Capitolo 24, 2013
-È uscito "La notte del giudizio", al cinema.
P-Potremmo andare a vederlo, se ti va.-
-Quello con Ethan Hawke?-
-Sì-
I due ragazzi si trovavano nella spoglia camera di Toby.
Tessa era seduta sul pavimento, gambe incrociate e libro di storia aperto davanti a lei. Aveva smesso di leggere tempo prima, a dir la verità. Il suo amico era disteso sul letto, intento a giocare con una pallina da tennis, disturbato solo dai suoi immancabili tic, che gli avevano addirittura fatto mancare la presa, facendogli finire la pallina in un occhio più di una volta.
-Venerdì sera vado al cinema con Nate. Probabilmente andremo a vedere quello.-
Disse Tessa, iniziando a giocherellare con il suo evidenziatore arancione.
Sosteneva che il giallo fosse troppo comune.
Toby fermò la pallina tra le dita, il suo sguardo era fisso sul soffitto.
-Ah.- Pronunciò secco.
Nate Addams era un ragazzo abbastanza alto, occhi azzurri e capelli ramati. Uno di quelli normali, che hanno paura dei ragni e secondo cui tutto gira intorno al gel per capelli.
E inoltre, piccolo dettaglio, era il ragazzo di Tessa.
Toby non lo sopportava. Lo trovava estremamente fastidioso e non passava giorno in cui non si domandasse cosa ci vedeva la sua amica in lui. Era estremamente noioso.
Il silenzio caló pesante nella camera, e la tensione si poteva percepire facilmente anche a chilometri di distanza.
-Quindi state ancora insieme.-
-Toby! Certo che sì.-
-No, è che v-vi avevo dato di meno.-
Tessa alzò la testa di scatto, i suoi occhi verdi leggermente spalancati.
-Mi dispiace, ma stiamo ancora insieme e io mi trovo molto bene con lui.- Affermò con convinzione la castana.
-Perché ti porta al cinema? Suo padre vende popcorn, ti fa lo sconto?- Domandò Toby tranquillamente, lanciando in aria per l'ennesima volta la pallina.
Tessa non capiva. Perché si stava comportando così? Da quando, per frequentare qualcuno, era necessaria l'approvazione del migliore amico?
Decise di ignorare i capricci di Toby, posando lo sguardo sul libro davanti a lei. L'indomani avrebbe avuto il compito in classe.
Il silenzio calò nuovamente tra i due, anche se stavolta durò ben poco.
-Già ci sei andata a letto? Perché immagino sia quello il suo obiettivo. O no?-
Tessa sentí le guance avvampare. Con la bocca leggermente aperta, riprese a guardare Toby, che continuava a giocare senza farsi troppi problemi.
-Questi non sono affari tuoi!- Sbottò Tessa, scossa dall'imbarazzo. Era decisamente troppo per i suoi gusti.
-Senti, Toby, sarò diretta: è la mia vita. Comprendimi, se decido di non condividere tutto con te. Chi sei, mio padre?-
Il ragazzo prese saldamente la pallina ancora una volta. Con uno scatto si tirò su, appoggiando la schiena al muro e fissando i suoi occhi scuri in quelli verde brillante della ragazza.
-Scusa se mi preoccupo che gente così ti faccia del male-
-Ma nessuno vuole farmi del male!- Tessa alzò notevolmente la voce, parecchio infastidita.
Non era la prima volta che affrontavano quella discussione.
-Ti preoccupi più del padre di Nate che vende biglietti, e non popcorn come dici tu, invece del tuo, che torna ogni sera inzuppato nell'alcol.-
Il collo di Toby si piegò leggermente da un lato. Continuavano a guardasi negli occhi, i due.
A lui queste parole fecero uno strano effetto, soprattutto perché provenivano dalle labbra rosee della sua migliore amica. Colei che lo difendeva a spada tratta ogni volta. Colei che qualche mese prima si era presa addirittura un pugno nello stomaco per lui.
Fu proprio in quel momento che a Toby venne un dubbio.
Cosa erano, precisamente? Nell'ultimo periodo si erano allontanati notevolmente, e il ragazzo ci stava soffrendo parecchio. Sentiva che l'unica persona che teneva a lui, al di fuori di sua madre e sua sorella, se ne stava pian piano andando.
Lei era la bella ragazza, sempre sorridente e precisa, con buoni voti e una valanga di amici, un fidanzato decisamente alla sua altezza e una famiglia normale, dove i suoi genitori non litigavano ogni minuto.
E lui?
Lui era un emarginato, l'ombra infondo alla stanza, lo stupido innamorato della sua amica d'infanzia.
Fu Tessa a rompere il silenzio, questa volta.
-Ma cosa hai che non va?- Sbuffò, chiudendo il libro in modo violento. Dopodiché prese il suo cellulare dal comodino e si alzò in piedi.
-Dove vai...?- Chiese Toby studiando i movimenti della ragazza. Si era offesa? Aveva forse detto qualcosa di troppo?
-A casa! E no, tranquillo: non c'è Nate. Sono salva, per ora.- Disse queste ultime parole imitando la voce dell'amico, che intanto continuava a fissarla. Un tic gli mosse il piede.
-T-Tessa...-
-Ciao, Toby. Vacci con tua sorella, a vedere "La notte del solstizio".-
-È del giudizio...-
Ma la ragazza già era al piano inferiore.
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