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22 ~ Ma la vita cos'è?

Mentre Stefano cerca di fare il modesto rifiutando ogni complimento su quanto sia buona la sua carne, io sono assente. Non dovrei stupirmi, questa mattina mi sono svegliata così e questa notte andrò a dormire così di conseguenza. Devo ammettere, però, che adesso il problema non sono più i miei pensieri –o almeno non sono i diretti interessati-; ma sono le parole di Chris.

Lasciandomi con il respiro a mezz'aria, non ho saputo dargli una risposta e il tempismo dei nostri amici mi è diventato caro.

Che intenzioni ho con lui? Non mi sono mai posta questa domanda fino ad adesso. Se ci penso ancora meglio, non me la sono mai porta, punto.

Mi sono sempre lasciata trasportare dagli eventi fino al punto in cui ho sentito di provare dei sentimenti tanto forti da non poterli più nascondere. Allora dovevo fare qualcosa, allora sentivo di voler fare qualcosa, con lui. E adesso?

È inutile negarlo, sarebbe davvero ridicolo; la vera domanda è: cosa provo per Chris dopo tutto questo?

<<Abbiamo qualche dolce, per il dopo cena?>> domanda Elena con un tono smielante, come fosse in astinenza.

<<Continua così e diventerai diabetica.>> la rimprovera Stefano mentre lei mette il broncio. Ovviamente non le ha potuto dire che avrebbe messo su della carne perché Elena è la persona con il metabolismo più veloce che io conosca, rimane secca e slanciata nonostante mangi il doppio di me. Questo è un punto che non ho mai sopportato della mia amica.

<<Questa mattina ho comprato due tavolette di cioccolato.>> le dice Lavinia all'orecchio e la vedo sogghignare, poi si affretta a rientrare per prendere del cioccolato. Decido quindi di alzarmi e cominciare a sparecchiare; altrimenti nessuno qui ci penserà. Mentre rassetto i piatti e le posate, sto ben attenta a non lasciare che lo sguardo cadi al mio fianco, là dove so che Chris mi sta guardando o anche solo osservando. È tutta la sera che fa così e, io lo so, vuole mettermi in difficoltà. Forse perché non gli ho risposto o forse perché si diverte sempre molto a mettermi in imbarazzo.

Presto si aggiunge Andrew e io lo ringrazio con un grande sorriso, poi scompaio dentro casa. Elena ancora sta frugando tra le mensole con l'aria circospetta e golosa, non trovando nessuna tavoletta. Poso i piatti nel lavandino, faccio scorrere un po' d'acqua sopra di essi e poi apro il frigo, indicandole la cioccolata. Le si illuminano gli occhi azzurri e allunga le mani come un bambino che vede il suo giocattolo preferito in un negozio di pupazzi, poi afferra la cioccolata e corre nuovamente sul balcone, alzandola gloriosa sopra la testa e facendola volteggiare come avesse appena vinto un premio.

Continuo a sparecchiare accuratamente con alcuni viaggi, facilitati dall'aiuto di Andrew e pochi minuti dopo abbiamo già terminato. Quando raggiungiamo nuovamente gli altri, trovo Stefano accanto al davanzale ma seduto su una sedia che si è acceso una sigaretta, il busto rivolto verso di noi ma in procinto di rilasciare il fumo verso il cielo.

Diego gli è subito dietro, in piedi, con le braccia incrociate sotto il busto e già mezzo mozzicone finito, i suoi occhi completamente assorti da ciò che è più lontano a noi. Elena sta mangiucchiando la sua cioccolata e di tanto in tanto ne lascia un pezzo a Lavinia, che ingorda si goda la sua porzione. Osservando tutti loro, ignoro il tramonto che sta svanendo lentamente, lasciando delle sfumature cerulee e violacee in un cielo limpido e pulito. Si dirama come fosse acquerello su un foglio bagnato di rugiada, espandendosi lontano da noi eppure così vicino, che quasi vorrei sporgermi e cercare di toccarlo. Ho sempre ammirato la bellezza della natura. E sempre ho cercato di capirne il significato, ma è un compito assai arduo, specialmente per una novellina come me.

<<Non è bellissimo?>> La mia domanda rimane sospesa tra le loro chiacchiere e presto tutti si voltano vero il cielo, ammirandolo con gli stessi occhi miei che l'hanno scorto.

Mi avvicino titubante al davanzale, accanto a Stefano, e presto tutti occupiamo una porzione di posto, per osservarlo vicini e assorti.

<<Sono questi gli attimi che vorrei catturare.>> mormora Elena accanto a me e che, sbalordita, ha lasciato persino la sua cioccolata sul tavolo.

<<Nessuna macchinetta è in grado di catturarne l'essenza.>> Queste sono le parole di Chris che, leggermente più indietro di noi, rimane in piedi con le braccia legate al bacino.

Elena abbassa il capo, riconoscendo vere le parole del moro. <<Lo so, ma è un vero peccato.>>

<<Ne vedremo di tramonti.>> si affretta a dire Stefano, lanciando un'occhiata alla bionda che però non lo guarda.

<<La vita è imprevedibile.>> ribatte subito lei, a fior di labbra, nessun tono d'accusa ma semplice riflessione.

<<Il futuro è imprevedibile, non la vita.>> dice questa volta Andrew, sistemandosi meglio Lavinia sul fianco. Questa si accoccola sul suo petto ma ha lo sguardo dritto verso di noi. Presto smettiamo di osservare il tramonto che cala e ci rivolgiamo gli uni agli altri, intraprendendo una conversazione più pericolosa di quanto non sembri.

<<La vita consiste nel futuro, altrimenti perché si andrebbe avanti?>> ribatte Elena, accoccolandosi vicino a Stefano e ignorando il suo sguardo o i suoi possibili pensieri. Mi chiedo cosa lo stia facendo imbronciare tanto ma evidentemente non deve essere niente d'importante, altrimenti Elena se ne sarebbe accorta.

Diego si scosta dal davanzale, entrando finalmente nella conversazione e rivolgendoci una delle sue espressioni più assorte. <<E cosa mi dici delle persone che vivono nel passato e nei ricordi?>>

Incasso il colpo a testa china ma non dico niente, potrebbe anche non riferirsi a me. Ma lentamente guardo Chris, è più forte di me, ho bisogno di sapere se anche lui la sta incassando. Un sorrisino è già spuntato, la testa è inclinata, gli occhi lucidi e pronti a controbattere. Quando il suo volto s'illumina così sembra un guerriero pronto a sfoderare le armi e difendere il suo orgoglio e la sua fama, facendo della preda il predatore.

<<Io dico che finché continuano a vivere, forse è meglio così.>>

<<Vivere nei ricordi non è vivere, è sopravvivere.>> Ripeto le mie parole facendoli entrambi girare nella mia direzione. Mi regalano due espressioni ben diverse: il volto rilassato di Diego mi fa capire che lui è d'accordo con me; quello di Chris, leggermente più offuscato dai sentimenti, mi fa comprendere che sta pensando a quando si è presentato per la prima volta in spiaggia, durante questa vacanza, e alla nostra conversazione. Mi disse che per lui vivendo nei ricordi si toglieva potere al tempo, come se volesse estinguere la potenza di quello che ci ha divisi e tutte le sue conseguenze. Ma io non ero d'accordo, e non lo sono nemmeno ora.

<<E se sono i ricordi a plasmarti, allora come fai a vivere senza di essi?>> Questa volta è Elena a porre la domanda, sinceramente intimidita dalla conversazione.

<<Non bisogna vivere senza di essi, è impossibile vivere senza ricordi. Credo che costituiscano la base dei pensieri, ti aiutino a crescere, a maturare, a comprendere... ma non possono tenerti legato a loro. Dovresti essere tu la padrona dei ricordi, non il contrario.>>

Lavinia prende parola, sporgendosi leggermente in avanti per guardare tutti. <<Dipende da che tipo di ricordi vai ad affrontare.>>

<<Quelli che recano dolore,>> aggiunge Andrew affianco alla rossa. <<spesso tendono a essere rimossi. Ma come si fa a crescere senza quelli?>>

Mi siedo comoda su una sedia, affiancata quasi subito da Diego, mentre gli altri rimangono nelle loro posizioni.

<<Si hanno danni permanenti.>> risponde Diego, il tono un po' stanco ma determinato, segno che crede davvero in ciò che dice. <<Ecco cosa succede. Senza il dolore non si può andare avanti e senza andare avanti non si vive. Quindi, è analogo provare dolore e vivere.>>

Lavinia si lamenta al suo fianco mentre noto con la coda dell'occhio Elena annuire. <<Che visione cupa della vita. Io, per analogia, decido di mettere a confronto la vita con la felicità!>>

I toni subito si scaldano, ci rilassiamo e l'aria tesa di prima comincia a scemare.

<<Io, ripeto, con il dolore.>> ribatte subito Diego, lanciando un'occhiata a tutti i invitandoci a rispondere a nostra volta.

<<Se dicessi vita uguale morte sarebbe scontato?>> propone Andrew, facendo spuntare delle fossette ai lati delle guance.

<<Si sconta la morte vivendo, quindi è la frase più giusta secondo me.>> gli risponde Chris, l'unico ancora in piedi accanto al davanzale.

<<Io continuo a credere che la vita è improbabilità.>> questa volta è Elena a parlare, non guardando nessuno in particolare. Stefano, alle sue spalle, scuote leggermente il capo mentre si accende un'altra sigaretta. <Per me vita è possibilità.>>

Due fuochi a confronto, se ne sono accorti subito tutti. La loro è una conversazione indiretta e privata, priva di sguardi o minacce, semplice contrasto di opinioni che è alla base del loro rapporto. Osservo entrambi rimasti sospesi sulle parole dell'altro, entrambi colpiti dalla distanza di loro pensieri.

<<Per me vita è amore.>> Le mie parole interrompono il loro scambio di sguardi e io deglutiscono, sentendomi un'idiota.

<<L'hai scritto anche nella tua tesina.>> mi sussurra Diego con un sorriso timido ma amaro, come volesse ridere di una situazione disperata.

<<Per me,>> mormora Chris, e sono l'unica a guardarlo negli occhi, prende un grande respiro gonfiando il petto. <<il vintage è vita.>>

Tutti scoppiano a ridere, il suo tono derisorio e la posa che ha appena assunto sono analoghi allo stile di un fashion designer della televisione e dall'espressione compiaciuta che assume Chris un attimo dopo si intuisce che era quello l'effetto che voleva sortire: far dimenticare a tutti il vero argomento e farci svagare. Sono l'unica che non ha riso, sono l'unica che ha capito. Perché se c'è sempre stata una parola che mi ha rispecchiata, quella è proprio vintage.







<<Non credo che cambierò facoltà, mi trovo piuttosto bene. Studiare è tosto, il tempo libero man mano che si va avanti comincia a scarseggiare, ma io lavoro con i numeri e gli ingranaggi, la logica e la costruzione, tutto ciò che è materiale , finito, costruibile... mi affascina.>> Stefano spegne l'ultima sigaretta che ha deciso di fumare per questa sera nel posacenere sul davanzale mentre Elena si tocca le ginocchia con le dita, tracciando invisibili cerchi con il pollice e assumendo un'aria assente.

Dalla conversazione avuta poco fa sulla vita e tutto il resto, presto siamo passati alla nostra reale vita e il nostro reale futuro. Questa è la nostra estate da maturandi, ma finito Agosto, il mondo vero ci aspetta. Più volte mi sono trovata ad affrontare l'argomento con mio fratello perché terrorizzata dal futuro e da ciò che mi aspetta ma lui ha sempre saputo calmarmi con le parole giuste e le dovute rassicurazioni.

Lavinia, Andrew e Diego, ad esempio, hanno già scelto l'università e stanno studiando per entrare con i dovuti test che si terranno all'inizio della stagione autunnale. La prima ha scelto architettura, più per una tradizione di famiglia; a seguire, Andrew continuerà gli studi in America poiché la famiglia in Ottobre tornerà nella città natale, a New Bern, nel North Carolina; infine, Diego, vuole entrare a ostetricia e provare con i test di medicina. Elena ed io siamo ancora confuse, ancora indecise, ancora delle mine vaganti. Lei una mezza idea ce l'ha, e forse anche io, ma ogni volta che l'argomento cerca di instaurarsi nella mia mente, subito viene scartato da me medesima. È più forte di me, le mie insicurezze riescono ancora a vincermi facilmente.

<<Perché ti da sicurezza?>> domanda ingenua Elena verso il riccio, appoggiando il mento sulle ginocchia. In questa posizione, assomiglia a una bambina indifesa, fragile, che ha bisogno delle certezze e della compassione. Forse è proprio per questo che Stefano le passa un braccio sopra le spalle, distrattamente, attirandola a sé. Alza incurante una spalla, fingendo che non gli interessi. <<Forse mi piace solo perché sono dannatamente bravo.>> Un sorriso increspa le labbra di tutti noi mentre Lavinia si cimenta in domande che riguardano specificatamente la facoltà d'ingegneria alle quali può rispondere solamente Stefano. Andrew ascolta assorto, probabilmente perché anche lui seguirà gli stessi corsi anche se in America.

<<Io voglio fare il medico perché aiutare le persone è fastidiosamente gratificante.>> dice dopo un po' di tempo Diego, ormai l'onda della conversazione si è spostata sulle facoltà prossime universitarie. Non mi piace particolarmente questo argomento solo perché io non so cosa dire, a chiunque mi chiede cosa ne voglio fare del mio futuro, io rispondo con un sonoro 'Non ne ho la più pallida idea'.

<<Dovresti seguire una passione, una gloria, non la fama di sentirti acclamato da altra gente.>> ribatto rivolta al mio amico.

<<Guadagnano una marea di soldi.>>

<<Devono saper fare il loro lavoro.>> continuo, insistendo. <<Devi essere innanzitutto un buon medico e poi pensare alla gloria.>>

Liquida le mie parole con un cenno della mano. <<Precisiamo che io sarà un infermiere, non un vero dottore. E comunque, l'ho già detto, è la soddisfazione personale che cerco. Salverò delle vite, diamine!>>

Scuoto il capo divertita e rassegnata dai suoi toni e i suoi ideali, mentre distrattamente Andrew alza il suo in direzione del moro. <<E tu, Chris, quale facoltà hai preso?>>

Cala un silenzio tombale. Chris è seduto sulle piastrelle scarlatte del balconcino, la testa reclinata verso l'alto e poggiata al muro, le labbra socchiuse affinché esca il fumo inalato dalla sigaretta che tiene stretta tra le dita della mano sinistra, a sua volta poggiata su un ginocchio. Quando inala il fumo, sembra fare una grande fatica, poi lo butta fuori con altrettanta lentezza. Assorbe la nicotina come se potesse comporlo e ridargli vita, poi strizza gli occhi e abbassa lentamente il capo, trovando le parole per rispondere. <<Non sono andato all'università.>>

<<Hai deciso di interrompere gli studi?>> domanda subito Elena, alzando il capo dalle ginocchia.

<<No, anno sabatico.>>

<<E quindi hai intenzione di riprenderli?>> riprende Andrew, sinceramente interessato.

<<È nelle mie più buone intenzioni.>>

<<Puoi sempre riprenderli da quest'anno, o il prossimo. Comunque, cosa hai in mente?>>

I suoi occhi si puntano nei miei, ho l'impressione che non si sono staccati da lì nemmeno per un secondo, ma sono felice di avere questo contatto rassicurante.

<<Fisica.>> risponde deciso e diretto. <<O forse filosofia.>>

Stefano soffoca una risata. <<Sono un po' distanti.>>

Chris prende un altro tiro, facendo uscire quasi subito il fumo grigio attorno a se come fosse la nube dei suoi pensieri più oscuri. <<Sono io stesso l'insieme di idee contrastanti; non mi stupisco di realizzare che ho ispirazioni opposte.>>

<<Non sono poi così tanto opposte.>> dico di slancio, prendendo coraggio. Forse è la prima volta, dopo cena, che mi rivolgo direttamente a lui e che ho il coraggio di affrontarlo, dopo le sue parole. <<D'altronde, la fisica nasce dalla filosofia. Così come la matematica, la storia, l'algebra... Non sono opposte, sono complementari.>>

Chris non risponde, annuisce mesto ma senza interesse, prende un altro paio di tiri e gira lo sguardo altrove; non saprei interpretarlo e questo mi getta nel più profondo sconforto. Poi lancia la sigaretta fuori dal balcone. <<E tu quale facoltà hai scelto?>>

Ancora silenzio, ancora imbarazzo e di nuovo la sensazione di sconforto. Come mi sta guardando adesso è tremendamente sconcertante. Perché mi guarda così? Che si sia arrabbiato sul serio o stufato delle mie continue risposte interrotte? Che voglia spiegazioni, parole, dimostrazioni?

Di fronte al mio silenzio, Stefano arriva in mio aiuto. <<Maggie ha ancora le idee confuse, non è così sorellina?>>

A mento alto e tono duro, continuo a rivolgermi a Chris. <<Prenderò letteratura.>>

Mento, o forse non del tutto. Comunque, non sono mai stata certa di questa scelta. Le mie opzioni sono vagate dall'inglese, alla letteratura, alla storia, alla filosofia, alla matematica... Tutte possibilità collegate tra loro ma di sostanza molto diverse. Per questo ero molto confusa; per questo lo sono ancora. Ma adesso voglio dimostrare a Chris che non sono insicura, timorosa di seguire le mie idee, sicura di avere dei sogni e degli obiettivi. Così sono andata dritta dove sentivo di dover andare, dritta verso la sicurezza che nasce in me quando Chris mi sprona, anche indirettamente, ad assumere tale autostima.

<<Non ne sapevo niente>> commenta Stefano, l'aria un po' sbalordita ma per lo più curiosa.

<<Non ho deciso da molto e non sono ancora del tutto sicura.>>

<<Buon per te.>> mi augura invece Elena. <<Io sono ancora in mare aperto.>>

<<A chi lo dici...>> borbotto a bassa voce sperando che nessuno mi senta e deglutisco quando so che qualcuno l'ha fatto e mi ha beccata, ha capito il mio bluff. Non voglio sostenere più quel suo sguardo. Voglio piuttosto capire perché d'un tratto l'ha assunto, cosa lo abbia turbato e se posso rimediare. Se è colpa mia, devo rimediare. Avvicinarmi ora sarebbe sospetto e la conversazione non sarebbe privata; ma non farlo potrebbe peggiorare la situazione. Mi viene solo un'idea in mente e aspetto che tra di noi cominci un nuovo brusio, segno che una nuova conversazione è stata avviata e nessuno presti attenzione a me o alla mia distrazione. Poi, faccio in modo che l'attenzione di Chris sia tutta per le mie labbra.

Quando capisce che lo sto fissando per dirgli qualcosa, rimane con la testa ferma nella mia direzione. È allora che mimo con le labbra un 'Stai bene?'

Scuote il capo, segno che non ha compreso e io muovo di nuovo le labbra più lentamente; quando trattiene un sorriso divertito, capisco che devo sembrare ridicola. Allora cerco di alzare un po' la voce, così magari oltre che al labiale comprenda meglio.

<<Stai bene?>> Appena pronuncio la domanda, capisco che mi hanno sentito tutti perché si sono ammutoliti giusto in tempo. Mi guardano e Chris abbassa il capo, per nascondere una risata mesta.

<<Se vuoi chiederglielo, va lì vicino a lui; stai disturbando il nostro dialogo.>> mi rimprovera Diego con un buffetto mentre indica distrattamente Andrew e Stefano e quindi continua a parlare. Sbuffo, cercando di far capire a tutti quanto sia stato imbarazzante per me, poi faccio stridere la sedia e mi alzo. Un attimo dopo sono seduta a gambe incrociate accanto a Chris.

<<Non c'era bisogno che venivi, avevo capito la tua domanda e ti ho perfino risposto.>> mi accoglie con amare parole.

Mi mordo un labbro per l'ulteriore figuraccia; quando ha scosso la testa non era perché non aveva capito ma perché no, non stava bene.

<<Allora, cos'hai?>>

<<Niente d'importante.>>

<<Deve esserci stato qualcosa di scatenante, prima stavi bene.>>

<<Sto bene anche ora, solo un po' peggio.>>

<<Allora parla.>>

Nessuno fa davvero caso a noi ma qualcuno ci guarda, forse cercando di origliare; non che ci sia niente d'importante da origliare. <<Non c'è niente, davvero.>>

<<Hai detto che non stai bene.>>

<<Ho solo scosso la testa, Maggie.>>

<<Ovvero, hai risposto negativamente a una mia domanda la quale chiedeva se andasse tutto bene. Se non va bene, c'è qualcosa che posso fare per rimediare?>>

Quando evita il mio sguardo, capisco che si sta innervosendo. Lasciarlo stare sarebbe l'opzione migliore, per entrambi, ma rimango ferma al mio posto, testarda. Resta in silenzio per buoni secondi poi scuote il capo, negando a se stesso e a me la possibilità di conoscere la vera risposta e i suoi veri sentimenti a riguardo. Quando continua a tacere, mi sistemo meglio al suo fianco.

<<Guarda che lo so, ho capito, ormai, che delle volte semplicemente da bene si passa a stare male. Così, senza un motivo.>> Parlo di fretta, guardando le gambe delle sedie di legno che sono occupate da miei amici. <<Ti ho visto cambiare umore così tante volte che potrei scriverci un teorema sopra. Il teorema Chris. Meglio ancora, il teorema Preziosi. Potrei vincer un Nobel, secondo te?>>

Gli strappo un sorriso e il mio cuore fa una capriola. <<Ma io lo so il motivo.>>

<<E io non posso saperlo?>> Imbroncio le labbra, tenendo alto il profilo scherzoso, alleggerendo la tensione sulle nostre spalle.

<<Ti ricordi il nostro patto sulla sincerità?>>

Questa sua domanda mi spiazza, raddrizzo la postura e la mia attenzione è ora più concentrata. <<Sì, sì, lo ricordo.>>

<<Bene, possiamo essere sinceri anche ora?>>

Gli occhi luccicano, il guerriero dentro di lui si sta mostrando. Annuisco con la stessa sicurezza che lo plasma.

<<Io lo sarò con te e tu lo sarai con me di conseguenza?>> chiede altre conferme e io gliele offro subito.

<<È il futuro, Maggie, questa conversazione sul futuro mi ha turbato. Ma non voglio aggiungere altro, non voglio pensarci.>>

Seppur vorrei approfittare della situazione e approfondire l'argomento, mi costringo a reprimere la mia parte curiosa e pasticciona per il suo bene.

Ora, tocca a me essere onesta. <<Mi hai chiesto quali intenzioni avessi con te, giusto?>> Ho catturato la sua attenzione, adesso mi guarda, ha dimenticato il cattivo umore. <<Vuoi ancora conoscerle?>>

Annuisce d'un gesto netto, non l'ho mai visto così sicuro. E quindi sta a me trovare il coraggio. Se ci penso, cado. Se non ci penso, non rispondo. Vorrei chiedere a lui consiglio perché è l'unico che saprebbe rispondermi a una qualsiasi di queste domande che mi complicano la vita, ma adesso è lui l'incognita e questo non fa che peggiorare la situazione.

Chris è qui, per me, per noi. Io sono qui, per lui, per me. Qualcosa deve pur significare. Il battito del mio cuore, il rossore sulle mie guance. Tutto questo deve pur significare qualcosa. Chiudo gli occhi e respiro ossigeno puro, collego i miei pensieri alla fonte di saggezza e speranza che mi serve ora; la ritrovo nelle parole di Shakespeare, ovviamente.

Le tue guance lo confessano e i tuoi occhi lo riflettono, il comportamento in un certo senso lo dichiara.

Io so, so cosa provo per Chris. Apro gli occhi.

<<Non voglio pensarci.>>

Non si aspettava questa risposta, la smorfia impercettibile che assumono le sue labbra mi fa intuire che è rimasto deluso. Ma, per ora, è tutto ciò che posso dargli. <<Io ti credo, Chris.>> mi affretto ad aggiungere. <<Credo nelle tue buone intenzioni. Ti conosco e ho capito quasi tutto: il tuo gioco e come ti vuoi muovere. Ma come hai detto te, prima di poter giudicare e parlare di ciò che provo, capire ciò che provo, devo conoscere tutto. Ogni tassello deve tornare al suo posto, ogni dubbio deve essere istinto, ogni insicurezza deve diventare una mia forza. Ho bisogno di questo ora, Chris, e non voglio farti del male. Se la prendessimo diversamente, come hai detto tu, probabilmente nessuno dei due si farebbe male.>>

<<Come dovremmo prenderla?>> Il suo tono basso mi riporta a momenti intensi del nostro passato.

<<Senza pensare.>> rispondo di getto, ormai abituata a questa nostra vicinanza, a questo nostro comprenderci. So che non mi deluderà. <<Prendiamo ciò che viene, il resto lo lasciamo nelle mani del destino.>>









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I'm back, better than before... (?)

Allora, come state caprette? Ho aggiornato, visto? Sì, se state leggendo questo avete indubbiamente visto l'aggiornamento. Allora, come vanno queste vacanze? Io spero di potermi davvero risposare e scrivere, e leggere, e dormire, e mangiare... aaah.

Comunque, ditemi cosa ne pensate come always. Commentate, commentate, commentate! 

In più, volevo farvi una piccola domandina: (a parte il volere Chris e Maggie di nuovo insieme (so che aspettate solo quello)) Cosa pensate di poter vedere nei prossimi capitoli? Così, è una domanda che mi è sorta mentre osservavo la stesura dei prossimi capitoli e niente, sono qui a domandarvelo.

Comunque, ancora non ho cenato e la mia pancia brontola, quindi credo che andrò a mangiare. Vi lascio in pace.

Vi amo di gioia e cioccolatini!

🐳 A te solo di gelato!

P.S. Scusate eventuali errori

Xoxo

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