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9 ~ Qualsiasi cosa accada

Il sentiero è poco illuminato, i raggi del sole che riescono a filtrare dalle alte chiome degli alberi ci garantiscono di non cadere a causa delle radici o dei sassi ma si sta bene, insetti e umidità a parte. È ancora mattina, una bellissima giornata di caldo e l'ombra non può che far bene.

Stefano si lamenta, ha paura che qualche pennuto ci faccia visita; Lavinia ogni tanto si esibisce in una smorfia nuova, ma a parte questi piccoli inconveniente stiamo generalmente bene. Continuiamo a camminare facendo ipotesi su dove stiamo andando o se ci porterà davvero da qualche parte questo sentiero. Una stradina c'è, con tanto di muschio e foglie secche, eppure non siamo sicuri che sia davvero fondamentale seguirla, intorno a noi il boschetto che si estende è per lo più selvaggio, con piccoli dirupi o pozze, con macigni pesanti ai lati di un crepaccio o alberelli con spine; e la varietà di piante e fiori che si trovano è incredibile. Raccolgo un tipo diverso di fiore ogni volta che ne incontro uno e tengo stretto nel pugno della mano destra il piccolo gruzzoletto di steli verdi.

<<Quanto manca?>> si lamenta la rossa, schiacciando tra le mani l'ennesima zanzara che ha tentato di succhiarle via il sangue.

<<Come possiamo saperlo?>> le domanda con lo stesso tono l'americano. <<Non sappiamo dove stiamo andando.>>

<<Non potremmo tornare indietro?>> s'intromette mio fratello, che si sta grattando il mento leggermente coperto di barba scura; subito dopo abbassa la mano e la riallaccia a quella di Elena a qualche passo più avanti di lui.

<<No.>> gli risponde subito questa. <<La nostra avventura ancora non è iniziata.>>

Sono d'accordo con la mia amica, anche se non abbiamo camminato molto mi sto divertendo e non vedo l'ora di proseguire.

Il "De Natura Garden" deve per forza essere un luogo d'incontro, o un campeggio o persino un alberghetto anche se dubito che in mezzo al bosco, letteralmente, se ne possa costruire uno. Seguendo su questo sentiero, troveremo le nostre risposte.

<<Facciamo un gioco.>> propone Elena piperita, mentre sale sopra un masso e scende con un saltello; poche volte l'ho vista così emozionata. <<Il gioco si chiama: Che cosa hai comprato? Consiste nel ripetere a turno un qualsiasi oggetto che vi viene in mente, a partire da uno, e tutti gli altri, quando è il loro turno, devono ripetere gli oggetti già comprati più aggiungerne uno loro.>>

<<Non sono sicura di aver capito.>> dice Lavinia scuotendosi i capelli.

<<Comincio io allora.>> Elena lascia la mano di Stefano per poterla sventolare, probabilmente stavano sudando. <<Oggi ho comprato una matita. Tocca a te, Maggie.>>

Colta alla sprovvista, osservo i miei fiori. So a che gioco si riferisce, lo utilizzavamo quando, durante le poche feste a cui mi portava, io volevo tornare a casa e lei mi intratteneva. Così restavamo sedute da qualche parte a giocare. <<Oggi ho comprato una matita e un fiore.>> dico subito, passando la palla a chiunque voglia giocare.

Subentra Diego, che sembra aver capito. <<Oggi ho comparto una matita, un fiore e un giornale.>>

Allora è il turno di Stefano. <<Oggi ho comprato una matita, un fiore, un giornale e un preservativo.>>

I ragazzi ridono, io scuoto la testa ed Elena sorride. <<Ottimo lavoro, avete capito tutti? Avanti, continuiamo.>>

<<Vuoi davvero giocare?>> commenta Diego un po' annoiato.

<<Hai qualcosa di meglio da fare mentre camminiamo e sudiamo in mezzo al nulla?>>

Il ragazzo non risponde e il gioco inizia. Lavinia decide di voler continuare. <<Oggi ho comparto una matita, un fiore, un giornale, un preservativo e una macchina.>>

Andrew era già pronto a continuare. <<Oggi ho comparto una matita, un fiore, un giornale, un preservativo, una macchina e una scarpa.>>

<<Una scarpa sola?>> lo interrompe la rossa, guardandolo dal basso.

<<Una scarpa sola.>> conferma lui divertito.

Poi il silenzio. Mi giro verso Chris, un po' in disparte al bordo del sentiero, insicura se voglia giocare o meno. Poi alza lo sguardo un po' corrucciato. <<Oggi ho comprato una matita, un fiore, un giornale, un preservativo, una macchina, una scarpa e una sigaretta.>>

E il gioco continua per la gioia di alcuni e la noia di altri, almeno passiamo il tempo. Dalla sigaretta passiamo agli alcolici, poi ai cibi e anche agli animali.

Dopo soli quattro giri è difficile ricordare tutto.

<<... una zattera, dieci pomodori, tre zucchine, un elefante, un armadillo e una paletta.>> finisce Elena di elencare tutto per la nostra sorpresa.

Poi Stefano la blocca. <<Hai dimenticato una nave dopo la zattera.>>

<<Non è vero.>>

<<Oh sì, è proprio vero.>> da man forte Diego a mio fratello, scommettevo che non vedeva l'ora di prendersi piccole rivincite sulla bionda. <<L'ho detto proprio io.>>

<<Sei un bugiardo, non hai detto nave.>>

Questo si schiarisce la voce. <<Maggie ha detto zattera e io nave subito dopo.>>

Rido e annuisco, Diego ha ragione ed Elena ha sbagliato. Questa sbuffa. <<È un complotto, vi divertite a prendermi in giro.>>

Stefano le passa una mano sulle spalle che Elena si affretta a togliere, facendolo divertire ancora di più. <<Lel, è solo un gioco.>>

<<Oh, proprio tu dici queste parole quando hai scambiato un povero passero con un cigno!>>

Stefano fa il bravo e rimane in silenzio, mentre noi continuiamo a ridacchiare ancora un altro po'.

Il gioco ci ha portato via molto tempo e presto riusciamo a vedere la fine del sentiero che si apre su un grande spiazzo disboscato. All'inizio del piazzale il cartello che vi era all'inizio del sentiero si ripete ribadendoci che ci troviamo al famosissimo luogo con nome: De Natura Garden.

Nello spiazzo, un paio di camper sono alloggiati in fondo, a circa trecento o quattrocento metri di distanza; tutto il resto è pieno di tende, tronchi sdraiati sul terreno e un paio di casupole di legno.

<<Siamo arrivati!>> esulta felice Elena mentre tutti noi ci asciughiamo il sudore dalla fronte. C'è gente, effettivamente, ci sono persone accampate nelle tende, o sotto le chiome degli alberi che costeggiano l'enorme piazzale. Ci sono bambini e adulti, qualche ragazzo che fa avanti e indietro da una delle due casupole.

<<È un campeggio?>> domanda Diego guardandosi attorno come stiamo facendo tutti noi, d'altronde.

<<Di sicuro non è un accampamento hippie.>> risponde ironica Elena mentre fa qualche passo avanti.

La seguiamo entrando nel bel mezzo del campeggio e, dopo soli pochi passi, un esuberante ragazzo che sembra aver indossato un'uniforme celeste da scout ci si para davanti. Un sorriso grande gli lambisce le labbra mentre il resto del volto è riparato dalla visiera del cappello blu.

<<Benvenuti nel nostro campeggio, vi siete già iscritti?>>

Stefano fa un passo avanti, affiancandosi a Elena al capo della nostra fila. <<Buongiorno, abbiamo sentito parlare di questo campeggio e ci chiedevamo se potevamo restare qui la notte. Abbiamo portato tutto, ci serve solamente un posto per dormire.>>

Il sorriso sul volto del ragazzo sembra vacillare un po' mentre scioglie le mani tra di loro e riporta le braccia lungo i fianchi, ci una posa meno rigida. <<Quindi non avete prenotato?>>

Lancio qualche occhiata ai miei amici, che ricambiano. Se non c'è posto o se non ci fanno rimanere, saremo dispersi nel bosco. Probabilmente vorranno tornare tutti indietro.

Il ragazzo, notando le nostre incertezze, torna a sorridere come prima. <<Non c'è problema, seguitemi e vi porto alla direzione, così potrete chiedere tutte le informazioni di cui avete bisogno.>>

Seguiamo lo pseudo scout fino a una delle sue casupole in legno al limitar dello spiazzo, sulla sinistra, accanto ai due enormi camper. Dietro di questi, però, una volta che ci siamo avvicinati, trovo stazionate delle macchine e dei piccoli SUV. Mi chiedo come abbiamo fatto ad arrivare qui attraverso il sentiero che abbiamo percorso noi, non mi sembrava ci fossero tracce di ruote.

La direzione è più una reception rustica, un bancone esclusivamente in legno dietro il quale una signora tonda e bassina con un abbigliamento precario e prettamente campagnolo, porta un paio di occhiali abbassati sul naso mentre legge delle locandine naturalistiche.

Il ragazzo ci lascia nelle sue mani, spiegandole con poche parole quello che gli abbiamo detto noi. Solo dopo, è il nostro turno di spiegarci.

Stefano ed Elena cercano di spiegarle la situazione in maniera semplice e concisa, ovvero che abbiamo cercato questo posto solo per non dormire la notte in mezzo alla natura più dispersa e che qui attorno avremmo potuto trovare anche delle piccole escursioni durante il giorno. La signora ci spiega gentilmente che questo campeggio è aperto a chiunque ne abbia voglia nonostante si debba pagare una piccola quota –come ci aspettavamo- poi ci da dei dépliant sulle escursioni gratuite di oggi e domani, fatte da guide, ed Elena se le conserva tutte prima di tirare fuori il portafoglio e pagarle il soggiorno nel campeggio, così come facciamo noi uno ad uno.

<<Potete sistemarvi laggiù accanto ai pini. È un luogo abbastanza appartato se volete stare un po' in pace, per questa notte abbiamo prenotato il campeggio a una decina di famiglie e una giovane scuola, e anche se non ci sarà molto trambusto, potete stare leggermente in disparte se ne avete voglia.>>

La ringraziamo ancora molto e poi ci incamminiamo verso gli armadietti della casupola dove possiamo chiudere a chiave i nostri zaini durante le escursioni o se non vogliamo lasciarli incustoditi nei nostri sacchi a pelo. La signora ci ha dato anche le chiavi, che assieme ai soldi e il cellullare saranno le uniche cose che ci porteremo dietro.

Lasciamo gli zaini e poi ci rifugiamo nei bagni, che abbiamo scoperto stare dentro la seconda casupola, per darci una rinfrescata.

<<Non è un bel posto?>> chiede emozionata Elena una volta che noi tre siamo davanti agli specchi dei bagni femminili questi sono abbastanza grandi, con pavimentazione esclusivamente in legno, dietro di noi tre porte private e dietro ancora di queste ci sono delle piccole docce comuni. Non credo mi farò mai la doccia qui, posso aspettare un giorno per una lavata completa.

<<È un posto.>> risponde Lavinia lavandosi la faccia. Io mi do una rinfrescata dietro il collo dopo aver tirato su i capelli in una crocchia disordinata e vedendo calarmi sul collo e sopra le orecchie qualche ciocca più corta.

<<Io direi di dedicarci oggi all'esplorazione del posto e domani all'unica escursione decente che ci hanno proposto.>>

<<Di quale escursione parli?>> chiedo curiosa mentre mi lavo le mani.

<<Piccola gita alle rovine del Tempio delle Rose. Non ho idea di cosa sia ma sembra romantico e adatto a qualcosa di rilassante.>>

<<Escursione e rilassante non dovrebbero mai trovarsi in una stessa frase.>> borbotta Lavinia.

Dopo una seduta veloce al bagno, torniamo dai nostri cavalieri già fuori dai bagni con quasi tutti i capelli bagnati e tirati indietro. Stefano ha subito risistemato la bandana tra i suoi capelli mentre Chris ha dei piccoli spuntoni morbidi che si alzano sul capo. La voglia di passarci le dita e spettinarli è così tanta che stringo le mani in un pugno e volto lo sguardo. Nel piazzale non ci sono alberi a coprire le nostre teste dal sole e abbiamo bisogno di rinfrescarsi per restare vivi e non essiccare.

Decidiamo di rimandare la sistemazione delle coperte e dei sacchi a pelo a questa sera. Un ragazzo decide di prendere uno zaino dove metteremo acqua e cibo per poi incamminarci all'avventura di questo posto. Suppongo si tratterà semplicemente di una bella camminata fino all'ora di pranzo, dove ci accamperemo da qualche parte e mangiare i panini che ho preparato con tanta cura questa mattina per poi tornare indietro e riposare.

Per primo lo prende Stefano e poi credo lo passerà agli altri, per fare i turni, anche se non credo sia così pesante.

<<Ci divertiremo tanto, vedrete come sarà bella la natura.>>

Non capisco proprio da dove l'abbia preso tutto questo entusiasmo Elena ma da una parte sono felice che ci sia lei a tirarci su di morale e a spronarci ad andare avanti.

Imbocchiamo un sentiero dall'altra parte del piazzale rispetto a dove siamo arrivati e notiamo che c'è una strada sterrata molto più ampia e più agevole, sembra fatta apposta per arrivare al campeggio. Ci sono persino i segni delle ruote.

Elena e Stefano si mettono subito a capo della fila, seguiti da Lavinia, Chris e Andrew mentre Diego mi intrattiene per una mano e siamo quindi gli ultimi.

<<Ehi.>>

<<Ehi.>> risponde lui sorridendo al mazzo di fiori che tengo ancora in mano. Ho deciso di portarlo con me nel caso trovi altri fiori. <<Ascolta, mi dispiace per quello che ho detto ieri sera.>>

<<A cosa ti riferisci?>>

Lui fa una smorfia in direzione di qualcuno davanti a lui e il mio spiccatissimo intuito mi suggerisce che parla di Chris. <<Non avrei dovuto accennare al fatto che tu non sia andata avanti. Solo che abbiamo parlato di Serena e mi sono fatto prendere la mano.>>

Gli stringo per un secondo la mano, segno che ha il mio supporto, per poi lasciarla. <<Non avrei dovuto accennare per prima a lei, mi dispiace averlo fatto.>>

Scuote la testa in segno di disapprovazione. <<Non è un problema, non ci ho pensato molto.>>
Bugia, si capisce benissimo. Non mi importa correggerlo, ha bisogno di mentire a se stesso per questa volta. So che lui ha pensato a Serena tanto quanto io invece ho pensato a Chris e queste sue scuse hanno riportato di nuovo a galla tutto quello che stamattina ho seppellito. Volevo superare questa giornata senza pensieri, volevo cercare di far finta di niente almeno per oggi e per questa notte, per godermi l'avventura, ma evidentemente non è possibile.

So di non poter evitare il problema per sempre ma non pensarci fa anche bene, delle volte. Non posso corrodermi per sempre, in ogni momento. Non ne sopravvivrei. Eppure adesso ricado nella trappola, incapace di tornar in superfice, incapace persino di volerlo.

Le parole mi tormentano e mi creano altre domande che si aggiungono a quelle che già ho, al caos che ho in testa, e sono sicura prima o poi scoppierà.

Chris è proprio qui, davanti a me, che cammina al fianco dei miei amici, che ogni tanto gira lo sguardo per controllare che non sia inciampata o caduta, che mi offre la mano quando c'è da superare una roccia o anche una semplice radice; mano che talvolta rifiuto per orgoglio femminile.

È qui, maledizione, per me.

La mia testa sfarfalla da questi pensieri a momentanee chiacchiere con i ragazzi, sul tempo, sulla giornata, sul sentiero e su tutto ciò che è più inutile discutere, giusto per passare il tempo tra risate e spensierataggine.

Per il pranzo, ci accampiamo su un paio di rocce al fianco di un piccolo torrente che scroscia rumorosamente e ci crea una sinfonia di sottofondo molto rilassante.

<<Com'è scomodo questo masso.>> mi lamento, massaggiandomi una chiappa con la mano libera mentre l'altra tiene ben saldo il panino. Tutti stanno più o meno comodi, ma a causa della mia tumefazione mi è impossibile trovare una possibile sistemazione. Mi alzo quindi in piedi.

<<Ancora il livido?>> mi domanda Elena dal basso addentando il suo cibo.

<<Dove hai il livido?>> domanda allora Chris mentre, accanto al ruscello, si sta lavando le mani; volta il viso solamente per guardarmi e pormi la domanda. Qualcuno ridacchia mentre io faccio una smorfia e Diego anche si interessa. <<Hai un livido?>>

<<Perché vi interessano tanto le mie tumefazioni?>> domando scocciata mentre provo a sedermi. Ancora sto scomoda, allora sbuffo e mi rialzo. Lavinia fa un cenno del capo a entrambi. <<Avanti, dillo.>>

Alzo gli occhi al cielo. <<Non vedo l'utilità di questa informazione.>>

Elena si alza in fretta e mi è accanto subito, non faccio in tempo a bloccarle il braccio, o anche solo a capire cosa voglia fare, che subito la sua mano entra in contatto con la mia zona lesa e io urlo di dolore, scostandomi subito.

<<Perché diavolo l'hai fatto?>>

<<L'avrebbe fatto lui per verificare.>> indica con gli occhi Chris mentre Stefano raddrizza il capo fulmineo, cercando di interpretare la mia reazione. Inutile, probabilmente ho assunto il colore del pomodoro nel panino della mia amica.

Chris si è subito voltato di nuovo verso il ruscello mentre Andrew e Lavinia, come dei bravi avvoltoi, sono scoppiati a ridere.

Diego sembra del tutto impassibile alla situazione. <<Hai davvero un livido sul sedere? Come diavolo hai fatto?>>

Scuoto la testa e accartoccio il panino che non ho più voglia di mangiare. <<Una scivolata nella doccia.>>

Chris, finito di lavarsi le mani, torna a sedersi sul masso, accanto a Diego e di fronte a me, non mi degna di un'occhiata, sembra che non gli importi più di conoscere la risposta alla sua domanda precedente.

<<Fammi capire bene.>> continua il mio amico. <<Sei scivolata nella doccia e il risultato, piuttosto che un collo spezzato, è stato un livido su una chiappa?>>

Annuisco affranta mentre bevo un sorso di acqua. Diego scuote le spalle. <<Meglio invalida che morta.>>

<<Ti ringrazio molto.>> Tutti ignorano il mio sarcasmo e si ritorna a chiacchierare come prima.

Quando facciamo per andare via, io mi ritrovo per ultima di nuovo affiancata da Diego e, dietro di noi, Chris afferra lo zaino e se lo mette in spalla. Diego mi precede di un passo per scendere da una roccia e darmi le mani che accetto volentieri. Poi aspetto che anche Chris scenda dietro di noi e infine lo sento ridere.

Mi volto appena, mentre camminiamo accanto.

<<Perché ridi?>>

<<In poco tempo mi sono reso conto di quanto adoro la tua amica.>>

Lancio un'occhiata furtiva davanti a noi, a Elena e Lavinia, che accanto ai ragazzi, stanno amabilmente parlottando.

<<Sono tutte impegnate.>> borbotto con un sorriso tirato.

Chris mi sbilancia un po', sospingendomi per un braccio. <<Ma cosa vai a pensare, adoro solo il suo carattere. Elena è un bel peperoncino.>>

<<Non migliori la situazione.>>

Ride ancora, un po' più piano, e scuote la testa. <<Fatto rimane che aveva ragione, prima avrei proprio voluto verificare.>>

È il mio turno di spintonarlo per un braccio mentre la mia faccia diventa di un colore pericolosamente familiare. Per un istante, mi sembra che Chris noti questo particolare e si diverti a crogiolarsi dentro di esso. Poi il mio colorito deve tornare normale, per farlo smettere di fissarmi.

<<Non avresti mai verificato.>>

<<Anche questo è vero, ma nulla mi impedisce di immaginare.>>

<<Chris!>>

<<Cosa? Ho detto qualcosa di sbagliato?>>

<<Tutto quello che hai detto è sbagliato.>>

<<Temo tu debba riordinare il concetto di verità e bugia nella tua testolina.>>

Fa un passo avanti e mi lascia indietro, per un istante mi sembra di percepire la sensazione della sua mano sulla mia zona lesa, pensando a quando voleva verificare, come se il ricordo fosse stato potente da sentirne il contatto.


È in situazioni come questa che vorrei poter conoscere le costellazioni.

Quando ero più piccola e vedevo le stelle nel cielo con mio padre, lui sapeva di cosa parlava e mi mostrava tutto ciò che era possibile vedere ma allora non sapevo davvero riconoscerle quindi fingevo di immaginarle. Adesso avrei voluto fare molta più attenzione, per poterle ricordare. Ho sempre ammirato le stelle, così immensamente lontane ma tanto potenti da illuminare le nostre ombre.

Ho la sensazione che ogni stella sia un angelo, che mi guardi e mi spii, ma anche che mi guidi. Servono a illuminare la notte, il buio, la tenebra. Servono per dare speranza anche quando tutto sembra perso nell'infinito. Loro sono lì, delle costanti dentro l'incostanza, la potenza dentro l'impossibilità di capirla.

<<Non riesci a dormire?>>

Chris, accanto a me, ruota il busto e io sobbalzo poco, cercando di fare meno rumore possibile.

È tardi, ne sono consapevole, ma non riesco ad addormentarmi, come succede spesso. Non riesco a dormire e io definisco queste sensazioni come "Avere degli incubi" ed è così che rispondo a Chris. Ci siamo sistemati appena siamo tornati dalla passeggiata e siamo rimasti al campeggio a socializzare con qualcuno e pensare al programma del giorno dopo. Per cena, siamo stati in compagnia di una famiglia straniera con la quale Andrew ha conversato felicemente e abbiamo mangiato della succulenta carne alla brace e sul fuoco.

Abbiamo deciso di dormire presto per poterci svegliare la mattina di conseguenza ed essere pronti a un orario decente. Elena e Stefano si sono accaparrati un sacco, stringendovisi dentro, e lo stesso hanno fatto Lavinia e Andrew. A me, Diego e Chris sono toccati un cuscino e una coperta ma dato che i cuscini erano solamente due, Diego ha usato lo zaino mentre a Chris è toccata la coperta più corta. La sta usando per coprirsi le braccia nude a causa della sua maglia a maniche corte e scommetto non deve essere comodo.

Quando mi volto vero di lui, noto che siamo gli unici a fissare le stelle. Tutti gli altri hanno i busti girati e i respiri regolari.

Alzo un lembo di coperta. <<Hai freddo?>>

Lui non scuote la testa né annuisce, si limita a guardare la sua coperta e poi di nuovo me. Alza il busto e striscia verso di me, unendo i nostri cuscini. Alla mia destra c'è Diego che mi da le spalle, aldilà delle nostre teste, gli altri quattro.

Qualcuno, all'interno del piazzale, è ancora sveglio ma nessuno fa troppo rumore e la luce dei piccoli falò lontani è piacevole.

Poi Chris è accanto a me, sotto la mia coperta, le nostre teste divise in due cuscini diversi.

<<Non avevo freddo, comunque.>> mormora con un lembo di labbro alzato.

<<Immaginavo.>> rispondo a modo stando attenta a non posare la mano al mio fianco per paura di toccare la sua. Vorrei poter alzare la coperta e verificare se è lì ad attendermi, ma non ne ho il coraggio.

<<Allora, perché non dormi?>>

<<Ho gli incubi, te l'ho detto.>>

<<Come fai a sapere di avere gli incubi se non hai chiuso occhio?>>

<<E tu come sai che non ho chiuso occhio?>>

Chris si scosta un po' e mi ruba della coperta, allora io tiro fuori un braccio e la strattono dalla mia parte, facendolo imbronciare. Dopo un po' di tira e molla, troviamo la posizione che ci permette di essere abbastanza coperti entrambi.

<<Se ti giri di fianco come me, possiamo coprirci meglio.>> mormora prima che segua il suo esempio e mi senta avvolta la schiena dal caldo della coperta sottile. <<Comunque, non ho chiuso occhio nemmeno io quindi ti ho vista e sentita rimanere sveglia. Allora, cos'è questa storia degli incubi?>>

Mi sembra incredibile non averne mai parlato con lui, durante il nostro anno.

<<È come se il mio corpo percepisse una sensazione, come se mi avvertisse di non addormentarmi altrimenti farò degli incubi. Così rimango sveglia.>>

Non annuisce ma so che ha capito; poi entrambi, neanche ci fossimo coordinati, ci giriamo di nuovo sulla schiena, rivolti verso il cielo, e la coperta ci scopre un po'. Chris me la sistema silenziosamente sulle gambe, rimanendo più scoperto di me.

<<Parliamo di stelle.>> dice allora, il tono di voce abbastanza basso perché lo senta solo io. <<Così ci distraiamo entrambi.>>

<<Non so nulla di stelle.>>

Chris tira fuori un braccio e indica il cielo. <<Quella è la stella polare, poi c'è il carro minore e quello maggiore. Se giri un po' lo sguardo troverai Andromeda e la costellazione del cancro. Più a nord potremmo trovare Ercole e il Capricorno.>>

Mi volto verso di lui e sprofondo il viso nel cuscino per soffocare una risata. Lui mi segue a ruota, silenziosamente. <<Te le stai inventando.>>

<<Solo un pochino.>>

<<Tu perché non riesci a dormire?>>

Da una parte sono felice che lui sia qui, accanto a me, inventando le posizioni delle costellazioni. Forse ha notato quanto io mi stessi concentrando sulle stelle e ha fatto due più due.

<<Anch'io ho gli incubi.>> risponde dopo un po'. <<Ma i comuni mortali li chiamano pensieri.>>

<<A cosa pensi?>> Anche se la mia testa mi gridava di non fare quella domanda, alla fine l'ho lasciata fluire fuori dalle mie labbra. Con Chris non esito, quasi mai.

Non gira il volto verso di me ma qualcosa mi fa capire che vorrebbe, ma non può. E sono felice che non lo faccia, lo preferisco. Vedere i suoi occhi di nuovo sotto la luce delle stelle sarebbe qualcosa di troppo potente per poterlo scacciare via come sto imparando a fare, non posso premettermi di crollare ora che ne sto uscendo.

<<A tutto, a niente. Ai perché e ai per-come. M'interrogo su molte cose, piccola Maggie.>>

<<Piccola Maggie...>> mormoro come fosse una cantilena. Il nomignolo rimane sulle mie labbra finché non ho più fiato per ripeterlo con un sol respiro e lo lascio svanire nell'aria notturna. <<Non sono piccola.>>

<<Non lo sei?>>

Lo sono? Cambio discorso. <<Perché Sara mi sarebbe piaciuta?>>

Chris capisce subito e s'irrigidisce un po' prima di decidere di guardarmi, finalmente. Allora fisso il suo naso e le sue labbra, i suoi occhi sono ancora inaccessibili.

<<Sapevo ne avremmo parlato, aspettavo solo la tua mossa.>> Sospira e il suo respiro mi finisce sulle palpebre, facendomele fremere leggermente. <<Ti sarebbe piaciuta perché è simile a te, per molti aspetti.>>

<<Sa cantare bene, però.>>

Sorride un po', socchiudendo gli occhi. <<Sì, lei è intonata.>>

Muovo il braccio quel poco da dargli una leggerissima spintarella sulla spalla, e quando capisco di averlo praticamente solo sfiorato, desisto dal riprovarci. <<Avevi detto che non mi avresti mai considerata stonata.>>

<<Non ho considerato proprio niente, infatti.>>

Lascio cadere l'argomento con un piccolo sospiro. <<Allora, come sta tuo fratello?>>

Chris si muove sotto la coperta e io sento il suo corpo caldo, così vicino al mio, che si agita. La consapevolezza della situazione sta cominciando a gravare su di me, e forse anche su di lui.

<<Forse si sposano.>> è il suo unico commento.

Dopo rimaniamo in silenzio finché io non ho il coraggio di mormorare: <<Sono felice di aver letto la lettera, Chris.>>

Lui non rimane in silenzio ma ha già la risposta pronta, come se aspettasse solamente quelle mie parole. <<E io sono felice di avertela data, sul serio. Però mi sono reso conto troppo tardi di non aver scritto qualcosa di importante sulla lettera.>>

Pongo entrambe le mani acciambellate sotto la guancia per vederlo meglio e lui si gratta una guancia.

<<Puoi dirmela adesso.>>

Alza gli occhi su di me, è impossibile evitarli.

Non sono più spenti e mi odio per aver perso il momento in cui li ha riaccesi. Allora mi chiedo subito cosa l'ha portato a farli luccicare di nuovo o se ci sia stato qualcosa che ne è stato in grado.

Fa un verso sommesso, come se gli gravasse tirare fuori le parole ma allo stesso tempo le avesse tenute dentro per troppo tempo.

<<Qualsiasi cosa accada oggi, c'è sempre il domani.>>

Lascio che il suono della sua voce si metta tra i nostri volti mentre nel piazzale cominciano ad assopirsi tutti, il silenzio sempre più profondo attorno a noi.

Chiudo gli occhi, sentendo la stanchezza fare capolino improvvisamente sui miei occhi e la mia testa. <<Mi sembra perfetto. E anche giusto.>>

<<Lo è.>> mormora appena.

Lo sento sfiorarmi una mano, carezzarne il dorso delicatamente con il pollice e quasi temo di essermelo immaginato. Giro la mano svelta, con ancora gli occhi chiusi, e stringo le dita sulle sue in una morsa infantile. Ma lui è già sgusciato via da sotto la mia coperta e i miei occhi non accennano a volersi aprire. Se guardo e non lo trovo al mio fianco, non tornerò forte.

<<Buonanotte.>> sono le sue ultime parole prima che si allontani definitivamente e mi dia le spalle, pronto a chiudere i suoi pensieri come io sto già chiudendo i miei.








****

Eccomi, a un orario un po' insolito rispetto il solito ma, ehi, domani niente scuola per me che sono malaticcia quindi posso permettermelo. Credo... mi si chiudono gli occhi già a quest'ora!

Allora, speravo di aggiornare prima ma davvero, non ne ho avuto il tempo, quindi scusatemi. Però sono qui, in fondo.

Allora, due importanti comunicazioni: non mi odiate!

1) Sono strafelice del successo che sta avendo Prima di te nessuno mai, sono fiera di voi e di ciò che siete diventati per me! 🌻❤

2) Questo weekend parto e non potrò aggiornare, per cui cercherò di farlo prima ma non vi prometto niente!  Mi dispiace ma ho impegni anche io e ogni momento libero lo dedico al computer e alla storia, credetemi.

Suppongo di aver detto tutto quindi ora vi lascio riposare in pace. Come sempre, ditemi cosa ne pensate di questo nuovo capitolo. State tranquilli, molto presto la situazione si movimenterà, e so che state aspettando la seconda lettera ma non sarà la cosa più emozionante dei prossimi capitolo ;) Allora, vi sto suspencendo (?) (Conio nuovi termini)

Suspencendo: Creare suspence alla gente. (Nel linguaggio di Martina, ovviamente)

Commentate, commentate, commentate!

Vi amo ancora tantissimo, vi amerò sempre tantissimo.

🐳 Sappiate tutti che è colpa sua e delle sue telefonate, assieme ai suoi urletti da fangirl innamorata con gli occhi a cuoricino e le sue battute tristissime, che il tempo per aggiornare diminuisce di giorno in giorno. Condannate lei! (Non ti lovvo per niente)

Bene, bene, adesso vado via sul serio. Dolce notte.
N.B. Le parole della gif all'inizio del capitolo non c'entrano nulla con quelle dette da Chris, giusto per precisare :)

P.S. Scusate eventuali errori

Xoxo ❤

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