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Capitolo 6

Sentiamo un urlo di spavento provenire dalla persona che ha appena aperto la porta, la quale, guardandoci esterrefatta dice: - Dio santissimo ragazze, e voi, che ci fate qui? Mi avete fatto prendere un colpo!

- Papà! Semmai quello che ci ha fatto prendere un colpo sei stato tu! – quasi lo rimprovera Julia.

Nel frattempo accorre verso di noi anche sua madre che, molto spaventata dal nostro fracasso, non esita a chiedere spiegazioni.

- Qualcuno mi spiega cosa è successo? Ero in cucina a cucinare e, quando ho sentito le vostre urla, stavo per far cadere la padella dai fornelli!

- Mamma non è colpa nostra se voi tornate qui a casa senza nemmeno avvisare e, per giunta, lasciando la porta socchiusa! Abbiamo pensato che fossero entrati i ladri in casa!

- Beh tesoro non è colpa mia se qualcuno non risponde mai al telefono. Ho provato a chiamarti ben cinque volte, ti ho inviato anche due messaggi per avvisarti del nostro arrivo anticipato a stamattina, ma non ho ricevuto alcuna risposta da parte tua – risponde la signora Keller per discolparsi.

La mia amica tira fuori dalla tasca degli shorts il cellulare per controllare se davvero ci fossero i messaggi e le chiamate perse e, solo quando constata con i suoi stessi occhi che tutto ciò che la madre le ha raccontato è vero, si scusa: - Hai ragione mamma avevo il silenzioso e non ho visto né le chiamate perse né i messaggi!

Io ed Emily ci rivolgiamo una rapida occhiata d'intesa e scoppiamo subito a ridere. Julia non cambierà mai! Rimarrà la solita sbadata che, si dimentica sempre di mettere la suoneria al telefono!

Passata un po' la tensione iniziale, dopo esserci riprese dallo spavento, salutiamo cordialmente i genitori di Julia (i signori Keller), i quali, ci spiegano di aver anticipato il loro arrivo, poiché alle Bahamas il tempo non era per niente bello, tirava un vento fortissimo e pioveva a dirotto da circa due giorni.

Ci dirigiamo in camera di Julia per lasciare le borse da mare e nel frattempo decidiamo anche di farci una doccia veloce, per togliere la salsedine dal nostro corpo.

- Ragazze se dovete lavarvi fate in fretta perché, tra poco, è pronto da mangiare. Vi ho preparato hot dog e patatine fritte! – urla dalla cucina la Signora Keller per farsi sentire.

Sentendo quelle parole i nostri occhi iniziano a brillare di gioia. Adoriamo gli hot dog ed oggi ci volevano proprio, soprattutto per rimediare allo spavento preso poco fa.

Cerchiamo di lavarci il più in fretta possibile, riuscendo ad impiegarci solamente trenta minuti. Questo si che è un record, visto che, in questi giorni, abbiamo impiegato sempre il doppio dei minuti per lavarci.

Non appena mettiamo piede in cucina, un delizioso profumino ci accoglie, penetrando lentamente all'interno delle nostre narici. Notiamo con piacere che, la signora Keller ha apparecchiato la tavola fuori, sul grande balcone che si affaccia quasi sul mare. Da qui la vista è semplicemente mozzafiato!

- Signora Keller vuole che le diamo una mano? – propone Emily.

- Si ragazze, per piacere portate i piatti in tavola, così nel frattempo io finisco di friggere le patatine – ci sorride dolcemente, nonostante sia molto impegnata davanti ai fornelli.

Ci mettiamo subito a lavoro ed, una volta fatto ciò che ci ha detto la signora Keller, ci sediamo a tavola per chiacchierare un po' con suo marito.

- Signorine, allora oggi pomeriggio si va a Miami come promesso ok?

- Sii!!! – esultiamo in coro, battendo le mani per la felicità.

- Però se andiamo dovete rispettare una sola condizione... - lascia la frase in sospeso, incuriosendoci ancora di più.

- Qual è la condizione?

- Non dovete assolutamente fare shopping! – dice facendoci l'occhiolino.

Ovviamente il padre di Julia sta solo scherzando, e noi, stiamo al suo gioco facendo finta di essere offese. E' sempre stato un tipo molto divertente e dolce nei nostri confronti, tant'è vero che, con lui abbiamo un bellissimo rapporto, come pure con la signora Keller d'altronde!

Oramai li conosco da cinque anni circa e, mi ricordo tuttora che, all'inizio, quando ancora non li conoscevo così bene, ero molto timida nei loro confronti, come se mi vergognassi di parlare con loro.

Al sol pensiero, mi viene da ridere! Ora il rapporto è completamente diverso, li considero quasi come i miei secondi genitori e, con loro, parlo sempre di tutto.

- Eccomi qua! Ora possiamo iniziare a mangiare! - la voce della signora Keller mi distoglie dai pensieri.

Ora che anche lei è seduta a tavola, possiamo finalmente iniziare a mangiare.

Gli hot dog e le patatine sono ottimi e, non possiamo fare a meno di complimentarci con lei. E' davvero un'ottima cuoca.

Mentre mangiamo, tra un boccone e l'altro, parliamo un po' di tutto ciò che abbiamo fatto in questi giorni, a partire dalle passeggiate in spiaggia, fino ad arrivare ai bagni fatti al mare e in piscina, le passeggiate in bicicletta, la maxi pizza che abbiamo mangiato l'altra sera e, le nottate passate a vedere vari film fino a tardi.

Una volta finito di mangiare, aiutiamo a sparecchiare la tavola e, prima di poter andare a sdraiarci un po' sul letto, i signori Keller ci avvisano che alle 17.00 in punto partiremo per Miami.

Abbiamo a disposizione due ore esatte prima di partire e, siccome siamo molto stanche, decidiamo di distenderci sul letto per riposarci un po'.

- Belle addormentate è tardissimo! Svegliatevi!

La voce acuta della signora Keller rimbomba nel corridoio, costringendoci ad aprire gli occhi. Julia controlla l'orario sul telefono e, quando ce lo mostra, capiamo di essere davvero in ritardo. Tra pochissimi minuti partiremo per Miami, e noi, non siamo ancora pronte!

La porta della camera si spalanca e, la madre della nostra amica entra: - Ragazze dai fate presto a vestirvi! Vi sto chiamando da più di mezz'ora, ma voi, non mi avete proprio sentita. Stavate dormendo come dei ghiri! Non avete messo la sveglia?

- No, purtroppo eravamo così tanto stanche che ci siamo addormentate, dimenticandoci di metterla – risponde Emily.

Ci catapultiamo dal letto e, frughiamo tra la nostra roba per cercare dei vestiti da metterci.

- Fate in fretta! Io e mio marito vi aspettiamo giù - ci raccomanda la signora Keller, prima di uscire fuori dalla stanza.

Credo che questa sia davvero una giornata da record! Se per farci la doccia, prima, abbiamo impiegato mezz'ora, per prepararci ora ci sono bastati solo quindici minuti! Stento ancora a crederci, ma è così.

Abbiamo indossato i primi vestiti che ci sono capitati davanti agli occhi e, dopo aver dedicato pochi secondi al trucco, scendiamo rapidamente giù, per raggiungere la macchina di Julia, dove i suoi genitori ci aspettano.

- Eccole le dormiglione! Vi siete dimenticate di mettere la sveglia eh? Peccato che Jessica vi ha svegliate, se fosse stato per me, vi avrei lasciate qua! – ironizza il signor Keller, facendoci scoppiare a ridere. Il senso dell'umorismo non gli manca mai, davvero.

Il viaggio non dura molto per fortuna e, in nemmeno quaranta minuti, arriviamo a Miami.

- Ci vediamo dopo ragazze! Tenete presente che per le 20.00/20.30 dobbiamo ritornare a casa, quindi calibrate bene il tempo da trascorrere in tutti i negozi e, non spendete molto! Voi femmine siete molto pericolose in questo caso!

Rassicuriamo il signor Keller della nostra puntualità e della nostra moderazione nelle compere, poi, finalmente, iniziamo il nostro tanto atteso pomeriggio di shopping.

Adoro Miami. E' un posto bellissimo, dove, se fosse per me, ci verrei a vivere tutto l'anno. E' ricca di musei, innumerevoli ristoranti, locali notturni, centri commerciali e negozi!

E' inutile dire che io e le mie amiche abbiamo passato ogni singolo minuto che avevamo a disposizione, all'interno di tutti i negozi di Lincoln Road, una delle strade, insieme a Ocean Drive, più conosciute e amate dai turisti.

Si può dire che abbiamo svaligiato quasi ogni singolo negozio, ritrovandoci alla fine piene di buste colorate.

Io ho acquistato due vestitini davvero carini e particolari che, ho trovato a metà prezzo, tre shorts, delle canotte colorate, due camicette ed una t-shirt, mentre Emily e Julia hanno puntato di più sull'acquisto di borse, portafogli e minigonne.

Le nostre gambe, dopo aver camminato rapidamente su e giù per le varie vie di Miami, senza mai fermarsi, stanno implorando un po' di riposo, quindi non appena troviamo una panchina libera, corriamo subito a sederci.

Prendo il cellulare per controllare l'ora e mi accorgo di avere un messaggio da leggere su Facebook messenger.

Mi domando proprio di chi possa essere, visto che, solitamente con i miei amici, messaggio su whatsapp.

Scorro la barra dei messaggi e, appena vedo il suo nome, il cuore comincia a battere sempre più forte. Da quanto tempo è che non ricevo un messaggio da lui?

 

*** Spazio autrice***

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Commentate se volete e fatemi sapere cosa ne pensate ;) Questa volta ho deciso di pubblicare un capitolo un po' più lungo rispetto agli altri, perché credo di rimandare il prossimo aggiornamento a lunedì.

Buon weekend a tutti! Bacioni :*

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