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The end of the happiness

 "Oh, if the sky comes falling down, for you

There's nothing in this world I wouldn't do" 

-Hey Brother-


Jacob e (T/n)


Passare il pomeriggio dalla mamma nel bosco era stato fantastico, come ogni giorno passato con lei insomma.

Aveva pensato varie volte se parlargli del tema durante quella giornata ma alla fine glielo aveva tenuto nascosto.

Jacob passò per il cancelletto bianco del giardino e salì velocemente i gradini del porticato per poi passare per la porta aperta apposta per lui e per chiudendosela poi alle spalle come ogni volta che tornava dalle sue uscite.

"Jacob Benedict"

Michele lo aspettava a braccia conserte davanti alla porta, lo aveva sentito mentre apriva il cancelletto e ora si preparava a fare un certo discorso con lui in merito alla chiamata che aveva ricevuto dalla scuola.

Era terribilmente serio e quello, dato che accadeva raramente, per Jacob non era mai un buon segno.

"Mi ha chiamato la maestra per parlare del tuo tema"

Michele voleva sembrare serio ma infondo al suo sguardo c'era una luce di preoccupazione nei suoi occhi che il bambino non poteva vedere perché troppo preso dal brutto ricordo del suo tema incompleto per accorgersene.

"Perché hai scritto quelle cose Jacob?"

Michele si chinò all'altezza del figlio e gli alzò gentilmente la testa con una mano per guardarlo negli occhi.

"Ho parlato della mamma"

Disse solo il bambino come se non ci fosse nulla di strano in ciò che aveva scritto.

Cosa c'era che non andava nel suo tema?

Cosa aveva detto la maestra per far arrabbiare il papà?

"Non hai parlato della mamma Jacob, so che forse è difficile per te, ma la tua mamma non c'è e quello che hai scritto è davvero preoccupate, lei non-"

La voce pacata e preoccupata di Michele venne interrotta dall'urlo del bambino.

Aveva stretto i denti e i piccoli pugni fino alla fine, voleva mantenere il segreto della mamma con il papà ma non poteva più stare zitto.

"Si che esiste! La mia mamma è nel bosco e-"

Michele cercò di riprendere in mano la situazione sospirando e chiudendo gli occhi, accarezzando la testa del figlio per calmarlo.

"Ok va bene ometto, sai che facciamo? Mi sono fatto dettare il tema, ora te lo leggo e tu mi dici se quello che ho scritto è vero, ok?"

Jacob annuì rilassando i muscoli, era probabile che la maestra avesse mentito, quella donna non gli piaceva proprio, lui aveva solo scritto della mamma.

"La mia mamma"

Iniziò Michele schierandosi la voce e leggendo i suoi appunti ordinati.

"La mia mamma non vive con me e il mio papà. Vive nel bosco vicino casa. Ha i capelli (c/c) e gli occhi (c/o) come i miei, la mia mamma è molto bella e le voglio molto bene. Ha una felpa con il cappuccio a cui ha strappato le maniche, le braccia sono piene di fasce bianche e ha i jeans. Mi piacciono i jeans. Ha dei coltelli alla cintura ma sono diversi da quelli che ho in cucina, non hanno la parte di plastica dove prenderli e mi piacciono quando luccicano. La mia mamma dice che si lanciano. Poi ha un coltello lungo lungo, prima mi faceva paura ma quando giochiamo ai pirati una volta ho chiesto alla mamma di usarlo come spada. Ha detto di no e mi ha rimproverato e io non l'ho chiesto più. Mi piace la mia mamma quando sorride ma a volte è triste. La vado a trovare dopo scuola perché così è felice. Mi ha detto però che devo stare attento, quando ha gli occhi cattivi devo scappare e tornare dal mio papà"

Michele fece una pausa e guardò il figlio che aveva ascoltato il suo tema parola per parola.

Ne era orgoglioso e sorrideva ma il papà aveva uno sguardo strano quindi Jacob smise di sorridere.

"È questo il tuo tema Jacob?"

Era estremamente serio, va bene che quello era un bambino senza madre e forse l'aveva inventata ma alcuni dettagli erano preoccupanti.

Le armi, questi occhi cattivi, non erano cose che un bambino si va ad inventare.

"Si"

Disse solamente Jacob anche se meno sicuro di prima.

Perché papà è arrabbiato?

Non riusciva a capirlo.

Michele si alzò sospirando portandosi una mano alla fronte.

"Non mi stai dicendo una bugia vero?"

Si guardarono negli occhi, lo sguardo serio e preoccupato del padre incontrò quello innocente e confuso del figlio.

Non stava mentendo e la cosa metteva un po di ansia addosso a Michele.

"Ascoltami bene Jacob..."

Sospirò di nuovo, come poteva dirglielo?

Era solo un bambino di sei anni.

Non sapeva come ma doveva dirglielo, chiuse gli occhi, inginocchiò all'altezza del bambino tenendo ancora il tema in una mano e iniziò a parlare.

"Jacob. Questa persona, questa mamma di cui hai scritto, sembra una persona pericolosa, non posso più permettere che tu vada nel bosco perché quella persona, se esiste, non è tua madre. La tua mamma ti ha abbandonato, quasi cinque anni fa, non c'è nessuna mamma bellissima nel bosco e-"

"SEI UN BUGIARDO!"

Michele sobbalzò per la sorpresa, Jacob non aveva mai urlato così, neanche quando litigavano.

Dal canto suo Jacob era rosso di rabbia e stringeva i pugni guardavo con odio il padre.

Perché diceva tutte quelle cattiverie sulla mamma?

La sua mamma era buonissima e soprattutto era la sua mamma.

"Sei un bugiardo e te lo dimostrerò"

Il bambino gli puntò un dito contro per poi avventarsi sulla porta alla fine del corridoio.

"Cosa? Jacob! Torna subito qui Jacob! Che vuoi fare?!"

Non sapeva se essere arrabbiato o preoccupato, corse dietro al bambino ma quello aveva già aperto la porta e senza voltarsi neanche una volta ai suoi richiami era corso via.

Stava scappando nel bosco!

"JACOB!"

Gli corse dietro, cercò di afferrarlo ma lui non cedette e gli morse la mano con forza facendolo urlare dal dolore e indietreggiare.

"Jacob!"

Non si era mai comportato così.

Jacob non si curò di quello che fece, si sarebbe fatto perdonare dopo, ora era determinato a mostrare al papà che si sbagliava, doveva arrivare al bosco, doveva trovare la mamma e l'avrebbe fatta vedere al papà, forse avrebbero iniziato a vivere insieme come le altre mamme e gli altri papà e allora avrebbe potuto vederla ogni giorno come succede nelle vere famiglie.

Perché non ci aveva pensato prima?

L'idea lo esaltò a tal punto che corse più veloce, ignorò ancora i richiami del padre sempre più disperati e quando lo sentì inciampare e cadere cercando di scavalcare la staccionata che divideva la strada dal bosco lui era già lontano.

Eppure dopo poco, nonostante la sua determinazione e il suo obbiettivo, Jacob si fermò.

Quello non era il bosco che conosceva, quel bosco, così luminoso e divertente di giorno, ora era tutto nero, gli faceva paura e sembrava che dietro ogni ombra ci fosse un mostro pronto ad attaccarlo.

Sentiva il suo piccolo cuoricino battergli nel petto e rischiava di mettersi a piangere ad ogni rumore, anche per il più innocuo.

"...mamma..?"

La voce gli uscì strozzata e tremante ma non poteva fermarsi ora, doveva andare avanti, la mamma lo avrebbe trovato di sicuro.

Iniziò a camminare e inconsapevolmente andò nella direzione giusta... anche se forse... sarebbe stato meglio cambiare strada.

Più avanti infatti, nella foresta, ti stavi preparando a partire, zaino in spalla e Masky e Hoodie come scorta, non tanto per proteggerti, di essere protetta ne avresti fatto volentieri a meno ma per evitare che scappassi da qualche parte.

Da quanto tempo era che non li vedevi?

Da quella volta che eri caduta dal precipizio o da quando avevi cercato di impiccati?

Ricordavi vagamente che avevi anche provato ad attraversare la superstrada in uno dei tuoi momenti di lucidità ma ti avevano subito riportato indietro una volta trovata e capite le tue intenzioni.

Non che importasse tanto ricordare quante volte o in quali modi avessi cercato di porre fine a quell'inferno, le conseguenza erano state disastrose e ora, anche se non li vedevi, sapevi che ogni tanto c'era qualcuno che ti teneva d'occhio.

Dalla nascita di Jacob le visite erano diminuite perché avevi smesso di attirare le attenzioni sbagliate, ripensandoci con il senno di poi avevi deciso che cercare di suicidarti senza un piano era stata un'idea davvero sconsiderata che invece di liberarti ti aveva diminuito ancora di più quelle poche libertà che ti erano rimaste ma allora non potevi certo immaginare che sarebbe stato così difficile, però avevi imparato che se volevi stare con il tuo bambino non potevi certo metterlo nei guai in quel modo.

Eppure quella non era una visita come le altre, non si sarebbero fatti un giro per controllare che andasse tutto bene per poi andarsene silenziosamente come erano arrivati per tornare più avanti, no, non era come tutte le altre volte, questa volta avevano deciso di spostarvi.

Potevate abbandonare il "terreno di prova" o come lo avevano chiamato loro, una sorta di promozione del tipo "Ehy, ora che abbassi la testa come un cane e non interferesci con il lavoro di tua sorella possiamo legarti ancora di più"

Non sembrava una cosa buona.

Stavi per avviarti con il triste pensiero che il giorno dopo, quando Jake sarebbe entrato nel bosco per cercarti, non ti avrebbe più trovata, ma andava bene così, non un saluto, non una lacrima per lui, era triste, sarebbe cresciuto e si sarebbe dimenticato di te, di quella strana mamma che viveva nel bosco, che gli raccontava storie e giocava con lui.

Saresti diventata un ricordo, un fantasma del passato, un'amico immaginario di cui piano piano ne svanisce il ricordo del volto e poi l'esistenza stessa e andava bene così.

Andava bene così vero?

Stavate camminando da meno di una decina di minuti e, mentre tu stavi ricacciando indietro le lacrime che ti pizzicavano gli occhi, non dovevi pensare a Jacob quando quel mostro poteva essere nei paraggi, Hoodie fece improvvisamente segno alla comitiva, in ordine; lui, te e Masky, di fermarsi.

"Sento qualcuno"

Chi era il povero idiota che poteva entrare nel bosco a quell'ora della notte?

Chiudesti un'attimo gli occhi e ti concentrarti su quei passi mentre Masky estraeva un coltello e scrutava attentamente il buio della foresta per cercare lo sventurato di turno di quella notte.

Da quello che potevi sentire, dal rumore delle foglie che scricchiolavano e dalla frequenza di quei rumori, era una sola persona che avanzava a passo incerto ma chiunque fosse speravi vivamente che si allontanasse, quei passi avevano un qualcosa di familiare e ti stavano mettendo una strana ansia addosso.

I passi si fecero più vicini.

Incerti e piccoli, eppure sempre più vicini.

Una piccola figura sbucò fuori dal buio.

Il sangue abbandonò la tua pelle in volto, il cuore ti saltò in gola e il respiro si fermò, le forze ti scivolarono via per un momento e le gambe si fecero molli quando riconoscesti quella piccola figura e un piccolo e impercettibile sussurro, così piccolo che neanche muovesti le labbra, uscì dalla tua bocca.

"...no..."

Quegli occhi innocenti e quei morbidi capelli bruni che adoravi accarezzare, quella piccola figura sempre allegra ora tremante e terrorizzata, non c'era verso che potessi confonderlo con qualcun'altro.

Anche lui ti vide, ti vide tra quelle due strane figure che non aveva mai visto, nel buio e mezze nascoste nell'ombra della notte, e si fermò un'attimo incerto.

"...m-mamma?"




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Scusate per l'assenza

Come butta?

Spero bene!

A me no ma nulla di serio, infondo c'è di peggio, tipo morire prima di finire di scrivere o simili.

Cooooomunque, mi rendo conto che all'inizio questa parte del "libro" possa sembrare un po' contorta ma se ci sono dubbi sono qui per chiarirli e comunque cercherò di postare più spesso almeno queste prime parti per aiutarvi ad avere un'idea generale.

Il problema di chi scrive, mi sono resa conto, è che avendo un'idea generale di tutto, non riesco a capire quanto effettivamente ciò che scrivo possa sembrare innovativo, nuovo o comunque coinvolgente.

Per me segue un filo talmente logico da sembrare quasi banale, una tessera del domino tira giù l'altra e così via, il percorso è chiaro, la via non poteva che non essere più chiara della via per la città di smeraldo del mago di Oz.

Eppure da un parte so che è nuova come storia, in parte perché ovviamente l'ho scritta io e non qualcun'altro, ( non nel senso che io sono migliore o cosa ma nel senso che sono una persona diversa e quindi a meno che non copi spudoratamente una storia quella sarà per forza nuova perché diversa) in parte anche perché in nessuna ff del genere che io abbia letto c'era una trama o comunque dei particolari simili.

Che diciamocelo, ci pongo abbastanza fiducia e affidamento su questi particolari.

Quindi.

Ora che sapete ciò che penso io voi cosa ne pensate?

Chiesto questo.

Ciao addio e a dopo

poitre1234

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