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I'll help you

(T/n)'s pov

Il ragazzo era crollato davanti a me, con una furia ceca negli occhi insieme a un forte sentimento d'odio.

Era crollato al suolo e non si era più mosso.

Allungai un dito del piede fino a toccarlo.

È morto?

Continuai a stuzzicarlo fin quando non notai un chiazza di sangue che si allargava rapidamente sul mio pavimento.

Il ragazzo si lamentò dal dolore e io feci un passo indietro.

Sapevo chi era, il suo volto era inconfondibile, ma era davvero assurdo che il solo e unico Jeff the Killer fosse accasciato sul mio pavimento.

Rientrai in bagno, chiusi la porta e la fissai.

Forse avevo visto male.

Riaprii la porta e lui era ancora lì, la macchia di sangue più grande di prima.

Probabilmente, come aveva detto il poliziotto dopo l'interrogatorio, la notte del nostro primo incontro aveva cercato di uccidermi.

Era un criminale e un assassino psicopatico e andava consegnato alle autorità senza alcun dubbio, ma non meritava certo di morire così come un cane.

Tanto ultimamente le bende non mi mancano.

Così pensando, andai a prendere il kit di pronto soccorso e mi misi all'opera.

Erano passate quasi due ore e, in compagna di un padella, stavo aspettando che il ragazzo disteso e legato sul mio divano si svegliasse.

Forse avevo sbagliato qualcosa nella procedura.

Mentalmente ricapitolai tutto il mio operato.

Lo avevo rigirato di schiena e avevo sollevato la felpa fino al torace scoprendone il fianco.

La ferita era brutta, circolare, con pezzi di carne sbrindellati e sanguinolenti.

Per prima cosa l'avevo pulita, dalla quantità di sangue che usciva ed era uscito immaginai che sarebbe rimasto incosciente per un po.

Mentre stavo per ricucirla avevo notato dei pezzi di vetro sotto la carne, sospirando avevo dovuto ricominciare da capo.

Ne avevo tolti circa 6 di diverse dimensioni ma tutti curvi, era come se qualcuno avesse infilato una bottiglia rotta nella carne e poi avesse girato affondandola con forza.

Chi poteva essere stato a fare una cosa simile?

Benderlo era stato più difficile, avevo dovuto sollevarlo e appoggiarlo al divano per poi avvolgerlo con le bende.

Era stato tutto molto inquietante sotto lo sguardo vuoto di quegli occhi senza palpebre che sembravano seguire ogni mio movimento ma che in realtà non vedevano niente.

Alla fine avevo preso diverse paia di corde e lo avevo legato alla bella e meglio facendo attenzione alla ferita

Non mi sembrava di aver fatto qualcosa di male.

Mi avvicinai al suo volto lasciando indietro la padella, forse si sarebbe svegliato con uno schiaffo...

Lentamente mi avvicinai al suo volto.

I miei occhi fissi nei suoi attenta a ogni suo movimento.

Alzai una mano...

Ma prima che potessi vibrare il colpo i suoi occhi mi misero a fuoco.

"Che dolore del cazzo... dove minchia mi trovo?!"

Aveva biascicato prima di imprecare.

Feci un salto indietro e inciampai nella padella che avevo lascito dietro di me.

Ad un tratto i miei piedi abbandonarono il pavimento e mi ritrovai a fissare il soffitto per qualche secondo stordita per la botta alla testa.

"E tu chi cazzo sei?"

Sbattei le palpebre e lamentandomi mi misi a sedere sul pavimento a gambe incrociate.

"Ehi tu! Rispondimi quando parlo!"

Se era così incazzato stava sicuramente meglio.

"Mi chiamo (t/n) e questa è casa mia"

Risposi con calma.

"Sei svenuto nel mezzo del mio salone, quindi ti ho curato e legato"

Un sorriso beffardo si allargò sul suo volto.

"Intendi così?"

E mi mostrò i polsi slegati e il pezzo di corda in mano.

Spalancai gli occhi e lui si mise a ridere.

Scattai in piedi e gli puntai un dito contro.

"Io lo sapevo!"

"Eh?"

Ora toccava a lui essere stupito.

"Tu sei un mago! Non sei Jeff!"

Se avesse potuto avrebbe spalancato gli occhi.

"Ma che cazzo..."

Aggrottò la fronte e mi guardò confuso.

"Dove cazzo lo vedi il mago?!"

I miei nodi erano perfetti, non poteva averli sciolti. Inoltre Jeff, il vero Jeff the Killer, non poteva essere svenuto nel mio salone.

"Certo che sei una mago! Altrimenti come avresti fatto a liberarti?"

Lo guardai con aria di sfida e incrociai le braccia al petto.

Ero sicura di ciò che avevo detto e non avrei cambiato idea.

Dal canto suo, il ragazzo, mi guardava come se fossi scema.

"Hai fatto un fiocco"

Lo guardai di rimando.

"Un bellissimo fiocco"

Precisai

"Chiunque lo avrebbe sciolto"

Aggiunse lui.

Be anche questo era vero...

"I nodi non riesco a scioglierli, poi la corda mi serve"

Confessai guardando da un'altra parte vagando il mio sguardo per la stanza.

Mi sembrava impossibile che stessimo davvero tenendo una conversazione del genere.

Non mi capitava di parlare molto con i miei compagni e coetanei, da quando avevano avuto un assaggio della mia sfiga avevano iniziato ad evitarmi e deridermi.

Era bello poter parlare liberamente con qualcuno nonostante questo qualcuno fosse un pazzo serial killer psicopatico.

Mi guardò a lungo cercando di capire se stessi nascondendo qualcosa.

Dal canto mio sostenni il suo sguardo più che potei.

Si mise a ridere tenendosi con una mano il fianco ferito.

"Tu avevi una possibilità di catturarmi, consegnarmi alla polizia e ricevere un sacco di soldi, e l'hai sprecata così? Mi stai prendendo per il culo?!"

Ci guardammo per qualche secondo ancora.

"Non riesco a capire se tu sia pazza o semplicemente suicida, ma credo la seconda"

Ricominciò a ridere poi scattò in avanti con le braccia protese come per strozzarmi ma qualcosa lo fermò.

"Quelli invece sono cappi e se continui a tirare ti porti dietro la cucina"

Avevo altre due corde da arrampicata in camera, mentre era svenuto, ci avevo fatto due cappi e glieli avevo fatti passare uno per braccio fino alla spalla per poi assicurarlo ad un mobile della cucina

"La particolarità del cappio da impiccagione è che si stringe ma non si allarga"

Rimase in piedi, non cercò neache di liberarsi.

Mi guardava dall'alto in basso, con aria di sfida incutendo timore.

"Perché non vieni qui e mi spieghi meglio come usare un cappio se ne hai le palle?"

Feci un passo avanti.

Un'altro.

Lentamente.

Mi guardava immobile mentre camminavo il più piano possibile.

Un sorriso folle gli si allargò sul volto.

Mancavano pochi passi e....

....Scartai di lato e presi le scale di corsa.

"Ah! Cretino! Non ho ne le palle ne il coraggio di venire da te"

Gli puntai un dito contro mentre lui mi guardava con odio.

"Non ti muovere torno subito"

Iniziai a correre su per le scale, dovevo assolutamente andare a prendere una pasticca per il mal di testa.

Mi stava divorano e da quando Jeff si era svegliato andava sempre peggio.

Ero quasi in cima quando mancai il gradino.

Mi rifeci tutte scale al contrario rotolando come una balla di fieno giù per la montagna e con la grazia di un'iguana su due zampe.

Per mettere la ciliegina sulla torta diedi una violenta capocciata alla parete infondo alle scale.

Dandomi lo slancio con le braccia riuscì a fare un salto e balzare in piedi.

"Ancora viva!"

Allargai le braccia e cercai di rimanere in equilibrio per non rifinire col sedere a terra.

Jeff mi guardò per qualche istante poi scoppiò a ridere così forte che dovette sedersi sul divano dietro di lui per non cadere.

"Quanto puoi essere idiota?!"

Mi disse tra una risata e l'altra.

"Ora mi ricordo di te"

Il suo sguardo si fece più affilato.

"Tu sei la ragazza del bosco. Pensavo ti fossi suicidata ma evidentemente sei dura a morire"

Se possibile il sorriso si allargò ancora di più.

"Non ti preoccupare ti aiuterò io a morire"

Un brivido mi attraversò la schiena.

La follia accendeva il suo sguardo ma non era questo a spaventarmi.

A spaventarmi era la sua determinazione in quelle parole.

A spaventarmi era la forza invisibile che non mi permetteva di distogliere gli occhi da lui come se, se lo avessi fatto, sarebbe stata una delle mie ultime azioni.

A spaventarmi era il lavoro della sua mente malata che stava già escogitato mille modi per farmi soffrire.

Crash!

Saltai all'indietro per il rumore alle mie spalle.

"Cazzo... era un regalo di mamma"

La bambolina di porcellana dietro di me era caduta e ora era a terra in mille pezzi.

Una volta era seduta sul bordo della mesola con le gambe a penzoloni, la botta doveva averla fatta squilibrare e rompere.

Aveva dei capelli (c/c) e occhi (c/o).

Il lugubre pensiero di essere la prossima a sfracellarsi mi attraversò la mente.

Per fortuna non vi rimase a lungo perché le risate di Jeff mi riportarono alla realtà.

"Che c'è ora?! Hai paura anche di una stupida bambola?!"

E con quel commento beffardo ad accompagnarmi mi avviai al piano di sopra.



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Ed oggi è venerdì!!

È tutta la settimana che lo aspetto.

Avete mai visto un'iguana camminare si due zampe?

È molto stilosa a mio avviso.

Spero di non avervi annoiato e che la storia vi stia piacendo o che soprattutto non vi stia deludendo.

Sinceramente poteva venire meglio il capitolo.

Prometto che la prossima volta mi impegno di più.

Lasciate un commento e ci vediamo martedì.

~poitre1234

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