora provò a dare un colpetto col palmo e la sicura saltò grazie al potere esplosivo.

«Eby cara, saresti utile se dovessimo svaligiare case!»

«Bambam, non è il momento!» l'apostrofò correndo a piccoli passi, tutta ancheggiando tra le siepi di erbacce che infestavano pure il vialetto della casa di miss Norveilla.

Le altre la seguirono sventolando le mani attente a non cadere.

Sollevarono da terra la poveretta.
«Oh! Che disastro, avevo messo i bigodini e ora...» erano metà disfatti e i capelli in posa, mezzi stinti, le regalavano un aspetto da sciattona. Il trucco poi, Bambam inorridì.

«È bello vedervi qui, ragazze! Grazie, siete molto gentili, posso offrirvi del tè con biscottini?» implorò più che offrire.

L'avventatezza con la quale accolse le straniere diede a intendere che fosse una persona sola, e che ne soffriva, ed Ebony Mamì ebbe l'occhio lungo sulla condizione di miss Norveilla, perciò accettò a nome di tutte.

La casetta era descrivibile con un unico concetto: baraonda totale! Tolto il soggiorno che contrastava per l'ordine, dove divani e tavolino erano sì sepolti dalla polvere ma almeno poteva avanzare la pretesa di apparire accogliente, il resto era tutto incasinato.

Liling e Bambam si sedettero con una tale cautela, e senso di schifo così forte, che nemmeno Eby poté dar loro torto, specie quando posò una mano sulla poltrona sulla quale aveva scelto di sedersi. Sembrava stesse toccando un ammasso di muco colloso. Le costò fatica seguire l'euforica donna ansiosa di chiacchierare com'era evidente un tempo era abituata. Sembrava avesse preparato un copione da tempo.

Il trio di drag queens, nonostante tutto, si mosse a compassione, però non lesinò il test imparato dalle Lanterne, utile per trovare l'erede di Noviluna.

«Canto di Diva casta
Svela la tua presenza,
Salva ciò che resta
Dell'eterna essenza» recitarono insieme i versi mentre Eby, furbescamente, spruzzava distratta la pozione magica preparata da Bob, e compagni di vaso, addosso alla cara donnona.

Non avvenne nulla. Miss Norveilla dimenticò all'istante i versi ascoltati. Se fosse stata la persona giusta si sarebbe illuminata come un faro per alcuni secondi.

«Altro buco nell'acqua, ragazze, si è fatto tardi, credo sia meglio non disturbare oltre miss Austra... ehm Norvegi... cioè Norveilla...» bofonchiò Bambam, impaziente di andar via da quel luogo lurido.

«Non così in fretta, squisitissima Bambam» la frenò la mora. «Non sarebbe da noi lasciare in balia di se stessa questa gentilissima signora»

Miss Norveilla stette sul punto di commuoversi.

«Se miss Norveilla ce lo consente, vorremmo offrirle un aiuto per sistemare un po' la casetta e il giardino, così, con questo pretesto, potremo gustare per tanti altri giorni questo tè davvero squisitissimo...»

«E anche i biscottini!» aggiunse miss Norveilla con foga, con tutta la voglia di essere più accogliente di quanto già si era dimostrata. Peccato che però, sulla via del ritorno, le drag queens diedero di stomaco per colpa di quei biscottini, che sapevano di muffa!

«Eby, dobbiamo proprio?» implorò Bamby uscendo da dietro all'ennesimo cespuglio appena concimato.

«Mai stata così male! Come fa a vivere quella là?» domandò Liling che non se la stava cavando meglio con il voltastomaco.

«Cerchiamo di ritornare alla roulotte, chiederemo a Bob, Giò e Daisy...» propose Ebony arrancando tutta piegata.

«Per chiedere come aiutare miss Norveilla?»

«No! Per vedere come farci passare il mal di pancia!» rettificò la mora.

Quando raggiunsero la casetta di latta, le Lanterne emisero diagnosi e cura: diarrea di gruppo e digiuno!

«Sia mai ingrassassimo!» protestarono quelle.

Comunque, malgrado il disguido, le ragazze sul serio presero a cuore la situazione sociale di miss Norveilla, e nonostante si fossero chieste come mai nessuno a Holywood si prendesse cura di lei, loro supplirono alla grande a questa mancanza. Oltretutto era un modo per fare pratica con le pozioni. Farle non era nulla di astruso: bastava esporre alle Lanterna il problema di turno e loro suggerivano la pianta, o le piante, più adatte. Scelte le quali, queste andavano pestate e diluite in acqua e il prodotto versato nei vasetti delle Lanterne, ed esse poi erogavano le pozioni esattamente come avevano fatto la prima volta. Bob, Giò e Daisy erano così efficienti nei loro compiti che facevano spuntare dalle chiome anche i flaconcini dove raccogliere i magici liquidi.

La pratica degli incantesimi risultò anche piacevole, come il giorno in cui Eby aprì le danze con la prima pozione.

«Eby, sei sicura che funzionerà? Più che un incantesimo, qui ci vuole un trattore per togliere tutte queste erbacce spinose!» esclamò scettica Bambam, che insieme a Liling era sul vialetto di Miss Norveilla.

«Ci penso io. Voi entrate in casa, distraete miss e non mangiate nulla! Soprattutto!»

Eby, quando fu sicura di non avere addosso gli occhi della padrona di casa, che la stava salutando dalla finestra della cucina, si sistemò il foulard alla gola, diede una stretta al nodo della camiciola a scacchi rossi sul petto, ed estrasse dagli shorts di jeans il flaconcino fatto di legno di noce.

«Ecco, a noi due erbacce! Appena mi viene la formula adulatoria... ci siamo!»

Puntò il flaconcino come fosse una rivoltella.

«Cotone soffice e incantato
Ascolta la mia voce,
Sistema il prato infestato
Dalle erbacce, veloce!»

Il flaconcino tremò un attimo, poi il contenuto esplose e cadde a terra un batuffolo di cotone.

«Tutto qui?» Ebony era delusa. «Bob! La pianta di cotone non serve a un...» la valutazione mutò nel momento in cui il batuffolino iniziò a roteare verso una pianta spinosa e la inglobò. La mora notò lo scricciolo di bambagia ingrandirsi e diventare anche veloce man mano che fagocitava le erbacce infestanti del vialetto. La seguì divertita, e salutò Liling che in quel momento stava sbattendo un tappeto polveroso alla finestra del piano terra. L'amica era stupefatta. Vedeva quella palla bianca correre a destra e a manca ed Ebony che le correva appresso ridendo come una pazza.

Però il divertimento terminò quando Ebony Mamì si rese conto di non sapere come fermare quella palla, quando ormai era diventata più alta della casa di miss Norveilla!

In qualche modo riuscì a raggiungere la porta e l'aprì un po' preoccupata.

«Ragazze!»

«Eby! Hai finito col giardino?» chiese Bambam raggiungendola. Scorse il prato bello e sistemato, valutò l'acciottolato del sentierino roccioso più candido di quanto avrebbe dovuto essere, e soprattutto non provò nostalgia per le "piantacce" infestanti, tutte divorate dal bambagione magico evocato dalla mora.

«Sì, tutto okay, ma c'è un piccolo problemino»

«Quale?» chiese la messicana che di punto in bianco vide il sole eclissato da quel coso tanto soffice quanto inarrestabile. «Ooooh!!!» gridò allarmata.

«Non so come fermarlo!»

«Ho visto!» ribatté l'altra chiudendo la porta appena in tempo. Peccato che alla fine pure la casa venne inghiottita da quella nuvola vegetale animata.

«Che guaio noi abbiamo...»

«Eby, non lo dire!» Bambam la indicò col dito. Nel frattempo la montagna di bambagia di cotone si infiltrò in ogni finestra e varco fino a invadere l'interno della casa.

«Ragazze! Che cosa è successo? È andata via la luce!» sbucò a tentoni Liling. «E che cosa è questa cosa soffice?»

«È il cotone! Mi è sfuggito di mano! Dobbiamo fare qualcosa!»

«Ehi! Deliziose fanciulle! Metto su un po' di tè!» avvisò Miss Norveilla dalla cucina.

Le drag queens si scambiarono un rapido sguardo super preoccupato.

«NO! IL COTONE È INFIAM...» difatti, in un secondo, prese fuoco ogni cosa!

Unica fortuna fu la prontezza di riflessi di Bamby che riuscì a far svanire le amiche, Miss Norveilla compresa, e ricomparire con esse nel perimetro esterno della ex proprietà della donnona.

«Noi abbiamo fatto un...» la risata sguaiata di Miss Norveilla bloccò l'espressione delle drag queens.

«Non mi ero mai divertita così in vita mia! Vi prego, diventiamo amiche?» chiese quella con le lacrime di divertimento.

«Se non temi per la tua vita!» esclamò Bambam tutta nera di fuliggine come il resto del gruppo.

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