15 ~ Tutti al luna park!
Se tornassi indietro e lo chiamassi, probabilmente sarei la ragazza più felice del mondo per almeno quei secondi in cui mi troverei tra le sue braccia; appena la consapevolezza di essere tremendamente ingiusta con me stessa mi cadesse addosso, lo allontanerei nuovamente e farei ancora del male a entrambi.
Così mi costringo a correre verso gli altri, a tuffarmi di ginocchia accanto a mio fratello e a sussurrargli: <<Ho un problema.>>
Lui scruta la direzione dalla quale sono appena arrivata e poi mi guarda dubbioso. <<Dov'è Preziosi?>>
<<Se n'è andato.>>
Mi scruta ancora, forse cercando risposte nel mio sguardo ma non so proprio cosa io possa trasmettere al momento: sono sconvolta, rilassata, terrorizzata...?
<<Che cosa è successo?>>
<<Il problema.>> rispondo ovvia, forse un po' dura.
A quel punto lascia che le braccia gli cadano lungo i fianchi e fa per alzarsi, mentre io mi metto sui talloni. Poi afferro le sue mani già pronte per aiutarmi e mi alzo. Cammina lontano dagli altri per mantenere questa conversazione privata ma so che un paio di occhi chiari ci stanno scrutando da lontano forse chiedendosi cosa c'è che non va.
<<Se non mi dici quale sia il problema, non posso aiutarti.>> dice mio fratello mentre incrocia le braccia al petto. La luce del focolare è distante ora e siamo in parte oscurati dal buio.
Prendo un grande respiro e mi costringo a formulare in testa l'argomento di cui devo discutere, di cui devo informarmi.
Quando Stefano vede che sono un po' restia, fa un piccolo passo indietro. <<Che cosa ha fatto?>>
Mi affretto a prendere parola, prima che si faccia cattive idee. <<No, non ha fatto niente.>> È dura ingoiare la menzogna, ma mi costringo ad andare avanti.
<<Allora parla.>> continua a spronarmi, adesso più curioso che arrabbiato.
Non so perché ho cercato lui, piuttosto che una delle mie amiche o Diego, ma ne avevo bisogno. Ho bisogno della sua protezione ora che mi sento più vulnerabile. Forse può capirmi meglio di chiunque altro, perché sta amando, può soffrire, conosce me ed è parte della mia vita e del mio essere. Sì, ho bisogno di mio fratello adesso.
<<Perché l'hai chiamato?>> domando infine, sentendomi più leggera.
<<Come?>>
<<Se Chris è qui, è solo grazie a te.>> faccio attenzione a usare la parola "grazie" e non "colpa", perché non è una colpa. Non lo è mai stato. <<Quindi, perché è qui?>>
Stefano tira un po' su col naso, come se stesse mettendo se stesso a suo agio. Non si aspettava certo una domanda ma una spiegazione.
<<Te l'ho già detto, abbiamo parlato e secondo me devi ascoltare ciò che ha da dirti.>>
Scuoto ancora la testa, non mi basta più questa spiegazione. Voglio di più, devo capire. <<Ho bisogno di sapere perché ti fidi di lui. Devo capire cosa ti ha spinto a perdonarlo prima che potessi farlo io.>>
A questo punto Stefano scioglie le braccia come se la posizione di difesa fosse inutile, intendendo che sono io a dover essere protetta.
<<Non mi fido di Christian, Maggie, ma mi fido di ciò che dice. Sembra incredibilmente assurdo, lo posso capire, e dipende da te se fidarti ancora di lui o oppure no. Io non metto bocca sulla tua decisone ma a tutti sono concesse seconde opportunità perché tutti sbagliano.>> Prende un respiro anche lui, come se questo argomento lo toccasse più profondamente di quanto dovrebbe. <<Non conosco la vostra storia, ringraziando il cielo, ma posso immaginarla. Posso immaginare cosa sia successo tra voi due e ho visto con i miei occhi le conseguenze. Non sono un completo imbecille, sorellina, non ancora. Adesso, per piacere, puoi dirmi perché hai gli occhi da pazza?>>
Ho gli occhi da pazza? Non immaginavo ma sorrido, felice che mi abbia dato motivo per sentirmi sollevata anche in questa situazione.
<<Non importa.>> mormoro affranta, avvicinandomi a lui.
<<Non vorrai abbracciarmi, vero?>>
<<Perché no?>>
Lui mi afferra un braccio e mi trascina verso gli altri. <<Niente abbracci, ci sono le tue amiche apposta qui.>>
Con una risata mi lascio condurre verso la bionda che ci stava già guardando. Mi getto accanto a lei come ho fatto prima con Stefano ed Elena subito mi accoglie, come se avesse capito tutto, come se anche da ubriaca fosse pronta ad aiutarmi. Mentre ho la testa sulla sua spalla si aggiunge Lavinia, che mi abbraccia la schiena.
<<Siamo così carine. Drew, amorino, facci una foto.>>
Il suo tono languido la fa sembrare una bambina, tutti qui sembrano un po' dei bambini, tranne mio fratello che sembra essersi ripreso alla grande.
L'americano arriva e tira fuori il cellulare, premendo sul tasto del flash; un attimo dopo i nostri occhi sono accecati da una lucina bianca e io li strizzo, coprendomi nelle ciocche di Elena mentre le altre due urlano e si contorcono.
<<Voglio lo zucchero filato!>> esclama la bionda con enfasi, stringendomi più a se. Lavinia si butta ai nostri piedi, cospargendosi la testa di sabbia. <<Andiamo al parco giochi, allora.>>
Gli occhi di Elena s'illuminano e si rivolge a mio fratello che alle nostre spalle ci osserva. <<Ci possiamo andare? Ti prego, ti prego.>>
<<Non ora.>> risponde lui in tono solenne, sembra un padre con le figlie. <<Adesso dobbiamo tornare a casa.>>
Elena mette il muso e si accascia sulla mia testa, o mi tiro un po' indietro e la guardo in quegli occhi così chiari e così lucidi, così pieni di vita e amore. <<Ci andiamo domani, va bene?>>
Subito le sue labbra si distendono e come in una ripresa a rallentatore alla fine spunta un grande sorriso tutto denti. Un attimo dopo mi ritrovo catapultata sullo stomaco di Lavinia, con Elena avvinghiata alle spalle. <<Sei l'amica più fantasticherrima del mondo, Margherita Bianchi!>>
Da Chris: Sono all'entrata, e voi?
Ripongo il cellulare nella tasca dopo avergli risposto in maniera netta e indolore, cercando di non far trasparire nessuna emozione. Subito mi do della stupida perché attraverso un messaggio non posso far trasparire emozioni e quindi aspetto solo che ci raggiunga. Ci troviamo davanti a un bancone pieno di premi, chi fa cadere tutte le lattine poste a piramide con un solo tiro vince un premio. Stefano e Andrew si stanno sfidando mentre dietro di loro Elena e Lavinia li esortano a vincere, spendendo tutti i loro soldi. Diego è accasciato sulla panchina a qualche metro da loro, accanto a lui io resto in piedi sia perché non ho voglia di sedermi sia perché così capisco subito quando arriva Chris.
Abbiamo deciso di avventurarci verso questo parco giochi a metà del pomeriggio intuendo dalle mappe su internet che ci avremmo messo almeno quindici minuti a raggiungere la città più vicina che lo ospitava. Gli altri hanno dormito tutta la mattina mentre io, sola sul divano, ho finito uno dei libri che mi sono portata dietro da casa.
Anche se la sera è ormai inoltrata, il sole sta quasi per finir di tramontare e della luce calda cala sulle nostre teste rendendo per ora inutile il lavoro dei lampioni sparsi per le strade decorate da ruote panoramiche, montagne russe e tendoni pieni di premi.
<<Io lassù non ci salgo.>> esclama Diego al mio fianco mentre i suoi occhi sono fissi su una giostra con i sedili che ruota velocemente lasciandoti sospeso come stessi su un'altalena. Da piccola amavo quel senso di vuoto e di velocità, non mi dispiacerebbe rifarlo.
<<Non dirmi che hai paura.>>
Lui alza gli occhi solo per farmi capire che ho appena detto una stupidaggine e poi fa scoccare la lingua sul palato. <<Il mio stomaco non regge.>>
<<Come sei fragile.>> lo prendo in giro tirandogli un po' un orecchio.
Per ripicca, spinge due dita tra le mie costole facendomi balzare di lato e andare addosso a un signore. Subito mi scuso e Diego si scansa, facendo finta di non conoscermi. Che classe...
Quando Diego mi guarda sta per scoppiare a ridere ma una voce mi chiama prima che entrambi possiamo abbandonarci alle risa.
Chris è dietro di noi, sta camminando nella la nostra direzione e non sembra nemmeno essersi accorto che gli altri si trovano a poca distanza, vicino al tendone. Quando viene più vicino, si accorge che Diego è seduto sulla panchina accanto a me e fa un cenno di saluto.
<<Stanno giocando al bancone.>> informo il moro indicando gli altri prima di dargli le spalle e sedermi con uno scatto accanto a Diego, che si sposta veloce. Non so perché gli ho dato questa informazione, magari può raggiungerli se vuole.
<<Ho notato.>> mormora lui però, posando le mani nella giacca di pelle.
Con un cenno d'assenso, gli faccio capire che l'ho sentito e poi mi guardo attorno, cercando una qualsiasi distrazione.
<<Da quanto siete qui?>>
Mi concentro su un bambino che sta mangiando lo zucchero filato accanto all'autoscontro e mi appunto mentalmente di informare Elena che dovremmo mangiarne un po'.
Diego mi guarda oltre la spalla e risponde alla domanda del moro. <<Da poco più di dieci minuti, dobbiamo ancora fare un giro completo. Ma Maggie ha già prenotato un giro lì sopra.>>
Lo guardo scettica, come se quell'informazione fosse irrilevante per Chris che però si fa più vicino, osservandomi dall'alto. <<Potremmo andarci allora.>>
Do un'occhiata alle mie spalle. <<Credo che aspetterò Elena e Lavinia.>> Rimango a fissarle, sperando che una delle due ci guardi e mi salvi da questa situazione.
Due paia di occhi mi fissano curiosi e anche straniti e so perfettamente il perché. Mi alzo, incapace di sopportare entrambi, e mi allontano di qualche passo maledicendomi quando mi sono lasciata convincere da Elena a mettermi un vestito bianco questa sera.
Rimaniamo tutti e tre in silenzio aspettando che i quattro abbiano finito di giocare e quando ci raggiungono, Elena è a braccetto con Stefano mentre Lavinia abbraccia un pupazzetto grande quando un libro.
<<Prossima destinazione: zucchero filato.>> comanda la bionda facendo roteare il braccio in aria e cercando con gli occhi un possibile venditore di zucchero. Mi avvicino a lei e le indico la direzione dalla quale ho intravisto il bambino e subito ci incamminiamo. Sto bene attenta a restare accanto alle mie amiche, oppure a Diego e a non rimanere troppo indietro o troppo di lato.
Alla fine Elena conquista il suo bastoncino enorme di zucchero filato che condivide con mio fratello mentre io decido di fare la fila per la giostra seguita da Lavinia, Andrew e Chris. Terrorizzata mi volto verso Stefano. <<Mi accompagni?>>
Quando si gira verso di me ha le guance piene di zucchero. <<Sto mangiando.>>
<<Ti prego.>>
Elena da un'occhiata alle sue spalle dove Diego ha deciso di aspettarci poiché non vuole salire e poi strabuzza gli occhi. <<Vuoi lasciarmi sola con lui?>>
<<Guarda che ti sento.>> borbotta il mio amico alzando gli occhi al cielo; Elena lo ignora.
Alla fine sbuffo anch'io e mi avvicino ai tre che stanno in fila cercando un approccio con la mia amica. Ma lei non sa di ieri sera perché ancora non ne ho parlato con nessuno, non sa del bacio e nemmeno di cosa adesso io provi. In fin dei conti, da come mi guarda Chris, nemmeno lui ha capito cosa provo ma sono intenzionata a renderlo abbastanza palese al più presto. Osservo qualsiasi cosa intorno a me mentre stiamo stretti in una fila per due: i bambini che corrono, le canzoncine alle casse sparse per il parco, le giostre lontano, l'odore di dolci e mare...
Ma la spalla di Chris urta contro la mia e le distrazioni diventano uno sfondo.
<<Cosa ti prende?>> sento mormorarmi all'orecchio. Lavina e Andrew, davanti a noi, stanno commentando il giro della giostra precedente al nostro e a tutti quei piedi che in aria girano.
Decido ancora una volta di ignorarlo, facendo finta di guardarmi i piedi fasciati da un paio di stivaletti neri. Lascio che alcune ciocche di capelli mi cadano davanti al volto così che i miei occhi siano oscurati.
La fila si muove e facciamo un paio di passi avanti.
<<Mi stai ignorando?>>
L'addetto alla giostra fa passare una coppia che stava davanti a Lavinia e Andrew, tra poco tocca a noi.
<<Mi stai ignorando.>> borbotta Chris accanto a me. <<Fantastico.>>
<<Maggie, se ci alzano così tanto riusciremo a vedere tutto il parco. Non soffri le vertigini vero?>> mi domanda Lavinia girandosi preoccupata. Mi affretto a scuotere la testa. <<Quella è Elena.>>
<<Oh, giusto, giusto.>>
La spalla di Chris si preme ancora contro la mia e io mi mordo il labbro. <<Suppongo di essere l'unico invisibile qui, bene. Posso sapere almeno il perché?>>
Tocca a noi, il ragazzo con la maglia rossa -l'addetto- ci fa cenno di salire e noi quattro svelti ci incamminiamo verso i seggiolini. Avevo già notato che i posti sono doppi quindi avevo già calcolato quale sarebbe stato il mio compagno. Quando ci sediamo e ci sistemiamo le cinture, mi aggrappo forte alle catene emozionata come una bambina.
<<Sarà un giretto davvero lungo.>> continua a blaterare Chris e io strizzo forte gli occhi, sperando che questo gesto gli faccia intuire di restare buono. Ovviamente, anche se ha capito perfettamente, decide di continuare a provocarmi.
<<Andiamo, Maggie...>>
La giostra fa qualche rumore e iniziamo a salire un po', lancio un'occhiata alle mie spalle dove sono sistemati Andrew e Lavinia ed entrambi mi sorridono.
<<Sento di avere dodici anni!>> esclama la mia amica ridendo e io mi lascio trasportare dall'emozione.
<<Se hai paura puoi tenermi per mano. No? Va bene, resto in silenzio.>> Finalmente sconfitto, Chris volta lo sguardo sul panorama in tempo con il muoversi della giostra. Presto il vento comincia a soffiare forte e noi giriamo, dietro di me sento degli urletti entusiasti mentre io mi lascio coinvolgere dall'emozione e carica di adrenalina per la giostra ridacchio guardandomi attorno, su, giù, lontano, vicino...
Chris accanto a me, mi guarda e sorride, poi fa una smorfia e guarda davanti a se.
Qualche mia ciocca gli va davanti agli occhi e lui si affretta a toglierle nell'istante in cui lo faccio io e per un momento ci guardiamo, forse il primo momento della serata in cui ho concesso ai miei occhi di fissare i suoi.
Presto ritorno sul panorama.
Nonostante la sua presenza, mi sto divertendo. Stringo forte le gambe per evitare che il vestito svolazzi troppo mentre faccio dondolare i piedi penzolanti freneticamente. Sì, mi sento una dodicenne anch'io.
Quando Chris fa scivolare una sua mano nella mia, piano, esitante, io gliela stringo fortissimo ancora entusiasta per poi mollarla veloce come l'avevo afferrata e lasciarlo più basito di prima.
Bene, deve sentirsi confuso!
E mentre sto pensando di volare, e di chiudere gli occhi per abbandonarmi all'aria, la giostra frena e io vengo sbalzata in avanti, così come tutti i passeggeri del gioco. Un braccio di Chris repentino si sposta davanti alle mie spalle, come se l'istinto gli avesse gridato di salvarmi in qualche modo ma per fortuna entrambi siamo legati e sbattiamo la testa al seggiolino.
<<Che cosa è successo?>> domando subito guardandomi intorno: siamo sospesi, la giostra è ferma. Sento qualche schiamazzo sorpreso, qualcuno terrorizzato. Mi volto verso Lavinia.
<<Ci siamo fermati!>> osserva lei con un misto di entrambe le sensazioni che girano nell'aria.
Da terra, un paio di addetti con le maglie rosse agitano le mani per catturare la nostra attenzione. <<Niente panico.>> urla uno di loro con le mani a coppa sulla bocca. <<Presto la faremo ripartire. Nessuno si agiti o tenti si sbilanciarsi!>>
Mi accascio nel seggiolino. <<Fantastico.>> borbotto sconfitta. Ci mancava solamente la giostra che si blocca, incredibile!
<<Il karma ti odia, ma in compenso ama il mio fascino.>>
Le battute di Chris non aiutano il mio umore suscettibile a rimanere calmo e le mie spalle si irrigidiscono. <<Davvero? Il tuo fascino?>>
<<Mi hai rivolto la parola! Sono emozionato.>>
È visibilmente stizzito anche lui ma non importa. Stringo le labbra, tutto il divertimento che mi aveva scosso giusto qualche secondo fa scema dal mio corpo troppo in fretta e ne sento la mancanza. Il silenzio si impossessa di noi e nessuno vuole più fare il primo passo verso l'altro o verso una conversazione; mentre io incrocio le braccia al petto lui rimane con lo sguardo duro davanti a se sfidandomi a guardarlo per prima.
Non cederò.
Qualche scricchiolio e la giostra trema. Altri mormorii, qualche esultanza. Segue un rumore assai precario e mi fa tendere i nervi poi la giostra si blocca ancora.
<<Non ti preoccupare, non moriremo qui. È ridicolo, e sarebbe davvero imbarazzante.>>
<<Grazie per il conforto.>>
Sono sicura che nemmeno il mio sarcasmo sia d'aiuto alla situazione quindi stringo di nuovo le labbra, maledicendomi per aver aperto bocca.
Per quelli che sembrano dieci minuti si sentono ingranaggi che scricchiolano, voci dal basso che impartiscono ordini mentre una proficua folla si è già radunata attorno alla giostra e ci guardano i piedi. E poi ci muoviamo e lentamente scendiamo. C'è chi si affretta correre via, terrorizzato dalla situazione, chi invece ridacchia dell'imprevisto. Noi lentamente raggiungiamo gli altri che preoccupati si erano ammassati nella calca e ci guardavano da giù.
<<State bene? Credevamo sarebbe arrivato un elicottero prima o poi a salvarvi.>> ci accoglie Elena che ormai ha già finito il suo zucchero e ha le labbra leggermente lucide. Scommetto sono anche appiccicose.
<<Come sei esagerata.>> borbotta Diego alle sue spalle. <<Avrebbero potuto prendere un tappetto elastico e farli buttare giù.>>
<<Che idea terrificante!>> esclamo terrorizzata anche solo a pensarci. Un conto è non soffrire di vertigini quindi riuscire a sopportare l'altezza, un altro è buttarsi giù nel vuoto.
<<Scommetto che abbiamo tutti bisogno di mangiare qualche dolce per superare lo shock!>> commenta ancora la bionda leccandosi le labbra.
<<Hai appena fatto pieno di zuccheri.>> le fa notare Andrew con un sorriso.
Lei si tocca il ventre piatto. <<Ho ancora lo stomaco che brontola.>>
Con un moto di risa, decidiamo quindi di incamminarci verso i banconi di cibo, da qualche parte all'interno del parco.
Ma presto mi ritrovo la spalla bloccata dalla mano di Chris; una vocina nella mia testa mi sussurra che l'avrebbe fatto. La tolgo da me annoiata. <<Non ora, ti prego.>>
<<Oh, invece parliamo proprio ora.>>
Mentre gli altri vanno avanti, Chris ci trascina in un angolo un po' più buio rispetto alle strade, adesso interamente illuminate dai lampioni, e ci disponiamo accanto a un siepe bassa lasciando libero il cammino ai passanti.
<<Ora mi spieghi cosa ti prende.>>
Non è una conversazione che posso evitare all'infinto, sapevo perfettamente che prima o poi avrei dovuto affrontarla.
<<Niente.>> rispondo non curante guardandomi intorno. Gli altri non si sono fermati e mi chiedo se si siano accorti della nostra assenza.
<<Non fare la bambina.>>
Mi acciglio, lo osservo; lo fulmino. <<Non faccio la bambina!>>
<<Benissimo, allora spiegami.>>
<<Non devo spiegarti nulla.>>
<<Sei arrabbiata, dimmi il motivo.>>
<<Non sono arrabbiata.>>
Sbuffa, lo sto facendo spazientire, ma mantiene la calma per riuscire a ottenere informazioni da me. Sa come funziona.
<<Va bene, giochiamo all'indovino? Io inizio con il blaterate tutte le ragioni per cui tu, questa sera, potresti avercela con me e tu annuisci o dissenti a seconda se dico giusto o sbagliato?>> Il suo tono è duro, esige spiegazioni. <<Che ne pensi di: oggi mi sono alzata con il piede sinistro piuttosto che con il destro e, oh, mi sono appena accorta che è colpa di Christian! Oppure: visto che mi annoio e mi piace essere indecifrabile farò finta di trovare una ragione intelligente per considerare Christian il mio nuovo amico immaginario.>>
Mentre parla tenta di imitare la mia voce in una versione ridicola di me e potrei anche ridergli in faccia se questo suo atteggiamento non mi facesse arrabbiare ancora di più.
Mi osserva con le sopracciglia aggrottate e il mio silenzio lo irrita di più. <<Sei incredibile!>>
Non è un complimento, né un aggettivo benefico. Allarga le braccia e si volta per un attimo da una parte, come se non potesse credere alle mie reazioni.
<<Eppure ho pensato che...>>
<<Mi hai baciato, Chris!>> Lo interrompo alla fine e mi sento così leggera che le mie braccia mi sono cadute lungo i fianchi e il mio volto deve aver appena subito un cambio repentino di colore, e anche di temperatura. I suoi occhi tornano svelti nei miei, come se le mie parole lo avessero scottato. Per un momento temo se lo sia dimenticato e se così fosse allora sì che sarei arrabbiata; altro che lettere, altro che ascoltare le sue ragioni... ma poi esclama: <<E allora?>>
Lo fisso sbalordita, gli occhi sbarrati, la bocca storta in una smorfia; e inevitabilmente le braccia ritornano ancorate al mio petto come se dovessi proteggermi.
<<Non puoi baciarmi.>>
Le mie parole lo colpiscono, tanto che fa un passo indietro e questa volta è lui a osservarmi come se fossi pazza. Poi scuote la testa, come a convincersi di formulare una frase, come per mettere chiarezza nella sua testa.
<<Ero ubriaco.>> borbotta strofinandosi una mano sul volto, togliendo uno strato di confusione. <<Non mi sono nemmeno reso conto che tu non volessi...>>
Io, però, non ho fatto niente per respingerlo. <<Non è questo il punto, non puoi baciarmi.>>
Ancora una volta, un altro colpo affonda in lui e da confuso il suo volto si fa duro. Adesso si protegge da me. <<No, Maggie, il punto sei tu. Non posso io o non vuoi tu?>>
È passato al contrattacco ed entrambi ci stiamo sfidando, con gli sguardi, con le parole, con i sentimenti...
<<Non è la stessa cosa?>> mormoro a bassa voce, non sta seguendo il filo del discorso. Non è qui che volevo arrivare.
<<È ben diversa, direi.>> risponde a modo e so di averlo toccato più profondamente di quanto mi aspettassi. <<Se non posso è perché continui a perseguire quei tuoi strani ideali secondo i quali la tua testa deve sempre ragionare e mai agire; ma se non vuoi vuol dire che non vuoi me.>>
Mi sento spiazzata, spaesata e completamente persa in balia di tutte le sue parole. Sarei dovuta essere io a fare la ramanzina a lui; quando ci siamo scambiati i ruoli?
Sconfitta, decido di mollare l'impresa e rimandarla a un giorno in cui la mia testa non pulsa più così tanto e il mio cuore non ha deciso di suicidarsi scoppiandomi nel petto. Sbuffo e gli do le spalle, decidendo di camminare nella direzione in cui altri si sono immersi, venendo accecata dalle lucine dei tendoni. Chris mi viene dietro, un piccolo scatto ed è accanto a me. Mi ferma ancora una volta per una spalla.
<<Rispondi: mi volevi?>>
Mi blocco e gli tolgo ancora una volta la mano, se si istaura un rapporto di vicinanza del genere è più difficile. <<Non è questione di volerti o meno, non puoi baciarmi Chris. Non così.>>
Ringhio per la frustrazione, la frustrazione che il nostro nuovo primo bacio sia stato offuscato dall'alcool, sono frustrata perché probabilmente lui nemmeno se lo ricorda bene tanto quanto me. Mi è impresso nella mente come un'impronta di fuoco, non potrà più svanire ora. Ed è per questo che sono arrabbiata con lui e anche con me stessa, per questo che oggi non volevo vederlo, che preferivo non parlargli. Perché ancora una volta, mi ha rubato un primo bacio, come quando stavamo sotto la pioggia. Ancora una volta ha scelto lui senza darmi una possibilità. Non ho scelto io di baciarlo perché lo volevo, lo ha fatto lui. Anche se avessi voluto, ha comunque deciso lui. Ed è questo che non va bene, questo che deve capire. Che io lo volevo, ma dovevo sceglierlo.
<<Quindi mi volevi?>> la sua voce è flebile come carta al vento quando i suoi occhi s'immergono nei miei cercando speranza, risposte. Scuoto la testa decisa ma con occhi stanchi faccio un passo indietro.
<<Non così.>>
Allora non mi corre più dietro quando gli do le spalle e vado via, non sono sicura nemmeno che stia camminando. Forse si è fermato oppure è già andato via a sua volta. Ma non posso girarmi indietro e verificare perché altrimenti significherebbe cedere a quello che ha detto e io non posso.
Ma poi mi blocco. Andare via vorrebbe dire mettere un taglio a questa conversazione come lui ha messo un taglio a tutte le nostre conversazioni due anni fa.
Mi giro, lo affronto con gli occhi, e lui mi sta già guardando. È rimasto fermo.
Prendo un grande respiro e lo raggiungo ancora, costringendomi a contare fino a dieci prima di prendere parola.
Ogni passo è un numero e gli finisco davanti al nove.
<<Dieci.>> mormoro a bassa voce ma lui mi sente e incupisce le labbra. <<Quanto ricordi di ieri sera?>>
Attente prima di rispondere, come se dovesse calibrare le sue parole e stare attento. <<Tutto.>> dice infine e un gran peso si toglie dal mio petto.
Almeno ricorda.
<<E quanto vorresti scordare?>>
<<Niente.>>
Questa volta è rapido, come se nessuna esitazione lo avesse fermato prima di poterlo rivelare ammetto di rimanerne un po' stupita. Se mi ponesse la stessa domanda, troppe esitazioni non mi permetterebbero di rispondere nella maniera più onesta possibile. Ma per fortuna mi risparmia.
<<No.>> interrompe i miei pensieri. <<In verità qualcosa vorrei scordarla.>>
<<Cosa?>>
Le nostre voci non sono più marcate dalla rabbia o dalla frustrazione, adesso siamo terribilmente calmi. È sempre stato così, qualche secondo prima tempesta e tuoni; dieci secondi, ed ecco i grilli cantare.
<<Te che vai via.>>
<<Dovevo andare via.>>
<<Lo so.>>
<<Quindi non puoi arrabbiarti con me.>>
<<Non sono arrabbiato, vorrei solamente dimenticare la sensazione di te che vai via.>>
<<È brutta, vero?>> Non m'importa se questa frecciatina gli fa un po' male, per una volta non m'importa.
<<È terribile.>>
<<Quindi capisci perché sono andata via?>>
<<E tu vuoi ancora capire perché io sono andato via?>>
Sì. Nonostante questo, sì, lo voglio ancora. Come se quest'acquazzone fosse passato, avesse distrutto qualche albero, e adesso il prato rifiorisse al sole. La tempesta è passata, almeno per ora.
Non gli rispondo, gli prendo la mano e lo sprono a camminare, per raggiungere gli altri, e per lasciarci questa piccola storia alle spalle nella speranza che non arrivi presto il tempo in cui un altro confronto ci porti lontani.
****
Scusate il ritardo! Ho avuto un weekend davvero pieno e per fortuna domani non ho scuola quindi ho avuto più tempo da dedicarvi altrimenti sarei bella che a letto!
Prima di tutto, vi farò dare una sbirciata a una delle cose che mi hanno tenute occupate. ⤵
Guardate e invidiate, non vi sembra bellissimo?? Io lo amo!
Okay, passiamo alle cose serie. (Si fa per dire...)
Allora, come vi è sembrato il capitolo? Tell me like sempre :)
Commentate, commentate, commentate!
In più vorrei ringraziare tutti voi che mi avete fatto gli auguri nell'ultimo capitolo, siete gentilissimi! 🍩💝
E niente, mi eclisso perché ho sonno. Spero di non avervi deluso con le delucidazioni di questo capitolo dopo il tanto atteso scambio di saliva.😆
E vi amo ancora più immensamente di quanto già faccia per come sta andando la storia e per voi che mi seguite ancora, dopo tanto tempo, non so come fate a sopportarmi.💕
With all the love
🐳 No, ma tu esisti ancora?
P.S. Scusate eventuali errori
Buonanotte stelle argentate🎡
Xoxo ❤
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro