Capitolo 2, 11 settembre 2010
«Ehy, Zio Tobia!»
Toby, o affettuosamente chiamato ''Zio Tobia'' dalla sua migliore amica, era seduto sulla soffice erba del giardino di casa sua. Stava fissando un punto davanti a lui, immerso nei suoi pensieri.
Ogni tanto qualche tic lo scuoteva, riportandolo alla realtà.
«Ehy? Ci sei?» Domandò Tessa, sedendosi a gambe incrociate vicino a lui.
«T E R R A C H I A M A T O B Y !»
Urlò Tessa nell'orecchio sinistro del ragazzo scandendo bene ogni lettera, quando per l'ennesima volta non sentì arrivare nessuna risposta.
«Eh? Oh... Ciao Tessa.» Disse Toby impassibile.
«Tutto ok? Non mi sembri troppo felice di vivere...»
«Tutto apposto. Non ti preoccupare.»
«Toby...»
«Te l'ho detto, sto bene» Rispose Toby con un sorriso, palesemente finto. Tessa tuttavia non ci fece molto caso e riprese a parlare.
«Uhm... Ok... OH! Sai cosa è successo oggi a scuola? Ci dovevi essere! Praticamente...»
Toby si limitava ad annuire, e riprese nuovamente a fissare il punto davanti a lui, ignorando le mirabolanti ma noiose avventure di Tessa e delle sue compagne del corso di biologia.
Mentre la ragazza gli raccontava tutto per filo e per segno, Toby si lasciò scappare un sospiro.
Tessa smise di parlare.
«Ti va di parlarne?» Chiese al ragazzo.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
«Sono sbagliato» Rispose Toby.
«Cos'ho di speciale?»
«Tutti siamo speciali, Toby. Anche tu.» Rispose Tessa indicandolo.
«Tu invece sei perfetta» Disse Toby, ignorando la sua risposta.
«Toby, ho i miei problemi anche io. Non esiste la perfezione. E poi... Credo che tutti siamo perfettamente imperfetti, non credi?» Concluse facendo un grande sorriso di incoraggiamento.
Toby non la guardò, non vide il grande sorriso campeggiare sul volto roseo di Tessa.
I due rimasero in silenzio per un bel po'.
Tessa era amata da tutti. E come biasimarli?
Andava bene a scuola, con i suoi compagni andava perfettamente d'accordo e le sue amiche l'adoravano.
Per Toby invece era tutto il contrario.
Aveva avuto modo di frequentare solo per un anno la scuola, prima che i suoi genitori chiamassero un insegnante privato.
Tessa era tranquilla, Toby no.
Era molto aggressivo, ma per fortuna con il tempo aveva imparato a controllarsi. L'unico che causava problemi a Tessa era Mike, il ragazzino che tormentava Toby alle scuole elementari, che da quando aveva saputo che aveva iniziato a prendere lezioni a casa, aveva spostato le sue attenzioni sulla ragazza.
Andavano nello stesso liceo, ma ad ogni provocazione Tessa o lo evitava o gli dava una pacca sulla spalla, sorridendo e lasciandolo perplesso.
Il silenzio fu interrotto.
«Ehy signorina, i compiti non si fanno da soli, sai?» Urlò Tina, la sorella maggiore di Tessa, dopo aver spalancato la finestra, affacciandosi.
«Ma che ti urli? Al quartiere non importa dei miei compiti!» Le rispose sbuffando Tessa. Odiava essere messa in imbarazzo da lei in quel modo.
«Uh, ciao Tooooby!» Esclamò Tina, urlando ancora di più solo per fare un torto alla minore, prima di rientrare e chiudere la finestra.
Toby cercò di camuffare una risata.
«Beh, io allora vado. Vieni domani a casa mia? Mamma fa la pizza.» Gli chiese Tessa cambiando discorso, ricevendo un segno di assenso da parte del ragazzo.
«Ah e Toby...» Disse Tessa avvicinandosi sempre di più a lui fino a quando i loro nasi si toccarono.
Toby la guardava negli occhi.
«Non dimenticarti mai del sole.»
Concluse prima di sorridere e di dargli un bacio sulla fronte.
Poi se ne andò, lasciando Toby insieme a più pensieri di prima.
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