Adattamento
America, due giorni dopo
《Dai, Amy, non fare così》brontolò l'agente Wayne, cercando di trattenere la ragazza fuori dalla sala interrogatori.
《E' mio padre. Ho tutto il diritto di vederlo》disse la giovane, in tono tagliente, schiaffeggiando le mani dell'uomo.
Si trovava in una sede dell'FBI, era stanca a causa del lungo volo che aveva dovuto fare e ora quel bellimbusto del suo ex, Rick Wayne, le proibiva di vedere suo padre.
《Certo. Ma soltanto dopo che il mio capo avrà finito di interrogarlo》affermò l'agente, posizionandosi davanti alla porta grigia con aria di sfida.
《Dannazione!》esclamò Amy, con voce irritata《E' l'unico sopravvissuto della spedizione. Deve stare a riposo e non venir subissato di domande.》
E pensare che quando era partito, Amy ne era stata felice: la madre li aveva lasciati da pochi mesi e suo padre stava diventando l'ombra di se stesso. L'invito a unirsi alla spedizione, inviato dalla Zeta Corp, era capitato davvero al momento giusto.
Ora, però, Amy non ne era più tanto convinta. Si vociferava, infatti, che i membri di quel gruppo erano tutti morti e che suo padre si era miracolosamente salvato: una storia che aveva dell'incredibile.
Finalmente, dopo un tempo che alla donna parve infinito, la porta grigia si aprì e ne uscirono due persone. La prima era il capo di Wayne, ossia l'agente Leland, un uomo di colore alto e dall'espressione perennemente insoddisfatta. L'attenzione della giovane si focalizzò sulla seconda persona: Timothy Class, suo padre, il cui volto denotava una profonda stanchezza.
《Papà》mormorò la ragazza per poi abbracciarlo con gioia.
L'uomo rimase interdetto per qualche secondo, ma dopo ricambiò la stretta, seppur in maniera alquanto impacciata.
《Amy. Sono davvero felice di vederti》disse Timothy, con voce priva di emozione.
《Anch'io. Ero così in pensiero》ribatté sua figlia, sciogliendo la presa.
Senza alcuna vergogna, lasciò che le lacrime scendessero lungo il suo volto e la depurassero da tutta l'angoscia che aveva provato negli ultimi giorni. L'agente Wayne e il suo capo rimasero in disparte a studiare il comportamento del dottor Class, con sospetto.
《Possiamo andare a casa?》domandò Amy, con voce roca di pianto, prendendo per mano suo padre.
《Certo. Ma rimanete qualche giorno in città, per cortesia》rispose l'agente Leland, senza distogliere lo sguardo da Class.
L'uomo sapeva che il dottore aveva mentito e il suo intuito, lo stesso che gli aveva permesso di catturare più di cinquanta assassini, umani e non, gli diceva che il responsabile della tragedia artica era proprio Timothy Class. Ma doveva trovare le prove.
《D'accordo》acconsentì Amy, incamminandosi verso l'ascensore, che si trovava poco distante da loro《Andiamo, papà.》
《Crede che sia stato lui, vero?》domandò Rick al suo capo, non appena le porte dell'ascensore si chiusero.
I due uomini erano rimasti fermi, accanto alla sala interrogatori, con lo sguardo fisso nel vuoto, preda di pensieri inconcludenti e teorie bizzarre.
《Perché tu no?》replicò Leland, con voce ironica e metallica allo stesso tempo《Il punto è che non capisco come abbia fatto a ucciderli tutti.》
《Forse con un qualche tipo di attrezzo》suppose l'agente Wayne, pur sapendo che non si trattava di un'ipotesi valida.
《Hai visto anche tu in che condizioni erano i cadaveri》affermò il suo capo, in tono stanco, ripensando all'orrore di cui era stato testimone《Sono stati prosciugati. Letteralmente. Quelle persone sono state ridotte a gusci vuoti. In più il medico legale non ha trovato tracce di traumi derivati da corpi contundenti.》
《E il video?》chiese ancora Rick, pregando in un miracolo.
《I tecnici sono ancora al lavoro, ma la tempesta aveva rovinato gran parte dell'attrezzatura quindi non sanno se il video-diario della spedizione si possa recuperare.》La risposta di Leland affossò le ultime speranze che l'agente Wayne nutriva e lo fece sospirare.
《Quindi non abbiamo in mano nulla》sentenziò l'uomo, con tangibile rammarico.
Era entrato a far parte delle forze dell'ordine perché voleva aiutare le famiglie delle vittime ad avere giustizia, così com'era stato per lui quando suo padre era assassinato, ma casi come quello che avevano fra le mani lo facevano rodere dall'impotenza. In più era preoccupato per l'incolumità di Amy.
Si erano lasciati da un paio di mesi, però lui le voleva ancora bene e, di certo, non voleva che Class uccidesse anche lei.
《Mando una squadra?》aggiunse, dopo un minuto di silenzio.
《No. Lo seguirò io》affermò il suo capo, incrociando le braccia al petto.
Nel frattempo, Amy e suo padre stavano viaggiando a bordo di un taxi che li avrebbe portati al Ferguson Hotel, un albergo a tre stelle che la ragazza aveva prenotato telefonicamente, subito dopo essersi messa in viaggio per raggiungere il genitore.
《Mi dispiace per i tuoi colleghi》disse, in tono partecipe, la giovane, distogliendo lo sguardo dal finestrino per riportarlo sulla figura silenziosa del padre.
Timothy Class non era mai stato un gran chiacchierone, però con Amy era sempre affettuoso e pieno di premure. Il fatto di avvertirlo distante fece impensierire la ragazza, che impuntò il distaccato comportamento del genitore al trauma che avesse vissuto in Artide.
《Anche a me》commentò l'uomo, con voce piatta, dopo qualche istante.
Quelle furono le uniche parole che si scambiarono durante il tragitto fino all'hotel, che si trovava in centro città, accanto a un ristorante messicano. Amy e il padre scesero e lei pagò la corsa per poi accompagnare il padre all'interno dell'albergo.
Il posto che aveva scelto era accogliente e arredato in maniera sobria. Alla reception trovarono una gentile signora di mezz'età ad accoglierli. Ovviamente non avevano bagagli: Amy era partita da casa senza nulla, tranne soldi e documenti, e Timothy arrivava direttamente dall'Artide.
Se la receptionist ne rimase perplessa, non lo diede a vedere. Si comportò in maniera molto professionale e gli fece portare la cena in camera, dopo che un facchino li ebbe accompagnanti al secondo piano, alla stanza 278, una doppia con le pareti crema.
Amy ringraziò l'uomo dopodiché si fece una rapida doccia per poi rimettersi gli stessi vestiti per andare a dormire. Suo padre, invece, si sedette sul letto che aveva scelto e fissava il pavimento con espressione vuota. La ragazza era preoccupata, ma non sapeva bene come agire.
Così quando arrivò il servizio in camera, spronò il genitore affinché mangiasse qualcosa di leggero come la zuppa di verdure che trovò sul vassoio. Class ne sorbì un paio di sorsi per poi restituirla ad Amy.
La giovane voleva rannicchiarsi in un angolo e piangere finché non esauriva le lacrime, però non poteva lasciarsi andare in quel modo: suo padre aveva bisogno di lei.
《Meglio se riposiamo qualche ora, papà》disse, dando un bacio sulla guancia all'uomo.
Poi lei si sdraiò a letto e Morfeo la prese fra le sue amorevoli braccia nel giro di pochi secondi mentre Timothy rimase sveglio. Si sentiva affamato e la zuppa non poteva lenire la sua terribile fame. Così decise di alzarsi e uscire dalla stanza.
Lo fece silenziosamente e Amy non si accorse di nulla.
Il dottor Class raggiunse la hall, dove trovò la gentile signora di prima che gli chiese in cosa poteva essergli utile. L'uomo, così, gli disse che aveva fame e lei abbandonò la sua postazione per accompagnarlo al ristorante interno, contenta di adempiere ai suoi doveri.
Quando la donna gli passò accanto, Timothy allungò una mano e la strinse sul flessuoso collo della sua vittima dopodiché chiuse gli occhi e assorbì tutto ciò che la povera receptionist aveva da offrirgli.
Appena ebbe finito, un guscio vuoto e rinsecchito cadde a terra con un leggero tonfo e gli occhi di Class brillarono di una sinistra luce nera.
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