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Qui-qui- quidditch

14.

Camminavo lungo il corridoio di notte. Avevo di nuovo una ronda notturna da fare, nonostante avessi un sonno pazzesco. In più era freddo. Avevo messo un maglione pesante e il mantello invernale, ma continuavo a tremare. Era la fine di gennaio e nel parco, in qualche posto dove batteva poco il sole, c'era ancora qualche sprazzo di neve.

Guardai l'orologio al polso, erano quasi le due e mezzo. Avrei tanto voluto fermarmi in una classe vuota e dormire fino al giorno dopo. Un improvviso fruscio alle mie spalle mi fece drizzare le orecchie. Mi voltai di scatto ma il corridoio era vuoto.

"Sto diventando pazza." Farfugliai tra me.

"Sei davvero sulla buona strada."

Sobbalzai così tanto dalla paura che mi lasciai anche scappare un urletto. Qualche quadro addormentato mi rimproverò, esortandomi al silenzio. Mi portai una mano al cuore fissando spaventata e basita Malfoy che mi fissava con un sorrisino divertito.

"Che diavolo stai facendo a quest'ora per i corridoi da solo?" Chiesi io quasi arrabbiata.

Malfoy alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, guardandomi serio. "Ti seguivo. E' l'unico momento in cui posso parlare con te senza avere orecchie indiscrete nel giro di un metro. si può sapere che diavolo vuoi?"

Ricapitolando, mi aveva seguito tutto questo tempo durante la ronda aspettando che fosse abbastanza tardi e tutti gli studenti fossero a letto e poi mi chiedeva che cosa volessi io?

"Prego?" Chiesi abbastanza perplessa.

Lui sbuffò e si avvicinò di qualche passo. "Non trattarmi come se fossi un idiota, Weasley, perché non lo sono affatto. Credi davvero che non mi sia accorto che da una settimana a questa parte non fai che seguirmi con lo sguardo? Si può sapere cosa diavolo vuoi?"

Accidenti, se n'era accorto. E adesso cosa avrei inventato?

Mi schiarii la gola. "Non ho proprio idea di cosa tu stia parlando, Malfoy. Magari sei solo paranoico."

Lui annuì incrociando di nuovo le braccia al petto. "Ho capito. Quindi è una pura coincidenza che un paio di giorni fa tu sia andata a sbattere contro alla piccola Potter perché eri troppo impegnata a guardare quello che stavo facendo?"

Vanessa aveva ragione, avevo dato troppo poco credito a Malfoy. Cercai in fretta qualcosa da dire per non farci la figura dell'idiota.

"Una mia compagna di dormitorio ti trova carino." Sputai lì. Lui inarcò le sopraciglia. "E dato che io non so davvero cosa ci possa trovare in uno come te, ti osservavo cercando di capire. Ma non credo che ci riuscirò mai."

"Non c'è da sorprendersi." Fece lui tagliente. "Mi stupirei del contrario. Tu non vai bene a scuola perché sei intelligente, Weasley, ma perché hai una buonissima memoria. Ma a volte imparare dei testi a memoria non basta."

"Perché non chiudi quella bocca e torni nel tuo igloo, Malfoy. E' l'unico ambiente che ti permette di tenere costante la tua temperatura."

Malfoy esitò. Fece un altro passo avanti e mi guardò dall'alto. "Me ne vado, ma non prima di averti detto quest'ultima cosa." Disse. "Smettila di farti gli affari miei!"

Adesso mi stavo davvero arrabbiando. Battei un piede per terra serrando i pugni. "Proprio tu parli! Sto morendo di sonno e ho freddo e devo fare questa stupida ronda e tu hai la brillante idea di seguirmi fino a quest'ora e farmi la predica! Perché non cominci tu a farti gli affari tuoi?"

Lui tirò su col naso e mi fissò immobile. "E' snervante essere spiati tutto il giorno."

"Beh, è snervante essere spiati anche tutta la notte!"

Qual era il punto, io avevo comunque torto e lo sapevo bene. Ma per qualche motivo non potevo concedergliela vinta, non dovevo. Avevo il sacrosanto dovere di passare dalla parte della ragione anche quando avevo torto marcio.

Malfoy si tirò indietro di qualche passo e sbuffò una risata scotendo la testa. "Sei incredibile, Weasley, vorresti avere ragione anche stavolta."

Io distolsi lo sguardo. "Seriamente, Malfoy, ho sonno e non ho voglia di sprecare altro tempo."

"Domani è sabato." Disse lui.

Nella mia testa scattò qualcosa come una molla. "La partita." Sussurrai tra me.

Malfoy alzò un sopracciglio e mi guardò strano. "Quello che intendevo dire è che si può dormire fino a tardi domani." Disse lui. "Ma sì, c'è pure la partita. Da quando ti interessi al Quidditch?"

"No, ci vengo solo perché Al... ma perché ti sto dando delle spiegazioni?" Feci io rendendomi conto che stavo avendo una conversazione civile, o quasi, con Malfoy. "Ci vengo e basta! A te cosa importa?"

"Un bel niente." Rispose lui glaciale come al solito. "E sai che ti dico? Me ne vado a letto."

Merlino, se lo odiavo!

**

La mattina dopo mi presentai in Sala Grande che erano quasi le nove. La partita sarebbe stata alle dieci e volevo essere sicura di arrivare in tempo. Non ricordavo neanche quando fosse stata l'ultima volta che avevo assistito ad una partita di Quidditch, forse avevo dodici anni. Vanessa era scesa con me e continuava a mordersi furiosamente il labbro.

Non avevo mai visto la Sala Grande così affollata di sabato mattina, probabilmente proprio perché non assistevo mai alle partite. Sembravano tutti impazziti, chi si era dipinto la faccia di rosso e oro, chi portava striscioni verdi e argento. Io guardai Vanessa sconvolta. Velocemente andammo a sederci al nostro tavolo, Al ci sedeva di fronte.

"Ehi." Dissi con un sorriso. "Nevoso?"

Al aveva uno strano colorito verdognolo. Era già cambiato nella sua divisa, o forse era quella di James, ma non sembrava stare affatto bene. Mi fissò sconvolto. "Non posso farlo, Rosie."

"Cosa?" Era diventato pazzo? "Certo che puoi, perché non dovresti?"

Sospirò. "Perderemo. Non prenderò mai il boccino."

Vanessa arrossì un po' sulle guance e si schiarì la voce senza guardarlo. "Beh, magari... magari la fortuna del principiante, insomma..."

Normalmente Al sarebbe arrossito solo guardando Vanessa, ma quella mattina era talmente bianco e nervoso che si limitò a fissarci senza espressione. Io lo scossi per un braccio. "Vanessa ha ragione, Al! E se James ha chiesto a te di sostituirlo doveva avere un valido motivo, no?"

Al annuì. "Tre delle sue riserve sono state messe in punizione con lui."

All'improvviso, come se fosse apparso dal nulla, James batté una forte pacca sulla spalla di Al che venne in avanti per il colpo. "Ehilà, campione!" Esclamò tutto allegro. "Vedi di farmi fare bella figura e non farmi pentire di averti chiesto di giocare, ok?"

Al diventò ancora più verde.

"Ehm, James... non credo che stia tanto bene." Dissi io.

James fissò per bene Al. "Che ti prende?"

Al sospirò. "Sono una frana, Jay, non vinceremo mai. Sarò la causa della perdita di questa partita. Non posso giocare."

James lo guardò ancora qualche secondo e poi sospirò. Si sedette sulla panca a fianco a lui e si guardò intorno, controllando che nessuno potesse sentirlo. "Senti, adesso ti dirò una cosa ma devi promettere di non dire a nessuno che queste parole sono uscite dalla mia bocca." Al annuì. "Io ti ho scelto perché io credo in te. So come giochi, ho giocato con te fin da quando ero bambino e tu puoi farcela. Sei un Potter. Quindi va' e spaccali tutti!"

Al lo fissò un po' frastornato. "Tu... cosa?"

Io presi in mano la situazione. "Beh, hai sentito, no?" Feci io ad Al. "Alzati e vai al campo!"

Al passò lo sguardo da me a James, poi si alzò di scatto e corse via, in direzione del campo da Quidditch. Io mi voltai verso James che sorrideva soddisfatto.

"E' stato bello quello che hai detto."

James si voltò e mi sorrise. "Oh sì." Fece. "Ma non dire ad Al che in realtà gliel'ho chiesto perché non avevo nessun altro da far giocare. Ci vediamo giù al campo."

E se ne andò seguendo la scia di Al. Mi voltai verso Vanessa che mi fissava afflitta, io allargai le braccia. "Beh, adesso cos'è quella faccia? Devi giocare anche tu e non me l'hai detto?"

Vanessa scosse la testa e sopirò, poi mandò un'occhiata alle sue spalle. "No, Rosie." Mi voltai anche io, stava fissando il tavolo dei Serpeverde. "Non vinceremo mai. Sono sicura che Gill si vorrà vendicare di Al e lo farà umiliandolo davanti a tutti."

"Certo che sei ottimista." Feci io inarcando un sopracciglio. "Potremmo anche vincere, lo sai?"

Lei scosse di nuovo la testa. "No, non possiamo."

Io lo guardai stufa. "Si può sapere cosa ti fa pensare che per niente al mondo Al riuscirà a battere Gill?"

"Perché Gill è stato nominato per tre anni di seguito miglior giocatore di Quidditch della scuola." Fece lei tornano a guardarmi. "Ecco perché. Non fraintendermi, vorrei tanto che Al vincesse e gli desse una lezione, ma le nostre speranze sono al minimo."

"Oh." Feci io. Non ne sapevo proprio nulla di Quidditch. Non sapevo nemmeno che si ricevessero premi speciali, oltre che alla Coppa. Certo questo spiegava la presenza di una Stanza dei Trofei nella scuola. Non che io l'avessi mai vista, di solito ci capitavano solo i ragazzi in punizione, e dato che io non avevo mai ricevuto una punizione ne avevo solo sentito parlare.

Ero ancora voltata verso il tavolo dei Serpeverde e, senza troppa fatica data la platinata pettinatura che emetteva luce da sola, vidi Malfoy che si alzava e si incamminava in direzione del campo, con già addosso la sua divisa. Io saltai su di scatto e mi voltai nervosamente verso Vanessa.

"Dovremmo andare al campo, forse dovremmo prepararci, magari qualcuno ci ruba tutti i posti e non riusciremo a vedere niente. E' meglio avviarsi."

Vanessa mi guardò sospettosa. "Stai di nuovo parlando a macchinetta."

"Io? No!"

"Sì, invece, lo stai facendo anche adesso." Mandò uno sguardo al tavolo dall'altra parte della Sala e chiuse gli occhi. "Dio, Rosie, la vuoi smettere con questa storia! Se ne accorgerà, per la miseria!"

Io arrossii, non osavo pensare alla sera precedente. "L'ha già fatto." Ammisi.

Vanessa si voltò velocemente verso di me. "Che?"

Io annuii. "Ieri notte, mi ha seguita mentre facevo la ronda e mi ha chiesto cosa volessi da lui. Io ovviamente ho inventato una cosa stupida, e per ora sembra essersela bevuta. A dire il vero non sembrava essersela bevuta, ma lo rigirata in modo tale che pensasse che fosse lui ad essere in torto."

"Ma non mi dire, adesso fai pure del terrorismo psicologico." Disse Vanessa fissandomi con una smorfia. "Quando ti renderai conto che tutta questa storia è semplicemente ridicola?"

Io la guardai senza battere ciglio. "Mi ha seguito tutta la notte."

Lei sospirò. "Questo vuol dire che è pazzo, non che si sia preso una cotta per te."

Guardai l'orologio al polso. "In ogni caso è tardi, e dovremmo davvero avviarci alla partita. Gaby e Sol ci aspettavano giù al campo."

Vanessa si alzò. "Ottima scusa per cambiare discorso." Mi superò e si incamminò verso lo stadio. Io la seguii in silenzio, sapevo che si stava arrabbiando, faceva sempre così quando qualcosa non le andava a genio. E sapevo che non le andava affatto a genio che sprecassi tutte le mie energie su un Malfoy.

Lo stadio era già gremito di studenti e prima di salire su per la nostra torre, passammo a salutare Al negli spogliatoi. Era sempre più verde e sembrava che avesse bisogno di vomitare. James e Fred erano al suo fianco e cercavano di rassicurarlo, ci defilammo subito dato che non tirava aria.

Risalimmo la torre dei Tifosi dei Grifondoro e a metà strada trovammo le gemelle con Vincent che ci salutò allegramente.

"Ehilà."

Lo fissammo stralunate. "Non sapevo che venissi anche tu. Non dovresti stare tra i tifosi della tua casa?"

Lui scrollò le spalle. "Sono un Grifondoro di adozione ormai."

Gaby si strinse al suo braccio. "Lo importante es que no tifa por los Serpeverde."

Vanessa gli sorrise. "Andiamo a prendere posto, dobbiamo insultare le serpi da vicino."

Tutti seguimmo Vanessa e ci posizionammo quasi nelle prime file. Mi guardai intorno, non ricordavo neanche che lo stadio fosse così grande. Mi affacciai un po' dalla torre, Davies Patrol era seduto al posto del cronista, al suo fianco la Professoressa McGrannitt. In pochi minuti la voce di Davies rimbombò nello stadio.

"Benvenuti a questa nuova e fantastica partita Grifondoro-Serpeverde!"

Lo stadio si aprì in un boato e anche Vanessa e Vincent si alzarono in piedi e cominciarono ad urlare. Le gemelle mi fissarono un po' in imbarazzo, anche loro come me non erano tipe da stadio. Io sussurrai nell'orecchio di Vanessa quando si sedette. "Non sapevo che ti piacesse tanto il Quidditch."

Lei scrollò le spalle. "Questo perché non sei mai venuta ad una partita."

"Ecco scendere in campo i Serpeverde!" Dalla tribuna dei Serpeverde ci fu un boato. "Il capitano Hyde seguito da Nott, Malfoy, McPhee, Benson,Zabini e Ryan!"

Il nome Malfoy mi fece drizzare i peli sulle braccia e allungai un po' il collo per vederlo meglio mentre entrava a cavalcioni della sua scopa. Con la divisa addosso faceva tutto un altro effetto, sembrava più robusto e con i capelli al vento...

"Ma che diavolo sto facendo." Dissi fra me portandomi una mano sul ponte del naso.

Vanessa mi mise una mano sulla spalla. "Rosie, tutto ok?"

Ebbi appena il tempo di annuire prima che la voce di Davies tornasse a parlare. "Ed ecco i Grifondoro. Purtroppo il nostro Capitano Potter è stato impossibilitato a giocare, per cui verrà sostituito da Albus Potter. Facciamo un applauso di incoraggiamento!"

Al uscì dagli spogliatoi volando con destrezza sulla sua scopa e sembrava non essere nemmeno tanto verde come prima. Stavolta fui io ad alzarmi ed urlare. "Forza Al!" Al si voltò e fece un piccolo sorriso.

"Ed il resto della squadra: Bell, Weasley, Langerak, Jordan, Fletcher e Judd. Madama Hook si appresta a raggiungere i due capitani per decidere chi comincerà col possesso di palla... ci siamo, la palla va a i Serpeverde! McPhee tiene la Pluffa e comincia il suo percorso verso gli anelli dei Grifondoro..."

Cercai di seguire quello che diceva Davies, ma mi fu molto difficile dato che io di Quidditch non avevo mai capito nulla. Continuavo a girare lo sguardo da Al a Malfoy, da Ryan a Fred. Mi resi conto solo allora che Malfoy teneva una mazza in mano.

"Malfoy è un battitore?" Sussurrai a Vanessa.

Lei annuì. "Beh, sì, che ti aspettavi?"

Io scossi la testa. Non sapevo neanche io cosa mi aspettavo, forse che facesse il cercatore, ma dato che quel ruolo lo aveva Gill Ryan sapevo già che non poteva essere lui.

"...Benson passa la Pluffa a McPhee, Weasley lancia un bolide cercando di disarcionarlo... ma ecco che McPhee lo schiva e... Serpeverdemanda la Pluffa nel cerchio, trenta punti per loro!"

Non stavamo cominciando per niente bene. Mi voltai verso Vanessa con la bocca già aperta, ma vidi che stava fissando qualcosa in aria con uno sguardo così concentrato e mentre si mordeva il labbro che non potei che girarmi a mia volta.

Qualche metro sopra gli altri giocatori Al e Gill si stavano sfidando fianco a fianco guardandosi in cagnesco, correndo dietro al boccino che volava da una parte all'altra come un matto. Li seguii con gli occhi tenendo il fiato sospeso e potevo scommettere che nemmeno Vanessa stava respirando. Ad un certo punto, talmente veloce che dovette passare qualche secondo prima di rendermene conto, Gill sferrò una gomitata ad Al che per il colpo si tenette lo stomaco con una mano e lentamente cominciò a precipitare.

Io e Vanessa ci alzammo in piedi contemporaneamente, io mi portai una mano alla bocca. Feci appena in tempo a chiudere gli occhi prima che Al atterrasse al suolo, ne sentii il rumore dagli spalti. Sentii Vanessa che mi tirava per una manica e senza bisogno di dire niente ci precipitammo giù dalla torre.

Arrivammo sul bordo del campo che Al era ancora disteso a terra, Madama Hook era ricurva su di lui e anche la Professoressa McGrannitt e James si erano precipitati.

"...Potter è ancora steso a terra, aspettiamo di capire se possa riprendere la partita... ma aspettate un minuto, si sta alzando..."

Al si alzò a fatica, reggendosi solo su una mano e tenendo l'altro braccio inteccherito e col pugno chiuso. Madama Hook lo implorò di stendersi di nuovo, che non aveva finito di controllare se ci fosse qualche frattura ma Al non sembrò neanche sentirla. Anzi, fece un sorriso verso di noi e poi si voltò guardando in aria.

"Ehi, Ryan!" Gridò a gran voce.

Lo stadio era completamente in silenzio, tutti aspettavamo di sentire cosa avesse da dire. Per un attimo pensai che volesse ricoprirlo di insulti, ma poi Al alzò il braccio che pensavo non potesse muovere e portò la mano in alto. Tra le sue dita c'era il boccino.

Ci furono ancora dei secondi di silenzio prima che lo stadio esplodesse in un boato gigantesco.

"Incredibile! Potter ha preso il boccino! Potter ha il boccino! Grifondoro vince 170 punti a 40... e a dire il vero signori, è la partita più corta alla quale abbia mai assistito!"

Lo fissai ancora sbigottita ma poi scoppiai a ridere e Al si voltò verso di me facendomi l'occhiolino. Vanessa urlò e si buttò tra le braccia di Al e con mio grandissimo stupore lo baciò davanti a tutti e senza ritegno. Lo stadio scoppiò in un boato ancora più grosso.

"Sembra proprio una pessima giornata per Ryan, Potter gli ha fregato il boccino e la ragazza da sotto il naso!"

James lo indicò gonfiando il petto. "Quello è mio fratello!" Urlava.

Quando finalmente Vanessa si staccò da lui, Al la guardò un po' sbigottito, poi sorrise e la baciò di nuovo.

Io continuai a ridere e inconsciamente alzai gli occhi al cielo. Malfoy stava appena qualche metro sopra di me e mi fissava con un sorrisino sulle labbra. Smisi di ridere e ricambiai con lo stesso ghignò prima di tornare a guardare Al e Vanessa finalmente insieme.

**

Ci volle molto tempo prima che gli studenti si decidessero a lasciare lo stadio, molto di più di quanto fosse durata la partita. Al era rimasto al centro dell'attenzione per tutto il tempo e James l'aveva definito il suo eroe. Alla fine anche Lily era scesa in campo e si era messa ad urlare che quello era suo fratello.

Io aspettai un po' in disparte, davanti agli spogliatoi. Dopo diversi minuti, finalmente, vidi sul fondo del corridoio Vanessa ed Al che venivano verso di me. Al teneva un braccio attorno alle spalle di Vanessa. Io alzai un sopracciglio e mi schiarii la gola.

Loro mi guardarono un po' in imbarazzo. Al si grattò la nuca. "Suppongo di doverti ringraziare, Rosie."

Io sorrisi soddisfatta di me. "Oh, non c'è di che, Albus. A volte essere un'idiota porta anche dei vantaggi." Poi guardai Vanessa. "Quello che non capisco proprio sei tu, a dire il vero."

Vanessa arrossì e si attorcigliò una ciocca sul dito. "Beh, ho detto che era strano pensare ad Al in certi termini... ma poi alla fine ci sono riuscita."

"Ed è divertente e carino." Feci io.

Vanessa annuì guardando Al. "Ed è divertente e carino."

Al tornò a guardarmi. "Che ci fai qui tutta da sola, comunque? Non vieni su alla festa? Lily ha detto che stanno organizzando un mega party e hanno intenzione di farlo durare tutta la notte. So che verrà anche Neville."

"Neville?! Ma Neville è un professore, non può..." Ci rinunciai. "Lasciamo perdere."

Vanessa rise. "Andiamo Rosie, sarà divertente. Sono sicura che sarà molto meglio dell'ultima festa a cui siamo state." Riferendosi ovviamente alla festa diHalloween.

Io feci una smorfia. "Com'è che tutte le volte che c'è una festa tu ti becchi un ragazzo ed io no?"

Al s'intirizzì. "Beh, se è così questa è l'ultima festa che faremo." Disse annuendo. "Andiamo, Rosie?"

Io mi morsi un labbro guardandomi alle spalle. "Andate avanti, vi raggiungo subito. Devo aver perso la mia bacchetta sul campo quando sono corsa giù dalla torre."

"Oh." Fece Vanessa. "Vuoi una mano per cercarla?"

Scossi la testa. "No, non è necessario, adesso che lo stadio è quasi vuoto la ritroverò in un attimo."

"Ok." Disse lei guardandomi incerta. Entrambi mi salutarono e si avviarono verso l'uscita, ed io aspettai quiete che fossero spariti dalla visuale. Non avevo affatto perso la mia bacchetta, la custodivo nella tasca del mantello. La verità era che un certo qualcuno non era ancora uscito dagli spogliatoi e mi chiedevo se fosse ancora nel campo.

Mi guardai in giro, era tutto in silenzio, e mi avvicinai piano piano allo spogliatoio dei Serpeverde. Appoggiai l'orecchio alla porta ma sembrava che non ci fosse nessuno. Improvvisamente la porta si spalancò ed io sbalzai indietro spaventata. Scorpius Malfoy era di fronte a me con la sacca sulla spalla e mi fissava come se fossi idiota.

"Weasley, che stai facendo?"

Io mi misi più dritta cercando di assumere una certa dignità. "Niente." Dissi con la voce che però un po' mi tremava. "Cercavo Ryan."

Malfoy mi fissò ancora con la stessa espressione. "Se n'è andato mezz'ora fa, è stato il primo a lasciare il campo."

"Oh." Dissi io come se non ne avessi idea. "Beh, in questo caso... lo cercherò più tardi..."

Sentendomi non mi sarei creduta neanche da sola, ma Malfoy per una volta ebbe l'accortezza di non dire nulla. Si limitò a fissarmi ed io feci altrettanto. I suoi capelli erano ancora bagnati e si appiccicavano alla fronte come dei fili dorati e la sua pelle era così bianca che sembrava fatta di marmo. Per un secondo mi tornò in mente la sua immagine con indosso la divisa ed i capelli al vento. Scossi la testa furiosamente.

Idiota." Sussurrai.

Lui mi guardò. "Come scusa?"

"No, non tu..." sospirai, tanto non avrebbe capito. "Lascia perdere."

Malfoy ridacchiò. "Sei davvero arrivata al punto di darti dell'idiota da sola, Weasley? Facciamo progressi, a quanto vedo. La mia compagnia comincia a farti bene."

"Per stare in tua compagnia dovrebbero uccidermi e trascinare il mio cadavere al tuo fianco." Dissi pungente.

Lui non si scompose neanche un po'. "Avresti sicuramente un aspetto migliore di adesso."

Tu gli piaci, Rose.

La frase di Paula mi rimbombava nella testa come una condanna. Scossi la testa di nuovo, con più furia, e stavolta Malfoy mi guardò come se stessi davvero perdendo la testa e mi mancasse qualche rotella. Si avvicinò a me di un passo scrutandomi da vicino.

"Sei sicura di stare bene?"

Alzai gli occhi su di lui, mi fissava senza rancore. "Benissimo, grazie." Ribattei secca. Malfoy avvicinò ancora di più il viso al mio ed io sbalzai indietro presa dal panico. "Non ti avvicinare." Dissi con la voce strozzata.

Lui alzò un sopracciglio come se stesse parlando con una pazza. "Non ho mai morso nessuno, sai?"

"Su questo non ci giurerei." Dissi io guardandolo sospetta. "Saresti capace di fare qualsiasi cosa, delle cose orribili..."

"Già, come riportarti nella tua Sala Comune in spalla." Fece lui sarcastico. "E' stata davvero una cosa orribile, Weasley, pesi trecento chili. Te l'ha mai detto nessuno che sei una falsa magra?"

Questo era troppo. Io ero magra. Poteva dirmi che i miei capelli erano orribili e avrei anche potuto dargli ragione, ma questo proprio no.

"E tu sei uno stronzo!" Urlai io. "Sei la persona più cafona che abbia mai incontrato nella mia vita e di certo non sai proprio come lusingare una donna. Vorrei proprio sapere come fanno i tuoi amici a starti intorno, sei insopportabile!"

Lui lasciò andare la sacca che teneva sulla spalla e ridacchiò. Trovava forse divertente quello che avevo detto? Si appoggiò al muro e mi fissò con un sorriso fastidioso sulle labbra. "Probabilmente è vero, sono insopportabile." Disse. "Ma tu non fai altro che girarmi intorno."

Questo mi prese alla sprovvista, per qualche minuto rimasi con la bocca aperta senza sapere cosa dire. "Sei tu che sei ovunque!"

"Perché sei venuta alla partita, Weasley?" Mi chiese alzando entrambe le sopracciglia.

Io mi sentii mancare il fiato. "Perché Al..."

"Già, Potter giocava questa partita." Disse finendo per me la frase. "Eppure invece di essere a festeggiare la sua vittoria, te ne stai qui a parlare con me."

Sentii un brivido salire su per la schiena e sudai freddo. Mi sentii veramente una stupida e per la prima volta da settimane mi chiesi cosa stessi combinando. Guardai Malfoy, con i suoi occhi plumbei e i capelli di platino, e mi sentii irrigidire. Perché diavolo me ne stavo qui a parlare con Malfoyquando potevo essere al caldo nella mia Sala Comune a festeggiare con i miei migliori amici?

Mi morsi un labbro e abbassai la testa. "Sarà... sarà meglio che vada."

Malfoy non disse nient'altro ed io scappai via in fretta, attraversando il parco fino al Castello e risalendo su per la torre dei Grifondoro cercando di arrivare più in fretta possibile alla festa in Sala Comune. Perché era lì che avrei dovuto essere.

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