Ero un poliziotto. Rincasavo dopo giorni. Sapevo che lei mi aspettava. Misi piede in casa e come da copione mi vomitò addosso uno sproloquio. Quei discorsi si svuotarono di ogni senso logico. Quella finta gelosia mi divertiva, mi tradiva col mio collega, ma doveva alimentare il mio senso di colpa per alleviare il suo. Ero stanco, preso da un caso che mi tormentava. La mia carriera in discussione per un errore durante una rapina. Lei continuava. Mi accusava di tutto. Perché non stava zitta? Perché doveva colpirmi? Non pensavo, il cervello era disconnesso. La pistola. La mira. Un colpo. Zitta.