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As you

"I want your ugly

I want your disease

I want your everything

As long as it's free

I want your love"  

-Bad Romance, Lady Gaga-


Jacob & Jeff


"Ho fame..."

Jeff e Jacob camminavano ormai da una buona mezz'ora nel bosco ed era quasi da un quarto d'ora che Jacob non faceva altro che lamentarsi.

"Jeff... io ho sonno..."

Il bambino incespicava nella foresta con gli occhi che gli si chiudevano dal sonno cercando di tenere il passo svelto di Jeff che continuava ad ignorarlo ma senza successo.

Il piccolo Jacob sospirò una volta ancora e continuò a camminare, inciampando e incespicando e chiedendosi perché Jeff non gli rispondesse ancora e perché stesse camminando così veloce.

Aveva il libro, la mappa e tra poco ci sarebbe stata la luce, avrebbero potuto sedersi ad un tavolo del bar come faceva a volte lui con il suo papà la domenica, bhe forse non proprio dato tutto il sangue sulla felpa di Jeff, ma almeno si sarebbero potuti sedere su una della panchine del parco e mentre Jeff avrebbe consultato quel grande libro delle mappe, lui avrebbe potuto riposarsi un poco.

Appena si erano allontanati da casa sua il sole stava per spuntare, chissà cosa avrebbe detto il suo papà quando si sarebbe svegliato e non lo avrebbe più trovato....

Jacob si intristì al pensiero del padre ma scosse la testa, no, non doveva essere triste, alla mamma, lui doveva pensare alla mamma.

Era per la mamma che lui era uscito così presto la mattina, il papà avrebbe capito, e aveva seguito Jeff che si era subito diretto verso il bosco.

Appena sul limitare Jacob aveva avuto i suoi primi dubbi ma vedendo che Jeff non aveva intenzione di fermarsi, non aveva potuto fare altro che seguirlo.

Avevano camminato tanto per Jacob, Jeff camminava così veloce e spedito nonostante l'enorme libro che portava con se che Jacob in alcuni punti si era dovuto mettere a correre per non perderlo di vista, ora sarebbe dovuto essere mattina presto e invece le alte fronde degli alberi schermavano completamente la luce rigettando il bambino e il killer nel buio di una notte più lunga del solito.

A Jeff però questo genere di cose non dava affatto fastidio, anzi meno luce ci fosse stata meglio sarebbe stato, l'unica cosa a rompergli davvero i coglioni, come aveva constatato lui stesso, era la pulce piagnucolante che gli arrancava dietro.

Non avevano camminato così tanto per Jeff e sicuramente non si erano allontanati abbastanza dalla città per potersi permettere una sosta eppure il ragazzino aveva già iniziato a lamentarsi.

Aveva fame poi aveva sonno, ora aveva sete, poi voleva di nuovo dormire, e che cazzo!

Zitto no?

Mai un secondo che stesse zitto con quella sua vocetta fastidiosa, se avesse parlato un'altro momento ancora gli avrebbe davvero fatto saltare i nervi.

Come se lo avesse chiamato in causa, dopo una violenta lotta interna per decidere se disturbare ancora Jeff o meno, Jacob parlò di nuovo

"Jeff... ti prego...io-"

"IO COSA?!"

Jeff si era fermato di scatto e aveva guardato il bambino con un sguardo spaventoso e se Jacob fosse stato abbastanza grande da capire davvero la morte avrebbe saputo subito che sotto quello sguardo rischiava davvero di rimanerci morto.

Ma lui non era così grande e l'unico effetto che lo sguardo di Jeff ebbe su di lui fu quello di farlo sbiancare e sussultare per la paura.

"Che cazzo vuoi?! Hai fame? Ti sembro un distributore? Ti sembra forse che io abbia qualcosa da mangiare?! Hai sonno?! E a me cosa cazzo frega? Potevi rimanere a casa tua e farti i cazzi tuoi invece di rompermi le palle e fare da zavorra!" 

Jeff aveva urlato per tutto il suo sfogo sforzandosi comunque di tenere un tono di voce abbastanza basso per evitare, non si poteva mai sapere data la poca distanza percorsa, che qualcuno lo sentisse.

Per i suoi standard non erano ancora abbastanza lontani per potersi permettere di fare quello che voleva e quindi aveva dovuto trattenersi parecchio, stringeva tra le mani il libro anche se avrebbe voluto avere tra le mani il collo del bambino e sperava vivamente che il ragazzino si spaventasse una buona volta per tutte e che se ne stesse zitto.

Ma Jacob era davvero stanco, forse in una situazione normale avrebbe capito e si sarebbe zittito all'istante ma ora era davvero distrutto e tutto quello che fu in grado di fare fu cadere sulle ginocchia e iniziare a piangere, strillando come un'aquila e facendo l'esatto opposto di ciò che Jeff avrebbe voluto da lui.

Vedendolo in lacrime la prima cosa a cui Jeff pensò fu quella di piantagli il coltello in gola e farla finita.

Anche lui era stanco, era tutta la notte e tutto il giorno precedente che girava e non si riposava un'attimo e normalmente, specie ultimamente, era abbastanza abituato alle marce forzate ma quel bambino gli stava per procurare un'esaurimento nervoso.

Bambino del cazzo.

Prima si lamentava e ora urlava!

Se non lo avesse zittito subito avrebbe anche mandato tutto a puttane.

Quel ragazzino era una sfiga continua.

Come sua madre.

"... cazzo porca puttana"

Il solo pensiero di quanto quella palla al piede fosse simile alla madre gli impedì di afferrare il coltello e di piantarglielo nel petto e, sospirando e imprecando tra se e se, si inginocchiò a terra, posò il libro sulle foglie umide e si avvicinò al bambino in lacrime.

"Ok, ok va bene. Mi...m-mi .... dispiace"

Disse Jeff strascicando le parole e sforzandosi più di quanto si fosse immaginato.

Ma i suoi sforzi furono inutile, Jacob urlava con gli occhi chiusi e pieni di lacrime e non sentiva altro che le sue stesse urla.

Vedendo che quello che aveva fatto non era servito a nulla, Jeff abbandonò per un secondo le sue buone intenzioni di una soluzione pacifica e tappò con una mano la bocca al bambino con una violenza tale da far sbattere a terra la testa a Jacob ma ottenendo così la sua attenzione grazie al momento di stordimento.

"Zitto porca puttana! La vuoi vedere si o no (T/n) eh?!"

A quelle parole Jacob aveva piantato i suoi occhi lucidi e stanchi in quelli freddi e spietati di Jeff, aveva guardato quel sorriso forzato impresso su quel volto cinereo e si era reso conto per l'ennesima volta di quanto tutto l'insieme di quei singolari particolari che decoravano l'individuo che ora lo sovrastava e lo costringeva al suolo fossero macabri.

Jeff non parlò fino a quando Jacob non ripose alla sua domanda con un timido cenno di assenzo del capo ma, prima di liberare quel bambino dalla sua presa si prese il suo tempo per guardarlo bene.

Per una buona volta non vide solo quegli occhi (c/o) che tanto lo incantavano per la loro somiglianza con altri ma vide un ragazzino di appena sei anni forse, impaurito e distrutto, così fragile che se solo avesse aumentato la forza che usava per tappargli la bocca avrebbe potuto sentire le sue urla di dolore soffocate dalla sua mano.

Sarebbe stato così facile stringere quel collo tra le mani e soffocarlo, lentamente, aumentando la presa un poco per volta.

Senza pensarci, assorto com'era nei suoi pensieri spostò le mani verso il collo del ragazzino.

Così facile sarebbe stato.

E sarebbe stato magnifico! 

Non lo avrebbe più avuto tra i piedi, si sarebbe mosso più velocemente e certamente nessuno avrebbe trovato il suo corpo nella foresta, freddo, solo e immobile divorato dagli insetti e dalle formiche, concime per i vermi che avrebbero deposto le loro uova all'interno delle budella.

"...Jeff...?"

Quella voce, bassa e tremante, lo riportò alla realtà e invece di un corpo morto e martoriato si ritrovò davanti il corpo ancora vivo ma stanco del piccolo Jacob che lo guardava con uno sguardo preoccupato e intenso.

Immediatamente facendo un profondo sospiro, Jeff spostò le mani un poco tremanti dal collo del bambino e gliele mise sulle spalle per aiutarlo ad alzarsi da terra mettendolo seduto.

"Va bene ok, facciamo un'altro patto ti va?"

Jacob lo guardò ancora e lo scrutò per un'istante indeciso se potersi fidare ancora o meno.

Non gli era piaciuto affatto lo sguardo che aveva visto poco prima sul volto di Jeff, assorto e divertito, con quel sorriso macabro sempre più tirato e lo sguardo di ghiaccio che diventava profondo e nero confondendosi con le ombre di quella notte perenne.

Jeff vide l'indecisione del bambino e riprese a parlare.

"Jacob, ti puoi fidare di me lo sai? Non ti farò del male, ti porto dalla mamma.... e poi ti riporto dal papà"

E a quel punto non poté fare a meno di farsi scappare una piccola risata al ricordo del cadavere che si era lasciato alle spalle.

"Ascoltami bene Jacob, io ti porto dalla mamma ma tu devi fare il bravo"

Mentre palava Jeff passò una mano tra i capelli del bambino per allontanargli il ciuffo dagli occhi e lo costrinse a guardarlo.

"Ora facciamo così, io ti porto sulle spalle ora, ma tu devi fare silenzio ci siamo capiti?"

Jacob annuì di nuovo con la testa.

"Bene, perfetto"

Senza pensare ad altro Jeff si girò di schiena rispetto al bambino e gli fece cenno di salirgli sulle spalle.

Probabilmente in un'altra situazione Jacob sarebbe stato più restio a salire sulle spalle di Jeff ma la sola idea di potersi riposare un poco, la dolce promessa di non dover più faticare per quella mattina, vinse su di lui ogni dubbio possibile e così, dimenticandosi di tutto quello che lo spaventava di Jeff, salì sulle sue spalle.

Senza aggiungere altro Jeff riprese il libro da terra e con il nuovo peso sulle spalle ricominciò la sua marcia.

Mentre camminava con quel carico sulle spalle si chiese come accidente fosse finito in una situazione simile, lui che non avrebbe mai neanche lontanamente pensato di legarsi di nuovo con qualcuno ora stava camminando per la foresta con un bambino mezzo morto per la stanchezza sulle spalle mentre cercava di raggiungere la ragazza che voleva tenere con se.

Nel buoi di quei luoghi, con le foglie morte che gli scricchiolavano sotto i piedi ad ogni passo e il respiro regolare del bambino che si reggeva alla sua schiena, non poté fare a meno di pensare perché cazzo certa gente si fidasse così tanto di lui.

Andiamo, come cazzo aveva fatto (T/n) a rimanere con lui? 

Come aveva potuto anche minimamente pensare di fidarsi di uno come lui che era probabilmente una delle ultime persone sulla terra ad ispirare fiducia.

Ammetteva a se stesso di aver sfruttato a suo vantaggio questa fiducia a suo avviso mal riposta e ammise anche che ci aveva anche rinunciato a capirci qualcosa con (T/n) ma ora quel bambino che aveva sulle spalle, suo figlio, non poteva fare altro che ricordargliela ogni giorno.

Non erano solo gli occhi, un sacco di gente ha gli occhi (c/o) nel mondo e ne aveva visti tanti che si spegnevano per opera sua.

Non erano solo gli occhi a confonderlo ma era quello che, in un certo senso, ci vedeva dentro, tutta quella determinazione a fare ciò che si è prefissato nonostante quella disperazione e quella tristezza che li accompagnava.

Ovviamente non lo aveva notato subito, che cosa poteva fregare a lui quando l'aveva conosciuta degli occhi che aveva, fosse stato per lui di allora avrebbe benissimo potuto non averli, ma ora che li aveva conosciuti, ora che li aveva bramati, ora che aveva voluto avere tutta quella persona per lui, non poteva fare a meno di desiderare ogni cosa di lei e notarne ogni particolare e somiglianza con quel bambino.

E il mistero più grande per lui rimaneva uno solo in quel momento.

Perché si era fidata di lui? E non per scherzo, non per sfruttarlo, quella cretina di (T/n) era stata con lui perché lo voleva! Glielo aveva potuto leggere negli occhi quella volta e ci avrebbe messo la mano sul fuoco, non si era sbagliato.

Lui, Jeff the killer, un'assassino psicopatico con ovvi secondi fini, chi si sarebbe fidato di uno simile?

Sospirò e scosse la testa

"... ma cosa cazzo avete in testa per fidarvi di uno psicopatico come me?" 

A quelle parole pronunciate per sbaglio, Jacob, che si stava per addormentare cullato dall'andatura regolare di Jeff, aprì un momento gli occhi stanchi e con una voce bassa e biascicata chiese.

"Che cosa vuol dire che sei psicopatico?"

Quando Jeff sentì la voce del bambino non si stupì più di tanto che avesse parlato, sentiva il suo respiro praticamente nelle orecchie e non era ancora abbastanza profondo per essere il respiro di uno che dorme.

A stupirsi fu invece Jacob quando, contro ogni sua aspettativa, Jeff gli rispose.

"Essere psicopatici significa essere pazzi o matti"

Il tono di voce di Jeff era piatto e assorto, mentre rispondeva si era reso conto che se chiunque gli avesse dato del matto più di dieci anni fa probabilmente avrebbe fatto una brutta fine.

Forse anche adesso però, dipendeva da come gli girava, si corresse mentalmente.

Il punto per lui era il fatto che riprendendo in esame il suo passato, in particolare la prima parte sua "nuova" vita, si rendeva conto di non essere stato il massimo in quanto a sanità mentale.

Certo ultimamente era migliorato molto e si concentrava su altri obbiettivi ma aveva comunque delle ricadute a volte e sapeva che mantenere quel poco di sanità che aveva esigeva un prezzo in vite umane.

Però essere "pazzi" aveva i suoi pro.

Stava giusto per elencarseli mentalmente partendo dalla sua ovvia bellezza quando il bambino lo riportò di nuovo alla realtà.

"Tu non sei matto... e non sei neanche pazzo"

Disse il bambino tra uno sbadiglio e l'altro mentre si accomodava meglio sulle spalle di Jeff.

Alle parole di quel bambino Jeff non poté fare a meno di ridere divertito.

"Ah no?"

Chissà com'era il mondo visto dagli occhi di quel bambino innocente? 

Sicuramente, si rispose, molto meno divertente di quello che vedeva lui.

"No non lo sei"

Jacob sembrava abbastanza sicuro della sua risposta, tutto d'un tratto si era messo più dritto e aveva aperto gli occhi.

Jeff gli faceva paura era vero, a volte era davvero spaventoso, ma ogni cosa può far paura a volte e non gli era piaciuta la voce con cui Jeff si era definito pazzo, preferiva il Jeff strano ma... allegro?

Non sapeva neanche lui come definire quel Jeff, gli piaceva quando sembrava forte, gli era piaciuto quando lo aveva visto la prima volta ed erano usciti dalla foresta, gli era piaciuto quando gli era sembrato il re di un mondo tutto suo, un mondo spaventoso e orribile ma di cui lui non aveva assolutamente nulla di cui aver paura.

Gli era sembrato forte, invincibile, e tutte quelle cicatrici... chissà cosa aveva affrontato.

"E come fai a dirlo microbo, sentiamo"

La voce di Jeff, di nuovo con il suo solito tono all'apparenza serio ma con il quale in realtà si sta prendendo gioco di te, rassicurò un poco Jacob e lo spinse a continuare il suo discorso.

"Lo Stregatto era pazzo anche lui sorrideva ma ha sempre aiutato Alice. Il Cappellaio era matto ma non ha mai torto un capello a nessuno. Me lo ha detto la mamma quindi è tutto vero"

Mano a mano che parlava Jacob si sentiva sempre più cullato dai passi di Jeff e sentiva sempre di più che il sonno lo stesse per reclamare ma un improvvisa risata da parte della persona alla quale era abbracciato lo riportò ancora una volta alla realtà.

Jeff aveva ascoltato tutto quello che Jacob aveva appena detto e si era subito immaginato la sua (T/n) mentre riempiva la testa del bambino di cazzate come le favole, non sapeva perché avesse trovato tanto divertente quella scena ma sapeva che non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto se (T/n) avesse messo una buona parola su degli svitati.

"Be si vede che sono la specie peggiore io, non sono matto, non sono pazzo, se è vero quello che dici, ma sicuramente sono un'assassino"

Aveva pronunciato le sue ultime parole con un grande sorriso impresso sul volto.

Come aveva fatto a dimenticare chi fosse davvero? Si chiedeva, cosa importava a lui di essere pazzo, matto o psicopatico? Lui si atteneva ai fatti e sapeva di essere un'assassino, un torturatore e un ricercato ma cosa gli importava, se alla fine avrebbe avuto (T/n) al suo fianco non gli sarebbe importato di altro.

Avrebbe potuto dimenticare tutte le sue sofferenze con lei accanto e avrebbe potuto essere chiunque senza avere nessun rimpianto, ogni cosa, ogni singola azione da quando l'aveva ritrovata era mirata ad un solo e unico fine ultimo.

Non importava cosa avrebbe dovuto fare, se avesse dovuto fare da balia ad un ragazzino o se avrebbe dovuto uccidere chiunque avesse davanti.

Era davvero follia la sua se in mente aveva un unico scopo?

I matti non hanno scopo, i pazzi fanno ciò che si sentono, lui aveva (T/n).

Lei era l'unica che tenesse insieme tutti i pezzi del suo essere perché lo aveva distrutto, aveva cambiato ogni parte di lui e l'aveva riassemblata in un modo in cui solo lei sapeva tenere insieme.

Non era male stare con il moccioso se poteva ricordargli la sua droga migliore.

Mentre Jeff fantasticava con rinnovata allegria Jacob che ormai si stava già riaddormentando, tra il sonno e la veglia disse le sue ultime parole per quella mattina.

"Se lo dici tu... a me non sembri un'assassino..."

Non che quel bambino sapesse esattamente cosa fosse un'assassino, pensò Jeff divertito.

"Ah no? E chi ti sembro sentiamo?"

Non era male parlare con quel bambino, a volte.

"Uno figo..."

E detto questo Jeff scoppiò definitivamente a ridere mentre il bambino, non più spaventato da quella strana risata, distrutto per tutto quello che era successo per quella notte, si addormentava.

No, non era affatto male quel bambino, pensò Jeff, e con rinnovata allegria continuò la sua marcia nella foresta.


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sono morta

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