Goodbye Jeff The Killer
"Avvicinatevi.
Più vicini.
Perché più pensate di vedere,
più sarà facile ingannarvi"
-Now You See Me
Narrator's pov
Era stata una chiamata anonima a far tornare indietro le volanti della polizia.
"Jeff the Killer è nella stazione di polizia, vuole liberare (t/n) (t/c), l'ultima segnalazione che avete avuto era una trappola"
Così diceva la voce palesemente contraffatta di chi vuole rimanere anonimo mentre chiamava da un cabina telefonica pubblica.
La figura aveva poi attaccato senza aggiungere nulla e si era appostata nel vicolo per assicurarsi dell'imminente arrivo della polizia.
In caso contrario sarebbe entrato di persona e avrebbe affrontato Jeff di nuovo.
Quel ragazzo stava diventando una palla al piede ma soprattutto un'ostacolo.
Quando ne aveva intuito la presenza alla stazione la figura si era subito sorpresa e maledetta per non averlo finito con le sue stesse mani.
Aveva quindi capito che doveva prendere ancora il controllo della situazione altrimenti (t/n) non si sarebbe mai salvata.
Il momento era quasi giunto, ancora poco e la figura misteriosa avrebbe potuto mostrarsi davvero e tornare a vivere, mentre Jeff e la polizia avrebbero giocato al gatto e al topo, indisturbata e finalmente al sicuro avrebbe portato a termine i suoi piani.
Aveva faticato tanto e sopportato troppe cose per arrivare a quel punto e certamente non sarebbe stata ne la polizia ne Jeff the Killer in persona o altri a mettergli i bastoni tra le ruote.
Sorrise di gusto quando, oltre le luci rosse e blu della polizia, oltre le volanti e oltre il vetro, incontrò lo sguardo furioso di Jeff.
"A mai più rivederci Jeff"
Aveva sussurrato beffarda prima di voltare le spalle alla stazione e andarsene canticchiando un lugubre motivetto.
Non poteva rimanere oltre, sentiva che (t/n) si sarebbe risvegliata da lì a poco e non poteva permettersi che ciò avvenisse in quel luogo.
Mentre se ne andava nessuno, tranne Jeff, aveva notato la sua presenza lì.
Scaduto il tempo concesso al ricercato per arrendersi, infatti, la polizia fece irruzione nell'edificio senza sospettare nulla o notare quella strana presenza.
Non erano particolarmente preparati, la chiamata era stata improvvisa e i rinforzi dovevano ancora arrivare, non c'erano cecchini sui tetti ne cani da mandare all'inseguimento ma se fossero riusciti a braccarlo all'interno dell'edificio allora avrebbero vinto loro, Jeff the Killer sarebbe stato arrestato.
Cinque uomini armati entrarono nell'edificio che ora per Jeff si stava lentamenre trasformando in una prigione.
Tutte le finestre del primo piano erano protette da inferriate e certamente non sarebbe potuto uscire dalla porta principale, correre in mezzo alle volanti e sperare di farla franca.
Jeff si trovava dunque con l'acqua alla gola e si vide costretto a salire ai piani superiori guadagnandosi le scale prima dei suoi avversari.
Appena lo videro iniziarono a sparare, vivo o morto non aveva importanza per loro, dovevano prenderlo ad ogni costo.
E poi, chi si sarebbe fatto scappare l'onore e la gloria di aver tolto dalla società un elemento così pericoloso come Jeff the Killer?
I proiettili fischiavano nell'aria prima di conficcarsi nella parete e mancare il bersaglio che correva a passo svelto su per le scale e cercava di proteggersi in ogni modo.
Maledì mentalmente chiunque lo stesse inseguendo e soprattutto quella figura bastarda quando sentì un proiettile mancare di poco la testa e un'altro infilarsi nel braccio sinistro poco sotto la spalla.
Mentre saliva aveva scartato l'idea di uscire da dove era entrato, troppo tempo per calarsi, sarebbe stato un bersaglio facile e poi con il braccio che ora era ferito non avrebbe avuto la presa abbastanza salda.
Doveva salire fino al tetto e poi da lì saltare verso l'edificio vicino ma erano in cinque contro uno, loro armati di pistole e lui di coltello, per prima cosa doveva assolutamente diminuire il loro numero e doveva farlo prima dell'arrivo dei rinforzi.
Invece di salire su fino al tetto si fermò all'ultimo piano e si nascose nella prima stanza che fu in grado di trovare.
Appena il poliziotto, il primo della fila e quello che non lo aveva perso di vista, entrò nella stanza, smanioso di ottenere quella vittoria sul killer, si ritrovò la lama del coltello del suo avversario passare tra il giubbetto antiproiettile e il casco per poi affondare con forza nel suo collo.
Quando altri due entrarono nella stanza una scarica di proiettili colpì uno dei due uomini alle gambe facendolo crollare a terra e urlare di dolore mentre l'altro, preso alla sprovvista si ritrovò a sparare sul corpo del compagnio, il primo poliziotti entrato nella stanza, che veniva usato come scudo umano e con ancora la lama infilata nel collo.
Scaricata la pistola dell'avversario, prima che lui potesse ricaricare, Jeff si liberò del corpo che, volente o nolente, lo aveva protetto ai colpi, estraendo il coltello e gettandolo addosso al collega del morto che, preso alla sprovvista, cadde a terra e assaggiò la sensazione della lama del killer nella sua gola.
Senza perdere altro tempo Jeff afferrò il polso del quarto poliziotto che stava entrando nella stanza e, strattonandolo a sé, colpì più e più volte le sue braccia con la lama del coltello mentre altri colpi fischiavano in aria, alcuni sfiorandolo, altri lasciandogli ferite più o meno superficiali, finché quello non mollò la presa sull'arma e, una volta appropriatosene, uccideva il quinto e ultimo poliziotto.
Con ancora il fiatone per lo sforzo, tolse il casco al poliziotto ferito alle gambe che, ancora vivo, si lamentava e dimenava per il dolore e la paura.
Con una rabbia folle alzò in aria l'arma e iniziò a colpire con forza il suo viso con il calcio della pistola finché non fu completamente deformata.
"MUORI! MUORI BASTARDO!"
Colpiva con forza mentre urlava e immaginava il volto mai visto di quella figura bastarda, il suo sorriso beffardo e quell'odiosa risata che gli risuonavano nelle orecchie.
Si fermò solo quando sentì altre auto arrivare e altri poliziotti entrare di corsa nell'edificio accompagnati dai cani che, abbaiando furiosamente, si stavano dirigendo al terzo e ultimo piano per raggiungerlo.
Lasciò a terra la pistola che cadde accanto al volto ormai irriconoscibile dell'uomo, naso fratturato, denti distrutti e la fronte un unico e sanguinolento buco costellato da frammenti ossei e materia grigia.
Correndo più che poteva, con il suo fidato coltello stretto in mano e ignorando il bruciore delle ferite, salì la rampa di scale per il tetto e con una spallata aprì la porta con maniglia antipatico.
I cani furono i primi ad arrivare e un nuovo lago di sangue si formò al suolo quando tagliò la gola di un cane mentre un'altro lo addentava al braccio ringhiando, facendolo indietreggiare per l'impatto e stringere i denti con rabbia.
Con forza infilò la punta del coltello in uno degli occhi del cane che, una volta che la lama trapassò il cervello dell'animale, lasciò la presa e cadde al suolo, morto.
Il primo poliziotto che arrivò al tetto si mise a sparare sulla figura in felpa bianca, ormai rossa di sangue, e pantaloni neri che di corsa aveva già spiccato un salto verso l'edificio attiguo.
Cadendo e rotolando per l'impatto al suolo il killer si rialzò e, con un ultimo sforzo, scese per le scale antincendio dell'edificio sparendo nel buio della notte, oltre la strada di periferia e in seguito tra gli alberi della fitta foresta.
Una volta perso di vista, nonostante fosse ferito e stremato per lo sforzo, a nulla servirono i rinforzi inviati a cercarlo.
Ancora una volta, Jeff the Killer, era fuggito dalle autorità.
--------------
Panparapanpanpaaaan!
Ok.
Forse dovrei tornare a giocare ad Assassin's creed uno di questi giorni.
Ma tralasciando le cazzate.
Spero che stiate tutte/i bene.
Vabbè.
Venerdì si scopre il vostro segreto segretoso.
Ero indecisa se metterla l'ultima parte a dirla tutta.
Come reagireste se scrivessi
ELIMINO LA STORIA
?
Addio.
~poitre1234
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro