Capitolo 28
Riesco con molta fatica ad uscir fuori dalla pista da ballo gremita di ragazzi che si sono ormai scatenati a ritmo di musica house.
Sono vicina al bancone dei cocktail, dove barman molto belli e giovani, offrono da bere.
Mi guardo attorno impaurita, sperando di non vedere spuntare fuori dal nulla quella figura obbrobriosa incontrata prima, che spero di non rivedere mai più in vita mia.
Ho il cuore che batte all'impazzata e non riesce a ritornare al normale ritmo cardiaco, nonostante ora io sia al sicuro, o quasi.
"Bene, splendida idea quella di venire in questo locale da sola e, per giunta, senza cellulare" mi rimprovera la mia solita ed insostituibile vocina interiore. Ormai potrei dire di avere una seconda mamma sempre con me. Ha perfettamente ragione, mi sono cacciata in un grande guaio ed in questo momento vorrei tanto avere al mio fianco una presenza maschile che mi protegga e mi porti via da qui.
Ho la gola secca ed un'assoluta voglia di bere qualcosa per placare , in parte, lo spavento appena preso. Mi avvicino al bancone, un po' titubante sul da farsi. Se chiedo un bicchiere d'acqua fresca, sono sicura di ritrovare il barman davanti a me piegato in quattro dalle risate. Non posso entrare in un locale e chiedere un bicchiere d'acqua. Che figura ci farei?
Inizio ad osservare con cautela tutte le bevande colorate, appoggiate su una mensola lunghissima che si trova proprio di fronte a me.
- Cosa desidera?
Alla domanda del giovane barman, esito un po', poi rispondo :- Un Sex on the Beach, grazie!
Facendomi un cenno col capo, lui prende diverse bottiglie ed inizia a riempire il bicchiere.
Mi chiedo se stia facendo o no la cosa giusta. Non ho ancora raggiunto la maggiore età per bere e se qualcuno mi scoprisse, passerei dei guai seri. Il ragazzo che mi sta servendo non mi ha nemmeno chiesto la carta d'identità, come dovrebbe essere sua consuetudine.
Sono ancora in tempo per svelare la mia età ed evitare così di cacciarmi in qualche altro guaio , visto che la serata non si sta svolgendo nel migliore dei modi.
- Ecco a te cara !
Mi porge il bicchiere e mi sorride soddisfatto per il cocktail appena preparato.
- Grazie mille!
Prendo con cautela il bicchiere freddo ed inizio a sorseggiarlo dalla cannuccia, guardando di sottecchi il barman. Sembra non essersi per nulla accorto della mia minore età. Se non mi ha chiesto fin'ora la carta d'identità, vuol dire che potrò gustare la mia prima bevanda alcolica senza correre alcun rischio.
Mi siedo su uno degli sgabelli vicino al bancone e con molta tranquillità continuo a bere fino a quando il bicchiere diventa vuoto.
E' davvero buonissimo questo drink, è fresco e non troppo pesante. Ora capisco il motivo per cui molti miei amici più grandi ad ogni festa ne ordinavano in gran quantità.
Ne vorrei un altro, ma non so se riesco a reggere l'alcol.
E se poi non capissi più nulla come accade sempre quando si beve parecchio?
Lo so che due bicchieri sono pochi, ma visto che non ho mai bevuto prima d'ora, questi potrebbero bastare a farmi perdere completamente i sensi.
Spaesata, mi guardo attorno, come se volessi cercare qualcuno che più cosciente ed intelligente di me, possa portarmi fuori da qui per evitare di fare guai, ma ovviamente, chi potevo trovare se non gente sconosciuta?
Questa forse è la giusta serata per fare ciò che non ho mai fatto fino ad ora. Bere e divertirmi come fanno tutti i ragazzi della mia età. In fondo, cosa mi costa provarci?
Come se dentro il mio corpo ci fosse un'altra Alyssa, non quella paurosa ed indecisa, ma quella determinata e forte, ordino un altro drink e in pochissimo tempo lo finisco. Più bevo, più riesco a sentire l'alcol che inizia a salirmi in testa, e nello stesso tempo, continua a scendere giù per tutto lo stomaco.
Inizio quasi a non capire più nulla. Mi sento stranamente più contenta. Non ho più pensieri per la testa e lo spiacevole episodio accaduto con Lucas sembra svanire man mano dai miei ricordi.
Ora capisco perché le persone affrante e con un mucchio di problemi per la testa bevono.
Bevono per dimenticare e, anche se questa non è la giusta soluzione per star completamente bene, non si può comunque scartare.
Appoggio il secondo bicchiere vuoto sul balcone e ne ordino un terzo.
Il barman questa volta mi guarda con un'espressione un po' sorpresa, poi mi chiede : - Sei sicura di saperlo reggerlo?
Cavoli, ma si vede così chiaramente che non ho mai bevuto in vita mia?
- Si, voglio dell'altro.
-Va bene, ma cerca di contenerti, altrimenti poi starai male- mi avverte, guardandomi quasi con compassione.
Ma chi diavolo è lui per dirmi cosa posso o non posso fare?
- Portamene uno e basta - questa volta alzo il tono della voce, come se volessi imporgli un ordine , ricevendo da lui solo un'espressione quasi schifata.
Volta le sue spalle e per l'ennesima volta si applica nella preparazione del cocktail.
Quando finisce e lo posa sul bancone, mi rivolge di nuovo la parola:
- Ti do un consiglio. Se hai deciso di ubriacarti, ti conviene andare su qualcosa di più pesante.
Ok. Questo tizio ha deciso di farmi la paternale oggi? Prima vuole evitare di farmi bere ed ora mi dà addirittura dei consigli per ubriacarmi?
Bah, certo che le persone sono strane proprio.
La cosa che mi stupisce di più è che ha perfettamente capito la mia intenzione. Voglio ubriacarmi questa sera e visto che sono alle prime armi, forse ascolterò il suo consiglio.
Prendo il bicchiere e prima di iniziare a sorseggiarlo, mi rivolgo al ragazzo : - Cosa mi consigli come cocktail "pesante"? - lo sfido guardandolo diritto negli occhi mentre inizio a bere.
- Lascia fare a me, ok?
Mi fa un sorrisetto malizioso e si mette subito all'opera.
Inizia a prendere un sacco di bottiglie e a miscelarle tra di loro in un bicchiere molto più grande di quello che ho ora in mano.
Dopo pochi minuti ritorna di nuovo davanti a me porgendomi il bicchiere: - Ecco qui!
Dal colore marrone scuro, devo dire che non sembra per nulla attraente.
Corrugo un po' la fronte, guardandolo con aria interrogativa e lui precedendo la mia domanda, mi rassicura :
- Tranquilla, non è veleno. E'un cocktail molto gettonato da tutti. Come già ti ho detto prima, ha un gusto molto forte, ma fidati che lo apprezzerai.
Mi fa l' occhiolino e appoggiandosi con un gomito al bancone mi guarda impaziente, in attesa che io possa berlo.
Lascio il bicchiere da me preso prima mezzo vuoto, per sperimentare quest'altro alcolico che sembra quasi coca cola, visto così.
Lo ammetto. Sto esagerando con tutto quest'alcol, ma ho bisogno davvero di qualcosa che mi faccia dimenticare e non mi faccia piangere più per tutto il resto della serata. Non voglio pensare nemmeno alle conseguenze che questo mio gesto potrebbe portare.
La parola ordine che sto seguendo ora è "FREGATENE DI TUTTO E DI TUTTI E PENSA SOLO A TE STESSA".
Riguardo per l'ultima volta il liquido che presto entrerà a contatto con le mie papille gustative e chiudendo gli occhi lo butto giù.
Una freschezza mista a qualcosa di molto forte e acerbo invade la mia bocca, scendendo (forzatamente) all'interno del tubo digerente. Sento lo stomaco andare in fiamme, come se non volesse accettare questo liquido.
Vorrei sputarlo, ma non posso. Sono costretta ad ingoiarlo. Con molta fatica, faccio un piccolo sforzo e lo mando giù tutto. Quando riapro gli occhi vedo il barman ridere di buon gusto per la mia faccia schifata.
- Ma che diavolo di schifo mi hai dato? - chiedo, riprendendo il bicchiere di Sex on the Beach per contrastare il gusto forte del cocktail appena bevuto.
- Si chiama Long Island! Non eri tu quella che si voleva ubriacare? - mi chiede, quasi sfidandomi.
- Si, ma non volevo assaggiare di certo questa porcheria - gli rispondo, indicando il liquido marrone nel bicchiere.
Lui si mette a ridere per la mia reazione e alla fine conclude dicendomi : - Sai, sei davvero una ragazza buffa !
- Ehi, vacci piano con le parole, barman che si crede " io so tutto" - incalzo, iniziando a ridere senza motivo.
Credo proprio che l'alcool stia iniziando a fare il suo effetto.
Mi scappa da ridere per tutto ed in più la vista diventa sempre più offuscata. Le figure che vedo, non sono più nitide ma leggermente sfocate.
- Comunque piacere, il mio nome è John - il tipo "io so tutto" avvicina la mano verso di me.
- Piacere Alyssa - ricambio il saluto, sorridendo.
- Come mai una ragazza buffa come te sta tutta sola in un locale come questo?
- Punto primo non sono buffa, punto secondo non sono affari che ti riguardano - rispondo secca.
- Si che sei una ragazza buffa. Se non lo fossi stata, ti saresti accorta di tutta la vodka che sta colando sul tuo vestito e avresti smesso di bere - dice, appoggiandosi nuovamente con i gomiti sul bancone per godersi la scena.
Caspita, è vero. Devo essere davvero tanto brilla per non essermi accorta di questo dettaglio.
Lascio il bicchiere ormai vuoto sul bancone e cerco disperatamente dei fazzoletti per tamponare il vestito bagnato.
- Proprio non lo sai reggere l'alcol, eh?
- Proprio non riesci a farti i cazzi tuoi eh? - rispondo d'istinto, mettendomi subito una mano davanti alla bocca per la frase che mi è uscita dalla bocca.
Non posso essere io. In tutti questi miei diciotto anni di vita non ho mai risposto così ad una persona, ed invece ora l'ho fatto.
Il barman mi guarda con un espressione che non riesco a decifrare.
E' arrabbiato, sbalordito, preoccupato?
Boh, non lo so nemmeno io. Una cosa è certa : devo tornare immediatamente a casa se voglio evitare di fare ulteriori danni stasera.
Mi alzo dallo sgabello su cui mi ero seduta e con una frase rapida liquido John : - Scusami, non volevo essere così tanto scortese. Ora vado!
Senza nemmeno aspettare una sua risposta o vedere l'espressione del suo viso, mi dileguo tra la folla.
La testa inizia a girarmi, mentre le gambe sembrano non essere più in grado di sorreggermi.
Barcollo, cercando di appoggiarmi alle persone che incontro nel mio breve tragitto, venendo derisa e schivata da tutti che iniziano a prendersi beffa di me dandomi dell'ubriacona.
Vorrei tanto rispondere , ma non ci riesco. La mia risposta è solo una risata beffarda che esce senza un mio controllo diretto.
Mi sento impotente ed inerte. Non riesco più ad avere il comando del mio corpo e la cosa peggiore è che mi sento confusa, come se non ricordassi più nulla. La vista inizia ad annebbiarsi sempre di più , ed ogni figura davanti a me sembra essere una sagoma indefinita, priva di particolari.
Cerco in tutti i modi di strofinarmi gli occhi nella speranza di acquisire parte della mia ottima vista e, quando li riapro, vado a sbattere per l'ennesima volta addosso ad una persona.
Vorrei tanto sbagliare in questo momento e dire che forse sono troppo ubriaca per dirlo sul serio, ma purtroppo non è così. Davanti a me, c'è di nuovo il ragazzo che prima ha cercato di importunarmi.
- Ma guarda un po' chi si rivede!
Il suo sorriso finto, pieno di disprezzo nei miei confronti, inizia a farmi venire i brividi.
Anche se la memoria non mi aiuta molto, ricordo ciò che è successo poco fa quando ho incontrato questo sconosciuto. Lui ha cercato di toccarmi ed io con tutta la forza che avevo dentro di me gli ho dato un calcio diretto in mezzo alle gambe che lo ha distratto, dandomi il tempo necessario per scappare via da lui e dileguarmi nella folla.
- Sai bambola, non ci si comporta come ti sei comportata tu poco prima ... ricordati sempre che chiunque si mette contro Ben, ne pagherà le conseguenze!
La sua voce rimbomba nelle mie orecchie assieme alla musica sparsa nel locale, dandomi soltanto la conferma di ciò che avevo previsto appena l'ho riconosciuto. Sono nei guai e questa volta non posso farcela da sola.
E' vero, il mio cervello ragiona ancora, ma le altre parti del corpo sembrano ormai non rispondere a nessun mio comando.
La vista alterna momenti di annebbiamento totale, a momenti di temporanea stabilità, le gambe sembrano non reggermi più e la testa non fa altro che giocarmi brutti scherzi.
Il mio polso viene afferrato dal ragazzo che dice di chiamarsi Ben, con così tanta forza da bloccare la circolazione del sangue.
- Andiamo FUORI!
Mi trascina verso l'uscita del locale tenendo sempre ben stretto il mio polso che a momenti potrebbe diventare paralizzato e, nonostante la paura inizi ad invadere i miei pensieri, l'unica cosa che credo, sia da fare ora, è seguirlo. Non posso oppormi a lui, è troppo forte e, se riuscissi anche solo a liberarmi dalla sua stretta, non avrei via di scampo. Non riuscirei mai a fuggire nello stato in cui mi ritrovo.
Tra le persone che affollano il locale, cerco disperatamente qualcuno che possa darmi una mano, magari qualche conoscente che per puro caso si trova qui, ma nulla. Ci sono sconosciuti ovunque e per di più nessuno sembra essersi accorto di noi due. Sono tutti troppo indaffarati a divertirsi per accorgersi di quanto stia accadendo.
Una volta usciti fuori mi sento ancor più consapevole del fatto che se non faccio qualcosa potrei finire davvero in guai seri.
Davanti al locale c'è un pick up di notevoli dimensioni e di un nero metallizzato che viene aperto dal tizio attraverso il telecomandino che ha nella tasca destra.
Cerco di rallentare il passo e di oppormi alla sua forza cercando di svincolare il mio polso dalla sua mano.
- Cazzo fai?! Ora tu vieni con me. Ci divertiremo tantissimo puttanella!
A quelle parole la rabbia prende il sopravvento su tutta la tenacia e la calma che stavo cercando di avere da quando l'ho incontrato nel locale e, di scatto, con l'unica mano rimasta libera dalla sua presa, gli mollo uno schiaffo sulla guancia.
- Ma allora sei proprio una puttana tu!
Mi si avventa contro, facendomi andare a finire contro il parabrezza della macchina. Presa alla sprovvista da questa sua reazione, non riesco ad avere i riflessi pronti per appoggiarmi all'auto e sfortunatamente cado a terra andando a sbattere la testa contro lo specchietto destro laterale.
Il forte impatto non fa altro che peggiorare il mio stato salutare. Mi sento completamente stordita e la testa inizia a farmi male per davvero. Quando appoggio una mano sulla parte dolorante questa si sporca di sangue che inizia a colare copiosamente su tutto il braccio, accompagnato dalle lacrime che i miei occhi cacciano per il dolore assordante che sto provando.
- Ben ti sta sgualdrina da quattro soldi!
La sua voce soddisfatta si mescola alle urla di un ragazzo che correndo verso di lui lo spintona a terra, prima che questo possa tirarmi un calcio sul ventre.
Vorrei avere la forza di chiedergli aiuto e di implorarlo di portarmi via da questo posto orribile, ma il buio completo cala su di me, facendomi perdere completamente i sensi.
*** Spazio autrice***
Ecco un nuovo capitolo pronto per voi, carissimi wattpadiani!!!
In che guai si è cacciata la nostra Alyssa? Riuscirà a riprendere i sensi e a trovare un modo per ritornare a casa?
Fatemi sapere tutto ciò che pensate, ma soprattutto se è stato di vostro gradimento questo capitolo :)
Sappiate che sono davvero felicissima ogni qual volta leggo uno dei vostri tanti commenti. E' solo grazie a voi che questa storia sta continuando ad andare avanti <3 <3
Siete immensi! <3 <3
Ci vediamo al prossimo capitolo ;)
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Colgo l'occasione per consigliarvi la lettura di una bellissima storia d'amore. Si chiama "Credo di amarti" e la potete trovare sul profilo di sofi_306.
Io la sto leggendo e devo dire che mi ha colpita molto <3
Correte a leggerla!!!
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