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Capitolo 19, 2016


La porta si aprì.

Mary si fiondò tra le braccia dell'amica con una velocità stratosferica. Dal ritorno di Tessa era passata più di una settimana e le due non si erano ancora viste.
-Cretina, mi hai fatto spaventare!- Continuò stritolandola.
Un sorriso passó per il volto di Tessa, e dopo essersi salutate per bene, le due entrarono in quella che era la casa di Mary.

-Allora... Vuoi spiegarmi il motivo della tua chiamata di stanotte?- Chiese le bionda assumendo un'espressione preoccupata. Tessa ci mise un po' a risponderle.
Voleva davvero raccontarle tutto? Si, voleva sfogarsi, ne aveva bisogno. I Proxy non ne sarebbero mai venuti a conoscenza, no? Un conto era dirlo alla polizia, che avrebbe agito subito, un conto era dirlo alla sua migliore amica, una ragazza di vent'anni che non avrebbe potuto fare niente.
La castana raccontò tutto, da Toby che non era mai morto all'accaduto di quella notte. Mary sembrava rapita, ascoltava tutto molto attentamente.

-Ti prego, non dire niente a nessuno.- Scongiurò la castana dopo aver finito il racconto.
-Ma Tess! Potresti liberare Tob..-
-Farebbero del male a me o alla mia famiglia! Ti prego, fai finta di non sapere niente!- Sbottó Tessa esasperata.

Mary ci pensò un po'.

-Me lo prometti?- Chiese Tessa vedendo che l'amica non rispondeva.
-Va bene... Te lo prometto.- Rispose dopo un po'.

Le due passarono il resto della giornata insieme, ridendo e scherzando. Mary cercava di far dimenticare a Tessa quella faccenda, anche se solo per poco tempo, facendole passare una giornata tranquilla.

Ci riuscì, e la castana se ne andò nel tardo pomeriggio.




-Agente Rods.- Disse l'uomo mostrando il distintivo appena gli fu aperta la porta.
-Cerco Theresa Arget, è in casa?-
Marjorie lo guardava perplessa, non capendo il motivo di quella visita, di mattina. Toby era ancora in ospedale, la data del processo era ancora da stabilire, ma sicuramente era ancora molto lontana.
-Certamente, gliela vado a chiamare subito.- Disse la donna prima di allontanarsi.

Quando Tessa vide Rods, un brivido le attraversó la schiena.
Cosa ci faceva lui lì? Iniziò a porsi le stesse domande della madre, guardandolo.
-Stamani è stato rinvenuto il corpo senza vita di una ragazza. Era nella vasca da bagno, con numerosi tagli nel petto, causati probabilmente da un coltello.- Iniziò Jason continuando a guardare Tessa.
La ragazza tuttavia continuava a non capire. Come mai lo stava dicendo proprio a lei?

-Questa ragazza risponde al nome di Marylin Henderson.-

Il cuore di Tessa si fermò.

Marylin Henderson.

Mary.

Portò una mano davanti la bocca: non poteva crederci. La sua migliore amica, colei che aveva visto meno di ventiquattr'ore prima, era morta.

Stava davvero accadendo tutto quello?

Iniziò ad indietreggiare, ancora incredula. Sarebbe svenuta da un momento all'altro, ne era certa. Arrivò al divano, posizionato qualche passo dietro di lei, per poi sedercisi sopra.
Marjorie era pietrificata: conosceva bene Mary e sapeva della visita di Tessa il giorno prima. Si avvicinò alla figlia, sedendosi accanto a lei e stringendola in un abbraccio.
-Oh tesoro... Mi dispiace...-
-È morta... Non c'è più...- Erano le parole che Tessa continuava a ripetere, cercando di convincersi che quella era la realtà.
Le sembrò di tornare a tre anni prima, quando suo padre le annunciò la "morte" di Toby.

Era tutta colpa sua, di nuovo.

Se non avesse chiamato lei quella notte, se non si fosse presentata a casa sua, se non le avesse raccontato tutto... Lei sarebbe stata ancora viva.

Anche quella volta una persona era morta per colpa sua.


Toby fissava un punto imprecisato, pensieroso. Era disteso sul letto, la fasciatura che gli circondava l'addome era stata cambiata quella stessa mattina e il taglio sulla guancia era stato coperto con un cerotto.
Aveva anche un po' di barba sul mento: aveva pur sempre venti anni.
Poche e rare erano le volte in cui poteva pensare come Toby Rogers. L'ultima volta era stata quando aveva scritto sul muro della sua vecchia casa qualcosa, con le sue accette piene di sangue. Per colpa delle amnesie date dalla Slenderman Sickness non ricordava di preciso cosa, sapeva solo il minimo indispensabile.
Era una fatto che a volte odiava.

-Toby!-

Tessa lo riporto alla realtà, irrompendo nella sua camera, lì in ospedale. A Toby bastò vedere i suoi occhi rossi e gonfi per capire che qualcosa non andava. Tirò giù le gambe dal letto, mettendosi seduto. Era preoccupato, e ciò si vedeva dal modo in cui la guardava.
-Non ce la faccio più!- Urlò istericamente la ragazza, scoppiando a piangere, prima di sedersi vicino a lui.
-I-Io... L-Lei... È-È...-
-Tessa, calmati, ok? Respira e quando ti senti pronta mi r-racconti tutto.- Disse Toby prendendole la mano.
Tessa fece come lui le aveva detto e dopo qualche minuto iniziò a parlare, fermandosi ogni tanto e asciugandosi qualche lacrima.
-È tutta colpa mia! Se non le avessi detto niente lei ora... Ora sarebbe ancora qui..! Pensavo di sentirmi più libera, invece ho complicato tutto! Come faccio a vivere così? Sono un disastro!-
Toby si sentiva impotente. Tessa stava soffrendo e lui non poteva fare niente.
-No Tess, questo non è vero. I-io ti ho sempre... Ammirato.- Intrecciò le sue dita rovinate e quasi senza unghie con quelle delicate e curate della ragazza.

Lei abbassò lo sguardo.

Toby le prese il mento con la mano libera, costringendola a guardarlo.
-Ehy, guardami. Tu per me sei sempre stata un mito. Ammiravo la tua forza, il tuo spirito d'iniziativa, il tuo ottimismo... Il tuo sorriso che ogni volta mi scaldava il cuore, il fatto che non mi hai mai giudicato... Nemmeno ora che sai che ho messo fine a molte vite. Tu sei forte.-
-N-No, no non sono forte...-
-Si, si lo sei. Tu e Lyra siete le donne più forti che io abbia mai conosciuto.-
Rispose Toby asciugando le lacrime alla ragazza con la mano.
-La ragazza sorridente e ottimista che ricordi oramai non c'è più. Ora c'è la Tessa che non dorme più la notte, che risponde male ai suoi genitori, che da quando ti ha visto nelle fiamme è andata in depressione, quella che ha fatto due anni e mezzo di terapia.. Non ce la faccio...- Continuò la ragazza guardandolo.
-Non lasciare che niente ti butti giù. Me lo hai insegnato tu.- Concluse posando la sua fronte contro quella di Tessa.
Quando era con Toby si sentiva bene. Sperava con tutta sé stessa che quel momento durasse per sempre.

Si stava veramente innamorando di lui?

Lentamente i due iniziarono ad avvicinarsi ancora di più.

Stava davvero accadendo tutto questo?

Le loro labbra si sfiorarono appena quando Toby riprese il controllo. Si allontanò di poco, fissando la ragazza.

Era sbagliato.

-Ho intenzione di costituirmi a Slenderman. Metterò fine a tutto questo.-
Tessa aprí gli occhi, trovandosi a un palmo dal viso del ragazzo.
-Come...?-
-Non voglio che tu soffra, Tessa. Non cercarmi, ti prego. Questo potrebbe essere l'ultimo momento in cui penso come Toby Rogers.-
Lei si allontanò di scatto, continuando a guardare il ragazzo.

-Ora vattene- Disse Toby quando un tic gli mosse la spalla.
-Ma T-Toby...-
-Ti prego, vattene! Non complicare le cose ancora di più...! Potrei farti del male come già ho fatto!- Toby aveva alzato la voce. Odiava quella situazione. Tutto quello che desiderava era vivere una vita normale e stare con la ragazza che amava.
Però non poteva.

Tessa non capiva.

Prima si stavano per baciare, poi all'improvviso Toby le diceva quelle cose. Era a conoscenza della bipolarità di Toby, e crescendo con lui ci si era abituata, ma la sua reazione le fece comunque male.
Lei non poteva, non voleva lasciarlo andare, non un'altra volta.
Quando la ragazza uscì Toby diede un pugno alla parete vicino al letto, talmente forte da far uscire il sangue dalla sua mano.

Non doveva andare così.

Qualche lacrima iniziò a scendere dai suoi occhi castani.

L'aveva ferita.

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