Scream
"A volte mi chiedo se non mi sia infilata in un qualcosa di troppo più grande di me
-?"
Jacob & Jeff
Corse dal bambino con un nuovo sentimento nel petto, aveva fatto del male a qualcuno a cui non voleva.
Aveva fatto del male a Jacob, (T/n) non glielo avrebbe mai perdonato.
Devo nascondere il corpo, devo bruciarlo, lei non deve saperlo.
Erano questi i suoi pensieri mentre guardava frenetico il copro del bambino nella speranza di riuscire a trovare in lui un qualche segno di vita.
Il collo già si faceva livido lì dove lo aveva stretto, il volto era ancora leggermente paonazzo e si vedevano distintamente i solchi delle lacrime.
Senza pensarci Jeff passò le dita della sua mano sana lungo il suo stesso volto, lì dove sentiva qualcosa di strano, subito sotto gli occhi e la ritirò con sorpresa scoprendola umida.
Cosa era successo?
Cosa aveva fatto?
Non si ricordava molto dei suoi momenti di follia, non si era mai preso la briga di cercare di ricordarseli e comunque sapeva che sarebbero stati nebulosi, vaghi e privi di senso. La sua mente non li ricordava, li cancellava, li nascondeva nel profondo del suo subconscio come se fosse una terribile scatola di Pandora.
Già pensava a se ravvivare il fuoco o meno per bruciare quello che era praticamente certo fosse un cadavere quando, un impercettibile movimento, catturò la su attenzione.
Il petto del bambino piano piano si abbassava ed alzava, era incosciente ma respirava.
Jeff si lasciò andare in un respiro di sollievo prima di avvicinarsi e guardare il volto del bambino.
Doveva svegliarlo?
Non sapeva cosa gli avesse fatto, come avrebbe potuto reagire?
Sicuramente male.
Nell'indecisione Jeff decise di svegliarlo.
Titubante iniziò a dargli dei piccoli schiaffi in faccia con la mano buona.
"...ehy"
Non avendo reazione iniziò a scuoterlo per le spalle.
Il bambino iniziò a tossire e Jeff non perse tempo, lo mise seduto, se lo appoggiò al petto e iniziò a dargli dei piccoli colpetti sulla schiena come se si stesse strozzando.
"va tutto bene... va tutto bene"
Neanche Jeff sembrava tanto convinto di ciò che stava dicendo ma non sapeva che altro dire.
Appena però il bambino sentì la sua voce, appena si rese conto di dove fosse, tra le braccia di chi fosse, spinse via Jeff con tutta la poca forza che aveva in corpo e si mise a urlare nonostante la gola dolorante.
Jeff, spiazzato da quella reazione improvvisa pur sapendo che se la sarebbe dovuta aspettare lo lasciò subito andare, alzò la mani per far vedere che non gli avrebbe fatto del male ma forse lo fece troppo velocemente o forse il ricordo di Jeff che cercava di ucciderlo era ancora troppo vivido per lui e quindi il bambino riprese ad urlare. Cercò di scappare ma alzandosi le gambe non lo ressero e si ritrovò di nuovo a terra con le lacrime agli occhi.
Jeff sapeva di doverlo calmare prima che si facesse del male da solo ma non poteva aiutarlo se avesse così tanta avuto paura di lui.
"Jacob... da bravo... non avere paura"
Jeff parlava lentamente come si fa con un animale spaventato, era difficile credere che il bambino che aveva davanti fosse lo stesso che gli aveva detto che lui non era pazzo o che precedentemente si fosse avvicinato a lui con così tanta fiducia.
Ora doveva aver capito quanto fosse stato stupido, ora era terrorizzato da lui, da ogni sua parola, da ogni suo movimento, anche del più innocuo.
Qualcosa si incrinò nel petto di Jeff vedendo quella reazione ma non se la prese con il bambino, quello era l'effetto che lui, Jeff the Killer, il pazzo assassino psicopatico, faceva a tutti.
A tutti tranne lei, tranne a (T/n)... oppure anche lei, se fosse stata davvero lì, in quel momento di follia,, lo avrebbe abbandonato?
Jeff si scurì in volto e scacciò quel pensiero, no, lei no, dovette rispondersi, non avrebbe avuto quella reazione perché con lei non avrebbe mai perso il controllo, mai.
Promettendoselo a se stesso, lentamente si alzò da terra, sempre con le mani in alto ma ogni passo che faceva il bambino strisciava ancora più indietro.
Aveva paura, anzi no, ne era terrorizzato, quella figura ora lo terrorizzava più di qualunque altra cosa, gli bloccava il respiro e gli impediva di urlare, il solo ricordo della ferocia con la quale lo aveva attaccato gli gelava i muscoli e lo impietriva sul posto nonostante la voglia che aveva di scappare.
Il suo rimanere fermo non era coraggio, era paura e a Jeff ogni istante di quella scena portava alla mente un'unica frase.
Te l'avevo detto.
Il volto di Jeff si fece più inespressivo, non più duro ne più cattivo per quel rifiuto ma non si impegnò neanche per cercare di rassicurarlo.
Lo guardava dall'alto in basso con uno sguardo vuoto, qualunque cosa avrebbe fatto Jacob non si sarebbe fidato di lui.
Te l'avevo detto.
Diceva la vocina nella sua testa, e non parlava tanto a Jacob quanto a lui.
Te l'avevo detto di non fidarti, per Jacob. Te l'avevo detto che eri solo un mostro, per Jeff.
"Smettila"
La voce piatta, lo sguardo quasi assente.
Neanche lui sapeva esattamente a chi si fosse rivolto.
"Sapevi che ero una persona pericolosa quindi smettila di frignare e alzati, dobbiamo andare da (T/n)"
L'aria era gelida, l'atmosfera si era fatta pesante e ogni cosa sembrava immobilizzata sul posto, persino la brace ormai non dava più calore e gli animali o erano scappati o erano ancora nascosti per il baccano di prima.
Jeff guardò un ultima volta il bambino prima di girarsi e andare a raccattare le sue cose ma si bloccò a metà quando sentì la sua piccola voce flebile, quasi un impercettibile sussurro che avrebbe potuta essere solo un'illusione.
"Che hai detto?"
Jeff si rimise dritto, le mani strette lungo i fianchi, non ricordava neanche quando avesse iniziato a stringerle, guardò il bambino che in un primo momento abbassò timoroso lo sguardo poi, non sapendo neanche lui con quale forze, ripeté ciò che aveva detto.
"...no"
Abbassò lo sguardo un altra volta sotto gli occhi impassibili di Jeff per poi rialzarlo prima di continuare.
"Voglio tornare dal mio papà..."
La parole del bambino si persero nel silenzio della foresta.
Jeff ricordò il cadavere del padre di Jacob e fece una smorfia disgustata inclinando leggermente la testa.
"Non dire cazzate, tu vuoi andare da tua madre quindi adesso alzi il culo e andiamo"
Rispose più sgarbato del solito prima di ricominciare a radunare le sue cose.
Un bagliore al suolo attirò la sua attenzione, era il ciondolo di (T/n), sporco e rovinato, probabilmente gli era caduto dalla tasca nel suo momento buio e lo aveva pestato. Lo raccolse da terra, se lo alzò all'altezza degli occhi per guardare bene il ciondolo che ondeggiava nel vuoto, guardandolo provò una stretta al petto e chiudendo il ciondolo nella mano sana se lo avvicinò al costato come se quel piccolo oggetto potesse aggiustare lo strappo nel suo cuore.
"Io torno da papà"
Disse Jacob interrompendo il momento di calma di Jeff, che si girò di scatto spazientito.
"Ti ho detto di no!"
Il bambino, che aveva riacquistato un po di colore sano, sembrò diventare pallido tutto di un colpo e nuove lacrime tornarono sul suo volto mentre la paura gli impediva di urlare.
Il suo cuore batteva a mille e non voleva più passare del tempo con Jeff. Gli faceva paura davvero ora, era spaventoso, voleva tornare da suo padre, farsi abbracciare, sentirsi al sicuro, ne aveva abbastanza di quel viaggio che sembrava non avere una fine se non nel suo incubo più nero.
Voleva la sua mamma certo ma più di ogni altra cosa ora voleva sentirsi amato e al sicuro e certo Jeff non lo faceva sentire in quel modo.
D'altro canto Jeff non poteva sopportare oltre la paura del bambino, lui aveva bisogno di calma non di un bambino che urlava e piangeva per qualsiasi sua mossa.
"Torno da papà"
Disse ancora il bambino con la voce strozzata e lì Jeff si irritò davvero.
"Oh ma davvero? E dimmi stronzetto, come cazzo pensi di tornarci a casa?! Io di certo non ti ci porto!"
Aveva alzato la voce ma si era imposto di rimanere fermo. Una mossa azzardata ed era sicuro che quella pulce sarebbe morta dalla paura.
"..c-camminando... v-vado da solo"
Già non riusciva più a parlare figurarsi a camminare.
"Oh ma davvero...? Camminando dici..."
Jeff prese un respiro profondo. Guardò i rami degli alberi. Percorse con lo sguardo la forma delle foglie che li coprivano dal sole, giù lungo i rami più grandi fino al tronco e poi guardò per intero l'albero accanto a se.
Fece un respiro profondo. Inspirò. Quando espirò diede un colpo sul tronco, la corteccia ruvida ne incontrò la pelle piena di calli e in quel momento si rese conto di avere anche le nocche spaccate.
Chissà che cazzo aveva combinato, più il tempo passava meno se lo ricordava.
Quando diede un pugno all'albero di fianco a lui Jacob non poté fare a meno di urlare incontrando gli occhi arrabbiati e scuri di Jeff.
"E dove cazzo credi di andare che non sai neanche dove cazzo ti trovi?! Svegliati ragazzino! Dove cazzo credi di essere? Ti sembra una favola questa?! Ti sembro un cavaliere dalla scintillante armatura del cazzo che va a salvare tua madre?! Svegliati bastardo perché questa non è una favola e di certo ne io ne te siamo degli eroi, tu sei un deficiente, io un'assassino, un pazzo o uno psicopatico, forse tutte e tre le cose insieme non lo so ma quello che so è che comunque quel coglione di tuo padre è morto come un verme e di certo ti avrà maledetto per essere stata la disgrazia della sua vita!"
Jeff aveva urlato l'ultima parte tutta d'un fiato, teneva i pugni così stretti da sentire le unghie infilarsi nella carne, la mano che si era ferito con il coltello gli faceva un male cane e continuava a sanguinare facendo fuoriuscire il sangue incandescente di rabbia che aveva dentro.
Jacob lo guardò allarmato per un secondo ma poi, con chissà quale coraggio, o con quale stupidità, con le lacrime agli occhi e la gola livida che gli faceva male ad ogni parola pronunciata trovò la forza di ribattere.
"Non è vero... non è morto... sei un bugiardo..."
Non era morto, il suo papà non poteva essere morto.
"Si che è morto! Sono stato io ad ucciderlo e dovevi vedere come urlava, si contorceva e ti malediva, sputava sangue e ti odiava mentre moriva, gli ho stappato gli occhi dalla faccia e gli ho aperto in due la pancia, dovevi vedere quanto sangue c'era per terra e ti ricordi quando sono uscito da casa tua?! Tuo padre moriva e tu stavi lì con me come un cretino perché è questo che sei, un cretino, un deficiente, un buono a nulla e un bastardo, sei stato un rincoglionito del cazzo e appena troverai tua madre ti ammazzerà per essere stato così idiota!"
Non aveva detto la verità, Jeff lo sapeva ma non aveva la minima intenzione di cambiare la versione dei fatti che aveva raccontato anche se, nel complesso, quella litigata aveva un che di infantile e lui lo sapeva.
A non sapere nulla, a non voler credere a nulla anche se infondo sapeva di crederci, era Jacob.
Jacob, che infondo era solo un bambino terrorizzato e credulone in quell'istante, uno di quei bambini che credeva ciecamente nel prossimi e uno di quelli ai quali avresti potuto dire che la luna era fatta di formaggio e ti avrebbe creduto senza fiatare. Si sentì cadere il mondo addosso, per la prima volta nella sua breve vita si sentì davvero solo, solo, infelice, non amato ma, soprattutto, la causa della morte e delle disgrazie che erano accadute a chi gli stava vicino.
Se non se ne fosse andato a cercare la mamma il papà sarebbe stato vivo, se non avesse seguito Jeff il papà sarebbe stato vivo, se fosse stato una persona migliore sarebbe stato vivo, se lo avesse ascoltato, se non avesse disubbidito, se avesse sentito la mamma che gli diceva di non andare nel bosco di notte.
Tutti quei se che non gli avrebbero riportato indietro nessuna delle persone care che aveva prima e che lo portarono ad un solo grande e unico se.
Se solo non fosse mai nato.
Jacob non disse altro, semplicemente spalancò gli occhi e prima ancora che potesse riprendere a respirare, prima che potesse ricominciare a piangere si alzò di scatto e corse via sotto lo sguardo prima disorientato e poi incazzato di Jeff.
"OH MA CHE CAZZO! DOVE CAZZO VAI?!"
Senza neanche rifletterci troppo stava per inseguire il bambino, volente o nolente non sarebbe scappato da nessuna parte, non lo avrebbe lasciato andare perché era certo che senza di lui, e a quanto pare anche con lui ma quella era una situazione diversa, sarebbe morto in quella foresta.
Stava per inseguirlo quando un ramo che si spezzava alle sue spalle lo fermò all'improvviso e lo costrinse a mettersi in una posizione di difesa con il coltello alla mano.
Il suo sesto senso non lo aveva lasciato un'attimo e in quel frangente capì esattamente perché.
Non erano soli.
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Potrei essere morta ma va bene.
Perdonatemi se è passato circa un anno esatto dall'ultimo aggiornamento, quest è una delle bozze che comunque avevo già scritto e controllato tempo fa (un anno.. ops...)
quiiiiiiiiiiiiiiindi, se secondo voi ci sono degli errori (e spero di no) sentitevi liberi di farmeli notare.
Sperando che siate vive, torno nella tomba.
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