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Only your fault

(T/n)'s pov

La prima impressione che ebbi quando arrivai in centrale fu che mi trovavo in un ospedale dopo la non riuscita di un'operazione.

C'erano un sacco di studenti, praticamente tutti quelli che erano stati alla festa, e tutti o piangevano o guardavano il vuoto o si guardavano in giro stralunati.

Non capivo perché la centrale fosse così affollata e mi fermai un momento per osservarli tutti.

Una ragazza ad un tratto, tra un singhiozzo e l'altro, alzò il volto e mi guardò negli occhi.

Il suo sguardo si accese d'ira e iniziò ad urlarmi addosso.

"È colpa tua! Taylor è morto per colpa tua! Dovevi morire al posto di Alan! Nessuno sarebbe venuto a cercarti!"

Un pesante silenzio avvolse la sala d'attesa e poi scoppiò il caos.

"Dovevi morire!"

"Liberaci della tua presenza!"

"Quando ci sei tu di mezzo va tutto a puttane!"

Ragazzi e ragazze iniziarono ad urlare.

Qualcuno mi diede uno spintone e caddi a terra.

Una tempesta di calci iniziò a colpirmi ovunque.

Nello stomaco, sulla testa, sulle braccia e gambe.

Cercavo di proteggermi ma non ce la facevo.

Chi poteva mi dava un calcio, non importava dove o quanto forte, l'importante era sfogare la loro rabbia e paura su di me.

Perché si, loro avevano paura, paura di essere i prossimi, paura che sarebbe potuto accadere a loro.

Erano degli ipocriti che si compiangevano facendo finta di compiangere gli altri.

Un sentimento d'odio mi nacque nel petto.

Ad un tratto però una voce tra le tante attirò la mia attenzione.

"Fermatevi o vi arrestiamo a tutti!"

Riconobbi la voce del poliziotto ma era tutto inutile.

"Fermatevi!"

Non potevo vederlo ma lo immaginavo a cercare di farsi largo tra le folla.

Sentii altri passi e voci concitate e immaginai altri uomini in divisa riversarsi in sala.

I calci diminuirono e qualcuno mi sollevò di peso tenedomi per un braccio.

"Tornate ai vostri posti! Subito!"

La voce del poliziotto tuonò nella stanza e lentamente tornò la calma.

Mi guardai per cercare di capire le mie condizioni.

Alcuni tagli si erano riaperti dato che delle macchie rosse scure si allargavano sotto le bende inoltre stavo perdendo del sangue dal naso, il fianco mi faceva male, un altro livido da aggiungere a quello di ieri.

"Prendi questo e seguimi, iniziamo da te così torni a casa"

Mi allungò un fazzoletto con cui tamponarmi il naso e mi condusse in una stanza spoglia con solo un tavolo e due sedie.

Un grande specchio ricopriva una delle quattro pareti.

Avevo visto abbastanza gialli da intuire la presenza di un'altra stanza dietro al vetro.

"Veniamo al dunque"

Mentre mi sedevo sulla sedia il poliziotto distolse la mia attenzione dal vetro.

"Come già avrai intuito, dalla accuse totalmente infondate dei tuoi compagni, Taylor Costo e Alan Lood sono tragicamente morti ieri notte. Il primo era entrato nel bosco a cercare l'amico ed è stato ritrovato due ore dopo quando gli amici non l'hanno visto tornare. Chiamata la polizia ed ispezionato il bosco è stato trovato anche il secondo cadavere.
Volevamo la vostra testimonianza, se ha visto qualcosa quella sera, è pregata di dircelo per il bene suo e degli altri"

La mia testa cercava di metabolizzare ciò che l'uomo aveva appena detto.

Erano morti?

Quando era morti?

Come?

Chi li aveva uccisi?

Una punta di soddisfazione mi crebbe nel petto ma durò una frazione di secondo dopo di che la tristezza prese il sopravvento e risposi al poliziotto.

"Come sono morti?"

In un primo momento sembrò indugiare ma sotto il mio sguardo insistente sospirò e rispose consultando i fogli di una cartella che aveva portato con sé.

"Taylor aveva la testa sfracellata, l'omicidio è stato imputato ad Omiciadal Liu, conosciuto anche come Liu Woods, mentre il secondo al fratello, Jeffery Alan Woods, conosciuto come Jeff the Killer a causa del caratteristico sorriso sul volto della vittima che ne è il marchio"

A sentire il nome di Jeff the Killer qualcosa in me si sbloccò e spalancai gli occhi per lo stupore.

Il poliziotto se ne accorse e si protese in avanti sul tavolo guardandomi dritto negli occhi, una certa urgenza nella voce.

"Cosa c'è signorina? Si è ricordata qualcosa?"

I ricordi di quella sera erano molto sfocati ma concentrandomi credetti di ricordarmi un volto pallido tagliato da un ampio sorriso, troppo ampio.

"I-io...credo di averlo visto"

La testa mi faceva male, pulsava ogni volta che cercavo di ricordare come se NON volesse farmi ricordare.

Più mi sforzavo più quello che ricordavo era il nulla.

"Può essere più chiara signorina?"

L'uomo si sporse dalla sedia facendosi ancora più vicino e mettendomi sotto pressione.

Non che ce ne fosse bisogno ma era il suo lavoro.

"Io credo di aver visto Jeff the Killer"

Alzai lo sguardo per fissarlo negli occhi, sembrava sorpreso e confuso.

Presi più coraggio.

"Ho visto Jeff the Killer"

Il poliziotto si raddrizzò sulla schiena e si fece più attento.

"Mi racconti tutto"



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Ooook nuovo giorno nuovo capitolo.

Cosa ne pensate?

Fatemelo sapere nei commenti o vi vengo a cercare.

È una minaccia dite voi? Si lo è
(Cit. Il mio prof di fisica che è andato in pensione)

Ho cambiato praticamente tutti i prof e sono leggermente destabilizata, ma almeno c'è il finesettimana.

Ci vediamo (più o meno) martedì prossimo.

Xiao🍁

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