Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Prologo

Mi sono persa fu la prima frase di senso compiuto che si formò nella mente di Tharen mentre si guardava attorno dopo molto tempo passato a cavalcare senza meta. Vedeva solo alberi. Immensi pini che la fissavano dalla loro altezza imponente.
Improvvisamente si sentì un altro ruggito, più vicino e più minaccioso: la bestia si stava avvicinando a velocità sempre maggiore.
Tharen splendeva nella sua argentea armatura e i capelli lunghi e fluenti color miele la rendevano simile per aspetto all'immagine di una tipica dea greca. La spada ancorata alla sua schiena tramite una rigida cinta di cuoio le conferiva un'aria autorevole.
Si spacciava per guerriera al servizio del re Vizti di Tramenj, anche se non conosceva minimamente i codici di quel regno e non aveva certo intenzione di saperli, semplicemente quel titolo le faceva comodo.
Un altro ruggito.
Sembrava che la bestia le stesse alle calcagna, ma non riusciva a percepirne i passi, né il respiro, né il calore, né tantomeno la presenza.
Forse è tutto nella mia testa pensava in preda alla frenesia della corsa a cavallo. Stava percorrendo la strada principale da ormai una ventina di minuti e il suo cavallo moretto stava dando il meglio di sé. Pochi attimi prima Tharen stava passeggiando a cavallo nel bosco di Seir per studiare ciò che accadeva e riferirlo alla sua squadra, quando aveva sentito un verso animale che non riusciva ad identificare. Il suo istinto le aveva detto di scappare ed è quello che aveva fatto e stava facendo in quel preciso momento.
Un'ombra gigantesca le passò sopra la testa e venne seguita da un fortissimo ruggito.
La bestia che produce l'ombra deve essere anche la fonte del suono era la versione che reggeva di più nella mente della ragazza. L'ombra, proiettata sulla strada poco più avanti del cavallo di Tharen, aveva la forma di un grande volatile, con due ali spiegate alla massima apertura, un corpo robusto e una coda appuntita in continuo movimento. La ragazza non seppe dire di che cosa si trattasse e in sé si faceva largo una paura crescente che non le permetteva di alzare la testa per guardare la creatura, doveva rimanere salda sulla sella e con gli occhi fissi sulla strada. Quello che seguì successe tutto in un attimo, più veloce del vento. Iniziò con un forte calore sulla pelle della ragazza e finì con i corpi carbonizzati di Tharen e il suo cavallo moretto sulla strada.

<<Stavo passando per la strada principale con il mio carro, avevo sentito dei versi di animale. Forse era un orso, ma il verso era molto più potente vi dico, ma ero vicino ad un bosco, è la prima creatura che mi è saltata in mente. - a parlare era Temer, un commerciante piuttosto conosciuto, era basso e tarchiato e in quel momento era seduto a gambe aperte ad un tavolo della locanda "Della Notte" con in mano un bicchierone zeppo di birra schiumosa - Poi andando avanti ho trovato due corpi completamente bruciati, erano un cavallo e un ragazzo. Completamente neri vi dico, come le braci dopo che si è spento il fuoco. Dannazione, è una tragedia>> il suo pubblico, gli altri clienti della locanda, lo ascoltava affascinato. I pettegolezzi e le storie erano sempre ben accette in posti come quello.

<<E cos'hai fatto?>> a porre la domanda era stato un bardo, riconosciuto dal loro tipico cappello, tirato a lucido e vestito di lino rosso, intento, con la testa china sul tavolo, a scrivere su un pezzo di pergamena, probabilmente stava buttando giù i versi per una nuova ballata.
<<Naturalmente sono andato nella cittadina più vicina, questa qui, e ho avvisato le autorità - Temer bevve un notevole sorso di birra - poi non so cosa sia successo, sono venuto qui per riposarmi e riprendermi un attimo>>
<<Secondo me è stato il calore del sole, siamo a metà agosto e il sole picchia davvero tanto>> disse uno dei contadini che avevano sentito la storia.
<<No no no, è stato sicuramente il drago dorato di cui tutti parlano>> era intervenuto un ometto barbuto alto poco più di mezzo uomo.
<<Quella è solo una leggenda, non esistono i draghi, questo è l'anno più caldo, era stato predetto dalla Sperduta. Aveva letteralmente detto che avrebbe portato molto calore e siccità. C'eravamo preparati e infatti non abbiamo sentito il caldo, ma quel pover'uomo sulla strada è rimasto vittima del caldo assieme al suo cavallo>> gli rispose un altro contadino.
<<Esiste sicuro il drago. Non possono essere bruciati sotto il sole una persona e un cavallo, e comunque le leggende hanno sempre un fondo di verità>>.
Il bardo nel frattempo continuava a scrivere, poi di colpo alzò la testa e Temer, che non lo aveva visto in viso da quando era arrivato fino a quel momento, lo riconobbe.
<<Yerevan, stai scrivendo una ballata su di me o semplicemente su questa cosa che è successa?>>
<<Entrambi>> e ricominciò a scrivere. Yerevan era un ragazzo sulla ventina conosciuto lungo tutte le Terre Emerse, le sue ballate erano cantate in ogni regno e tutti i nobili lo reclamavano durante i loro banchetti per intrattenere gli invitati. Essere in una sua ballata significava essere famoso in ogni luogo e conosciuto da tutte le genti. Conoscerlo significava conoscere chiunque.
<<Tu credi alla leggenda del drago?>> gli chiese all'improvviso Temer, avvicinandosi al giovane con il boccale in mano.
<<Non la conosco nemmeno, non ho esattamente avuto un'infanzia con le leggende>>
<<Allora te la racconterò io. - Temer finì la birra e appoggiò sonoramente il boccale sul tavolo - Molto tempo fa, sono passati circa settecento anni, nei boschi ai lati della strada principale vivevano degli elfi, si facevano chiamare gli Elfeseir. Si dice che la loro arma più potente fossero degli enormi draghi sputafuoco che potevano incenerire interi villaggi in un battito di ciglia - fece un respiro profondo - ovviamente non c'è niente di confermato, ma te la riassumo per come me la raccontavano a me. I draghi degli elfi erano completamente dorati, di pelle e di accessori. Si dice che venissero ornati con selle e briglie di dimensioni apposite e tutte ricoperte di una patina dorata. Successivamente arrivarono i sovrani dei regni limitrofi ai boschi, Sten di Tramenj, Chirac di Frantiss, Etel di Aquor e Agnese di Sternen, iniziarono a conquistare pezzetto dopo pezzetto tutta l'area boscosa. Infine gli elfi dovettero scappare e rifugiarsi sulle montagne del Sud, dove stanno tuttora, per non rischiare una vera e propria carneficina. Si dice che tutti i draghi li seguirono tranne uno e che quello stia ancora in mezzo ai boschi, nascosto da occhi indiscreti. Io non ci credo, è una leggenda e poi non penso che un drago possa vivere più di settecento anni. Sono stati bruciati dal sole, te lo dico io>> Yerevan ascoltava, stando attento a non perdersi nemmeno una virgola. Aveva scritto per tutto il tempo e sembrava che avesse quasi riempito una facciata della pergamena.
<<Tu cosa dici Yerevan? Ci credi?>>
<<Non esattamente>> il ragazzo non aveva intenzione di schierarsi, poi si alzò come se avesse fretta di andare da qualche parte.
<<È ora che vada>> annunciò mentre raccoglieva la pergamena, il pennino e il calamaio, poi uscì dalla locanda con gli occhi di tutti puntati addosso e un sorriso strano stampato sul volto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro