31 ~ Tornerò da te
Diego sussulta, si volta e i suoi occhi scuri puntano la mia figura come fossi un terribile predatore.
<<Cosa ci fai qui?>>
<<Ho notato che uscivi, sembravi preoccupato. Che cosa succede?>> alterno lo sguardo dalla sua figura all'aggeggio che ha tra le mani e lui sembra un po' spaesato come colto in contropiede. Si affretta a riporre il telefono nella tasca dei pantaloni e a guardarmi con diffidenza. <<Nulla, niente d'importante. Perché mi hai seguito?>>
Ancora quel tono d'attacco, ancora non riesco ad azzeccare qualcosa di giusto da fare. Faccio un passo indietro, prendendo un respiro e gonfiando il petto sperando che mi aiuti per accumulare allo stesso tempo del coraggio e affrontare tutta la sua stizza.
<<Te l'ho detto, ti ho visto preoccupato. Poi ho sentito che parlavi con Serena, è giusto?>>
È agitato, guarda di qua e di là, lo sguardo è duro e gli occhi socchiusi. <<No, hai sentito male.>>
<<Come?>>
Poi perde le staffe e alza la voce. <<Ma insomma, Maggie, cosa vuoi da me?>>
Colpita dalle sue parole, sento la gola stringersi e le lacrime premere per uscire fuori calando lente sulle mie guance. Non voglio piangere come una bambina, come se mi fossi spaventata o stessi facendo i capricci, ma in poco tempo mi sto sentendo sovrastata da troppe persone e senza alcun motivo. Faccio altri passi indietro, la testa china per non mostrare il mio sconforto e il dolore dell'ingiustizia che grava nella mia testa. È come se ci fosse un allarme che non cessa da tutto il giorno, un continuo suono stridulo che mi allerta del pericolo.
<<Non volevo... scusa. Ero solo preoccupata.>> Non posso mascherare la mia voce ferita, troppo ferita. Mi prenderei a schiaffi da sola se solo non fossi così tremendamente giù di morale.
Forse è la mia faccia, forse i miei occhi lucidi e rossi, o forse la piccola intelligenza che gli rimane a fargli capire che ha esagerato. <<Fiore, scusami. Non volevo gridare a quel modo>>
Siamo ancora lontani ma lui cerca di avvicinarsi tendendo le mani. <<Non ti devi preoccupare e... oh, merda, stai piangendo?>>
Scuoto veemente la testa, non voglio piangere, non così. Preferisco essere forte e affrontare tutto con lucidità. Già ho la mente in subbuglio, non ho bisogno anche delle lacrime per annegare definitivamente.
Diego è subito davanti a me, le braccia avvolte attorno alle mie spalle e delle parole di scuse, scuse che però non mi bastano. Lo scanso via e lo guardo fisso negli occhi, anche se devo piegare la testa.
<<No! Perché mi hai trattata così? Perché mi stai trattando così da giorni? Che cosa è successo, dimmelo.>> Ho bisogno di spiegazioni per confermare che non è tutta colpa mia, che non sono un totale disastro.
<<Non volevo, davvero, non avrei dovuto alzare la voce.>>
Mi aggrappo alle sue braccia e lo strattono ancora, questa volta imbestialita. <<Dimmelo, avanti.>>
<<Di cosa stai parlando?>>
La sua incoerenza mi fa ancora più arrabbiare e adesso tutta la tristezza e l'avvilimento che mi sono subiti durante la giornata stanno esplodendo. Da un lato mi dispiace che sia Diego la nave che il mio iceberg di furore farà annegare ma ormai è qui e non mi posso più controllare.
<<Dimmi la verità, Diego! Basta stupidaggini o scuse. Perché ce l'hai tanto con lui?>>
Sul suo volto piano piano si fa largo la consapevolezza e capisce di cosa sto parlando, di cosa abbiamo sempre parlato dietro ogni commento sarcastico, ogni litigio.
<<Fiore...>>
<<Dimmelo!>>
<<Perché mi ricorda Serena, okay? Perché lui è come lei, ti ha afferrato, ti ha fatto innamorare e poi ti ha cambiato. Si è preso tutto di te, cambiandoti a suo piacimento, plasmandoti per farti adattare alla sua vita.>> Ho fatto esplodere anche lui, siamo due mine cariche che si sono accumulate di sentimenti contrastanti e deleteri troppo in fretta. <<Tu mi hai aiutato a capire che genere di persona era e adesso sono fuori, da molto tempo, ma tu? Tu continui a non ascoltarmi, continui a essere innamorata di lui!>>
Non mi aspettavo questo, di tutti i motivi per cui Diego poteva avercela con Chris o con me, questo era all'ultimo posto della mia lista.
Il momento esplosione sta passando, adesso arrivano tutte le sue conseguenze, le nostre voci fievoli e roche, tutto il rammarico celato in giorni, o mesi, di silenzi. <<Serena non ti ha mai fatto del bene ma Chris non è come lei.>>
<<Perché no? Cosa li differenzia tanto?>>
Ci sono almeno un milione di cose che differenziano Chris da Serena, a partire dal fatto che lui non è una cattiva persona.
<<Chris non mi ha mai fatto del male.>>
Mi pento subito di quelle parole anche se lo ho pronunciate consapevolmente, perché Chris mi ha fatto male, molto male. Il sorriso amaro di Diego tradisce la mia stessa sicurezza, adesso non avrò più una presa su di lui.
<<Ma ti senti? Chris ti ha spezzato il cuore in così tanti modi diversi che adesso non sai più rimetterlo in ordine.>>
Afferra una mia mano e la stringe forte, fortissimo, entrambi stiamo condividendo degli errori che ci hanno in qualche modo cambiato la vita. Prima di adesso non mi sono mai resa conto di quanto alla fine le nostre storie, i nostri primi amori, i nostri primi cuori spezzati, siano così simili tra di loro.
Non ho più parole per spiegargli che anche se Chris mi ha fatto del male, è tornato per farmi del bene e che in tutto questo tempo ho commesso degli errori anche io, causandogli persino dolore, quindi, adesso, meritiamo un po' di pace.
<<Tu non vuoi che io stia con lui, dimmi il perché.>>
Diego molla la mia mano che ricade pesante al mio fianco, entrambe le nostre facce sono stanche ma non abbiamo intenzione di fare retromarcia adesso che le bombe sono state sganciate.
<<Per me non ha senso, Maggie. Voi due non avete senso.>>
<<Come puoi dire una cosa del genere? Sai quello che abbiamo passato, sai quello che stiamo passando adesso. Sai tutto, maledizione, e ancora non te ne rendi conto?>>
Non m'interessa se qualcuno ci guarda passando per strada, non m'interessa se stiamo dando spettacolo, ho la mente e il cuore che ardono di potere. Sto difendendo i miei sentimenti e mi sento sicura come non lo sono da un tempo che sembra lunghissimo.
<<Credi di poter essere felice?>>
<<Certo!>> Ci credo alle mie parole anche se sto un po' enfatizzando, non sono sicura al cento per cento di quello che succederà a me e a Chris nell'immediato futuro ma pensando a questi giorni la risposta è stata semplice.
<<Allora, se tu sei felice con lui perché io non posso esserlo con Serena?>>
Mi blocco, lui si blocca, rimaniamo con i fiati sospesi a causa della sua imminente rivelazione. Poi le sue mani s'incastrano tra i capelli, mi da le spalle e cammina frettolosamente avanti e indietro. Quando mi guarda ancora, ha lo sguardo terrorizzato. <<Mi odio per averla abbandonata quando Preziosi ha avuto il coraggio di tornare indietro da te. Perché lei non è tornata? Perché non ha lottato per me?>>
È allora che cade, si lascia scivolare sulla parete del muretto immergendo il volto tra le mani e piegando la schiena in una posizione di sofferenza. Improvvisamente capisco, tra la nebbia nella mia testa si fa spazio un barlume di lucidità. Diego ha ancora il cuore spezzato perché ama ancora Serena.
Lo affianco avvilita, profondamente scossa dai suoi stessi sentimenti. Sono passati due anni, così tanto tempo da quando l'ha lasciata, che non ho mai preso in considerazione l'idea che stia ancora soffrendo. So che l'ha fatto, che è stato male e che c'è voluto del tempo per accantonare quella storia; quello che mi era all'oscuro, invece, era che non ha accantonato proprio niente. Ilaria forse è stata solamene una distrazione e mi stupisco nel realizzare che è stata la prima ragazza dopo Serena alla quale si è avvicinato tanto. E ancora non è stato abbastanza per dimenticare quella ragazza, quella sottospecie di demonio dai capelli chiari che gli ha fatto più male di quanto tutti si sarebbero aspettati. Restiamo in silenzio, abbiamo detto fin troppo. Quindi mi stringo a lui, incassando la testa sulla sua spalla e intrecciando le nostre mani. Capisco il suo dolore anche se il mio è stato risanato.
<<Forse ero solamente geloso.>> mormora dopo un po' di tempo. <<Voi sembravate così felici nonostante tutto, stavate andando alla grande. Perché io no?>>
Non conosco la risposta; non so perché ad alcuni capita di emergere prima dai problemi rispetto ad altri, non so perché alcuni rimangono fermi sul fondale, non so perché altri ancora semplicemente non affondano mai.
<<Era Serena, prima?>>
La sua testa si accascia sul muro, adesso gli occhi rivolti alle stelle grigie. <<No, cioè sì. Mi sono trovato un suo messaggio in segreteria durante la notte la settimana scorsa. Provo a richiamarla ogni sera ma non risponde.>>
<<Che cosa voleva?>>
<<Era ubriaca, farfugliava, mi chiamava. Forse stava a una festa. Per questo mi sono preoccupato e per questo sto dando di matto questi giorni.>>
Le parole di Andrew mi saltano alla mente repentine e sono in parte felice che Diego abbia accanto degli amici che notano questo suo disagio e che sono disposti a starli accanto.
<<Mi dispiace, Diego, non credevo l'amassi ancora.>>
<<Ti hai continuato ad amarlo, credo mi sia successa la stessa cosa.>>
Non c'è altro da aggiungere, restiamo ancora un po' abbracciati finché un ombra non ci affianca.
<<Sono arrivati i piatti.>> annuncia Chris e Diego scioglie subito ogni presa che ha su di me.
<<E anche il principe azzurro a quanto pare.>>
Afferro le mani di Chris che mi aiutano ad alzarmi e poi porto su con me Diego. Non mi è sfuggito lo sguardo scettico che è lampeggiato negli occhi di Chris ma sono felice che non abbia detto niente. Ho il petto più leggero, più freschezza anche nella mente. L'unico vero dilemma, adesso, rimane quella testa bionda di Elena.
Ci incamminiamo tutti assieme verso l'entrata ma mentre sto per varcare nuovamente le porte di vetro Diego chiama Chris da parte e poi mi fa cenno di andare avanti per raggiungere gli altri. Sono un po' restia, ho paura di quello che il mio amico potrebbe dire a Chris o quello di cui potrebbero parlare; ma non posso impormi a loro e così ritorno al tavolo. Lì, la nostra assenza sembra non essere stata notata, tutti stanno ridendo. Tutti eccetto Elena. Appena torno accanto a mio fratello è di nuovo pronta a chiedermi se va tutto bene e io sono di nuovo pronta ad ignorarla. Mangio senza fretta, pensando a quello che stanno combinando quei due là fuori e costringendomi allo stesso tempo a non rimuginarci troppo perché sicuramente andrà tutto bene.
La conversazione si sta diramando su un certo programma televisivo che non conosco e quando Chris e Diego rientrano subito sono catturata dalla loro presenza. Però i due non si siedono, Chris si mette alle mie spalle mentre Diego raggiunge Andrew per dirgli qualcosa all'orecchio.
<<Va tutto bene?>> Questa volta è Ilaria a chiederlo notando l'aria che tira da queste parti.
<<Accompagno Diego all'appartamento.>> mi sussurra Chris all'orecchio e io volto metà busto per guardarlo in faccia.
<<Cosa, perché?>>
Un attimo dopo anche Andrew e Lavinia si alzano dalla sedia. <<Dovete scusarci, è accaduto un imprevisto. Dobbiamo andare via>>
<<Dove andate?>> domanda subito Elena, in allerta, così come noi.
Lavinia ci fa segno che ci spiegherà tutto dopo mentre Diego mi lancia uno sguardo di complicità.
<<Non vi preoccupate, restiamo noi qui.>> s'intromette Stefano indicando noi tre eremiti.
Poi sento il volto di Chris avvicinarsi al mio e mi stampa un bacio sulla guancia, facendomi arrossire a causa del pubblico che ci osserva. Lavinia ci passa accanto, ci saluta e ci intima che tornerà presto mentre io mi limito a osservarli uscire dal ristorante con un sopracciglio alzato.
La cena quindi continua, le parole sono lasciate principalmente ai quattro nuovi amici e a Stefano; Elena ed io non siamo di certo dell'umore giusto per ridere e scherzare.
Dopo poco tempo la sedia che prima era occupata da Chris ospita una ragazza minuta con la bocca piegata all'ingiù e l'aria di chi è stata beccata a mettere le mani nel barattolo della Nutella.
<<Maggie, ti prego parlami.>>
Una cameriera che passa con un vassoio colmo di dolci cattura la mia attenzione e io intimo a Stefano di prenderne un paio più tardi.
<<Maggie?>>
<<No.>> è la mia unica risposta e lei se la fa bastare, si accascia sulla sedia e non prova più a intraprendere una conversazione con me.
Durante i dolci mi preoccupo per gli altri e decido di inviare un messaggio a Lavinia, la sua risposta arriva subito veloce e mi avverte che stanno per tornare. Così mangio il mio tortino in pace, o almeno in pace con me stessa, perché Elena continua a rimanere in silenzio ma al mio fianco facendomi incupire per tutto il tempo. Gli altri ragazzi capiscono che qualcosa non va e decidono di non intrattenersi con noi oltre la serata, dimezziamo il conto e ci salutiamo con la promessa di sentirci presto. Prima di prendere due strade diverse Ilaria mi si affianca e mi sussurra di salutare Diego da parte sua aggiungendo calorosi baci e abbracci. Poi raggiungiamo la macchina.
<<Ho scritto a Lavinia che noi stiamo tornando all'appartamento, ancora non ci hanno fatto sapere nulla.>>
Mi raggomitolo sul sedile posteriore, all'ombra, ma la situazione in questa macchina non è delle migliori. La pace fredda adesso si è estesa anche a me ed Elena, e la bionda non è di certo in una situazione di vantaggio.
<<Maggie, perché non finisci di raccontarmi quella storia di Alessandro. Che cosa è successo questo pomeriggio?>>
No, Elena non ha detto nulla a Step. Osservo il mio riflesso sul finestrino sporco e sbuffo contro il mio stesso volto. Mi tocco la treccia prendendo tempo.
<<No, niente. Ho risolto tutto.>>
<<Tutto tutto?>>
No, tutto niente... non gli rispondo, Elena si è rannicchiata sul sedile e ha la testa posata alle ginocchia, ha assunto la tipica espressione demoralizzata e persa. Quando Elena sta male tutti intorno a lei percepiscono la sua tristezza. Stefano non è da meno, lui è sempre il primo, quindi deve aver già intuito come stanno le cose senza però forzare la situazione.
Quando arriviamo all'appartamento, le luci sono spente.
<<Le avevo detto che stavamo tornando, dovevano aspettarci qui.>>
<<Probabilmente erano già per strada.>> risponde Stefano lanciando un'occhiata alla ragazza al suo fianco. Scendiamo dalla macchina e io provo a comporre il numero di Chris. Squilla a vuoto per qualche secondo, poi parte la segreteria.
Quindi entriamo in casa, Elena che si toglie le scarpe alte e rilascia un sospiro di sollievo. La vedo intenta a telefonare di nuovo a Lavinia senza però che qualcuno risponda dall'altra parte del telefono. Per evitare di preoccuparmi ulteriormente decido di svestirmi, andare a letto e affogare dentro un libro. Devo andare via da questa realtà, da questa giornata, almeno per un po'.
Sul letto trovo qualcosa, un foglio ingiallito amabilmente steso sulle coperte. Mi avvicino curiosa e quando lo prendo tra le mani, la calligrafia di Chris rimbalza ai miei occhi. Lascio la lettera sul letto e mi guardo attorno, è impossibile che si sia nascosto. Torno nel soggiorno, non so bene il motivo e poi prendo di nuovo il telefono tra le mani. Una strana sensazione si fa largo nel mio petto mentre capisco che Lavinia ancora non ha risposto a Elena, che Chris ha il telefono staccato e che c'è una sua lettera sul mio letto senza nessun biglietto aggiuntivo. Così mi siedo sul bordo del materasso e la prendo tra le mani, leggendola assiduamente.
12 Maggio
A Maggie,
Sono in Grecia! Non proprio sulla penisola principale ma, come detto nella precedente lettera, sull'Isola di Creta.
Sono arrivato verso la fine di Aprile, sempre con il mio zaino in spalla, una cartina tra le mani e il nulla più totale per quanto riguarda l'organizzazione dei miei piani. In realtà Guido mi è stato di grande aiuto, mi ha cerchiato tutte le zone in cui lui, da giovane, ha vissuto e mi ha indicato un paio di uffici a cui rivolgermi, vecchi conoscenti ai quali dovevo fare il suo nome. Mi sono stupito delle loro reazioni, nel mio inglese un po' mediterraneo sono riuscito a farmi riconoscere come suo nipote e sui loro volti si sono stampati dei grandi sorrisi. Mi hanno parlato per lo più in greco per cui mi sono limitato ad accondiscendere con la testa e far finta di comprenderli, ma il loro entusiasmo mi aveva già contagiato. Subito dopo ho comprato un piccolo dizionario, ovviamente, altrimenti non sarei sopravvissuto.
Al momento alloggio momentaneamente in una casupola nel mezzo della città, Canea è situata sul mare quindi mi basta oltrepassare le mura della città e sono sul litorale candido e azzurro come il cielo. È appena cominciata l'estate ma il sole picchia sulla mia pelle da troppi giorni e sto sgobbando dentro un bar come rifornitore. Ma non ho dovuto faticare per trovare questa breve sistemazione, il proprietario era un vecchio amico di Guido, uno di quelli cui ho fatto il suo nome e quindi mi rifiuto di ricevere uno stipendio. Ho accettato il lavoro per garantirmi del vitto ma mi tratterrò poco, ho solo bisogno di far faticare il corpo e rilassare la mente. Sono passate un paio di settimane da quando sono in città, non ho visto molto; ma adesso mi trovo in spiaggia seduto su uno scoglio con lo zaino sulle gambe, un vento caldo che mi soffia alle spalle e l'ombra che precariamente mi fa da scudo contro questo caldo estivo. Il mare è agitato ma la giornata è spettacolare, il sole sembra una palla di fuoco evanescente, non c'è traccia di nuvole, la sabbia bianca è fin troppo soffice e mi fa sentire una meraviglia. Geograficamente parlando, mi sento in paradiso.
E quindi ti scrivo, proprio perché so in paradiso e penso a te. Il tuo ultimo anno al liceo deve star finendo, oppure è già finito, e tra poco dovrai sostenere gli esami. I miei, sono stati interessanti, ricordi? soprattutto per la settimana di maratona che li ha preceduti. Il mio corpo, il tuo corpo e un solo letto. Quei ricordi mi bruciano dentro da così tanto tempo che non riesco nemmeno a formulare una frase di senso compiuto se cerco di spiegarli. Non ci posso fare nulla, sono le volte che abbiamo fatto l'amore a essere più impresse nella mia mente. Se penso a te, penso a quello che è stato tra di noi, perché così è cominciato e così è finito. Non ricordo così vividamente questo aspetto perché si parla di puro sesso o esaltante divertimento, di genuina lussuria umana, ma perché solamente in quei momenti sei stata tra le mie braccia e io sono stato tra le tue e siamo stati insieme, bastandoci a vicenda. E mai mi sono sentito così fondamentale in vita mia, mai bastavo così com'ero per qualcuno o per qualcosa. Mi hai fatto sentire all'altezza e forse era a causa della tua ingenuità ma preferisco pensare che anche nelle volte dopo, nelle meravigliose volte dopo, abbia continuato a essere così per te. Perché ti bastavo e ti servivo solo io. E mi sentivo vivo, ebbro di vita e pieno di cose da dirti, da insegnarti, pieno di cose da darti. Perché ti sto scrivendo tutto questo? Perché anche adesso mi sento vivo, Maggie, qui, in un posto che sembra il paradiso, mentre capisco di aver terminato il mio viaggio. Adesso ho capito tutto, adesso ho finito tutto. Sono ancora in Grecia ma sarà sicuramente la mia ultima tappa. Se torno, non so cosa mi aspetta. Se rimango, è ancora più incerto il mio futuro. Ma ora non importa, ora importi tu e tutte queste parole che non leggerai mai. Sai, mi fa male sapere che sto scrivendo a un ricordo e non a una persona, sto scrivendo al ricordo che ho di te perché non posso essere certo che tu non sia cambiata. Io di certo lo sono, molto, troppo. Non so se mi piaccio come mi piacevo prima, ma questa versione di me ti farebbe molto più piacere, ne sono sicuro. Non importa, non importa. In realtà non ho parole concrete da dirti, volevo solo scriverti, volevo solo sentirti per un po'. Scrivere che mi manchi mi sembra quasi inutile, sarebbe irrilevante. Scrivere che penso a noi altrettanto futile. Scrivere che sto pensando a me stesso forse più decisivo. Sono sempre stato molto egoista, prima venivano i miei bisogni e poi quelli degli altri. Insomma, basta pensare a questo momento, sono a Creta per diamine! Ci dividono chilometri di mare e chilometri di tempo. Ah, mi sto deprimendo. Credo che andrò a fare colazione, mi brontola lo stomaco. Dimenticavo, se questa dovesse essere l'ultima lettera che ti scrivo sappi che non vedo l'ora che la vita ci faccia rincontrare perché di questo sono sicuro, Maggie. Tra noi due non può finire così.
Da un ragazzo italiano ma con il cuore greco,
Chris
Il cellulare accanto a me squilla giusto in tempo per la fine della lettura che mi ha lasciato oltremodo spaesata. È Lavinia e finalmente tiro un sospiro di sollievo.
<<Oh, finalmente, Elena ti ha scritto e chiamato almeno un milione di volte ma...>>
Una serie di scrosci di sottofondo fanno arrestare le mie chiacchiere. Lavinia non risponde ma sento delle voci parlottare, voci basse e gravi. Qualche clacson, i rumori della strada, una radio accesa ma tenuta a un volume troppo basso.
<<Lav?>>
<<Ti ho detto di no, non ho intenzione di cambiare idea.>> Questa è la voce di Diego e sono felice che stiano tutti insieme. Probabilmente non hanno sentito le chiamate di Elena e Stefano aveva ragione, erano ancora per strada. Il dettaglio della lettera però ancora mi sfugge.
<<Non ci hai pensato lucidamente.>> risponde Andrew e sento altri borbottii, il motore del familiare furgoncino che ruggisce dall'altra parte della cornetta. Li chiamo tutti, uno alla volta, ma non risponde nessuno. Forse Lavinia non riesce a sentirmi ma io sento le loro voci.
<<Diego, ascoltami.>> La voce di Chris sovrasta tutte le altre e come sempre qualcosa dentro di me si agita. <<Vuoi davvero presentarti lì e farle una scenata perché ti ha chiamato quando era ubriaca? Ragiona, avanti, è ridicolo.>>
<<Tu non hai il permesso di aprire la bocca.>> ribatte Diego e io sto perdendo il filo della loro conversazione. <<Non mi sembra ci sia voluto molto per convincerti ad accompagnarmi.>>
Altri rumori inter telefonici, qualche borbottio da parte di Andrew e poi una piccola risata di Chris, lontana. <<Amico, prima sei fuori dai piedi, meglio mi sento.>>
<<Maggie? Maggie, mi senti?>>
<<Oh, Lav!>> Finalmente la sua voce. <<Riesci a sentirmi?>>
<<Sì, ora sì. Ho ricevuto le chiamate di Elena ma non stiamo tornando al ristorante.>>
In sottofondo Chris e Diego continuano a discutere e poco dopo si aggiunge anche Andrew; Lavinia è costretta ad alzare la voce.
<<State tornando indietro? Noi stiamo nell'appartamento.>>
Elena sbuca dalla porta della mia camera, deve aver sentito la mia voce e aver intuito le conseguenze. Non si avvicina ma nemmeno va via, si limita a rimanere ferma sulla soglia.
<<No, no, non stiamo tornando.>>
Tutta la confusione di sottofondo assieme alle non spiegazioni che mi sta fornendo Lavinia mi fanno aggrottare la fronte e la bionda mi chiede mimando con le labbra cosa succede. Anche se non fossi stata impegnata a ignorarla, non le avrei risposto cercando di captare le parole dell'altra amica attraverso la linea.
<<Lav, dove state andando? Che cosa succede?>>
<<Aspetta, ora ti spiego tutto... Ragazzi, zitti un minuto, per favore! E qualcuno spenga quella radio.>> la voce autoritaria della mia amica sortisce l'effetto voluto e presto sento solamente il rumore dei motori che sfrecciano lungo una strada.
Poi un sospiro di Lavinia. <<Stiamo andando alla stazione. Prima che tu dia di matto, fammi spiegare.>>
<<Alla stazione?>>
<<Ecco, appunto. Ascolta. Diego ha chiesto a Chris di accompagnarlo all'appartamento perché voleva andare via ma io e Andrew sapevamo che in realtà non si trattava solo del ristorante. Quello scellerato del tuo migliore amico vuole tornare a casa, in città, per parlare con Serena. Per tutto il tempo ha borbottato qualcosa su quanto fosse stato stupido a non accorgersene prima. Pensavano di poterlo convincere a rinunciarci, alle brutte avremmo provato con un placcaggio ma ha vinto lui. Chris lo sta accompagnando alla stazione e Andrew li ha voluti seguire per continuare a discuterne con Diego. Non potevo rimanere da sola come una scema così adesso mi stanno facendo venire il mal di testa a forza di urlarsi contro.>>
Appena ascolto le parole della rossa mi alzo dal letto e frugo nella parte di armadio riservata alle cose di Diego. È tutto svanito, si è portato via tutto. Sono rimaste solamente le mie cose, come ho fatto a non accorgermene prima?
È come rivivere la notte in cui Chris se ne andato, solo le mie cose nella stanza, nessuna traccia.
<<Ma Diego non può tornare a casa. Perché non ha detto niente?>>
La faccia confusa di Elena riflette la mia.
<<Non voleva ascoltarvi mentre cercavate di convincerlo a rimanere come invece stiamo facendo noi.>>
<<Chi è?>> sento chiedere da Chris.
<<Maggie.>> gli risponde Andrew e Diego, sempre in sottofondo, intima a Lavinia di attaccare.
<<Digli che l'ho sentito! E non attaccare.>>
<<No che non attacco.>> replica la mia amica.
<<Me lo puoi passare, per piacere?>>
Qualche borbottio, altri clacson. <<Non vuole parlare con te.>>
<<Digli di non fare il bambino.>>
Lavinia riferisce obbediente e Diego si scioglie in una serie di sproloqui e insinuazioni su quanto sia stata pessima l'idea di richiamarmi. Mi appunto mentalmente di picchiarlo quando lo rivedrò.
<<Oh, insomma, passa a me.>> Adesso la voce di Chris è più vicina e presto so di star parlando con lui.
<<Se stai guidando, dà il telefono a qualcun alto.>> lo ammonisco prima ancora che mi rivolga la parola e sperando che segua il mio consiglio.
<<Sei in viva voce, tranquilla.>> risponde lui e io mi accanisco contro Diego.
<<Si può sapere perché diavolo non me lo hai detto? Potevamo parlarne. Non è la soluzione giusta andare alla stazione e lasciarci tutti qui, senza una spiegazione.>>
<<Non avete bisogno delle mie spiegazioni, Maggie.>> risponde Diego e so che ha accantonato l'assurda pretesa di non volermi parlare. <<Ho bisogno di tornare indietro, di tornare da lei. Andiamo, adesso che finalmente sono passato nel team Preziosi tu non sei d'accordo?>>
<<Team Preziosi?>> ripete Chris incuriosito e Lavinia ride.
<<Mancava solo Diego.>>
<<Chi altro ne fa parte?>>
<<Concentrazione, ragazzi.>> li ammonisco sempre più in ansia. Nel frattempo anche Stefano ha raggiunto me ed Elena ed entrambi mi stanno fissando con evidente richiesta negli sguardi. Non molto tempo dopo decido di mettere il vivavoce anch'io.
<<Maggie?>> è Diego a richiamarmi. <<Ti prometto che appena avrò la situazione più chiara persino a me stesso potrò spiegarti tutto. Credimi, sto agendo d'impulso, sono maledettamente impaurito da tutto questo. Ma ho bisogno di farlo, davvero.>>
<<Quale momento di sfogo commovente.>>
<<Zitto e guida, Chris.>>
<<Adeso mi chiami Chris? Siamo arrivati a quel punto della relazione?>>
Sul volto di Elena si rilassa un sorriso mentre mio fratello si limita ad alzare gli occhi al cielo e a dargli del cazzone.
<<Me lo prometti?>> chiedo e spero che Diego capisca che mi rivolgo a lui.
La sua risposta arriva un attimo dopo e finalmente mi rilasso. <<Te lo prometto, fiore.>>
<<Che ne dici di cambiare il soprannome in "pizza", potrebbe apprezzarlo di più.>>
Questa volta anche Lavinia ride in sottofondo e Diego continua a imprecare contro Chris.
<<Diego, ho bisogno che tu mi faccia un favore.>> provo a sovrastare le loro risate. <<Tieni il telefono sull'orecchio di Chris?>>
<<Cosa?>>
<<Devi tenermi il telefono mentre parlo privatamente con Maggie, genio. Io sto guidando.>>
Altri insulti e devo ammettere che Diego ha ragione delle volte, Chris sa essere irritante. Ma poco dopo sento un click e solamente la voce di Chris giunge al mio orecchio.
<<Eccomi, bellezza.>>
Anch'io tolgo il vivavoce e do le spalle ai due nella stanza. <<Ho trovato la lettera.>>
<<Eh? Che lettera?... Oh, cavolo, l'ho lasciata sul letto, vero?>>
Annuisco ma poi ricordo che non può vedermi e ripeto il gesto a parole. <<L'ho letta.>>
<<Ah sì? Immaginavo l'avessi solamente fissata con un'espressione ambigua.>>
Nonostante sia tesa per l'imminente notizia della partenza di Diego mi rilasso in una breve risata. <<Ma perché sei così allegro, si può sapere?>>
Anche lui ride ma è evidente che non sono stata io a suscitare in lui questa reazione. Forse lo fa perché è felice per conto suo. <<Non lo so, pizza, forse perché dopo aver scaricato Diego alla stazione tornerò da te.>>
Le sue parole mi provocano un batticuore particolare. Tornerò da te.
<<Lo farai per davvero?>>
<<Sì, Maggie, per davvero.>> Non sta più scherzando, la sua voce è calda e forte e io sento dei brividi salirmi su per la schiena. A solo adesso, ricordando ciò che mi ha scritto nella lettera, vedendola stesa sul mio letto con la sua firma in un corsivo quasi perfetto, realizzo la verità.
Mi ha scritto sei lettere, raccontandomi del suo viaggio, parlando con me come se fossi lì, pensando a me. Sempre. Questo mi rincuora e mi scalda le viscere come mai prima. Sapere che lui scriveva a me, che lui comunicava con me, che mi pensava, che mi voleva con lui, è come se eliminasse tutta la rabbia che ho provato durante l'anno. Sapere che c'è un'ultima lettera mi da la speranza di poter eliminare anche il dolore.
Forse se capisco fino in fondo sarò capace di perdonarlo.
Potrò di nuovo fidarmi di lui come sono sempre stata capace di fare: a occhi chiusi, buttandomi nelle sue braccia forti, consapevole di poter cadere o di poter volare.
Sto per chiedergli quanto ancora manchi affinché legga l'ultima lettera, affinché finalmente possa essere completato il puzzle di questa misteriosa avventura, quando un rumore sordo m'invade i timpani.
<<Chris!>> urla Diego.
<<Merda!>>
Sento un fischio, le urla di Lavinia mischiate ad altre grida, e un terribile rumore scricchiolante. Poi la linea si stacca.
Ho il tempo di urlare il suo nome prima che la mia testa si annebbi per lo sforzo.
****
SCHERZETTO!
Okay, se per caso mi volete morta ricordate come è finito questo capitolo e che senza di me non saprete mai cosa è successo... Ah, che belli i ricatti!
Vi amo, vi amo, vi amo... e mi scuso infinitamente se vi ho fatto rendere un colpo! 😂 Non era assolutamente mio intenzione. In realtà credevo di aggiornare questo capitolo quasi subito dopo l'altro ma poi ho dovuto cenare e niente... il cibo ha vinto. Comunque, come potete minimamente pensare che abbandonerei la storia? Pff.. preferisco venir fagocitata da un facocero!
Adesso però vorrete uccidermi sul serio perché domani parto per... Londra! Ah, sono così emozionata. Per queso ho aggiornato due capitoli (E che capitoli!) Sì,visto che la fine di questo è discutibile mi vorrete torturare ma dovete comunque aspettare più di una settimana, purtroppo. Non odiatemi troppo, ricambiate il mio amore che è immenso. Da qualche parte ho sentito dire che se dai amore ricevi amore quindi... AMATEMI!❤
Okay, ho finito. Indovinate cosa devo fare? Bravissimi, la doccia! Per questo sono così sbrigativa, perché mia madre mi sta gridando contro di andarmi a lavare e poi a letto... Aiut!
Mi scuso ancora per l'incomprensione e ringrazio e ammiro per tutti i messaggi che subito ho ricevuto e che chiedevano spiegazioni, non volevo farvi preoccupare! Consolatevi, vi tormenterò ancora per molto moltissimo tempo.❤
All the love e all the adrenalina before the partenza!
Ah... ovviamente ditemi cosa ne pensate di questo capitolo e sì, perché no, anche di quello precedente. Commentate, commentate, commentate!
🐳 Ma tu non hai niente da fare se non rovinarmi le sorprese?... Si stavano tutte impanicando mentre io me la ridevo sotto i baffi... uff. Col piffero che ti faccio entrare nella valigia.
Buonanotte caprette adorate con la barbetta adorata, io domani mi devo alzare alle 4.00. Mi mancherete molto in questa settimana e penserò a voi, promesso!
P.S. Scusate eventuali errori
Xoxo❤
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro