26 ~ Ridere per nulla
Potevamo restare sdraiati a letto, oppure giocare a carte, vedere un film, cucinare, chiacchierare, dormire... invece sono voluti uscire, ancora. Nulla di emozionante o faticoso, mi hanno detto mentre mi costringevano a vestirmi per uscire poco prima di cena, andiamo solamente al Gallico.
Ed ora eccomi qui, al locale, seduta al bancone assieme alle mie amiche, i ragazzi che continuano a intrattenersi a una partita di biliardino con il cameriere e la mia mente più altrove che mai.
Non riesco a farne a meno, non riesco a dimenticare la faccia di Chris quando ieri sera se ne è andato all'hotel tutto solo, lasciando il furgoncino accanto al nostro appartamento. Uno dei primi istinti è stato quello di rincorrerlo, poi di chiamarlo e infine di lasciar stare. Non dovevo darci troppo peso in quel momento, eravamo entrambi stanchi. È oggi che voglio agire, per capire e sistemare qualcosa che irrimediabilmente si è scheggiato.
Invece di essere confuso, nella mia testa, in questo momento ho le idea stranamente in ordine. Il bacio in piscina mi ha lavato la mente in maniera quasi incredibile. Perché mi erano mancati i suoi baci, mi era mancata la nostra intimità e tutta quella storia dell'essere amici era un'immensa bugia. È stato bello vedere come ci ha provato, come ci sta ancora provando, come non mi fa pressioni e aspetta, come cerca di farmi ridere o di starmi accanto, come però mantiene le distanze emotive per non caricare addosso a me tutto il peso della situazione. Gliene sono profondamente grata, perché ne avevo bisogno, non sarei sopravvissuta alla sua vicinanza in nessun altro modo in questa vacanza. E continuare così per qualche tempo mi ha fatto così bene che ora sono pronta, pronta per capirci qualcosa. Chris ha detto che vuole spiegarmi tutto fino alla fine ma io non vedo nulla di male se nel frattempo gli facilito l'ascesa. Non sono cieca e non sono stupida, non del tutto almeno, so che Chris prova quello che provo io, so che Chris prova qualcosa per me; lo ha detto tante volte e lo ha dimostrato la metà di più.
E io so tradurre il mio cuore, i battiti che non cessano accanto a lui, l'incertezza delle mie parole se sono rivolte al suo volto, la costante esitazione verso i suoi occhi. So perché sono stata così tanto male durante il suo anno di assenza ed è questo il problema. Ho paura. Sto impazzendo di terrore; e forse è stata proprio la paura a tenermi sentimentalmente distante ora che siamo più vicini. Ricadere in Chris sarebbe una buona idea? Farmi travolgere nuovamente dall'impeto della nostra passione, della nostra complicità, e tutti i sentimenti ammessi, sarebbe davvero una buona idea?
Ho letto abbastanza storie, ho capito abbastanza bene il mondo da sapere che i primi amori non si dimenticano mai, ma anche da riconoscere che si va avanti. La vita non finirà per me appena diciannovenne dopo che una relazione è andata male; è questo il bello di essere giovani. Non importa quante volte ci scheggeremo, avremo sempre abbastanza forza per continuare a camminare.
E so che mi scheggerò irreparabilmente adesso, non importa in realtà, importa il dopo. Importa il mio futuro, importa la mia visione del mondo. Ho già provato l'amore per un ragazzo e non è l'idea di innamorarmi di nuovo a farmi terrore; è l'idea di innamorarmi solamente di una persona, quella persona. La mia mente non può accettare che se non sarà Chris, non sarà nessun'altro. Se con lui è come stare su una montagna russa, ci saranno momenti bellissimi di estasi, discese indimenticabili, rotazioni esuberanti, poi la corsa finisce, si scende, e niente più adrenalina. Se dovessi innamorarmi tanto di Chris da non poter avere più cuore per innamorarmi ancora, quando sarà finita?
È questo che mi terrorizza, questo che non mi lascia respirare il suo respiro quando ogni cellula del mio organismo mi impartisce di baciarlo, abbracciarlo e stargli vicino.
Ma non posso vivere nel terrore del futuro lasciando così che il mio presente scivoli tra le mie mani prima ancora che mi renda conto di quanto sia fortunata ad averlo, un presente. Tutto il tempo sprecato negli anni passati, tutto il tempo sprecato durante queste settimane, ho bisogno di recuperarlo. Ho bisogno di vivere adesso Chris perché il futuro, per quanta paura mi faccia, rimane incerto e non voglio dover poi fare i conti con i rimpianti.
Ma il suo comportamento non mi facilita proprio le cose adesso che sono io quella pronta a fare dei passi verso di lui. Se lo devo vivere, lo devo vivere bene. E se lui non mi volesse più? Se questo tempo ha aiutato me a capire come stanno le cose e avesse illuminato le idee a lui su come dovrebbero andare?
Spinta dalla paura che si tiri indietro, butto le braccia sul bancone, demoralizzata dalla mia stessa insicurezza.
<<Sento le rotelle che stanno per fondersi.>> mi dice all'orecchio Elena per sovrastare il rumore della musica e della gente.
<<Sono già fuse.>> ribatto con la bocca attaccata alle braccia nude. <<Mi stanno sciogliendo il cervello.>>
<<Che immagine macabra.>> borbotta Lavinia mentre fa qualche giravolta sullo sgabello.
Forse, se ne parlo finalmente con loro, riusciranno ad alleggerirmi l'animo e a darmi qualche consiglio, ogni occasione per parlarne in questi due giorni svaniva troppo in fretta. Strizzo gli occhi e prendo un grande respiro. <<L'ho baciato.>>
Lavinia salta sulla sedia, Elena si limita a rimanere in silenzio. Quando alzo lo sguardo su di loro, la bionda sembra impassibile. Allora chiedo spiegazione con gli occhi e lei si stringe nelle spalle. <<L'avevo capito, vi si legge in faccia.>>
<<Potevi prendere l'argomento prima se avevi capito tutto.>>
<<Ho aspettato finché non fossi pronta, funziona così tra di noi.>>
Ha ragione, ci aspettiamo l'un l'altra finché non è il momento giusto per chiedere aiuto, e puntualmente ci sorreggiamo quando è necessario. Lavinia, invece, sembra un po' persa. <<Beh, io non ho intuito niente e adesso voglio essere informata.>>
Snocciolo la questione in fretta; parlo loro della piscina, e del tetto, di tutto quello che ho provato, del bacio della buona notte, del giorno dopo, del suo atteggiamento scostante e di tutte le mie paure.
<<Ci hai parlato?>>
Scuoto il capo, ancora più demoralizzata, mentre mi accascio nuovamente sul bancone. <<Non è nemmeno venuto questa sera. Gli ho lasciato un messaggio prima che uscissimo ma non ha risposto.>>
Quando mi volto e appoggio la schiena al banco, osservo la sala attorno a me e mi viene da sorridere nonostante l'umore decadente. Abbiamo scoperto troppo tardi che questo weekend era speciale per il Gallico, si presenta l'occasione di partecipare a una serata a tema. Questa sera, sono gli anni Cinquanta. Le ragazza indossano gonne lunghe e colorate, i ragazzi giacche di pelle, capelli cotonati, gli atteggiamenti nella pista da ballo farebbero ridere chiunque e creano un'allegria contagiosa che fa bene al mio cuore sconsolato.
Quando una barista ci mette davanti le nostre ordinazioni -per Lavinia ed Elena un qualche cocktail speciale, per me solamente succo- lo bevo tutto d'un fiato come se si trattasse di un vero alcolico quando invece sembro solamente una ragazza troppo giovane che è costretta a bere succo perché è incinta o cose del genere. Dall'esterno, potrei persino sembrare normale. Mi brucia un po' la gola, forse per la fretta con cui l'ho bevuto, e mentre Lavinia si accinge a cominciare un discorso su come posso rimediare alla situazione, Elena mi colpisce le costole con una gomitata forte. Impreco leggermente e silenziosamente e le lancio un'occhiata fulminante, ma lei sta muovendo le sopracciglia verso una direzione precisa del locale che seguo immediatamente.
Chris è appena entrato, la giacca che gli fascia le spalle gli da l'aria di un ragazzo che conosceva il tema della festa e si è adattato come ha potuto. Non sposta lo sguardo per cercarci, va dritto al bancone, chiede qualcosa e poi vi poggia un fianco. Non ci ha viste, dall'altra parte del grande tavolone, ma noi abbiamo visto lui.
<<Beh, cosa aspetti, vai a parlarci.>> mi sprona Lavinia, esortandomi a scendere allo sgabello.
<<Come, adesso? E cosa gli dico?>>
<<Tutto quello che hai detto a noi.>> risponde in fretta Elena aiutando la rossa. <<Magari escludi la parte del tuo stomaco che si è contorto quando le vostre labbra si sono toccate, potresti farlo scappare troppo in fretta.>>
Lavinia la ammonisce con una pacca sulla coscia e io mi allontano titubante, incerta. Improvvisamente sento caldissimo, la musica è troppo alta e le luci blu sono troppo scure. Mi fermo a qualche passo da lui, ancora non mi ha individuata e non sembra intento a voler trovare gli altri; o persino me. Rimango vicino al bancone, chiedo un altro bicchiere di succo di frutta e me lo faccio portare senza venir scoperta, nascondendo il volto tra i capelli lasciati sciolti. So che Lavinia e Elena mi stanno osservando da lontano e probabilmente mi stanno dando dell'idiota, se non faccio qualcosa verranno qui e mi "aiuteranno" loro. Appena la cameriera mi porta il drink, mi incammino verso la sua direzione. Poggio il bicchiere accanto al suo, il volto si sposta direttamente sul mio e io cerco di sorridergli.
<<Se hai voce e puoi usarla, parlami.>>
<<Maggie?>> mi accoglie solo dicendo il mio nome e io faccio una smorfia.
<<Amleto.>> rispondo riferendomi alla citazione che ho deciso di utilizzare per rompere il ghiaccio. Lui ignora le mie parole prende un sorso di quello che ha ordinato. Non mi pento delle parole che ho scelto, anche se posso essere sembrata strana o ripetitiva; è il mio modo, quando ho paura o sono confusa, mi rifugio nei libri.
Ma la reazione totalmente distante di Chris mi fa ribollire dentro e non riesco più a far finta di niente. Ingoio veloce il succo, come ho fatto prima, sotto il suo sguardo confuso, e gli afferro il polso.
<<Sei incredibile.>>
Si lascia trascinare facilmente e ne sono stupita, quasi mi aspettavo che puntasse i piedi e andasse via, o mi sbraitasse contro.
<<Cosa stai facendo?>> si limita a chiedere mentre lo trascino sempre più lontano. Mi immergo nella folla, perdo di vista le mie amiche e anche i ragazzi al biliardino, finché non circondo la pista da ballo e arrivo ai bagni.
Pianto il palmo aperto sulla porta di legno con l'icona di una donna e lo trascino nella luce fioca e tremolante. Non c'è nessuno, ma Chris non potrebbe entrare nel bagno delle donne, quindi continuo la mia marcia fino al water più vicino e ci chiudo dentro, lontano da occhi indiscreti. Lo spazio è angusto e maleodorante, entrambi ce ne accorgiamo ma facciamo finta di niente dipingendo sui nostri volti espressioni opposte. Io corrucciata, nascondendo dolore, lui corrucciata nascondendo rabbia.
<<Avanti, parla.>> lo esorto debolmente. Incrocio le braccia al petto per sentirmi più sicura e non sgretolare tutte le mie buone intenzioni.
<<Vuoi parlare di cosa esattamente?>>
Se non capisce, allora è grave; se capisce e fa finta di nulla, allora mi incazzo.
<<Chris,>> lo ammonisco. <<parla e basta, avanti, dì tutto e facciamola finita.>>
<<Dobbiamo finire cosa, esattamente?>> Il suo tono è già cambiato, da severo e testardo, adesso sembra quasi confuso al punto di essersi perso.
Decido di prendere un respiro molto profondo, contare fin quando mi serve per mantenere la calma e poi aprire gli occhi per puntarli nei suoi.
<<Sei scontante e non riesco a capire i tuoi ultimi atteggiamenti.>> Gli punto un dito contro ma cerco di essere meno accusatoria possibile. <<Credo che dovremmo parlare del bacio.>>
<<Del bacio?>>
<<Sì, il bacio. La piscina, l'hotel... Chris, ma che diavolo ti prende?>>
Il mio sfogo non gli da via di scampo, so che ha capito, sa che non può sfuggire e per questo si porta una mano tra i capelli, carezzandosi le ciocche corte.
<<Perché ne vuoi parlare?>>
Lui invece sembra trovarlo repellente, come un vecchio ricordo che non dev'essere tirato fuori dal cassetto. Se gli ha fatto così schifo, poteva anche dirlo subito.
<<Perché da quel momento ti comporti così e io non ti capisco. Cosa è successo?>>
Non vorrei supplicarlo di parlarmi, per capire e comprenderlo, vorrei che fosse del tutto spontaneo. Chris non ha mai trovato troppe difficoltà nel parlarmi apertamente, se ne convergono alcune vuol dire che il problema è più serio di quanto pensi e allora debbo intervenire. Quindi eccomi qui, che ci ho chiusi in un sudicio bagno di un locale a chiedergli cosa ne pensa del nostro bacio.
<<Per te è stato così importante Maggie, quel bacio?>>
Per lui no? Vengo un po' scossa da queste sue parole, tanto che abbandono le mani sui fianchi e cerco di costringere la mia faccia a non assumere un'espressione angustiata. Ma non è tempo di fare la vittima e analizzare ogni sua parola, è tempo di mettere le carte in tavola e dire le cose come stanno.
<<Certo!>> esclamo piena di enfasi e anche rabbia, rabbia perché lui non ha il coraggio di ammettere i suoi sentimenti in questo momento. <<Per me ha significato molto, Chris. Dopo quella notte in spiaggia, quando ti ho detto di andare via, ho aspettato di sentire qualcosa, qualsiasi cosa mi desse abbastanza forza per tornare da te e darti la possibilità di baciarmi ancora. Ma tu non l'hai mai fatto e quindi l'ho fatto io.>> I suoi occhi brillano sentendo le mie parole anche dentro un abitacolo così intossicato di sudore e sgradevolezza. <<Credevo lo volessimo entrambi, da come sono andate le cose ho pensato che...>>
Fa un passo avanti e io freno le mie parole. <<Hai pensato cosa?>>
<<Ho pensato che fosse giusto.>>
Vedo che controlla la sua lingua dal proferire una serie di parole a me sconosciute ma poi fa un altro passo. <<Credere che una cosa sia giusta e debba essere fatta non c'entra nulla con il volere una cosa e sperare con tutte le proprie forze che sia quella giusta.>>
Le sue parole mi confondo e aggrotto le sopracciglia. <<Tu credi sia stato giusto?>>
Altro suo passo avanti, altro mio sguardo confuso. <<Io speravo fosse giusto. Io volevo fosse giusto, speravo lo volessi anche tu. Mi sono detto che ti avrei baciato solamente quando lo avessi voluto tu, che nel frattempo ti avrei conquistata a dovere, che ti avrei aspettato. Ma tu hai preso l'iniziativa e, non che mi lamenti, mi hai confuso tutti i piani. Adesso non so più come comportarmi con te perché non so più cosa vuoi.>>
Adesso capisco i suoi atteggiamenti e anche se sono stati un po' rozzi ed esagerati, posso giustificarli. Questa volta, piena di fiducia, sono io a fare un passo verso di lui e ormai nessun centimetro ci separa; lo spazio è troppo piccoli per altri passi. <<E io ti ho detto che non volevo pensare, che volevo godermi questa cosa nostra finché ne avessi avuto l'occasione. Non so se è la cosa giusta, Chris, non so se sarai d'accordo o se prima o poi me ne pentirò. L'unica cosa che so è che lo voglio, adesso, e non posso sprecare tempo come facevo prima. Se c'è una cosa che mi ha insegnato, una tra le tante in realtà, è che nella vita devo saper cogliere le opportunità, che vivere nel proprio guscio, nelle proprie idee e nei propri confini è la limitazione della propria vita. Hai sbarrato i miei confini già una volta, adesso non voglio più opporre resistenza perché tu lo faccia nuovamente.>>
Non dice niente, si limita ad alzare un braccio e carezzarmi una guancia con le dita, delicatamente. <<Mi stai dando il permesso di fare questo?>>
Non dico niente, mi limito ad annuire.
<<Se qualcuno entrasse qui dentro, adesso, saremmo in un mare di guai.>>
Alzo un braccio anch'io, afferro le sue dita tra le mie e stringo forte, portandole al fianco. <<Vedrebbero un avvenente ragazzo dai capelli neri baciare una minuta ragazza dagli occhi verdi.>>
Ride del nostro ricordo e la sua mano si aggancia al mio fianco, così come la mia si aggancia al suo.
<<Il ragazzo ha il permesso?>> Il suo sussurro è caldo sulle mie guance mentre ci avvicina.
Mi alzo in punta di piedi, tra di noi ciocche di capelli castani ci coprono. <<La ragazza lo aspetta.>>
<<Te l'ho detto, l'ho visto che si baciava con una ragazzina! Io non lo voglio più vedere, è solo un bastardo senza palle, uno stronzo di prima categoria, lo voglio fuori dalla mia vita!>>
La voce squillante di una ragazza ci blocca. Comincio a stancarmi di tutte queste interruzioni, qualcuno si sta divertendo da matti.
<<Adesso calmati, Cate, poteva essere qualcun altro.>>
<<Gliel'ho regalata io quella maglietta! E quella troia ci si stava avvinghiando persino con le gambe. Giuro che se prova anche solo ad avvicinarsi, lo tempesto di schiaffi.>>
Chris non riesce a trattenersi ed emette un suono simile a una risata e una derisione. Le ragazze si zittiscono mentre io gli tappo la bocca con la mano. Dopo qualche secondo, riprendono a parlare anche se più silenziosamente.
<<Stai zitto finché non se ne vanno.>> lo ammonisco avvicinandomi al suo orecchio. Ma Chris approfitta di questa vicinanza per stringere le braccia attorno alla mia schiena e spostarsi finché non colpisco la parete in legno ed emetto un urlo. Il moro ride ancora, questa volta più forte; copertura saltata.
<<Va tutto bene?>> sento chiedere da una delle ragazze e cerco di liberarmi di Chris ma lui continua a rimanere stretto al mio corpo. Rivolge il capo verso la porta.
<<Oh, sì! È solo troppo stretto.>>
Impallidisco, lui ride ancora e le ragazze ammutoliscono. Poi sento una delle due ridacchiare e l'altra sibilare in fretta un "Andiamo via!".
Solo allora mi lascia. Esco in fretta e mi avvicino al lavandino, dove prima sicuramente si erano stazionate le ragazze. <<Lei hai traumatizzate, chissà cosa avranno pensato.>>
Chris si mette accanto a me e apre il getto del lavandino, immergendosi le mani e lanciandomi un sorriso malizioso. È lo stesso tipo di sorriso che aveva dopo un orgasmo. Okay forse ho fatto vagare i pensieri troppo lontano, ritorno al presente lavandomi le mani a mia volta.
<<Tutto ciò che hanno pensato rispecchiava sicuramente i nostri pensieri. Se non i pensieri, i ricordi.>>
Non ho il tempo di ribattere che mi ha strappato un sorriso malvagio.
<<Perché sorridi e non mi dai del depravato o dell'idiota?>>
Scuoto le mani che gocciolano da ogni dove addosso alla sua faccia e lui si ritrae indignato. <<Finalmente sei tornato ad essere il depravato di una volta, con tutte le tue battute e le frecciatine del pacchetto.>>
Mi restituisce il favore sventolando anche le sue mani addosso a me e con una risata cerco di respingerlo via. Poi usciamo dal bagno.
I ragazzi hanno smesso di giocare al biliardino e hanno raggiunto le ragazze al bancone, accanto a loro una serie di bicchieri vuoti o semi pieni di bevande e quant'altro.
<<E voi da dove uscite?>> domanda Stefano appena ci vede comparire entrambi con dei sorrisi idioti sulle labbra.
<<Passeggiata!>> esclamo. Peccato che nello stesso istante Chris afferma: <<Mi è venuta incontro.>>
<<Gli sono andata incontro e abbiamo fatto una passeggiata.>> ci correggo in fretta e Diego fa cigolare uno sgabello da dietro le spalle del moro.
<<Sì, una passeggiata nel bagno delle donne.>> mormora in modo che solamente noi due possiamo sentirlo. Io mi metto a ridere, Chris si limita a fissarlo un po'. Scommetto che se fosse per lui, Diego potrebbe anche scomparire.
<<Altro giro!>> esclama Andrew osservando la cameriera che mette sul banco accanto a noi un vassoio pieno di bicchieri nuovamente riempiti di bevande rosate e azzurrine.
<<A ognuno il suo.>> aggiunge Elena agguantandone uno. Gli altri la imitano e io mi avvicino a ispezionare. <<Qualcuno si è preoccupato di pensare al mio succo?>>
Le facce dei mei amici ritraggono la colpevolezza e io ordino un altro paio di bicchieri per me, sono stranamente assetata. E poi, il succo questa sera è più dolce e ha un sapore più forte.
<<Chi mi segue verso l'aria fresca? Ho bisogno di far raffreddare la pelle.>> Stefano sventola la bandana dei capelli davanti al suo collo prima che Elena gliela afferri e se la incastri tra i capelli. <<Una pausa per poi scatenarci in pista?>>
Si alzano e noi li seguiamo, ognuno con il suo bicchiere in mano. Prendo qualche sorso e lo mando giù veloce per poter continuare a camminare. Appena l'aria fresca ci colpisce i volti tutti espiriamo di soddisfazione, dentro c'era troppo chiasso e troppi corpi che saltellavano da tutte le parti.
Qualcuno passeggia sulla spiaggia, qualcuno rimane seduto tra sulle panchine allestite appositamente al di furi, noi optiamo per il litorale marino. Appena tutti ci sediamo sulla sabbia fredda e morbida, una figura lontana cattura la nostra attenzione.
<<È Blot!>> dice Lavinia indicandolo e scostando i capelli rossi che a causa del vento le finiscono davanti agli occhi. C'è più umidità questa sera e il vento notturno scuote le onde vicino a noi.
<<Blot?>> ripete Andrew osservando la figura del cane che adesso sta correndo nella nostra direzione.
<<Ma sì, Chris lo ha chiamato così dopo che io e Maggie vi abbiamo raccontato di averlo visto per strada.>>
Adesso lo ricordo anch'io e sorrido alla vista del cane giovane che corre sulla sabbia facendo penzolare la lingua fuori dalle fauci e facendo balzare le orecchie ruvide. Poi il labrador salta addosso a Lavinia e la fa sdraiare sulla sabbia.
<<Secondo voi mi ha riconosciuta?>> urla tra le risate mentre lo accarezza.
Mi guardo intorno per vedere se qualcuno lo sta per raggiungere, magari lo hanno lasciato scorrazzare un po' in giro, ma non c'è nessuno nell'oscurità.
<<È ancora da solo.>> commento con un impeto di pena mentre tutti lo accarezzano inteneriti. Ha ancora il collare mezzo mozzicato e sporco, la macchia d'inchiostro sembra solo più sbiadita e le sue orecchie sembrano essere state immerse in una pozzanghera.
<<Chi potrebbe mai abbandonare un cucciolo del genere?>> domanda Elena mentre la sua voce si fa sempre più acuta e le sue labbra si sporgono in avanti, guardando negli occhi il cane che continua a respirare affannosamente.
Stefano si alza in piedi, catturando la sua attenzione e si sporvela i pantaloni bianchi per toglierne la sabbia. <<Che ne dici di un bel bagno, Blot?>>
<<Il bagno adesso?>> domanda Chris, scettico.
<<Sì, cosa c'è di male?>>
<<Ti bagnerai tutto.>> s'intromette Elena guardandolo dal basso.
<<Non vi scandalizzate tanto, è estate.>>
La bionda scuote la testa e quando la rialza verso il fidanzato, ha un sorrisone enorme sulle labbra. <<E chi si scandalizza, va pure e partecipa a mr. maglietta bagnata. Non sarò certo io a lamentarmi.>>
Faccio finta di non aver sentito e mi sdraio sulla sabbia, la testa comincia a girarmi un po'. È quando vedo Lavinia e Andrew ridere troppo rumorosamente, Stefano correre verso il mare con Blot al suo seguito, Chris inciampare nei suoi stessi passi tentando di raggiungere i due, Elena rotolarsi accanto a me e il mio stomaco più sottosopra del solito, che capisco che siamo ubriachi.
Come è possibile se ho bevuto sempre del succo di frutta?
Deve esserci stato qualcosa nelle bevande che mi hanno offerto, anche se era solamente succo, probabilmente lo hanno allungato con qualche alcolico di basso grado ma non essendo io a abituata a bere, avendo ingerito tanti bicchieri in fretta e non essendomene accorta prima, adesso è troppo tardi. Comprendo perché sentivo il sapore più intenso e mi bruciava la gola, comprendo il mio comportamento nel bagno con Chris e le mie risate in questo preciso istante.
<<Elena!>> la chiamo a gran voce perché lei sta osservando Stefano buttarsi in acqua e Chris chiamarlo per fermarlo mentre da i calci alle onde basse; la mia amica si gira subito e mi raggiunge gattonando.
<<Credo di essere ubriaca.>>
Le mie parole scatenano così tanta ilarità che strizza gli occhi e assume un'espressione quasi di dolore quando si butta a terra accanto a me. <<Credo di essere ubriaca anche io.>>
<<Come ho fatto?>>
<<Hai bevuto.>>
<<Ma io non bevo.>>
<<Ma lo hai fatto.>>
<<Solo del succo.>>
<<Era succo magico.>>
Ridiamo ancora, e le nostre voci urlanti si mischiano a quelle di Lavinia e Andrew che si fanno il solletico impasticciandosi i capelli di granuli bianchi, assieme a quelle di Chris mentre osserva Blot schizzare Stefano nell'acqua, a quelle di mio fratello che anche se sta morendo di freddo sembra essere stranamente felice assieme a quel cane.
Dov'è Diego? Mi guardo attorno ma non lo vedo, lo cerco in mare ma non c'è. È uscito assieme a noi oppure no?
Mi alzo in fretta e trascino con me anche Elena, faccio un passo avanti pronta a raggiungere il locale e presto mi accorgo che Chris è accanto a noi. Stefano è ancora in acqua, Andrew e Lavinia che parlano con lui e chiamano il cane per farlo divertire.
<<Dove state andando?>>
<<Maggie mi sta trascinando ma non ho fatto domande.>> risponde Elena, le guance arrossate e i capelli spettinati sotto la bandana di Stefano.
<<Siamo ubriache. O almeno, lei lo è, io ho mal di testa.>>
<<Sei ubriaca?>> La voce di Chris esce troppo forte e mi tappo le orecchie per un secondo.
Lui non lo è? Forse neanche io lo sono, mi sto solo facendo condizionare. Il mio stomaco ha altri piani però e il mal di testa è troppo forte perché passi tra pochi minuti. Senza più fare domande entrambi mi seguono dentro e quando mi stupisco della musica tanto forte sento un paio di mani tapparmi le orecchie. Chris incombe su di me, i suoi gomiti che mi toccano le spalle e il suo petto sulla mia schiena. Io mi reggo ad Elena mentre questa avanza senza meta.
<<Dov'è Diego?>> urlo perché adesso sento i suoni ovattati e la mia voce è quasi inudibile persino a me stessa. Chris mi cammina svelto dietro, non mollando la presa e scommetto che tutti quelli che ci guardano credono che siamo strani. Ma non importa.
<<Eccolo, eccolo!>> Elena indica il ragazzo mentre questo è seduto al bancone a chiacchierare con una sconosciuta. Penso subito si tratti di Ilaria, ma questa ha tratti più orientali e il volto più minuto. No, non è Ilaria; forse è meglio lasciarlo stare e tornare fuori. Energica come una bambina che ha mangiato troppo zucchero, li sprono a uscire nuovamente. Una ragazza va addosso a Chris, facendolo indietreggiare e perdere la presa sulle mie orecchie; subito i suoni del mondo tornano a colpirmi e il mal di testa martella forte.
Elena fissa la ragazza finché non scompare dalle nostre viste. <<Era piena di tatuaggi, l'avete vista?>>
<<Non ci ho fatto caso.>>
<<Maggie!>> Il richiamo della mia amica mi fa sussultare e Chris è pronto a ridere dei nostri toni esuberanti e alticci. <<Mi è venuta un'idea.>>
Si accovaccia sulla mia spalla e mi snocciola una serie di parole troppo velocemente, comprendo il senso di alcune, altre le ignoro e alla fine ridacchio. Mi volto verso Chris per informarlo ma un angolo bianco, spiegazzato, ancorato alla sua tasca anteriore dei jeans, cattura la mia attenzione.
<<E quella cos'è?>>
Chris sta per chiedermi di cosa parlo, abbassa il volto nella direzione dei miei occhi ed è pronto a fermare la mia mano ma io sono più veloce. Afferro l'angolo bianco e ne tiro fuori una lettera. Saltello sul posto.
<<È la quinta!>>
<<Sì, volevo dartela questa sera. Ma non mi sembra il caso di...>>
<<Maggie, allora?>> Elena stringe la sua presa sul mio polso e comincia camminare all'indietro, portandomi con se assieme alle mie risate. Chris all'inizio sembra divertito, poi cerca di afferrare la lettera.
<<Te la darò quando ti sarà passata la sbornia.>>
<<Non sono davvero ubriaca.>> Il mio tono lento e mieloso dice il contrario ma mi ignoro.
<<Dammi la lettera, Maggie.>> mi ammonisce dolcemente, ammaliandomi con il suo sorriso. Sussurro a Elena di aspettare un attimo e mi avvicino a lui, agganciandomi alle sue spalle e prendendo la spinta per far coincidere la mia guancia alla sua.
<<Prendila, se ci riesci.>>
Succede in un attimo, gli mordo la guancia e poi scappo via. Afferro Elena per un braccio e la trascino via con me; non c'è tempo per chiedersi come e perché ma siamo già per strada, stiamo già correndo, e siamo scosse dalle risate più forti che questa cittadina abbia mai udito in una notte di mezza estate.
****
E voilà! Un capitolo fresco fresco.
Allora, come state caprette? Io devo correre a farmi la doccia che dopo la palestra solitamente puzzo quindi... beh.. sì, mi devo lavare. Ma prima ho voluto aggiornare, love me :)
Piccola informazione di servizio: ho revisionato il nono e decimo capitolo di Prima di te nessuno mai, so che non c'entra niente ma vi avevo detto che vi avrei informati per gli aggiornamenti sulla revisione quindi dovrete sorbirvi queste informazioni. (Quante volte ho scritto informazione?)
Eeeeh, basta, non ho molto da dire tranne che domani, anche se è Domenica, devo alzarmi alle otto e andare a scuola... Lo so, lo so; inferno! 😢
Vi dico subito che aggiornerò in occasione di un compleanno che avverrà tra pochi giorni quindi aggiornamento anticipato, più o meno, giusto per farvelo sapere.👅
Questo spazio autrice è davvero ridicolo, quest'oggi, scusate me ne rendo conto. Concluderò con il ringraziare tutte le persone che hanno commentato il capitolo precedente e mi hanno regalato parole dolcissime; il mio non voleva essere un intento ad essere consolata ma sappiate che apprezzo con tutto il cuore i vostri pensieri e siete sempre fonte della più genuina delle gioie.❤
Fatemi sapere se anche oggi è andato tutto bene qui, su wattpad; commentate, commentate, commentate!
🐳 Da quale malattia sei afflitta oggi?
Buona serata e buona doccia a tutti quelli che si devono lavare :)
P.S. Scusate eventuali errori
Xoxo❤
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