Capitolo 8, 2016
Il bosco.
Molti lo definiscono un luogo pieno di natura e tranquillità, altri lo odiano, mentre altri ancora ne traggono un senso di inquietudine.
Eppure nel bosco c'è molta più "vita" di quanto le persone immaginano.
Tra gli immensi alberi, nascosta nel nulla, appena fuori la città di Denver c'era un grande edificio abbandonato e disabitato.
O almeno, così sembrava.
Nella stanza regnava la pace.
L'unico suono udibile era il rumore del metallo contro la porcellana.
«Jack, ti dispiacerebbe piantarla?»
Domandò dopo qualche minuto Jeff al suo "coinquilino".
«Sto girando il caffè. È normale che faccia rumore.» Rispose Jack con tono scocciato.
«Ragazzi, non litigate. Sapete che al capo danno fastidio quando date fiato alla bocca solo per far passare aria.» Disse scendendo le scale Masky, il più serio del gruppo.
«A me invece dà fastidio Jeff, come la mettiamo? Posso accoltellarlo?» Domandò Jack continuando a girare il suo caffè, ignorando la richiesta di Jeff.
Quest'ultimo, innervosito, si alzò di scatto dalla sedia e andò verso il ragazzo dalla maschera blu.
«Ah ma allora lo fai apposta, razza di...!»
In quel momento fu interrotto da un forte dolore alla testa, che lo costrinse a sedersi subito.
«Te l'ho detto, al capo dà fastidio quando si litiga inutilmente.» Disse con tono tranquillo Masky mentre aggiungeva del dolcificante al suo caffè.
Le altre persone presenti nella stanza continuarono a fare colazione senza interessarsi troppo alla discussione, dopotutto c'erano abituati.
Solo uno mancava all'appello.
«Ma è possibile che quel demente stia ancora dormendo?!» Sbraitò Jeff appena si fu ripreso dalla fitta alla testa.
«Lo sai come è fatto. E vedi di non fare il simpatico come al solito.» Lo ammonì Masky, dopo aver bevuto il primo sorso del suo caffè.
Dopo qualche istante, si udirono dei passi.
Era lui.
Il ragazzo scendeva le scale.
Tutti si girarono verso di lui, visibilmente tesi. Le ragazze ripresero a fare colazione, guardandolo ogni tanto con la coda dell'occhio.
Come al solito Jeff non riuscì a trattenersi.
«Ehy! Ti pare questa l'ora? Non è giusto che noi dobbiamo alzarci ogni mattina presto e tu puoi dormire anche tutto il giorno! Sei il solito figlio di papà, va bene, si è capito!»
Il ragazzo gli passò davanti ignorandolo, contando fino a dieci mentalmente. Anche se con Jeff non sarebbe bastato nemmeno contare fino a cento.
A Jeff però non piaceva essere ignorato.
«Ehy parlo con te, idiota!»
Nessuna risposta.
«Slenderman avrebbe dovuto lasciarti lì a bruciare quel giorno, Zio Tobia.»
Questa ultima frase Jeff non doveva dirla.
Toby si girò di scatto e con un rapido movimento lanciò la tazza di caffè che aveva in mano addosso a Jeff, che se avesse avuto la pelle come una persona normale si sarebbe ferito e ustionato, ma avendocela come il cuoio non sentì molto dolore.
Dopodiché Toby si lanciò addosso a lui, facendolo cadere a terra.
«IO MI CHIAMO TOBY!» Urlò iniziando a prenderlo a pugni.
«DILLO! DI' IL MIO NOME!»
Jeff cercava di difendersi, anche se non serví a molto; Masky e Hoodie si avvicinarono velocemente, cercando di allontanare Toby.
«BEN, VAI A PRENDERE I CALMANTI PRIMA CHE TOBY LO UCCIDA!» Urlò Masky.
Ben corse più veloce che poté su per le scale, sapeva che in quel momento erano tutti in pericolo.
«IO VI ODIO! ODIO TUTTI!» Continuava ad urlare Toby; Ben si affacciò dal piano di sopra.
«Sono finiti!»
«Come finiti?»
«Quante definizioni di "finito" conosci?»
Toby si fermò improvvisamente, iniziando a respirare a fatica: tossiva.
Tutti i presenti tirarono un sospiro di sollievo, quando capirono che ad aiutarli era stato lui.
Toby si inginocchiò, continuando a tossire.
«Grazie, Operatore.» Sussurrò Masky.
Hoodie si inginocchiò vicino a Toby e cercò di calmarlo.
«Ehy, è tutto finito, ora calmati.»
Nina si precipitò vicino a Jeff.
«Oh povero, lo ha distrutto!»
«Sono contenta che non sia morto solo perché poi mi sarebbe dispiaciuto che ad ucciderlo non fossi stata io.» Commentò Jane avvicinandosi.
Toby si piegò, continuando ad ansimare.
Non era la prima volta che succedeva una cosa simile, e sicuramente non sarebbe stata neanche l'ultima.
Toby era sempre stato molto aggressivo, per questo motivo tutti gli altri avevano sempre fatto attenzione a non dargli troppo fastidio.
E inoltre, soffriva di bipolarismo.
Tutti tranne Jeff, che a quanto pare provava un certo piacere nello stuzzicarlo.
Lui odiava Toby, era geloso.
Quasi tutti erano gelosi a dir la verità, ma Jeff era quello che ne risentiva di più. Non capiva come un bambinone come Toby potesse essere uno dei servi più fedeli dell'Operatore.
La verità è che Slenderman era rimasto colpito da lui. Lo osservava da tempo, e vedeva che la sua vita era piena di difficoltà.
Quindi lo aveva salvato e da ormai tre anni lo aveva fatto diventare suo aiutante. Senza dubbio era il preferito, e Toby considerava Slenderman come un padre ormai.
Ovunque andava però, non si sentiva mai accettato veramente.
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