I swear
"Una promessa è una promessa"
-?
(T/n)'s pov
Sentii un leggero bruciore al collo causato dalla lama del coltello quando questa affondò nel legno, sfiorandomi.
Jeff mi guardò interrogativo per un po di tempo prima di estrarre il coltello sul quale si poteva vedere una sottilissima striscia di sangue.
Una goccia colò calda lungo il mio collo freddo mentre mi guardava interrogativo nel buio della notte.
Stette in silenzio per diverso tempo, la foresta, fitta e alta, a malapena lasciava vedere il cielo stellato, i rami più alti degli alberi erano spogli delle foglie che ora giacevano ai nostri piedi eppure il terreno non ne era ancora completamente coperto e si poteva notare qua e là del muschio a ridosso degli alberi e del terreno quasi ghiacciato, faceva freddo e la temperatura era scesa, una nuvoletta di vapore gli uscì dalla bocca quando iniziò a parlare.
"Bhe? Dov'è la psicopatica?"
La sua domanda mi confuse parecchio, sembrava quasi deluso, come se si fosse aspettato qualcosa che, dal suo punto di vista, sarebbe dovuta accadere di certo e invece non era accaduta.
Cosa voleva da mia sorella?
Che c'entrava lei ora?
Io ero lì ora, era me che cercava, poteva ammazzarmi, era quello che faceva sempre e che, dal desiderio che vedevo nei suoi occhi, avrebbe voluto fare ma allora perché non lo faceva e basta?
La mia confusione fu totale quando lasciò andare il mio braccio, liberandomi.
"...perché?"
Sussurrai mentre mi asciugavo le lacrime che altrimenti avrebbero continuato ad appannarmi la vista.
Possibile che non ne facessi una giusta?
Non ero capace neanche di farmi ammazzare?
Sentivo i suoi occhi addosso, mi guardava e non mi perdeva di vita un secondo, si aspettava qualcosa da me ma non avevo idea di cosa.
"Cosa?"
Chiese lui con tono scocciato mentre continuava a studiarmi come se fossi un rompicapo, un cubo di Rubik, dal quale non riusciva a tirare fuori la soluzione.
Risposi alla sua domanda con voce roca.
"Perché non mi hai ammazzata ora? Potevi farlo, io ero qui e non potevo scappare"
Tirai su col naso mentre lui mi guardava divertito, come se avessi fatto una domanda stupida ed elementare e mi rispose con un certo tono di superiorità e arroganza nella voce divertita.
"E pensi che così sia divertente? Una stronzetta qualunque che viene da me piagnucolando a chiedermi di ucciderla? Io non faccio carità. E poi..."
Il suo sguardo si rabbuiò e la rabbia e l'odio accesero i suoi occhi quando guardò in me qualcuno che io non potevo vedere, anche se immaginavo benissimo chi.
"Io i conti in sospeso li saldo di persona. Se ammazzo te non posso vendicarmi della stronza. Hai capito?! Quindi esci fuori! Ora che so il tuo volto non ne hai più le palle?! Esci fuori bastarda!"
Era scattato verso di me e, per lo spavento, avevo accennato ad un passo indietro ma lui si era messo ad urlare, afferrandomi con forza per le spalle, bloccandomi e iniziando a scuotermi senza alcun riguardo e facendomi male al collo.
In quel momento pensai di capire come si sentiva un telefono quando due persone litigavano tra di loro, quindi ero solo un mezzo, un impiccio o qualcosa d'ostacolo anche per lui?
C'era ancora qualcuno a cui importasse almeno un minimo di me?
Mentre Jeff mi urlava in faccia dicendo a mia sorella di mostrasi realizzai che in tutta quella storia non avevo mai avuto uno scelta.
Ero stata la maschera dietro la quale si nascondeva mia sorella per ammazzare e ferire ed ero stata la vittima con la quale Jeff si era divertito, anche se per poco.
Non avevo mai avuto la possibilità di scegliere e forse non l'avevo neanche ora.
Sia lei che lui alla fine mi avrebbero uccisa o costretta a sparire per sempre in ogni caso.
Almeno volevo scegliere per quale dei due mali morire.
"Ti darò una mano!"
Cercai di dire sovrastando le urla di Jeff.
La situazione per lui doveva essere piuttosto frustrante, un avversario che si nascondeva dietro l'unico muro che non avrebbe potuto scavalcare, il mio corpo che non poteva essere usato come ostaggio perché, se mi avesse danneggiato troppo, la sua sarebbe stata una vittoria regalata che, conoscendo il tipo, non gli sarebbe piaciuta affatto.
"Che cazzo stai insinuando? Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, devi solo levarti dalle palle e farmi ammazzare tua sorella"
Presi coraggio e cercai di togliermi le sue mani dalle spalle afferrandolo per i polsi, ovviamente non mi lasciò stare ma anzi rafforzò la presa, allora mi limitai ad incrociare le braccia al petto e guardarlo con aria di sfida.
"Senti, mi leverei dalle tue palle con estrema felicità se solo me lo permettesse, ma è da quando sei arrivato che sta ignorando entrambi, so che mi consideri inutile ma-"
"Ti sopravvaluti, in questo momento non ti considero proprio"
Mi interruppe sorridendo beffardo, feci una smorfia, davvero gentile il ragazzo, lo ignorai e ripresi a parlare.
"Ma voglio collaborare con te, non guardarlo come un'aiuto se ti schifa proprio, non proverò a scappare e farò quello che mi chiedi, ma in cambio non devi farla scappare, devi ammazzarla"
Avevo preso una decisione, sarei stata dalla parte di Jeff, non perché fosse migliore, ma perché, forse per egoismo, non volevo che altre persone venissero uccise con le mie mani.
Lei poteva dire quello che voleva, ma questo era ancora il mio corpo.
Un inquietante sorriso si allargò sul suo volto, una folle risata risuonò per la foresta quando abbassò il volto e iniziò a sorreggersi a me come se non riuscisse a stare in piedi per le risate e io mi paralizzai dalla paura.
In quel momento pensai che forse avevo stretto un patto con il diavolo eppure avrei fatto di tutto per fermarla o almeno ostacolarla, anche se ora non si faceva viva ero sicura che fosse sempre in ascolto e non mi avrebbe permesso di tentare il suicidio.
Consegnarmi alla polizia sarebbe stato un piano troppo lungo che lei non mi avrebbe permesso di eseguire e, in più, bisognava contare il fatto che sarei dovuta uscire dalla foresta per prima cosa e io non avevo idea di dove fossi, quindi Jeff era l'unico su cui potessi contare in quel momento, era lì davanti a me e sicuramente non mi avrebbe lasciata scappare.
"Non c'è bisogno che tu me lo dica, ho un bel programma da svolgere per quando arriverà"
La sua voce, che conteneva ancora quel divertimento folle che avevo sentito nella sua risata, fece correre un brivido lungo la mia schiena, era inquietante, mi terrorizzava, eppure, non so dove, trovai il coraggio di ribattere.
"No. Devi ucciderla subito o non ti aiuterò"
Si avvicinò al mio volto guardandomi con odio, evidentemente mi vedeva più che mai come un'ostacolo per la sua vendetta dopo la mia affermazione, istintivamente feci un passo indietro ma la sua presa mi impediva di muovermi.
In quel momento il mio istinto di sopravvivenza mi urlava più che mai di correre via da quella persona.
"Forse non hai capito che non sei nella posizione giusta per trattare"
La sua voce era il sibilo minaccioso di un serpente velenoso pronto a mordere.
Volevo chiudere gli occhi e correre via, via da lui, dalla polizia, da mia sorella e da me stessa, ma avevo le spalle al muro e l'unica cosa che potessi fare era andare avanti.
Cercai di ribattere, di usare una voce ferma e decisa ma io stessa potevo sentire il nervosismo e il panico nella mia voce.
"Tu non capisci, lei non verrà! Solo per darti fastidio lei-"
Non potei finire di parlare perché Jeff di scatto, senza un parola o un'espressione particolare, mi mise le mani al collo e iniziò a stringere, istintivamente urlai e cercai di liberarmi ma presto iniziò a mancarmi l'aria.
"Vedremo se verrà o meno"
Stringeva i denti per la rabbia mentre rafforzava la presa sul mio collo facendomi male e usando tutta la forza che aveva in corpo che era stata alimentata dal suo odio per lei.
L'aria iniziava a mancarmi mentre versi strozzati uscivano dalla mia bocca, la vista iniziò ad offuscarsi mentre puntini neri apparivano al limite del mio campo visivo.
Istintivamente portai le mani al mio collo, sulle sue mani, ma lottai contro il mio istinto di sopravvivenza per non togliermele di dosso.
Forse non aveva apparentemente senso per lui ma per me si e per due motivi in particolare.
Per prima cosa perché morire era l'unico modo che conoscessi per fermarla e poi perché le forze mi stavano abbandonando e lui avrebbe vinto in ogni caso.
Tanto valeva farla finita subito, non importava in quale modo, non importava quanto fosse spaventoso, perché lo era, e non importava quanto facesse male, l'importante ora era morire.
Ma, quando non ebbi neanche più le forze per tenere sollevate le braccia, che ricaddero abbandonate lungo il busto, e la vista era ormai completamente offuscata, nel momento in cui credetti di morire davvero, Jeff lasciò la presa imprecando e io caddi a terra sbattendo le ginocchia sul terreno, boccheggiando e cercando di far entrare più aria possibile nei polmoni.
Nonostante morire fosse stato ciò che avevo chiesto, affrontare la morte di persona, mi aveva spaventato comunque e l'unica cosa che mi importante in quel momento, nonostante ciò che mi ero ripetuta, ora che potevo, era sentire l'aria pulita che entrava e usciva dai miei polmoni.
"...stavo per morire.."
Sussurrai dopo vari respiri e portandomi delicatamente le mani al collo dolorante.
Guardai Jeff che continuava a girare in tondo arrabbiato mentre calciava tutto quello che gli capitava tra i piedi.
"Stavo per morire davvero"
Jeff mi guardò negli occhi mentre ascoltava la mia voce quasi incredula, non so cosa stesse pensando in quel momento, quando si fermò a guardarmi il suo sguardo era indecifrabile eppure sembrava tremendamente deciso.
"Va bene, dammi una mano e io la ammazzo"
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E questo è il capitolo di venerdì scorso.
Spero vi sia piaciuto e vi volevo avvertire che probabilmente da oggi in poi i capitoli saranno aggiornati nel tardo pomeriggio, scusate per il ritardo ma non credo di farcela con gli impegni.
Ripeto ancora, vi sta piacendo?
Cosa accadrà secondo voi?
A martedì
-poitre1234
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