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Capitolo 29


Vengo svegliata da qualcosa di fresco ed umido sulla mia testa e quando apro gli occhi, mi ritrovo davanti un paio di occhi azzurri che mi fissano dolcemente.

Sbatto le palpebre più volte per cercare di mettere a fuoco la figura che ora mi si presenta un po' sbiadita e, solo quando questa diventa nitida, capisco di chi si tratta.

Sono molto confusa. Cosa ci faccio qui? Ma soprattutto, cosa ci fa lui qui con me?

Faccio per alzare la testa dal cuscino su cui mi ritrovo appoggiata, ma lui mi ferma.

- Aspetta, la benda potrebbe cadere. Provo a fissartela con un nodo.

Detto ciò, si appresta a farmi un nodo ben stretto sulla fronte, nonostante io non riesca ancora a capire il motivo per cui la mia testa si ritrovi fasciata in ogni sua parte e mi aiuta a farmi sedere sul letto facendomi appoggiare la schiena sul morbido schienale e sfoggiando il suo magnifico sorriso pieno di tenerezza nei miei confronti.

Già, come dimenticarsi quel sorriso perfetto che notammo subito io e Julia quando eravamo in piscina da lei, la volta scorsa?

Fu uno degli aspetti che più ci colpì di Andrew.

Quando si rende conto del mio sguardo perplesso, in cerca di risposte a questa situazione alquanto strana, si siede sul bordo del letto, di fianco a me, ed inizia a parlare.

- Non ricordi nulla?

Bella domanda. In realtà ho qualche ricordo sfocato, anzi dei flash back più che altro, che possono essere pezzi piccolissimi di un enorme puzzle da completare.

- Insomma ... ricordo solo di essere andata in un locale e poi ... vuoto totale! Ho tante immagini che mi passano rapidamente davanti agli occhi ma non so se sono frutto di un sogno fatto o di qualcosa che ho vissuto - spiego confusa, massaggiandomi parte della testa dolorante.

- Ti fa ancora male?- mi chiede Andrew, preoccupato da questo gesto.

- Un po'... sento dei dolori martellanti qui, ma non ne capisco ancora il motivo. Cosa mi è successo?

- Sinceramente non so nemmeno io cosa ti sia accaduto di preciso. Posso solo dirti che anche io ero in quel locale con degli amici e quando sono uscito fuori per fumare una sigaretta, ho visto una scena terrificante davanti a me: un ragazzo che si stava avvinghiando con tutta la sua forza brutale contro una povera ragazza.

Mi sono precipitato verso di loro come un forsennato per evitare che la situazione degenerasse e una volta raggiunto quel lurido bastardo mi ci sono fiondato sopra per evitare che approfittasse della situazione svantaggiosa in cui si trovava la ragazza per picchiarla ancor di più.

Inizialmente non l'avevo riconosciuta, ma quando l'ho guardata pochi secondi prima che chiudesse gli occhi ho capito subito che quella ragazza, in realtà , eri tu.

Mentre le parole di Andrew continuano ad entrare nelle mie orecchie, man mano riesco a riprendere memoria degli avvenimenti accaduti.

- Ora inizio a ricordare ... quell'uomo mi aveva avvicinata appena sono entrate nel locale, ma io mi sono dileguata velocemente per evitare che nascessero problemi. Quando poi ho deciso di tornare a casa, questo ha iniziato ad importunarmi e a costringermi ad andare in macchina con lui. Di certo le sue non erano buone intenzioni, per cui ho cercato in tutti i modi di svincolarmi dalla sua presa , ma come hai potuto vedere anche tu, le conseguenze non sono state delle migliori...

Mi fermo un attimo, rivivendo mentalmente quel terribile momento, poi continuo : - Ma quanto tempo fa è successo? Ho perso completamente la cognizione del tempo ... - ho la voce fievole e un po' rauca e, considerando che mentre parlo riesco a sentire ancora in bocca il disgustoso sapore del drink bevuto, penso non possa essere passato tantissimo tempo dall'accaduto.

- Più o meno è passata un'oretta, infatti mi stavo preoccupando perché pensavo non ti svegliassi più. Stavo pensando seriamente di portarti in ospedale, ma per fortuna tutto si è risolto - mentre parla, mi accorgo di quanto possa essere premuroso e docile questo ragazzo che, anziché continuare a divertirsi con i suoi amici in discoteca, non ha esitato un attimo a portarmi in un luogo sicuro e aspettare che io mi svegliassi. Lo potrei definire una sorta di angelo custode. In fondo, se mi ritrovo qui sana e salva, con una sola ferita alla testa, lo devo soltanto a lui.

Se non mi avesse salvata da quel tizio, a quest'ora mi sarei ritrovata non so dove, nelle mani di un perfetto sconosciuto malintenzionato.

Gli accenno un sorriso e portando le braccia verso di lui lo abbraccio dolcemente: - Grazie mille Andrew!

Di certo il mio grazie accompagnato dall'abbraccio non potrà mai ricompensare ciò che questo ragazzo dal sorriso perfetto ha fatto per me stanotte, ma credo sia l'unico modo per fargli capire davvero di quanto io gli sia grata.

Sorpreso da questo mio spontaneo ed inaspettato gesto, Andrew si lascia prima abbracciare, poi ricambia l'abbraccio stringendomi ancora di più a lui.

- Non devi ringraziarmi. Ho fatto solo il mio dovere - mi dice, appoggiando le labbra sulla mia fronte per darmi un bacio.

Rimaniamo abbracciati per molto tempo, restando entrambi in silenzio, senza dire una parola, fino a quando sono io che, accorgendomi dell'ora , mi discosto da lui e guardandolo timidamente gli chiedo: - Andrew si è fatto tardi. Potresti accompagnarmi a casa per piacere?

In realtà non avrei voluto scomodarlo fino a questo punto, ha già fatto tanto per me, ma credo che non sia un'ottima idea tornare da sola a casa in queste condizioni.

- Ti avrei accompagnata anche se tu non me l'avessi chiesto - afferma con aria protettiva, alzandosi dal letto e porgendo una mano verso la mia per aiutare anche me a sollevarmi.

Io l'ho detto che è un angelo custode questo ragazzo!

Prima di uscire da casa sua, prende una felpa rossa appoggiata all'attaccapanni e l'avvolge sulle mie spalle.

- Tranquillo, non ne ho bisogno - gli dico, togliendola e ridandogliela.

- Fidati, quando usciremo fuori la vorrai a tutti i costi - risponde, facendomi l'occhiolino e rimettendo la felpa sulle mie spalle.

Decido di ascoltarlo e di non oppormi a questa sua forma di cortesia. Solo dopo essere uscita dal suo appartamento mi accorgo di quanto siano state vere le sue ultime parole pronunciate mentre chiudeva la porta di casa.

Non appena il portone si chiude alle nostre spalle, una folata di vento soffia violentemente su di noi, costringendomi ad infilare le braccia all'interno delle maniche della felpa. Mi affretto a chiudere anche la cerniera per essere ancora più coperta e quando alzo lo sguardo incontro gli occhi di Andrew che mi guardano divertiti.

- Vedo che alla fine la felpa ti è servita o sbaglio? - inizia a ridere di buon gusto contagiando anche me con la sua risata.

- Non pensavo facesse così tanto freddo. Il tempo sta completamente cambiando - gli rispondo, guardando i nuvoloni che man mano stanno ricoprendo il cielo.

- Già, I meteorologi hanno previsto violenti acquazzoni e tempeste con un abbassamento insolito delle temperature nei prossimi giorni, a partire da oggi . Una specie di inverno estivo insomma! - mi spiega, mentre ci dirigiamo velocemente verso una macchina rossa che credo sia la sua.

Il vento freddo che ulula di continuo, scuotendo le palme che costeggiano il lungomare non fa che intimorirmi. Mi sono sempre sentita impaurita dall' imponente ed irrefrenabile forza della natura. Ogni volta ne rimango sorpresa ma anche molto sbigottita.

Quando sono uscita dal locale prima di perdere completamente i sensi faceva un caldo assurdo ed ora, ecco qua il freddo.

Dopo aver aperto la portiera per farmi salire in macchina, Andrew si posiziona al volante e mette in moto il veicolo.

- Dove la devo portare signorina? - chiede, facendo finta di essere un tassista.

Rido per la sua buffa ma verosimile imitazione, anche se , dopo aver ripensato bene alla domanda da lui posta, mi rabbuio.

"Dove la porto?"

Beh, in realtà non lo so nemmeno io.

Conviene davvero tornare a casa? Non so se Lucas abbia raccontato ai miei del litigio , ma soprattutto della mia improvvisa scomparsa e, se tornassi ora a casa, sono più che convinta che i miei inizierebbero a tartassarmi di domande sul "dove sono andata", "con chi sono stata" e "perché mi ritrovo in questo stato" , per poi passare a tutte le loro preoccupazioni e paranoie, come se io non ne avessi già in gran quantità.

- Portami all'hotel Sonesta - affermo, sputando d'impeto questa affermazione, che inizia a suonare strana non solo a lui , ma anche a me stessa.

Perché ho detto di voler andare al Sonesta?

"Forse perché lì sai di poter trovare il tuo Nicholas, l'unica persona capace di poter tirarti su di morale?" risponde in maniera ovvia la mia vocina interiore. Certo che riesce a tenermi sempre testa lei!

- All'hotel Sonesta? Ma allora alberghi lì? - mi chiede un po' confuso Andrew.

- Ehm, si. Proprio così - mento, per evitare di dover dare spiegazioni.

- Bene. Ti ci farò arrivare in pochi minuti. Si trova qui vicino e poi per strada non dovremmo trovare molto traffico, considerando l'ora - mi rassicura, cominciando a fare retromarcia per uscire dal parcheggio.

***

Come preannunciato da Andrew, per strada non ci sono molte macchine per cui si riesce a camminare tranquillamente ad una velocità media. Appoggio il gomito sul finestrino, con lo sguardo perso nel vuoto. Se qualcuno mi chiedesse di eliminare dalla mia vita gli ultimi momenti vissuti in queste ore, approverei subito, senza alcun indugio. Vorrei avere una macchina del tempo che possa portarmi indietro, prima dello scoppio del litigio con mio fratello. Se Lucas non avesse sorpreso me e Nicholas nella stanza a baciarci, a quest'ora non mi ritroverei su questa macchina con Andrew. Non che mi dispiaccia, certo, però avrei preferito stare in discoteca a divertirmi con il mio gruppo, ma specialmente con Nicholas.

- Qualcosa non va?

La voce del ragazzo concentrato alla guida dell'auto attira la mia attenzione, costringendomi a voltare la testa verso lui.

- No, è tutto a posto - gli rispondo, abbozzando un finto sorriso.

- So che magari non dovrei, però devo farti una piccola domanda Alyssa... Cosa ci facevi in quel locale da sola?

La preoccupazione sul suo viso è molto chiara, ma non ne capisco il motivo. Perché è così premuroso nei miei confronti? In fin dei conti non mi conosce nemmeno, potrei essere una perfetta sconosciuta per lui.

Sto facendo passare troppo tempo da quando Andrew ha formulato la domanda e se non mi decido a dargli una risposta, sono sicura che si allarmerà ancora di più.

- Avevo voglia di divertirmi da sola - rispondo, sperando di essere convincente, cosa che non mi riesce affatto bene.

- Non posso crederti. Diciamocela tutta, quale ragazzo della nostra età preferisce passare una serata d'estate da solo e non in compagnia degli amici? Dimmi la verità, dai! Puoi confidarti con me! - cerca di incoraggiarmi a parlare con lui, ma non so se ciò può farmi stare meglio.

In fin dei conti sfogarmi con qualcuno mi gioverebbe solamente, però iniziare a raccontare passo dopo passo il motivo per cui mi sono ritrovata da sola nel locale, potrebbe farmi scoppiare in lacrime davanti a lui. Più ripenso a ciò che è successo, più il peso del dolore che porto dentro di me, diventa sempre più grosso.

- Non mi va di parlarne - rispondo con un filo di voce, poi, girando nuovamente la testa verso il finestrino, aggiungo- Scusami Andrew!

Spero tanto che non si offenda per questo mio insolito e scortese comportamento, d'altronde lui è stato davvero gentile e garbato con me e questo trattamento non se lo meriterebbe.

- Non devi scusarti! Se non ne vuoi parlare stai tranquilla! Ti ho fatto quella domanda prima, semplicemente perché ho notato tanta tristezza nei tuoi occhi, per cui pensavo volessi sfogarti con me - mi tranquillizza.

Non ho mai visto in vita mia un ragazzo così tanto dolce e disponibile. Io l'ho detto che lui non è altro che un angelo sceso dal cielo per prendersi cura di me!



*** Spazio autrice***

Buonasera carissimi!

Inizio con l'augurarvi un buon anno nuovo a tutti voi!

Come al solito mi scuso per l'estremo ritardo e vi preannuncio anche che mi sarà difficile pubblicare spesso, nei mesi che verranno. Ultimamente ho sempre meno tempo da dedicare alla scrittura ed anche se ho mille idee su come continuare la storia , non vi nascondo però, che il più delle volte, non riesco a scrivere tutto ciò che vorrei e proprio per questo motivo vi chiedo di pazientare un po'.

Ovviamente voglio sottolineare il fatto che porterò a termine questa storia a cui sono molto affezionata, quindi vi prego di continuare a seguirla fino alla fine, anche se gli aggiornamenti non saranno costanti come all'inizio.

Detto questo, passiamo ad alcune domande.

Che ne dite di questo capitolo? Vi sareste mai aspettati l'entrata in scena di Andrew? Molti di voi nei capitoli precedenti hanno pensato a Nicholas o a Lucas (in verità, fossi stata in voi, l'avrei pensato anche io), ma come ben sapete amo i colpi di scena ahahahahah ;)

Spero di ricevere da parte vostra tanti commenti, attraverso i quali posso davvero capire se la storia vi sta coinvolgendo o meno.

Vi mando un bacio enorme e vi ringrazio ancora per essere giunti fino a questo punto <3 <3


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