L'uomo che fa paura
Tailor's pov
"Ti fa tanto male Ty?"
Il sangue dal sopracciglio aveva smesso di scendere, mi sarebbe rimasto il segno per un po ma non andava poi tanto male.
"Non so Alice, forse potrei sentirmi meglio..."
Le risposi con voce maliziosa guardando verso la sua irrompente scollatura.
Senza che aggiunsi altro, Alice sorrise e mi mise le braccia al collo, io la afferrai per la bassa vita e me la avvicinai lasciando scontrare le nostre labbra.
Rimanemmo così per qualche minuto buono, facendo incrociare le nostre labbra e beandomi dei suoi mugolii di piacere.
Poi Alice si staccò e mi fissò sopra l'occhio.
"Saresti proprio un figo con una cicatrice"
Prima di risponderle iniziai a baciarle il collo scendendo verso la sua scollatura.
"Mh? Dici? Non esiste che ringrazi quella bastarda però"
Alice si mise a ridere con fare civettuolo.
"Ovvio che no, spero che Alan filmi lo scherzo. Ormai dovrebbe essere di ritorno"
Una risata uscì anche dalla mia bocca mentre ricordavo l'unico motivo per il quale avevamo dovuto sorbirci la Catastrofica alla festa.
"Allora andiamo fuori che mentre aspettiamo mi prendo qualcosa di forte"
La trascinai fuori dal bagno e ci immergemmo nella festa.
Tra una rista, un ballo e un gioco il tempo iniziava a passare e sempre più persone iniziavano a lanciare sguardi sospetti e preoccupati verso il bosco.
"Con la sfiga che porta quella vuoi vedere che Alan si è rotto una gamba?"
"Forse si sono persi?"
"Ma che ti frega di quella? Aspetta che Alan ora torna"
Commenti disparati di varia gente iniziavano ad introdursi nei vari discorsi spensierati.
Passarono 10 minuti.
15 minuti.
Fino ad arrivare ai 20.
"Dobbiamo andare a cercare Alan almeno"
Alice seduta sulle mie gambe insisteva ancora.
"Per me va bene ma chi va?"
Ben seduto davanti a me passava lo sguardo tra i presenti.
Nessuno ci voleva andare e tutti guardavano il vicino con sguardo interrogativo.
"Prendiamo dei bastoncini e chi pesca il più corto va"
Proposi e raccolsi i bastoncini da terra mentre gli altri annuivano alla mia proposta.
"Ok. Iniziamo"
Uno per uno, ragazzi e ragazze, pescarono il bastoncino trattenendo il fiato.
Quando me ne rimase uno solo confrontammo le lunghezze.
Espressioni di sollievo si allargavano sul loro volto mentre una smorfia si dipingeva sul mio.
"Oh andiamo!"
Guardai il bastoncino di Ben poco più grande del mio.
"Io ho il cazzo più lungo del tuo!"
Ben mi mandò a fanculo a gesti.
"Fa meno il cazzone e vai, cagasotto"
Alice scese dalla mie gambe e mi augurò buona fortuna.
Buona fortuna un cazzo.
Che amici di merda.
Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, non potevo tirarmi indietro.
"Ty, Ty, Ty..."
Iniziarono a farmi il coro d'incoraggiamento con tanto di tempo battuto con le mani.
Una mummia mi portò un bicchiere che svuotati in un sorso accompagnato dall'applauso e le urla di tutti.
Buttai il bicchiere a terra e mi misi a correre verso il bosco con ancora il sapore del liquore in bocca e il bruciore in gola.
Con un salto superai la staccionata e mi inoltrai nel bosco.
Narrator's pov
Il bosco era insolitamente silenzioso quella notte.
Una coltre di stelle era invisibile agli occhi di chi calcava la terra tappezzata di foglie e rami spezzati.
Il tempo e lo spazio parevano perdere significato lì dove, ad un occhio poco attento come quello di Taylor, sembrava tutto uguale.
I suoi passi si susseguivano sempre più incerti finché non si fermarono totalmente.
Ora che non aveva gli occhi di tutti puntati addosso poteva ammettere a se stesse di avere paura.
Un paura gelida e violenta che cresceva veloce nel suo petto alimentata da ogni piccolo rumore.
Era solo in quel momento eppure gli sembrava che ogni ombra nascondesse un pericolo.
Non osava neanche parlare per la paura che lo attanagliava.
Taylor si girò di colpo.
Non voleva rimanere nel bosco ma non poteva tornare indietro.
In lontanaza vide una luce.
Un lampione?
Una torcia?
Una lampadina in qualche casa?
Non importava se poteva allontanarsi da quel buio pesto.
Si mise a correre.
I rami lo graffiavano, i sassi lo facevano inciampare e l'erba frusciava al suo passaggio.
Il bosco sembrava vivo, sembrava volerlo intrappolare e ghermire con i lunghi rami neri che si pretendevano verso il suolo.
A Taylor però ora non importava.
Non importava perché sapeva che se avesse seguito quella luce sarebbe uscito dal bosco.
Quello che non sapeva era che stava correndo nel cupo abbraccio della morte.
Riuscite a immaginarlo?
Un ragazzo che corre nel bosco con il fiatone.
Il respiro accelerato e l'orribile sensazione di qualcuno alle spalle.
Taylor sapeva che non doveva voltarsi, sapeva che doveva correre e correre eppure lo fece.
Nell'esatto momento in cui si girò una grossa radice ostacolò la sua corsa.
Meno di un secondo dopo ed era a terra con un lancinante dolore alla caviglia.
Se la strinse tra le mani e imprecò non riuscendo a rialzarsi.
Era slogata.
Non poteva più scappare.
D'un tratto il bosco era più terrificante di prima.
Le ombre giocavano brutti scherzi, sembravano muoversi e protrarsi verso di lui per ghermirlo ma senza mai arrivare prolungando la paura in una lenta agonia.
Le foglie si muovevano senza il bisogno del vento e ogni volta che si voltava a destra per un rumore, subito dopo, un'altro lo raggiungeva alla sua sinistra.
Non se ne accorse neanche.
Un paio d'occhi illuminati dalla follia e un sorriso tirato all'inverosimile lo osservarono a lungo.
La figura afferrò un grosso ramo e irruppe in una violenta risata.
Taylor si ghiacciò sul posto.
"Sei sulla mia straaada"
Cantilenò la figura.
Taylor volse il suo sguardo alle sue spalle.
Lentamente.
"Devi stare atteeento ragazziiino altrimenti..."
Il sorriso sul suo volto si allargò mentre sollevava il grosso ramo.
Taylor urlò, i suoi occhi si spalancarono ma fu tutto quello che fu in grado di fare.
La presenza di quella figura scura lo teneva fermo come per opera del peggiore degli incantesimi.
"...potrei colpirti"
*stock*
Un colpo secco e deciso.
Il ramo fracassò il cranio e un'agghiacciante risata risuonò nel silenzio.
"Oh scuuusa, ti ho fatto male?"
Pronunciò la frase con finta preoccupazione portandosi una mano alla bocca prima per la recita, poi per coprirsi la bocca aperta per la lugubre rista.
Il ramo venne alzato e abbassato con violenza più e più volte quella notte sul corpo martoriato del povero ragazzo.
Una rabbia ceca venne scaricata su quell'ammasso di carne così come era già successo su altri corpi negli ultimi mesi.
Altri ragazzi e ragazze entrarono nel bosco quella sera, ma l'oscura figura se ne stava già andando via cantando felice una filastrocca.
"Viene la notte, la notte nera
Con ali di corvo vola leggera"
"Tayyylooor!! Alaaaan!"
"Viene la notte, la notte scura,
E viene l'uomo nero che fa paura"
"Li avete trovati?!"
"Viene,viene con passi furtivi
Per i bambini che han fatto i cattivi"
"Forse ho trovato qualcosa!"
"Quanto è terribile non si può dire
Viene dal buio e non lascia dormire!"
"Non vedo nulla accendi la torcia!"
"Dio che notte, che notte scura,
Quella dell'uomo che fa paura."
"Ma cosa..."
Alla fine un'urlo agghiacciante attirò l'attenzione di tutti mentre lontano, ormai fuori dal bosco, una figura sorrideva nella notte pensando alla prossima vittima.
Una vittima speciale, che avrebbe sicuramente sorriso alla sua vista.
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Eccoci con il primo capitolo del venerdì.
E' tornato l'assassino misterioso, chi è secondo voi?
Scusate se è tardi ma avevo un sacco di cose da organizzare e inoltre devo finire di decorare il Be You per per mia soddisfazione personale.
Ho ancora tre libri da leggere entro mercoledì e non ne ho voglia, voi come siete messe?
Secondo voi Taylor meritava di morire?
Fatemi sapere e alla prossima
ciaoooo
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