UNA VITA COME UN ASCENSORE
Tutto e niente.
Bianco e nero.
Sempre e mai.
Quante di queste dicotomie lessicali fluttuano dentro noi quando viviamo sentimenti contrastanti?
La donna di cui parleremo, in questo nostro secondo romanzo di vita spezzata, ha vissuto proprio così: i suoi quarantotto anni di esistenza furono pieni di alti e bassi.
Una vita che non ha avuto pause: su e giù come un ascensore.
Nata nel bollente sud e morta nel freddo nord.
Arrivata su questa terra a settembre, quando le rondini migrano verso i paesi caldi africani.
Andatasene via a maggio, quando quegli stormi ritornano in Europa.
Amata da molti che le volevano bene ed evitata da altrettanti che le volevano male.
Piena di amici in vita e completamente sola durante il commiato da essa.
Una donna che aveva conosciuto la sofferenza declinata in vario modo.
Affetti contrastanti con gli uomini che le hanno perforato anima (il padre) e cuore (un compagno).
Problemi di salute (le corde vocali) che ne hanno minato la carriera di cantante.
Dicerie superstiziose (gli stronzi dell'ambiente discografico) che l'hanno ferita profondamente.
Quando l'ascensore la portava fino all'attico della sua esistenza, questi contrasti dell'anima sopivano.
E qui dobbiamo usare qualche Signor Forse perché non ci sono certezze, ma solo spifferi di verità mai confermate.
Qualcuno dei suoi familiari sostiene che il padre fosse stato violento anche con lei.
Forse.
Ma qualunque cosa sia successo, nei suoi ultimi anni, di sicuro ci fu con lui una sorta di riconciliazione dell'anima.
Pace che non arrivò mai, invece, per i suoi problemi di cuore.
Qualcuno nell'ambiente sostiene che il suo più grande amore finì anche per colpa della sorella.
Forse.
Ma qualunque cosa sia successo, nei suoi ultimi anni, di sicuro ci fu una grande complicità con la sorella/amica/collega.
Rapporti affettivi complessi che il proprio corpo prima o poi paga.
Qualcuno dei medici sostiene che il problema di salute che ne minò la passione del canto fu innescata da un crollo psicologico.
Forse.
Ma qualunque cosa sia successo, nei suoi ultimi anni, di sicuro era ormai apprezzata come una tra le migliori cantanti italiane.
Un presente di conforto cura le ferite, ma il passato lascia cicatrici indelebili.
Qualcuno dei suoi colleghi sostiene che mettere in giro stupide voci che lei portasse sfiga la segnò per sempre.
Senza forse.
Quando l'ascensore la portava nella cantina della sua esistenza, i suoi fantasmi tornavano quando meno se lo aspettava.
Come quella sera in cui si sentì sola per l'ultima volta.
Di chi racconteremo, secondo voi?
Qualche immagine vi ha fatto capire di chi parliamo?
Volete provare ad indovinare di chi fu questa vita come un ascensore?
Io un indizio liquido ve lo darei...
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