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17 ~ Conquistare la strada

<<Diego, muoviti o ti lasciamo a piedi!>> grido affinché il mio amico, chiuso in bagno da un'ora, esca finalmente così che possiamo incamminarci. Il sole ancora non è tramontato, possiamo arrivare all'agriturismo per cena e vedere i fuochi. L'idea mi piace, visitare posti nuovi, cambiare ambiente.

Quando la porta del bagno si apre, mi stringo nel golfino nero che mi sono poggiata sulle spalle. <<Eccoti, pensavamo fossi caduto nel water.>>

In realtà, sono l'unica che l'ha aspettato sulla porta, gli altri si sono tutti incamminati verso le macchine.

<<Perché tutta questa fretta?>> domanda, retorico; mentre mi passa accanto, una scia di profumo mi intossica le narici. E poi dicono a noi ragazze che ci mettiamo un'eternità per presentarci al meglio...

Chiusa la porta dell'appartamento e arrivati alle macchine, noto che Elena si è sistemata sui sedili posteriori del furgoncino di Chris mentre mio fratello occupa il lato del passeggero. Andrew è seduto nella sua auto e accanto c'è Lavinia. Senza nemmeno pensarci, mi affretto ad aprire la portiera della macchina blu e Diego mi fa un cenno con la mano, avviandosi nell'altra macchina. <<Ci vediamo lì.>>

Salgo e mi metto accanto a Elena, dicendo a me stessa che la scelta della macchina è dovuta solamente la fatto che Diego "profuma" troppo.

Appena Chris mette in moto e Stefano accende il navigatore sul suo telefono, mi sorge un dubbio. Così mi sporgo oltre i due sedili anteriori. <<Ma perché non abbiamo preso la tua macchina?>> chiedo rivolta a mio fratello. In vacanza ci siamo portati dietro la macchina di Andrew, quella di Stefano e poi anche Chris ci ha raggiunti, mentre Stefano mi aveva detto che queste due erano le uniche che avevamo.

Non è mio fratello a rispondermi, ma Chris che si volta stizzito verso di lui. <<Quindi la macchina l'avevi!>>

Stefano borbotta qualcosa sulla mia bocca di rosa e poi continua a premere tasti sul suo telefono, digitando il nome dell'agriturismo e la città. <<E va bene, lo ammetto. Solo che ho pensato che il tuo tostapane a rotelle fosse più adatto a un'esperienza del genere.>>

<<Tostapane a rotelle?>> ripete Chris indignato, stringendo le dita sul volante.

Mai insultare il suo gioiellino; o almeno è questo il messaggio che vuole inviare con il suo sguardo. Che poi, gioiellino è un gran bel parolone per questo effettivo catorcio, ma per non peggiorare la situazione tengo i pensieri privati. In fondo, so quanto sia importante questa macchina per Chris e ha valore anche per me, quindi non mi permetto di giudicarla.

<<Va bene, cerchiamo di essere pacifici per tutto il viaggio, d'accordo? Niente scenate e niente tostapane.>> borbotto risistemandomi comoda sul sedile accanto alla bionda.

Questa si sporge in avanti e apre il finestrino con la cara vecchia manopola, poi si ancora al vetro e tira fuori la testa, facendo svolazzare le sue candide ciocche. Urlacchia un po' e Stefano si volta per sorridere e poi tornare a digitare il luogo di andata sul navigatore.

Davanti a noi, la macchina di Andrew sfreccia veloce tra le altre e noi facciamo fatica a stargli dietro.

<<Potresti anche andare più veloce.>>

<<Se vado più veloce,>> ringhia Chris cercando di evitare lo sguardo di mio fratello. <<rischio di ribaltare il tostapane.>>

Decido di intervenire ancora, sono passati dieci minuti e la situazione non si avvicina nemmeno a un miglioramento. <<Hai sempre avuto problemi con la velocità, zitto e pensa al navigatore.>>

Step sa che il mio è un tono di scherno, per nulla offensivo, infatti lo sguardo che mi lancia è più un "perché diavolo lo stai difendendo?"; ma lo ignoro e torno a concentrarmi sul paesaggio.

Quando capisco che il silenzio viene sporadicamente interrotto da qualche frase di congettura da parte di Elena e i borbotti di Stefano verso il navigatore, decido di sporgermi nuovamente tra i due sedili anteriori e indicare il cruscotto a Stefano. <<Lo apri per favore?>> gli chiedo cercando di mantenere la voce bassa ma lui non capisce e indica la radio.

<<Vuoi che la accendo?>>

<<No, apri lì.>>

Quando Stefano capisce e il cruscotto si apre, Chris mi lancia uno sguardo di tacita domanda. Ma io osservo quel punto della macchina ed esulto.

<<Sì, lo sapevo che c'era!>>

Senza aspettare che sia Step il mio intermediario, allungo il busto cercando di non interferire con il cambio manuale utile a Chris per guidare e non farci andare a sbattere e afferro il piccolo dvd con la copertina marroncina.

<<Non farlo.>> dice Chris capendo il mio piano e trattenendo un sorriso. Complice, infilo il disco nella radio. <<Facciamoli soffrire un po'.>>

Elena cerca di spiare i miei movimenti. <<Che cosa hai messo?>>

Non rispondo, aspetto che parta la prima canzone; Stefano ci sta ancora ignorando.

E poi parte la musica, e io e Chris intoniamo la nota iniziale come abbiamo fatto molto tempo fa, come se non fosse cambiato nulla. Un attimo dopo scoppiamo a ridere e la canzone entra nel clou del ritmo, facendo intuire a tutti di cosa si tratta.

Stefano alza indignato la testa. <<Che roba è?>> chiede stizzito mentre Elena si tappa le orecchie e ride. <<È orribile!>>

Io mi dimeno sul sedile posteriore mentre ormai Chris si limita a ridere o intonare qualche battuta, le braccia ferma sul volante e lo sguardo perso sulla strada.



Qualche canzone dopo, Stefano ha segnalato a Chris di svoltare a destra per prendere una scorciatoia e il risultato è stato trovarsi in mezzo a della boscaglia su una strada sterrata senza ombra di un'abitazione o di una strada cementata.

<<Sicuro che stiamo andando dalla parte giusta?>> chiede per la milionesima volta Elena mentre osserva dal finestrino la sera inoltrarsi. È estate per cui la luce ancora ci aiuta ma sono sicura che tra poco ci abbandonerà.

<<Sicurissimo.>> risponde Stefano ma il suo tono non da lo stesso effetto del significato della parola che ha scelto.

<<Secondo me ci siamo persi.>> borbotto avvilita e anche un po' timorosa di dove siamo.

<<Ma no, è solo una strada alternativa, presto torneremo sulla strada con i lampioni.>> conferma Chris con voce un po' più ferma ma non serve a tranquillizzarmi.

I fanali del pick-up sono le uniche luci che ci permettono di guidare senza andare a sbattere contro un albero oppure cadere da un fosso.

Almeno su qualcosa Stefano e Chris sono d'accordo per cui decido di non controbattere ancora e restarmene buona al mio posto, sperando che le loro parole siano veritiere e che presto saremo di nuovo sulla strada civile e sicura.





<<Complimenti, genio, adesso siamo anche bloccati!>>

Elena allarga le braccia, poi le riporta sui suoi fianchi con gesti frettolosi ed esausti. È sudata, sembra stanca, si è tolta le scarpe perché le facevano male ai piedi e adesso il suo bel viso truccato ha assunto un'espressione accigliata.

Siamo fermi, ci siamo impantanati in una fanghiglia improponibile e quando siamo scesi per controllare il danno siamo sprofondati in almeno venti centimetri di terra, fango ed erbacce. Le mie ballerine sono andate, così come i jeans dei ragazzi fino a metà stinco.

Afferro il mio cellullare e controllo il servizio. <<Non c'è campo.>> affermo demoralizzata mentre Chris cerca di far partire ancora il motore dall'interno.

<<Non è stata solo colpa mia!>> borbotta Stefano in risposta all'accusa della ragazza, immergendo il suo di cellulare nella tasca posteriore dei suoi jeans.

<<Sei tu che hai voluto fare questa strada deserta, nel bosco. Mi spieghi per quale assurda ragione non abbiamo continuato a seguire la macchina di Andrew?>>

<<Per come stavamo andando lenti saremmo arrivati per l'ora dei fuochi. Prendendo una scorciatoia, invece, forse saremmo arrivati in tempo.>>

Chris, impotente di fronte all'immobilità della sua macchina, ringhia per la frustrazione ed esce con un impeto di rabbia. <<Non si muove.>>

<<E se provassimo a spingerla?>> tento, sapendo che è un'idea penosa ed estremamente al margine delle speranze ma i ragazzi non si lasciano scoraggiare e, sentendosi in parte colpevoli, si affrettano a raggiungere il cassone del pick-up mentre Elena sale dal lato del passeggero e io mi metto al volante.

Apro il finestrino per poter comunicare con loro. <<Uno, due, tre...>> metto in moto, loro spingono, ma nulla.

<<Maggie, il freno a mano.>> borbotta Elena senza farsi sentire e io faccio una smorfia, poi lo tolgo. <<Va bene, ragazzi, non perdiamo la speranza. Facciamo un altro tentativo!>>

Vedo Chris arrotolarsi le maniche della camicia che gli ha prestato Stefano su per gli avambracci mentre Elena trattiene un ghigno per la mia sbadataggine.

<<Uno... due... tre...>>

Stefano urla mentre il furgone rimane immobile ed entrambe saltiamo fuori. <<Che cosa è successo?>>

Appena vediamo le loro figure, però, capiamo all'istate: sono imbrattati di fango, interamente imbrattati, Stefano ha persino una macchia sulla guancia. C'era da aspettarselo...

Tratteniamo le risate per non peggiorare la situazione, le loro facce parlano da sole e scommetto che stanno entrambi sull'orlo di un'esplosione di nervi.

<<Non ci credo, è incredibile.>> continua a borbottare Stefano scuotendo braccia e gambe.

<<Dovremo chiamare qualcuno.>> afferma invece Chris, cercando di riconquistare una certa calma interiore.

<<Non c'è segnale, ho già controllato.>> lo informo e poi mi accosto al lato del furgone. <<Quindi, cosa si fa a questo punto?>>

La sera sta calando sempre più velocemente, presto non vedremo niente qui in mezzo al bosco, chissà quanto lontani dalla civiltà e da tutti i possibili aiuti. Non possiamo sperare che qualcuno passi e ci soccorra anche se sarebbe la cosa migliore da fare; rischiamo di rimanere qui per troppo tempo. Potremmo rimanere in macchina, aspettando che si faccia giorno ma poi il problema resterebbe tale e non ci sarebbe alcun motivo per cui non muoverci subito.

<<Dovremmo muoversi, cercare qualche anima viva.>> propone Elena, sventolandosi il volto con la mano. Nel bosco l'umidità è accentuata e in più, sembra che questa sera sia particolarmente calda. Mi sciolgo il golfino rimanendo con la maglietta chiara a bretelle e lo lancio sui sedili posteriori, accanto alla mia borsa.

<<Non sono sicuro ce ne siano nell'arco di almeno venti o trenta chilometri di anime vive.>> risponde Stefano mentre si slaccia preventivamente la camicia prima di togliersela completamente e arrotolarla sull'avambraccio. Ha il volto sporco e anche i pantaloni e sono sicura che con il caldo adesso stare a petto nudo lo aiuti ma allo stesso tempo è più esposto agli insetti.

<<Sempre meglio che restare qui immobili a farci inghiottire dal fango.>> ribatte Chris, guardandosi attorno.

<<Non possiamo lasciare il furgone qui.>> dico io, forse la più razionale. Una parte di me vuole restare all'intero della macchina, al sicuro, con delle canzoncine country scadenti e il calore dei loro amici, almeno finché la notte non passi o qualche miracolo arrivi e ci soccorri; ma l'altra parte grida di andare a cercare seriamente qualche forma di vita.

<<Meglio non dividerci.>> risponde Stefano, sempre più scettico. La sua espressione si fa contraddittoria, come anche quella di Elena. Quindi, non possiamo dividerci ma nemmeno allontanarci e restare qui non va bene a nessuno. Sono sul punto di ringhiare dalla rabbia quando Chris s'incammina verso il volante e afferra le chiavi, stringendole nel palmo.

<<Prendete tutto ciò che avete e andiamo, non è un problema lasciare il furgone qui.>>

Lo osservo indecisa. <<Non possiamo farlo, chissà cosa potrebbe succedere.>>

Subito penso che la possibilità che arrivi qualche ladro di macchine nel bel mezzo di questo nulla, sia interessato al furgoncino e riesca a spostarlo per poi portarlo via, sono talmente basse che quasi è inutile fare una percentuale ma la zona razionale del cervello non demorde.

<<Non posiamo nemmeno rimanere qui. Non succederà nulla al tostapane, mentre potrebbe succedere qualcosa a noi se non facciamo niente. Dobbiamo chiedere aiuto e l'unico modo per farlo è muoverci.>>

Dopo ancora qualche discussione tutti ci convinciamo che la migliore soluzione è quella effettiva di metterci in cammino e così, prendendo tutte le nostre cose, ci addentriamo ancora più a fondo nel bosco.

<<Come facciamo a ritrovare la macchina?>> domando appena abbiamo fatto qualche metro.

<<Se riusciamo a chieder aiuto, ci faremo indicare il guardia bosco della città che conoscerà questi passaggi bene. Non ti preoccupare, non mi sono mai perso quel gioiellino.>>

Stefano, ancora senza maglietta, borbotta qualcosa sul fatto che sono impasticciati di fango ma Elena cerca di calmarlo cominciando a parlare fittamente di qualcosa che a noi orecchie sconosciute è proibito sapere. Così, inverosimilmente, io e Chris ci ritroviamo esclusi dalla conversazione.

Passeggiamo per il bosco con l'ansia che qualche animale sbuchi dai cespugli, o almeno io cammino così; i due fidanzati, mano nella mano, a qualche passo da noi, sembrano star effettuando una passeggiata durante la loro luna di miele mentre Chris cammina spavaldamente come se conoscesse a memoria quelle strade o fosse parte dell'ambiente.

Un pensiero si fa nido nella mia memoria e l'immagine del camper, la sua casa, mi ricorda che effettivamente Chris vive tra i boschi. Sicuramente è a suo agio qui dentro, molto più di me.

<<Hai paura?>> mi chiede dopo un po' facendomi sussultare. Mi cammina vicino, le braccia distese lungo i fianchi sporchi e i capelli che si confondo con l'aria oscura attorno a noi.

<<No.>> mento, ma mi tremano un po' le mani e non può essere per il freddo. In realtà, fa talmente tanto caldo che se non fossi occupata a tremare per la paura probabilmente suderei per l'afa.

<<Bugiarda.>> fa lui e io reprimo un sorriso.

<<Il bosco mi mette i brividi di notte, soprattutto quando non c'è campo, l'attività vitale è apri a zero e non conosco la zona.>> decido di confessare, la mia faccia non deve essere proprio l'emblema della tranquillità.

Passiamo attraverso fitti rami, qualche sentiero creato naturalmente dalle foglie, dalle rocce oppure dal passaggio di qualche cinghiale.

<<Presto troveremo qualcuno o qualcosa, non ti preoccupare.>>

<<Spero che il qualcuno in questione non sia un serial killer e il qualcosa un cinghiale o un mostro.>> Appena le mie parole escono dalla mia bocca capisco di non averle semplicemente pensate, ma anche Chris le ha sentite e si fa più vicino.

<<Paura del buio, eh.>>

<<Fottutissima paura del buio, sì.>>

Mi stringo le braccia attorno al busto, lo sguardo attento e circospetto.

<<Ei, ragazzi venite più vicini che Maggie ha paura.>>

Appena Elena e Stefano sentono le parole del moro accanto a me si affrettano a rallentare il passo così che siamo tutti vicini.

<<Perché l'hai detto?>> La mia non vuole essere un'accusa perché sono più tranquilla se stiamo tutti vicini ma non voglio sembrare una bambina.

<<Così magari la smetti di tremare.>>

<<Paura sorellina?>> domanda Stefano sporgendosi oltre la figura di Elena al mio fianco.

Così continuiamo ad avanzare lasciandoci l'ombra del furgoncino alle spalle e addentrandoci nell'oscura sorte delle nostre anime.

La mia ansia mischiata al caldo, alla stanchezza di Elena e all'irritabilità di Stefano ci fanno fermare dopo aver percorso quelli che a me sono sembrati chilometri ma non deve essersi trattato di più di mezzora.

<<Zitti, ho sentito qualcosa.>> Chris allarga le braccia e ci intima di tacere mentre sporge la testa in una direzione e socchiude gli occhi, in ascolto.

<<È talmente delicato che potrei confondermi...>> borbotta a fior di labbra mentre noi, ancora muti, lo osserviamo interdetti. <<Seguitemi.>>

Si mette in cima alla fila, con la luce del telefono ben posta sul cammino così come lo sono le nostre. Ormai l'ora di cena è passata, i nostri amici si staranno chiedendo dove e come stiamo e la notte subentrerà alla sera.

C'è un piccolo risvolto positivo, penso, mentre passeggiamo in silenzio dietro Chris; se restiamo qui in mezzo al buio potremmo vedere delle belle stelle, il cielo almeno è libero e sembra un'immensa distesa di petrolio brillantinato.

Camminiamo in discesa, il fango scivoloso mi fa perdere l'equilibrio un paio di volte ma Elena, dietro di me, riesce a sorreggermi sempre.

E poi lo vediamo e sentiamo, una piccola distesa d'acqua la cui riva è composta da piccole rocce che sbarrano il passaggio ma che, al contatto con le onde mosse dalle correnti, imitano le voci del mare.

<<Un lago, qui?>> Elena è la più stupefatta e quella che prende voce per prima. Chris, davanti a tutti, sembra soddisfatto. Adesso le chiome degli alberi non ci fanno più da copertura e il cielo ci sovrasta, la luce della luna si riflette sulla superfice dell'acqua e illumina l'immensa distesa, tanto che non ci servono più i cellulari.

<<Prima doveva essere una palude.>> suggerisce il ragazzo dai capelli scuri che si sta affrettando a raggiungere le rocce. Se si tratta di un lago, deve essere uno di quelli davvero piccoli, poiché assomiglia più a una grande pozzanghera creata dalle piogge dentro una porzione di bosco arida sulla quale non sono cresciuti arbusti.

Raggiungiamo le rive e ci poggiamo alle rocce, felici di poterci riposare.

Quando vedo Chris sporgersi oltre la roccia e sormontarla mi volto verso di lui. <<Non vorrai entrare, vero?>>

<<Perché no?>> mi fa lui oltre una spalla. <<Sono sporco di fango.>>

<<Non è una pessima idea.>> borbotta Stefano mentre si avvicina a lui.

Elena si raddrizza, sul suo volto compare un'espressione rivoltante. <<Non potete entrare nell'acqua paludosa.>>
<<Non è una palude, ma una sorgente.>> ribatte il moro, mentre comincia a slacciarsi i primi bottoni della camicia.

Stefano, accanto a lui, si toglie le scarpe e allunga una gamba probabilmente per sapere il calore dell'acqua. Quando la ritira su veloce, fa una piccola smorfia divertita. <<È bella ghiacciata.>>

Presto entrambi si ritrovano senza camicia e senza scarpe e porgono quest'ultimo indumento a noi. Poi, lentamente, iniziano a scivolare oltre le rocce per raggiungere la superficie cristallina.

Io e Elena subito ci arrampichiamo per osservarli.

Chris è il primo a finire in acqua d'un tuffo poiché scivolato dal suo appoggio e degli schizzi colpiscono Stefano che si ritrae subito. Immagino di vederlo affondare invece rimane in piedi, l'acqua che gli arriva fino a metà busto. Dopo essersi bagnato le braccia immerge le mani e si da una bella sciacquata anche alla faccia, nel frattempo Step si è immerso ed è accanto a lui intento a scrostarsi di dosso il fango che li ha sporcati.

Passano le mani bagnate e grondanti tra i capelli ravvivandoli e facendoli diventare ritti sul capo mentre intorno a loro l'acqua si sporca di terra.

Io e Elena restiamo ad osservarli scambiarsi qualche parola confusa, di circostanza, per il resto rimangono in silenzio a sciacquarsi e a godersi la freschezza della sorgente.

Da questa posizione osservo la schiena di Chris che mi da un'anteprima del tatuaggio sul suo braccio sinistro e ripenso alla stessa immagine di lui, di noi, ma in un lago differente.

<<Mi ha baciata.>>

Appena le parole escono dalla mia bocca, me ne pento. Stefano e Christian sono troppo lontani per sentirmi ma Elena spalanca la bocca. Ho pensato a Chris e il bacio è stato il primo ricordo a farsi strada nella mia mente, facendomelo vivere così intensamente da aver parlato senza pensare.

<<Quando?>>

Ormai il dado è tratto, non posso più tenere il segreto. <<Al falò.>>

La mia amica non sembra sorpresa, mi osserva di sottecchi, strizzando gli occhi un paio di volte e poi si volta nuovamente verso i ragazzi. <<Lo sapevo, sapevo che era successo qualcosa. Avete litigato per questo, vero?>>

Alzo le spalle, facendole intuire il resto.

Qualche attimo di silenzio regna tra di noi, poi non riesce a contenere la domanda che so vuole pormi da quando ha il dubbio di cosa sia successo tra noi due; adesso che lo sa per certo, non si può trattenere. <<Com'è stato?>>

Rifletto sulla sua domanda perché non l'ho mai rivolta a me stessa da quando è successo.

Com'è stato? Com'è stato?

Baciare Chris ha sempre avuto un forte ascendente sulla mia persona ma questo bacio, questo rubato e sfuggevole, un addio che non è mai stato pronunciato e un bentornato che è stato ferocemente represso, questo bacio, non lo so come mi fa sentire.

Elena, soddisfatta del mio silenzio e delle mie riflessioni, continua a parlare. <<Va bene, ho capito da sola. Vuoi dirmi solo se sei stata tu a cominciare la lite?>>

<<Sì, sono stata io.>> confesso subito, prendendo coraggio. Continuiamo a guardare nella direzione dei due che, ancora immersi, sembrano essersi cimentati in una discussione tanto più seria della nostra. Vorrei ascoltarli ma per farlo, dovrei entrare in acqua quindi rinuncio.

<<Cosa vi siete detti?>>

Non mi è difficile rivelarle tutto quello che sento e che sono sicura di provare a questo punto per cui prendo una piccola pausa solo per fare mente locale. <<Abbiamo discusso sul fatto che non può baciarmi, non quando è ubriaco, geloso e pensieroso.>> capisco che le mie parole possano risultare incomprensibili o prive di senso, per cui mi prendo la briga di spiegarle subito. <<Non può essere ubriaco e penso che questa tesi possa confermarsi e auto esplicarsi da sola; non può essere geloso perché non c'è nessuno per cui esserlo e pensieroso perché quando pensa è...>>

Mi blocco, non trovo le parole adatte. Quando pensa Chris va via, si allontana, si estranea dal mondo per entrare in se stesso e rimanerci finché non ha le idee chiare e la mente più tranquilla. Cerca la quiete in se stesso e l'ho sempre ammirato per questo.

<<Su un altro pianeta?>> tenta Elena, e io decido di dare questa spiegazione per buona perché altrimenti diventerebbe un discorso troppo lungo.

<<Quindi quando è sobrio, non geloso e con la testa a terra, può baciarti?>> continua la ragazza al mio fianco e io faccio una smorfia.

<<Non volevo dire esattamente questo.>>

<<E cosa volevo dire?>>

Non lo so, vorrei gridare, non so nemmeno io cosa volessi dire. È tutto così confuso e contorto, tutto così difficile. Mi sembra di essere tornata ai miei diciassette anni quando ero incapace di comprendere il carattere di Chris e impossibilitata a tradurre il mio stesso comportamento nei suoi confronti. Solo dopo ho capito che mi stavo innamorando e quella era la traduzione.

<<Va bene,>> tenta Elena girandosi completamente verso di me e catturando quindi la mia più totale attenzione. <<provo con un nuovo approccio. Come vorresti che si comportasse?>>

Faccio finta di riflettere; so già come vorrei che si comportasse, vorrei che fosse lui. Ma dirlo immediatamente mi sa di affrettato. Secondi contati dopo, dico: <<Vorrei che non cambiasse, non deve far niente di particolare.>>

<<Ci sarà pure un modo in cui ti ha conquistato. Magari corteggiandoti?>>

Solo l'idea mi fa ridere. Chris che corteggia me è una barzelletta che non mi voglio perdere. Alla fine decido di evitare si subentrare in questo discorso e lascio perdere, tornando sui miei passi.

<<Lui non ha mai tentato di conquistarmi.>>

Dirlo ad alta voce mi fa sentire quasi ridicola perché alla fine, nonostante Chris non si sia nemmeno sforzato, io mi sono innamorata ugualmente. Questo mi fa sentire piccola e incostante.

Elena, stranamente, rimane in silenzio e questo mi insospettisce.

<<Perché non parli?>> decido di chiedere con una scia di risata a colmare l'imbarazzo.

<<Riflettevo sulle tue parole.>> risponde enigmatica.

<<Allora?>>

<<Allora è lui l'unico che ti vuole per davvero.>> Adesso mi guarda e mi sorride mentre io scuoto la testa e appoggio il mento sulle ginocchia alzate, abbracciandomi gli stinchi.

Le parole di Elena mischiate alle mie mi fanno pervenire alla mente un passo di Shakespeare ne I Due gentiluomini di Verona dove Lucetta cerca di convincere Giulia dell'amore del suo amante.

Ma lui, fra tutti, non mi ha mai corteggiata; dice Giulia.

E allora lui, fra tutti, vi ama più di tutti; risponde Lucetta.

Che parli poco indica poco amore.

Il fuoco coperto brucia più di tutti.

Non ama, chi non mostra il proprio amore; ancora Giulia.

Oh, ama meno chi rivela il proprio amore; infine Lucetta.*

Elena è la mia Lucetta che cerca di convincermi, forse, delle buone intenzioni di Chris. Ma non mi farò abbindolare come alla fine cede Giulia, ho ancora molta strada da intraprendere, molte domande a cui rispondere.

<<Diamine, che doccia fredda!>> Stefano, ai nostri piedi, sta tentando di sollevarsi sulla roccia per uscire dalla sorgente; Chris, dietro di lui, continua a bagnarsi i capelli.

La conversazione mia e di Elena non può che cessare e da un lato ne sono felice. Lei, con un impercettibile sospiro, si volta verso il ragazzo.

<<Adesso avete anche i pantaloni bagnati.>>

Ci facciamo da parte e scendiamo dalle rocce così che anche loro possano uscire.

Hanno bagnato le camicie prima ancora di entrare in acqua e le hanno lasciate stese sulle rocce per il tempo della lavata ma non è bastato affinché si asciugassero e sono ancora zuppe.

<<Con questo caldo non è un problema.>> La apostrofa Stefano mentre si affretta a rimettersi la camicia scura che subito aderisce al suo corpo. Ridiamo a entrambi le scarpe e presto ci ritroviamo indecisi sul da fare.

<<Adesso che siete puliti e profumati, come avete in mente di procedere?>> Mi liscio la canottiera bianca mentre stringo ancora più stretto il golfino sulle anche.

Quando noto che Chris è scosso da un brivido decido di avvinarmi. <<Non dirmi che adesso senti freddo. È stata tua l'idea idiota.>>

Lui scuote le spalle e un altro brivido gli sale lungo la schiena.

Ragazzi...

Mi sciolgo il golfino e glielo porgo mentre lui lo osserva aggrottando la fronte. <<Non lo indosso.>>

<<Ti terrà più al caldo di quella camicia fradicia.>>

Per un istante il mio sguardo indugia sui segni del suo addome e del suo petto che sono ben visibili data la maglia trasparente, poi torno sui suoi occhi.

Capendo che un pezzetto di cotone è più utile che niente, lo afferra con stizza e se lo issa sulle spalle. <<Se lo indosso, lo rompo. Le tue braccia si sono dimagrite.>> mi spiega mentre se lo lega al collo. <<Sicura che non t'importa se lo bagno?>>

<<Come hai detto tu, fa caldo, non lo avrei indossato.>>

Stefano fa un passo avanti, portandosi indietro i riccioli che gli sono caduti sulla fronte. <<Vogliamo continuare a camminare alla ricerca di vita? Ho bisogno di calore.>>

Elena alza gli occhi al cielo, probabilmente chiedendosi perché, se adesso sentono così freddo, hanno comunque deciso di farsi un amorevole bagno nella sorgente. Avrebbero potuto immaginarlo. Senza più alcuna lamentela, decidiamo di continuare il nostro cammino.

Elena, per tenere al caldo mio fratello, lo sta facendo saltellare per il bosco con lei al suo fianco; si tengono per mano e ridacchiano, sembrando dei bambini. Chris li osserva curioso e anche un po' imbarazzato mentre io trattengo un sorriso. Forse lui non è abituato alla dinamica della copia ma ormai io sì, li conosco, e continuo a sopportarli.

Quando lo osservo maneggiare il telefono con cupidigia di scrivere un messaggio, mi scosto un po' da lui per dargli della privacy ma subito il piccolo schermo è posto sotto il mio sguardo. Mi ha scritto un messaggio, forse per non farsi sentire dai due.

Mi chiedo cosa ci sia di tanto segreto da dover scrivermi un messaggio.

Leggo avida.

So che non avrei dovuto, ma ho sentito la vostra conversazione.

Alzo il volto e chiedo: <<A cosa ti riferisci?>>

Lui ritrae il braccio e scrive qualcos'altro. Aspetto guardando a dove metto i piedi e poco dopo mi viene porto nuovamente il telefono.

Il mio pseudo corteggiamento

Appena leggo quelle parole, distolgo lo sguardo. Adesso cosa gli dico? Mi vergono e allo stesso tempo ne sono soddisfatta almeno sa come stanno le cose.

Piuttosto che parlare, decido di usare il suo stesso metodo. Gli sottraggo il cellulare e scrivo al posto suo un messaggio. Cammino più lenta perché altrimenti cadrei o andrei a sbattere a qualche tronco ma presto Chris mi sorregge per un gomito e mi guida, per stare al passo.

Gli scrivo: Mi dispiace, non erano offese o critico, spero che questo tu l'abbia capito.

Elena ha ragione; è la sua risposta, poco dopo.

Riguardo a cosa?

Al fatto che io ti voglio davvero.

Leggo ma non rispondo; per fortuna stiamo comunicando attraverso lo schermo perché altrimenti mi si sarebbe mozzato il fiato. Non ho il coraggio di guardarlo per cui gli restituisco semplicemente il telefono.

I due saltellano davanti a noi, ignari del mio imbarazzo, del mio sorriso compiaciuto e probabilmente delle dita di Chris che continuano a muoversi velocemente sullo schermo.

Infatti, un attimo dopo, ecco un ultimo messaggio.

Ti riconquisterò Maggie, te lo prometto. Sono venuto qui con una missione, quella di farti comprendere le mie ragioni. Ma non mi basta più. Ho sempre preteso tanto da te, da noi; e adesso è lo stesso. Se è discrezione quella che vuoi, sappi che da me non la otterrai; non è mai stato così tra di noi. Ma ti conquisterò ancora una volta, magari diventando un pinguino allucinato, o chiamandoti con nomignoli idioti, oppure imiterò gli sguardi di quei personaggi dei tuoi romanzi rosa. Non lo so, ma quello che è certo, ora, è che ci proverò ancora.













****

*Il dialogo tra Lucetta e Giulia, le due protagoniste dell'opera di Shakespeare, è reale o almeno così ha scritto l'autore. 

*So che la gif all'inizio del capitolo non c'entra niente ma babbè, accontentiamoci

Eccomi, sì, in ritardo. Magari vi devo qualche scusa o spiegazione; sì, forse spiegazione è meglio. Mi dispiace di avervi fatto attendere un paio di giorni in più per la pubblicazione ma i professori, quelle menti geniali, considerando che abbiamo il ponte a scuola (8-9-10-11 Dicembre) hanno deciso di affollare di interrogazioni e verifiche questi tre giorni che per mia fortuna adesso sono terminati. Per quello non ho fatto in tempo, può capitare insomma, che io abbia da fare e non riesca ad aggiornare. 

Quindi, dato che ho tempo libero in questi giorni, e dato che vi voglio bene, domani pubblicherò un altro capitolo. E chissà, magari Domenica ne troverete un terzo (Quasi sicuramente caprette ;) )

E non dite che non sono buona, pff! Scherzo, sono egoista perché voglio scrivere quindi... 😆

Va bene, basta lamentarsi e parlare a vanvera. Vi lascio.

Ditemi come vi sembra questo capitolo ritardatario :) Commentate, commentate, commentate!

🐳R.I.P (Riprenditi l'Intelligenza Pigra)

Vi amo ancora tanto immensamente, spero sia reciproco. 💝

Buonanotte 🌘

P.S. Scusate eventuali errori.

Xoxo

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