Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

19 - Festa col botto e cappi al collo

Il fuoco era già stato acceso e lambiva la parte bassa della pira, quando i profili lontani di Ebony e compagne disegnarono ombre lontane oltre il suffumigio derivato dalla combustione. Giocolieri e artisti di strada improvvisati, si scansarono al loro passaggio. Qua e là, sotto gli abeti e le betulle, tavolini di fortuna arricchiti con cibi dolci e salati, deposti su tovaglie vecchie a scacchi, occhieggiavano malamente invitanti. Attorno ai lampioni della piazza, signori, signore, signorine, cowboys, suore e meretrici sotto le mentite spoglie del perbenismo, vivacizzavano la serata sciorinando saluti di circostanza e adulando vicendevolmente i costumi d'epoca secessionista, sfoggiati con goffaggine.

La sera indugiò in un lungo crepuscolo di un cielo blu intenso, striato di nuvole arancio e fuoco del sole, ormai scomparso in un orizzonte sepolto dalla fitta boscaglia.

L'aria era pesante, umida e invasa da zanzare e insetti notturni, indifferenti al fumo del grande fuoco, che al contrario faceva lacrimare chi si trovava sottovento. Ne furono coscienti le drag queens che svelarono il loro aspetto sotto il riflesso di quella fiamma tremula e di un paio di lampioni sfarfallanti.

Gli sguardi e le bocche aperte non mascherarono sorpresa e sconcerto per com'erano agghindate. Mani sul viso e ventagli aperti celarono commenti sprezzanti.

«Ehi, perché ci guardano tutti?»

«Forse perché sei grossa quanto un carro, Mamì! Te l'ho sempre detto che il bianco ingrassa!» commentò Bambam, grattandosi ogni centimetro di pelle che lo scarno vestito corallo non copriva.

«Bamby, piantala di dimenarti! Sembra che stai girando un film a luci rosse!»

«Ah! Guarda! Con tutte queste punture di insetti, le ho di quattro misure in più!» protestò, e Liling le diede degli schiaffetti sulle mani.
«E tu che hai sprecato mezzo PIL nazionale per delle protesi! Bastava fare una gita qui!»

«Divertente!»

«Ora smettila! C'è il prete che ti fissa!» ripetè la mora, inquadrando il sacerdote che non sembrava a disagio vedendo la messicana scatenata. Non era attratto dalla parrucca acconciata in una composizione alta e vivacizzata da un bouquet di fiori rossi presi in prestito dalle piante spontanee che strada facendo aveva strappato. No, non gli interessava che fosse tutta punta dalle zanzare. Ciò su cui non riusciva a staccare gli occhi era malamente coperto dalle mani. E più le fissava, più gli occhi rischiavano di staccarsi dal cervello! Non nascondeva nemmeno l'espressione compiaciuta.

Ebony Mamì fu la prima a prendere coraggio e salutare amabilmente i residenti di Holywood. Non ottenne successo con i signori, né con le signore, che la squadravano cercando di capire perché indossava un vestito bianco e scollato, o come faceva a possedere una chioma leonina nera così ampia e riccia. Però, non demorse, e alla fine quattro giovani ragazze la premiarono formando un capannello attorno. Invitarono anche Liling e Bambam al chiacchiericcio. Erano curiose, ma non invadenti, e la giovane età le rendeva aperte alla novità delle forestiere. Chiedendo e raccontando futilità, offrirono quel minimo di accoglienza che altrimenti rifiutato le avrebbe messo a disagio. E per la gioia di Bambam, una delle giovani la riconobbe anche.

«Mi sembrava di averti vista da qualche parte! Ma sei Bambam Gladys! La super modella internazionale!» saltellò una di quelle. «Sei davvero molto bellissima davvero!» le ripetè l'altra impacciata e tutto d'un fiato. «Non arrivano molte notizie su carta stampata da queste parti, se non fosse per la TV, non sapremmo nemmeno dove ci troviamo!» aggiunse l'altra.

"Perfetto! Siamo a Bifolcolandia!" pensò Bambam mentre si univa alle risate assieme alle amiche.

Forse un po' di gelo si era affievolito, dato che apparvero pure i simpatici agenti di polizia, alcuni in costume e altri in divisa. Spiccò tra tutti lui, il bel Vinnie Belmer e gli occhi della messicana si accesero, salvo poi spegnersi quando lo vide accanto a Bianca Teace. Si imbronciò. "Mica è giusto però." Quella splendida ragazza portava in mano due fiaccole accese, e allora capì chi era il giocoliere del fuoco che aveva intravisto all'arrivo in piazza. Era una lei, una lei "davvero molto bellissima" ammise.

Liling fu l'unica a notare tre fantocci emersi in cima alla pira, ora che il fumo aveva lasciato posto al divampare della fiamma. Deglutì. Le parve fossero vere persone che stavano arrostendo. E di nuovo ricordò l'esperienza del parco, dove per poco non fece quella fine assieme a Bamby. Si costrinse a non pensarci e a lasciarsi trasportare dal profumino diffuso dalla combustione dello zucchero caramellato su mele, nocciole e dai filatoi di zucchero filato. Ne approfittò dell'arrivo di Roberta, la corposa poliziotta molto facile alla favella, per dirigersi alla bancarella dei dolcetti ed esorcizzare l'inquietudine con una bella nuvola di zucchero rosa.

Roberta sembrava tra le poche persone a godersi la bizzarra festa più trash del mondo; Liling le offrì la nuvola di zucchero e subito dopo ne ordinò una per sé al maestro cicciotto delle calorie selvagge, e quando fece per pagare un brusio la colse di sorpresa.

«P-p-pago i-i-o p-p-er M-m-miss F-f-f-f-ricotin» farfugliò Ralph, apparendo silenzioso tra la folla.

Lo sguardo dolce, addolcito più dello zucchero da quella galanteria, fece tentennare la orientale dal prendere dalle mani del ragazzo dai capelli rossi il bastoncino su cui era avvolta la profumata bambagia zuccherosa. Gli sfiorò la mano callosa.
Il signore cicciotto, anche se rozzo, notò la drag queen cercare di nascondere il viso affusolato con i capelli, benché erano stati impiegati tutti per creare i due boccoli a cuoricino ai lati del capo. Erano abbelliti da fiorellini e legacci di bigiotteria; e quel mastro zuccheriere, capì pure le buone intenzioni del ragazzo. Diede un colpo di tosse e offrì lo zucchero filato, raccomandando che nessuno lo venisse a sapere, sennò addio incasso.

Roberta, intenerita, ebbe l'accortezza di defilarsi.

Nel frattempo, le nuove conoscenze si rivelarono delle inesauribili chiacchierone, gli argomenti di loro competenza spaziavano unicamente sui pettegolezzi di paese, e a Ebony sembrò di ritrovarsi come quando pilotava l'autobus a Pocatello. Un fiume di parole che riempirono la serata e la distraerono dal rituale sacro che il prete stava officiando alla pira. Quello, completamente ignorato, aspergeva acqua intorno al fuoco, mentre le suore, in fila indiana, sciorinavano litanie latine.

«Ma che fanno?» domandò a vuoto Bambam, sgattaiolata fuori dal gruppo delle pettegole; non ne poteva più di sentire chi stava con chi, chi cornificava chi, e chi stendeva il bucato sottovento al pozzo nero a cielo aperto…

«È la consacrazione del fuoco punitore delle streghe ai tempi dell'inquisizione americana. È un monito per tutte le streghe, o Versiere come le chiamano da queste parti, ancora esistenti oggigiorno, leggiadra signorina»

La messicana, presa alla sprovvista, si voltò e alcuni fiorellini sfuggirono dalle grinfie dei capelli. La persona che le aveva risposto si chinò a raccoglierli, poi glieli porse mantenendo la postura cavalleresca.

«Mi perdoni se l'ho spaventata, sono Mochino Le Mibe, per servirla señorita»

"Carramba-ullallá-e-olè! Da dove spunta fuori sto fusto!"

«Bambam Gladys, è-è il mio nome, sì mi chiamo così» mai risposta fu più impacciata a memoria di Bambam. Mochi Le Mibe si alzò elegante, mostrando una considerevole statura fisica. Che avesse lunghi capelli argentati e un volto affusolato con un bel paio di occhi chiari, aggiunse fascino su fascino. Il cappello a cilindro nero, come nero era il resto dell'abito stile secessionista, a detta della modella, era l'unico che poteva permetterselo in quella bolgia. E toccò le stelle quando quello gli porse il braccio e la scortò alla bancarella delle bibite. Se in quel momento qualcuno le avesse chiesto di Vinnie Belmer, avrebbe risposto: Vinnie chi?

La serata finalmente prese una piega più piacevole. Le drag queens dimenticarono pure la storia delle Lanterne. Tutto tranquillo, tutto sopportabile, anche la funzione della festa di paese assunse un gradimento insperato, senonché un grido all'improvviso raggelò l'atmosfera. Tutti smisero di parlare, di chiacchierare, di officiare e cantare, e volsero lo sguardo verso la fonte dell'urlo, che provenne dalla via parallela a quella dell'officina di Mr Phil. Da lì giunse di corsa una ragazza braccata da un gran numero di uomini vestiti di nero. Fu il panico.

Lo sceriffo Belmer si prodigò a sgomberare la piazza.

«Dannazione!» esclamò Ebony Mamì vedendo la poveretta impaurita. Esortò le ragazze paesane ad andar via e di portarsi dietro il maggior numero di persone. Si volse a osservare la folla. "Questa povera gente! Devo richiamare Bamby e Liling, questi Blues Brothers infernali cercano noi! Non possiamo permettere che vadano di mezzo degli innocenti!"

La mora richiamò le amiche, che pure  avevano avuto la stessa prontezza di spirito. Liling pregò Ralph di non seguirla, a rischio di deluderlo. Bambam si staccò a malincuore da mr Mochi. "Ma porca paletta! Per una volta…"
L'uomo la vide fuggire via come una donzella d'altri tempi.

Nel momento in cui le drag queens si riunirono, la folla era già dimezzata, e la ragazza inseguita si mostrò in tutto il suo terrore. Era bionda, aveva un top confondibile con un reggiseno e una minigonna avara di centimetri.

«Favola!» esclamarono tutte.

«Poverina, dobbiamo salvarla, ragazze!»

«Sì, Liling, dobbiamo!»

«Eby cara, come pensi di fare?»

Ebony scattò verso Favola e l'afferrò per un braccio.

«Oh! Sei tu, la mora! Non ce la faccio più!» ansimò. «Me ne stavo per conto mio, e a un certo punto… oh! Credevo fosse gente che voleva divertirsi… e invece… oh! Se ti raccontassi cosa sono quelli, non mi crederesti!»

«Tesoro biondo, risparmia il fiato, so cosa sono quelli là, e ora corri!»

La poca gente rimbambita dall'alcool, che non s'era accorta di nulla, e ci stava capendo meno, restò indifferente a godersi qualunque cosa fosse quella scena.

Favola era ora alle spalle delle drag queens, protetta dai Cacciatori.

«Giuro, ne ho piene le scatole di voi! Se potessi, vi farei sparire tutti!» esclamò Bambam, cercando di capire quanti fossero quei ceffi.

«Peccato che non so come ci sia riuscita l'altra volta, altrimenti vi avrei già strozzato!» aggiunse Liling.

«Ragazze, vi ricordate quello che vi ho insegnato a proposito dei tacchi a spillo?»

«Certo, Eby: sono perfetti per la corsa perché quando si corre il tallone non poggia mai a terra!»

«Teoria perfetta, ora passiamo alla pratica, piiistaaa!» la mora scattò in testa a tutte.
«Ehi! Brutte facce da schiaffi! Siamo noi che volete, forza! Venite a prenderci!»

Favola vide la massa di cacciatori, che aveva essa stessa evocato, inseguire le presunte streghe. Mantenne l'espressione sconvolta, ma dentro di sé inneggiava a vittoria certa.

«Inquisitrice! Spero non chiederai mai più l'aiuto di un Difensore potente quanto il sottoscritto per quelle fattucchiere da quattro soldi!»

«Oh! Señor Mochi!» esclamò la perfida, inchinandosi all'istante. «Prometto che…»

«Stupida! Mi hai convocato proprio mentre ero quasi riuscito a trovare il pezzo mancante dell'essenza di Noviluna! Che non succeda mai più!»

"Bastardo! È solo grazie a una scelta sbagliata di Clizio che sei stato insignito a Difensore!"
«Starò al mio posto, segñor, e grazie per l'aiuto!»

«Mi hai fatto potenziare quattro decine di Cacciatori per cosa? Per quelle donnicciole che nemmeno sono in grado di scoprire chi siamo?! Mpf! Io me ne vado!»  una nuvola polverosa si sollevò dal terreno e lo inghiottì.

"È me che non riusciranno a vedere, idiota di un Difensore! Le streghe non hanno ancora officiato il rito della prima pozione, altrimenti a quest'ora saremmo stati già spacciati!" Rise. "Quando ti rivedranno, se ti rivedranno, ti faranno fuori e i tuoi poteri si sommeranno ai miei!"

Molto più in là della piazza, nello sterrato appena fuori dal centro abitato, il branco di cacciatori era lì lì per acchiappare le drag queens.

«Bamby, tesoro, non è che riusciresti a farci scomparire tutte?»

«Eby, cara, mi è successo solo perché avevo avuto paura!»

«E quanta te ne serve ancora perché funzioni, squsitissima?» ribatté la mora, correndo come una centometrista.

«Stanno per raggiungerci! Muoviti scema!» la esortò Liling.

«E tu? Non eri la più magica di tutte?»

«Se non la piantate di bisticciare, giuro che vi prendo a schiaffi! Correte! CORRETE! Dobbiamo arrivare alla roulotte!»

«E una volta arrivate che faremo?» domandò Liling già esausta.

«Ci barrichiamo dentro e speriamo di non morire!»

«Andiamo bene!» controbattè la messicana che, per scansare un cacciatore saltatole addosso come una cavalletta, si ritrovò a correre in mezzo a Eby e Liling.
«Ragazze! Dobbiamo essere unite!» ansimò allargando le braccia, e le amiche, vista di nuovo in faccia la morte, le afferrarono ciascuna una mano.
La messicana ricordò l'aggressione all'hotel Black Swan, non solo la scena, ma anche quel brivido che la fece diventare un tutt'uno con l'aria, brivido che avvertì anche ora che correva terrorizzata. Svanì, e con lei anche Ebony e Liling, giusto un secondo prima di subire un'imboscata a opera di un'altra dozzina extra di cacciatori che le stavano tenendo d'occhio già da prima.

Dopo pochi attimi, un urlo di gruppo ruppe il silenzio nel cimitero e una nuvola verde acqua si materializzò di lato alla roulotte. Le lanterne si svegliarono dallo stato vegetale.

«Hihihi! Era ora! Ancora tre minuti e sarebbero morte!» squittì Daisy.

«Moriranno lo stesso, non hanno bevuto la pozione!» pronosticò Giò.

Un tonfo tremendo fece sobbalzare la roulotte e le piantine rischiarono di rovesciarsi.

«Che modi! È aperto, AVANTI!» protestò Bob.

Sulla facciata colpita del camper, le guance delle drag queens erano spiaccicate come frittelle, gli occhi mezzi girati al rovescio.

«Con te, Bambam, chi ha bisogno dei Cacciatori per morire?» biascicò la mora, scivolando a terra seguita dalle altre.

Quanto avrebbero voluto addormentarsi e dimenticare tutto? E invece no, un frullio tumultuoso di ali annunciò l'arrivo di un'impressione stormo di corvi, neri più della notte.

Eby si riscosse per prima.
«Ragazze! Su! Entriamo dentro!» esortò trascinando le amiche nella roulotte e poi sbarrò lo sportello.

«Hihihi! Sono ancora vive!» squittì Daisy.

«Per me sono mezze morte!» constatò Giò.

«Forza! Trangugiate le pozioni Cocche!» ordinò Bob.

Le ragazze, col fiatone, si trascinarono al tavolino dov'erano le lanterne. La gola di Bambam fischiava a ogni respiro. La roulotte subì l'assalto di una cinquantina di cacciatori ed Ebony notò qualcosa.

«Se non l'avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto! I corvi! Quei maledetti uccellacci, si sono trasformati nei Blues Brothers infernali, oh!» afferrò tremante la tazza con la famosa pozione preparata da Bob.

«Ehi! Eby, che fai? Non vorrai mica morire con quella roba?!»

«Senti, Liling tesoro, che cosa abbiamo da perdere? Tanto quelli là fuori tra un po' sfonderanno la porta! E allora, tanto vale tentare il tutto per tutto… e se moriamo con questi intrugli chi se nefrega!» Ebony strizzò gli occhi e ingollò il liquido. Le altre la imitarono con un profondo senso di disperazione.

«Wow!» esclamò la mora. «Sa di piña colada con batida de cocco extra rum!»

«Viiinooo di liiisooo!» cinguettò la orientale.

«O per bacco! Questo sì che si chiama margarita! Daisy! Preparamene un altro!»

«Bamby!»

«Che c'è Liling? Tanto tra pochi minuti moriremo, tanto vale bere il tutto per tutto…»

«No, no, guardati! Stai cambiando!» le disse porgendole uno specchietto.

Ebony si guardò le mani. Vide le vene emergere dalla pelle assottigliata.
«Qui sta succedendo qualcosa! Bob, che cavolo da zuppa ci avete dato?!» gorgogliò con un vocione da Matusalemme, poi distribuì lo sguardo invecchiato di cent'anni alle compari.Vide i loro volti raggrinziti, i pomi d'Adamo estroflessi, le braccia tutte ossa e i vestiti che scivolavano tanto erano rinsecchite.

«Ma siamo ancora delle drag queens?»

Liling, con gli occh mezzi chiusi sospirò.
«Sarà che siamo diventate tre streghe…»

«Siamo diventate tre schifezze! Vorrai dire! Guarda qua! Io, la più bella drag queen del mondo, ridotta a un rottame!»

«Siete perfette! Su adesso andate!» fecero coro le Lanterne.

«Perfette per essere sotterrate, al cimitero ci siamo già!» protestarono con un coro di ritorno le altre, e avrebbero continuato se non fosse che la roulotte stava iniziando ad accartocciarsi. Alcuni finestrini erano già crepati.

«Per l'ultima volta: avete preso la pozione, ora i vostri poteri individuali sono stabilizzati! Potete usarli a vostro piacimento!» scandì Bob.

«E da adesso in poi potrete individuare tutti i nemici di Noviluna!» aggiunse Giò.

Ebony Mamì sospirò quando vide il tettuccio riempirsi di bozzi. I cacciatori infuriavano contro la minuscola casetta di latta.
«Ragazze! O la va o la spacca! Affrontiamo questi Blues Brothers da strapazzo!»

Liling la seguì, e con la coda dell'occhio buono cercò la complicità di Bambam dietro di lei, ma Bambam se n'era rimasta seduta a rimirarsi le zampe di gallina.

«Oh! Voi andate avanti, tra un po' vi raggiungo!» avvisò mettendo mano alla trousse.

«E no, carina! Sottoterra ci finiamo tutte quante! Non fare la furba!»

«E ti pareva!» piagnucolò lasciandosi trascinare via.

Lo sportello della roulotte si aprì con un tonfo. Eby l'aveva preso a calci perché si era mezzo incastrato. Poi si piegò trattenendosi l'addome.

«Eby, ti sei fatta male la gamba?»

«La prostata Liling!» ansimò. «Dev'essere stato lo sforzo» poi scese i tre gradini di ferro e i cacciatori la squdrarono gelidi con le fauci di serpente spalancate. Emisero sibili fastidiosi come sonagli suonati vicino le orecchie.

«Adesso, se non ve ne andate, vi prendo a schiaffi tutti quanti!»

«Ehi! Cocca! Minaccia di meno e schiaffeggia di più!» tuonò Bob da dentro l'abitacolo ammobiliato.

In mezzo alle lapidi di quel brullo terreno dimenticato da tutti, e ignorato pure dai satelliti artificiali, avvenne la zuffa più infernale del mondo. Ebony venne assalita da cinque uomini in nero. Non le diedero via di scampo, però lei, non appena si presentò l'occasione giusta, caricò un ceffone e colpì il primo cacciatore. Un'esplosione tremenda come una granata fece vibrare ogni cosa. Scintille color oro, sfumate in rosso e poi in verde, disegnarono una scia che andò ben oltre l'arco della sua bracciata. Ed essa si espanse come cerchi sull'acqua tutta intorno. I cacciatori che vennero investiti dalla detonazione si disintegrarono all'istante.

Liling e Bambam si abbracciarono inorridite dallo scoppio.

«Eby! Ma che hai nelle mani, tritolo?!»

«Ma che cavolo sotto spirito ne so!» si guardò le mani ossute notandole un po' più in carne. «Ragazze! Ho capito! Venite a battervi, così ritorneremo belle come prima!»

Liling scese incerta, ma poi vedendo la mora di nuovo assalita, non ci pensò su più e allargò le ossa delle braccia. Vapore acqueo si profuse tutto intorno e si espanse fino a lambire le fronde di ogni albero e cespuglio nei dintorni, ed esse divennero molli come liane. La orientale ebbe una intuizione. "I nostri poteri dipendono dalle frasi che ripetiamo più spesso!" «E ora, come promesso, vi strozzo tutti quanti sul serio!» cercò di gridare nonostante la voce da vecchietta. Un miscuglio di rami molli si protese verso una ventina di cacciatori che, sorpresi, furono acchiappati per le gole, facendoli diventare pendagli da forca prima di sgretolarsi.

Liling stessa ne fu impressionata, poi notò le gambe formicolare. Alzò una zampa di elefante del pantalone blu e ritrovò l'arto bello turgido e ringiovanito. «È vero! Se usiamo i poteri… su Bambam! Vieni anche tu! Se combatti ritorni bella!»

«Sarà, ma a me questa cura di bellezza non mi convince molto!» esclamò Bamby scendendo dalla roulotte. Vide poco distante Eby che menava ceffoni esplosivi a destra e a manca, e sembrava pure divertirsi!

«Ehi! Non scappare tu!» ordinava la mora inseguendo un cacciatore che non ne voleva sapere di esplodere. «Su! Vieni qui che non ho capito bene come funzionano gli schiaffoni!» il "blues Brother" le rivolse lo sguardo come dire: "ma che sei scema!"

Bamby deglutì quando una quindicina di ceffi neri la circondarono. «E non è giusto! Io mica sono magica come quelle due!» protestò unendo i pugni scheletrici sotto la gola raggrinzita. «Che cosa volete?» chiese impietrita dalle fauci serpentesche spalancate e le braccia artigliate, bramose di squartarla. Le si avventarono in massa.

«Noooo! Sparite dalla faccia della terra teste di…» l'aria attorno alla messicana prese a vorticare rapida formando una colonna, una tromba d'aria che risucchiò i maledetti cacciatori; Bambam li vide imprigionati e sbattere l'uno contro l'altro fino a sbriciolarsi, e quando il vento svanì, una pioggia di resti di brutti ceffi le piovvero come coriandoli.

«Ops! Scusate!» squittì falsa posando un palmo sulla guancia, poi anche lei riscontrò un miglioramento fisico: le protesi mammarie, che fino a un attimo prima erano finite a sfiorarle l'ombelico, ora erano risalite. «Ben tornate ragazze!» non seppe dirsi cosa l'aveva fatta sentire più sicura di sé, se il potere o le grazie del seno, fatto sta che si lanciò in aiuto delle amiche… anche se quelle non sembravano più essere in difficoltà. Infatti, Liling era in preda all'estro creativo creando nuovi cappi per strozzare i cacciatori superstiti, ed Eby aveva preso gusto nel farli esplodere a suon di manrovesci.

Raggiunse Liling un attimo dopo che aveva finito di sistemare l'ennesimo gruppo di uomini in nero, poi insieme recuperarono Ebony. La videro inseguire l'ultimo farabutto soprannaturale, e allora la orientale l'aiutò: prese un ramo spezzato e lo puntò contro la preda, dopo che il legno aveva assorbito il vapore acqueo si allungò come una corda. La orientale lanciò il legaccio e l'ultimo "blues Brother" finì legato come un salame; a quel punto le drag queens lo fecero pentire d'essere nato.

«Eby!» la chiamarono le amiche, ma la mora sembrava ancora in preda alla furia della battaglia. Si girò verso esse e alzò le mani.

«No! Eby cara, siamo noi!» i volti di Liling e Bambam la resero lucida. Sospirò.

«Oh! Ragazze!»

«Abbassa le mani! Vorrai mica farci saltare in aria!»

«Bè, sapete com'è, quando una ci prende gusto! No, scherzavo. Ritorniamo alla roulotte. Credo che almeno per il momento, potremo stare tranquille»

«Tranquille?» rise Bambam.

«Noi abbiamo…» scoppiò a ridere anche Eby.

«Abbiamo vinto!» si unì alla risata anche Liling, e quelle risate riecheggiarono potenti, alte e suggestive nel vecchio cimitero di Holywood al punto che Vinnie Belmer, a un passo dal varcare la soglia del cancello disvelto, cambiò idea e andò via. Era preoccupato per le drag queens, ma non tanto da addentrarsi in quel luogo in piena notte.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro