You are dead
"Ira: s. f. [lat. īra]
Desiderio irrefrenabile di vendicare violentemente un torto subito"
-I Sette Peccati Capitali-
Jeff e Jacob
Camminarono per la cittadina addormentata nel freddo della notte invernale per chissà quanto tempo, Jacob aveva pensato di arrivare a scuola senza troppi problemi ma Jeff aveva insistito per evitare la strada principale e quindi avevano allungato di molto il giro passando per le stradine interne tra le vari abitazioni, a volte completamente buie ed altre solamente male illuminate, ma del resto quello era un paese, non una città, e si sviluppava interamente lungo la strada principale per poi allungarsi ai lati di essa per stradine sempre più piccole.
Per fortuna che si era messo le scarpe e non era uscito scalzo, aveva pensato Jacob, altrimenti oltre alle mani e il corpo si sarebbe gelato anche i piedi e non era tanto sicuro che sarebbe stato in grado di mantenere il passo deciso che Jeff pretendeva di mantenere.
"Ti vuoi muovere? Quanto manca ancora?"
Jeff era impaziente di arrivare e di avere quella mappa, non era la prima volta che faceva a Jacob quelle domande nervose e impazienti e il bambino, ogni volta che doveva rispondere, non avrebbe osato non farlo, aveva la leggera paura che la risposta non sarebbe piaciuta a Jeff e che quindi lo avrebbe schiaffeggiato di nuovo, la guancia non gli faceva più male ma si ricordava bene la sensazione.
Questa volta però fu diverso perché Jacob riconobbe l'edificio scolastico nonostante il buio che lo circondava e lo indicò con un sorriso a Jeff.
"Eccola! Siamo arrivati"
La scuola non era nulla di più di un'edificio rettangolare a due piani circondato da un giardino alberato e successivamente recintato, Jeff ne studiò la struttura e a prima vista notò che non vi erano inferiate alle finestre ma solo delle serrande, entrare non sarebbe stato difficile.
Con un sorriso si avvicinò alla recensione in ferro battuto verniciato non più alta di due metri e, sotto lo sguardo curioso di Jacob, iniziò ad arrampicarsi per passare dall'altra parte.
"Che cosa fai?"
Il bambino, dopo aver indicato l'edificio, lo aveva guardato aspettandosi qualche complimento o ringraziamento ma Jeff lo aveva totalmente ignorato e non aveva avuto occhi se non per quell'edificio.
Jacob rabbrividì a vedere l'inquietante sorriso che si era formato su quel volto intagliato, per poi vederlo arrampicarsi sul recinto, neanche fosse una scimmia, facendo presa con le mani ruvide e forti e issandosi fino alla cima con l'aiuto di braccia e gambe e lasciarsi infine cadere dall'altra parte con un tonfo, una tranquillità e una scioltezza che facevano sembrare la sua irruzione un gesto completamente normale ed abitudinario.
Una volta atterrato dall'altra parte Jeff si girò verso Jacob che era rimasto dall'altra parte delle sbarre sulle quali ora appoggiava le manine infreddolite.
Jeff lo osservò un momento prima di rispondere.
Anche nel buio poteva vedere con chiarezza la preoccupazione e il nervosismo del bambino, per tutto il percorso Jacob non aveva fatto altro che guardarsi intorno cercando di rimanere sempre almeno vicino ad una strada illuminata o accanto a qualche fonte di luce e ogni tanto, quando pensava che non lo avrebbe visto, il bambino aveva guardato anche lui con preoccupazione e nervosismo e quei sentimenti erano aumentati ogni volta che lui gli aveva posto una domanda.
In quanto all'abbigliamento il bambino era vestito solo con un pigiama che, nonostante fosse invernale e a maniche e pantaloni lunghi, sicuramente non lo poteva proteggere dal freddo della notte.
"Entro"
Jacob guardò preoccupato le sbarre e si alzò sulle punte dei piedi per fare un tentativo nell'arrampicata ma capì subito che non sarebbe mai riuscito a scavalcare la recisione come aveva appena fatto Jeff e così provò a far passare un braccio tra le sbarre ma ben presto si accorse che, se anche il torace fosse passato, la testa non l'avrebbe mai fatto.
Tutti questi tentativi erano stati svolti sotto lo sguardo annoiato di Jeff che si chiedeva quando quello stupido bambino si sarebbe arreso all'evidenza e ciò accade quando, dopo aver guardato un'ultima volta il cancello, Jacob alzò lo sguardo su Jeff e constatò ciò che era evidente fin dall'inizio.
"Mai io non ci riesco"
Jeff sapeva perfettamente che non sarebbe riuscito ad entrare, se lo avesse voluto tra i piedi avrebbe potuto benissimo scassinare la serratura del portone o più semplicemente avrebbe potuto far scavalcare prima Jacob con il suo aiuto e poi passare, ma voleva entrare nella scuola da solo e quindi fece finta che non ci fosse altro modo se non quello che propose.
"E' davvero un grande problema..."
Si divertì davvero a prendere in giro quel bambino acquistando un tono di voce a metà tra il preoccupato e il canzonatorio mentre scuoteva leggermente la testa senza staccare gli occhi da quelli di Jacob.
"Ma non possiamo fermarci adesso no? Tu non vuoi arrenderti, vero piccolo bastardo? Mi è appena venuta un'idea. Facciamo così, dimmi dove, io entro e poi, te lo prometto, torno"
Si era inginocchiato all'altezza del bambino, al quale era passata per la testa l'idea che Jeff lo stesse prendendo in giro, finendo la frase con un largo sorriso che, almeno secondo Jeff, sarebbe dovuto sembrare amichevole, ma che in realtà era più inquietante che mai.
Jeff fissò i suoi occhi in quelli di Jacob che, messo sotto pressione da quello sguardo penetrante e insistente, non sembrava particolarmente convinto ma anzi, era abbastanza sicuro che non avrebbe dovuto fidarsi di nessuna delle parole che sarebbero uscite dalla bocca di quella strana e inquietante persone dalla pelle bianca e dal largo sorriso che poteva trasmettere di tutto tranne che allegria.
"Mi vedrai uscire da lì Jacob, non scapperò, è una promessa"
Era da quel pomeriggio che Jacob aveva iniziato a dubitare dell'importanza delle promesse ma si rendeva anche conto che se non avesse ceduto non sarebbero andati a finire da nessuna parte, Jeff non avrebbe mai trovato la mappa e lui non avrebbe mai più rivisto la mamma.
Era anche vero inoltre che Jeff sarebbe dovuto riuscire da dove era entrato e quindi lo avrebbe visto se avesse tentato di scappare.
Nella sua ingenuità Jacob, alla fine, si fece convincere dalle parole di Jeff, non avrebbe mai pensato che quella persona avrebbe potuto benissimo uscire dall'altra parte dell'edificio e scappare con la mappa e quello, ad essere sinceri, era il piano principale di Jeff nel caso in cui la mappa fosse stata esauriente per le sue ricerche.
"La mia classe è quella lì, il mio banco è il penultimo della fila centrale e la mappa è nello zaino, è piegata e grande"
Jeff seguì con lo sguardo il punto che il bambino indicava con un dito puntato attraverso le sbarre, la classe era al pian terreno, la prima finestra sulla destra dell'edificio, più facile di così non poteva essere.
Jeff sorrise e non degnò Jacob ne di uno sguardo ne di un ringraziamento quando si ritrovò a correre verso la finestra, era così eccitato e impaziente che gli sarebbe sembrata una tortura camminare in quel momento.
Dal canto suo, Jacob, non poté fare altro che sedersi a terra ad osservare Jeff che forzava le serrande della sua classe e si issava all'interno svanendo nel buio dell'aula, aveva freddo ma decise che non era nulla che non potesse sopportare quindi si strinse nelle spalle e iniziò la sua attesa.
Quando Jeff era entrato nell'aula la prima cosa che fece fu dirigersi direttamente al banco indicatogli precedentemente a voce da Jacob.
Era completamente accecato dal suo obbiettivo, non vedeva altro che quel banco e lo zaino che gli era appoggiato accanto così senza curarsi di altro iniziò immediatamente a frugarvi all'interno con fare frenetico.
Lo zaino di Jacob era un normale zaino da ragazzino delle elementari eppure quello che conteneva al suo interno era per Jeff un'oggetto di fondamentale importanza, forse vitale.
Le suo mani tremavano per l'impazienza mentre lo apriva e riversava malamente sul banco tutto il suo contenuto, libri e quaderni foderati caddero sul banco con fragore, aprendosi e rovinandone le pagine, l'astuccio si aprì riversando fuori tutto il suo interno che cadde a terra come una pioggia di matite colorate, penne, forbici e righello, spargendosi a macchia d'olio subito intorno a quel fatidico banco.
Ovviamente non gli importava se avesse fatto un casino in quell'aula perché in ogni caso non si sarebbe preso la briga di mettere tutto apposto.
Che gli importava se la mattina dopo, entrando nell'aula, qualche idiota del cazzo fosse entrato e avrebbe iniziato a lamentarsi per l'irruzione, alla polizia non sarebbe fregato un cazzo di un'irruzione senza furto e certamente, quegli idioti che gli stavano sempre appresso come se gli fossero stati attaccati al culo non avrebbero mai ricondotto quell'intrusione a lui, come avrebbero potuto d'altronde?
"Rapinare" una scuola elementare non era certo nel suo stile e inoltre contava di essere già in marcia da un pezzo quando, forse per le sei del mattino, qualcuno sarebbe entrato in quell'aula a notare quella confusione.
"Dove sei?"
Pronunciò a denti stretti per l'impazienza mentre iniziava a spostare i vari libri e quaderni rovinando le pagine di molti di essi.
Li aprì e li sfogliò velocemente uno per uno e stava veramente per perdere la pazienza quando, nascosta tra le pagine del quaderno di chissà quale materia, ripiegata ma grande quanto un foglio normale, Jeff trovò ciò che cercava.
La carta sembrava quella di normale foglio da stampa al tatto, non che ci si potesse affidare molto, ed era attaccata con dei pezzi di scotch, era rovinata in diversi punti e consunta ai lati per il tempo e le innumerevoli volte che era stata utilizzata eppure, per quanto banale e priva di valore fosse, quel pezzo di carta era per Jeff, ed anche per Jacob, una delle cose più preziose al mondo, dopo (T/n) ovvio.
Jeff poteva quasi sentire il battito del suo cuore nel silenzio generale che aveva avvolto l'aula per la prima volta dopo la sua entrata, sentiva il sangue scorrergli veloce nelle vene per l'eccitazione quando, con un braccio, buttò il resto delle cose dal banco a terra per fare posto alla mappa che posizionò dispiegata direttamente sotto i suoi occhi.
Pensava che, una volta trovato il punto sulla mappa, avrebbe provato un'immensa gioia e soddisfazione invece, vedendo una cartina di cui non si conosceva minimamente la geografia, palesemente inventata, fatta di isole di carta circondate da mari disegnati e mal colorati, una grande rabbia prese il posto della confusione iniziale.
I muscoli iniziarono a tremarvi per la rabbia, strinse i denti fino a sentirli scricchiolare e accartocciò la carta di quell'assurda mappa giocattolo che stava sotto le sue mani per poi afferrare il banco in uno scatto d'ira e ribaltarlo urlando.
"CAZZO!!"
Il banco si ribaltò di scatto con un gran fragore prodotto dalla gambe in ferro e il cozzare verso le sedie vicine che furono ribaltate anch'esse a causa dell'impatto.
"Vaffanculo!"
Come?
Come aveva potuto creder che la stupida mappa del cazzo di un bambino bastardo lo avrebbe potuto portare da (T/n)?!
Al solo pensiero di essere stato così stupido, di essersi fatto ingannare da tutte quelle speranze del cazzo, di aver perso tutto quel fottuto tempo appresso ai deliri di un bambino idiota sentiva la rabbia crescere e diffondersi nel suo corpo con la facilità di un fuoco che divora l'erba secca.
Senza pensarci due volte afferrò una sedia dell'aula e, lanciandola con tutta la forza che possedeva in quel momento, ci fracassò una delle finestre dell'aula che cade a terra in un fragore di schegge e tintinnii vari immaginando di spaccare in due la testa di quel bambino che lo aspettava lì fuori inconsapevole della sua rabbia.
Non gli importava che quello fosse solo un bambino ingenuo e idiota che credeva davvero che una stupida mappa giocattolo del cazzo lo avrebbe riportato da quella puttana di sua madre, con la quale avrebbe volentieri fatto i conti dopo per tutto quel tempo che gli stava facendo perdere per essere ritrovata, ma lo avrebbe preso di peso, lo avrebbe afferrato per quella testolina bruna e gliel'avrebbe stretta fino a fargli uscire quegli stupidi occhi (c/o) del cazzo dalle orbite, poi con immensa soddisfazione, avrebbe fracassato la sua testa più e più volte contro il bordo del marciapiede freddo facendo colare il suo rosso sangue caldo sull'asfalto nero e sporco fino a rendere la sua testa un'ammasso di schegge d'osso misto a sangue e cervella frantumati.
"CAZZO!"
Avrebbe dovuto farlo prima di stare a sentire quelle stronzate!
Pensò Jeff dando un calcio ad altre sedie e ribaltando altri tavoli per poi afferrare quella mappa del cazzo, senza preoccuparsi di rovinarla ulteriormente, con una mano ed estraendo il coltello con l'altra.
Ormai era tardi per cercare qualsiasi possibile traccia di dove avessero portato (T/n) quella sera, sempre che fosse stato davvero quella stessa sera, ma era ancora in tempo per farla pagare cara a quello stronzetto.
Da fuori intanto, Jacob aveva sentito tutto il casino che Jeff aveva fatto nella sua aula, saltando in piedi quando aveva sentito il rumore di vetri rotti, e si era chiesto preoccupato cosa accidenti stesse combinando al suo interno.
Infondo doveva solo prendere una mappa ed uscire quindi, cos'era tutto quel casino?
Avrebbe voluto andare a controllare per la curiosità ma a causa della recisione per lui sarebbe stato un proposito impossibile quindi tutto quello che era stato in grado di fare era stato alzarsi ancora una volta e avvicinarsi il più possibile alle sbarre ma, quando aveva visto Jeff uscire con una balzo dalla finestra, il passo pesante e deciso, la mappa stretta in una mano ma, cosa ancora più preoccupante, il coltello sguainato nell'altra, si fece prendere dalla paura e, quando Jeff fu abbastanza vicino affinché Jacob potesse guardarlo negli occhi, quella furia omicida lo fece indietreggiare di scatto, il cuore rischiò di avere un'infarto e cadde a terra inciampando nei suoi stessi piedi per poi rimanere inchiodato al terreno dagli occhi di Jeff che brillavano dalla rabbia che gli ardeva dentro.
"Che cazzo è questa?"
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Tecnicamente il capitolo non doveva finire qua ma mi era sembrato un buon momento per interromperlo.
Spero si sia capito che è leggerete alterato in questo momento.
E detto questo buona piovosa domenica a tutti.
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