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Capitolo 26


Dopo due ore ininterrotte passate tra acconciature, trucchi e abbinamenti vari di scarpe, vestiti, borse ed accessori, finiamo di ritoccare gli ultimi particolari e ci specchiamo soddisfatte per il nostro lavoro ben riuscito.

E' stato molto complicato scegliere l'outfit giusto per la serata e, solo dopo aver effettuato una serie di cambiamenti, ognuna di noi è riuscita a trovare il proprio abbinamento perfetto.

Ariana ha scelto di indossare un vestito nero di pizzo, corto fin sopra il ginocchio ed intrecciato dietro le spalle; Tracy ha optato per un abito lungo grigio perla, interamente pailettato; io invece, aiutata anche dal parere delle due cugine, ho scelto un vestito bianco con delle fantasie tendenti al rosa antico/marrone chiaro, il tutto arricchito da una collana che Ariana mi ha gentilmente prestato.

- Ora possiamo andare, siamo bellissime! Chissà se faremo qualche conquista! - nel dire questa frase, Tracy ha gli occhi che le brillano di gioia e di soddisfazione, mentre un leggero risolino scappa a me ed Ariana.

A noi due infatti, non servirà fare conquiste stasera. Avremo entrambe due bellissimi ragazzi che balleranno con noi.

Senza volerlo mi ritrovo subito a pensare a come possa essersi vestito Nick e a quanto possa essersi fatto bello per questa serata. Al sol pensiero di lui che balla con me, mi viene la pelle d'oca!

Spero solo che "Mister bellezza dell'anno" non sia ancora arrabbiato con Eric e che sia il solito ragazzo scherzoso e spensierato di sempre.

Non vorrei avere il piacere di rivederlo freddo nei miei confronti come oggi pomeriggio.

Prima di uscire, come ciliegina sulla torta, indossiamo i tacchi.

Non so per quanto tempo riuscirò a sopportarli visto che sono altissimi ed io non sono abituata a portarli. Li metto solo nelle grandi occasioni ed anche se stasera volevo evitare di usarli, Ariana e Tracy mi hanno costretta ad indossarli al posto delle Converse che, secondo loro, non erano per nulla adatte ad una serata in discoteca.

So perfettamente che hanno ragione, ma sui tacchi non mi sento per niente sicura! Immagino già la mia fatidica caduta da questi trampoli così alti mentre ballo con Nick. Non posso, anzi, non devo cadere! Conoscendolo, mi prenderebbe in giro per tutto il resto della settimana che passerà con me!

Quando tutto sembra apposto, usciamo dalla camera e bussiamo alla camera di Lily e Nicole per vedere se anche loro sono pronte. Non riceviamo alcuna risposta, a parte un "Bip" proveniente dal cellulare di Ariana.

- Oh, oh! Credo che stasera saremo le ultime ad unirci al gruppo! Ci stanno aspettando tutti giù nel giardinetto del Sonesta e manchiamo solo noi! - ci riferisce, dopo aver letto il messaggio che le è appena arrivato.

Ci affrettiamo a scendere le scale e, solo quando stiamo per varcare la soglia dell'hotel, mi rendo conto di non avere il cellulare con me. Lo cerco disperatamente in ogni tasca della borsetta, ma non avendolo trovato, deduco subito di averlo lasciato in camera di Ariana.

- Aly, cosa è successo?

- Credo di aver dimenticato il cellulare in camera tua, dentro la borsa non lo trovo!- rispondo, continuando a cercarlo nella speranza di trovarlo.

- Se vuoi ti do la card della stanza così vai a controllare, ma ti prego, non chiedermi di accompagnarti perché non voglio salire tutte le scale con i tacchi- mi scongiura, porgendomi direttamente la card.

- Tranquilla Ary, vado io! Voi due raggiungete gli altri e ditegli che sto arrivando!

Mi avvio rapidamente verso l'imponente scalinata, facendo attenzione a non inciampare sui tacchi e, quando arrivo al piano dove si trova la camera, dopo aver superato l'ultimo gradino di quella che mi è sembrata un'interminabile salita, mi appoggio affannata al corrimano.

Solo dopo aver ripreso un po' di fiato, raggiungo la stanza 210.

Passo la tessera nella serratura elettronica ed entro subito, premendo il pulsante della luce che si trova vicino alla porta.

"Ecco, dov'eri" penso, parlando ad alta voce senza nemmeno rendermene conto ed andando a prendere il telefono poggiato sul letto.

Quando sto per riporlo in borsa, il rumore della porta che si chiude alle mie spalle, accompagnato da quello dei passi di qualcuno sempre più vicino a me, mi fa raggelare, e per lo spavento, lascio cadere a terra il telefono insieme alla borsa.

Mi giro rapidamente ed appena i miei occhi si posano su di lui, mi si mozza completamente il fiato. Dio, quant'è bello!

Dire che quello che ho davanti è uno spettacolo divino, forse è anche poco!

- Non credevo di fare questo effetto sulle ragazze! - dice sarcastico.

- Nicholas Carter, non è colpa mia se qualcuno entra in camera senza preavviso. Mi hai fatto prendere un colpo!

Effettivamente ci è mancato davvero poco che mi venisse un infarto!

- Non sapevo che la camera di mia sorella fosse diventata la tua ora, mi sono perso qualcosa?- nel dire ciò, si avvicina in maniera molto sensuale a me, inarcando un sopracciglio.

- Sono venuta a prendere il telefono che ho dimenticato qui in camera... piuttosto, come mai tu sei qui e non giù con gli altri?- chiedo, con sguardo interrogatorio.

- Mi stavo preparando, ma a quanto pare qualcuno mi ha distratto... - si allontana un po' da me e si posiziona ad una distanza giusta per potermi squadrare da capo a piedi.

- C'è qualcosa che non va? - domando titubante, iniziando ad aver paura di non essere abbastanza carina, o addirittura di aver sbagliato a vestirmi in maniera troppo elegante. Forse ho esagerato.

Comincio a sentirmi sempre meno a mio agio vestita in questo modo, e la cosa viene peggiorata ancor di più dallo sguardo di Nicholas fisso su di me. E' così impegnato a guardarmi che , credo non abbia nemmeno fatto caso alla mia domanda.

Quando si accorge finalmente dell'imbarazzo che mi sta facendo provare, accenna un mezzo sorrisetto, si morde parte del labbro inferiore ed avvicinandosi nuovamente a me, sussurra al mio orecchio: - Sei bellissima! Penso che non riuscirò a staccarti gli occhi di dosso per l'intera serata - mentre pronuncia queste ultime parole, che non fanno altro che liberare e far svolazzare le farfalle nel mio piccolo stomaco, le sue labbra si muovono lentamente sul mio collo, come se volessero accarezzarlo, e le sue braccia mi attirano a sè. Chiudo gli occhi, gli circondo il collo con le braccia e mi lascio trasportare dall'ondata di emozioni che si appropriano di me.

Il profumo che sento ogni volta che gli sono così vicina, è qualcosa di inebriante , che rende il nostro contatto ancora più bello. E' tutto maledettamente e dannatamente meraviglioso quando sto con lui , che tutto ciò che mi circonda sembra quasi svanire.

Dal collo, le sue labbra salgono sempre di più, fino a quando non trovano le mie , che gli si avvinghiano contro.

Dopo poco tempo, mi ritrovo con le spalle al muro, con Nicholas che quasi mi schiaccia e preme avidamente le labbra sulle mie. Una sua mano scorre delicatamente sulla mia gamba, l'altra inizia a scendere sul mio fondoschiena ma, quando me ne accorgo, gliel'afferro e cerco di distaccarmi da lui.

- Credo sia ora di scendere, gli altri ci stanno aspettando, non credi? - ho le guance arrossate e sento le labbra gonfie a causa del lunghissimo bacio.

- Si hai ragione... anche perché se stiamo un altro po' da soli in questa stanza, non so cosa potrebbe accadere... - risponde, scrutandomi e facendomi l'occhiolino.

So bene a cosa si sta riferendo ed è proprio quello che ho cercato di evitare potesse accadere.

Nonostante sia così attratta da lui, non voglio andare oltre il semplice bacio. Non mi sento pronta e forse non lo sarò mai. Nella mia testa affiorano troppi brutti ricordi che mi impediscono di lasciarmi andare completamente a tutte le emozioni ed i sentimenti che provo verso di lui.

Lo guardo storto per l'ultima cosa che ha appena detto, ma lui, senza farsi intimorire, con aria maliziosa e furba, si avvicina per stamparmi un bacio casto sulle labbra che ricambio con molto piacere.

- Mi sono perso qualcosa?

Una voce, a me molto familiare, interrompe il nostro rapido bacio. Strattono involontariamente Nicholas per allontanarlo da me e mi ricompongo, cercando di essere più tranquilla del solito per affrontare ciò che mi aspetterà da questo momento, per tutto il resto della serata.

Nicholas non sembra affatto preoccupato, anzi, saluta l' individuo che si trova all'entrata della camera, facendogli una semplice domanda :

- Lucas, non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare in una stanza? - sorride per sdrammatizzare il tutto, poi, rendendosi conto dell'impassibilità mostrata dalla persona di fronte a lui, si gira verso di me cercando un aiuto, senza riceverlo del tutto.

Non so come comportarmi. Ora che mio fratello mi ha vista baciare Nicholas per me è la fine. Se prima non aveva le prove certe che tra me e lui ci potesse essere qualcosa, ora ne ha la certezza. Sono sicura che mi impedirà con tutte le sue forze di continuare ad avere una relazione ( sempre se così si può definire) , con lui.

Potrebbe addirittura dirglielo ai miei per peggiorare la situazione.

"Si prospetta una serata non molto tranquilla, carissima signorina".

Bene, come al solito la mia vocina interna non ha peli sulla lingua e non esita un attimo per mostrarmi tutti gli aspetti negativi della mia vita.

Prevedo un litigio colossale con mio fratello che non finirà per nulla bene. Scommetto che ora mi costringerà a tornare a casa, mandando in fumo la bellissima serata progettata con gli altri.

No, no e no! Basta! Perché dovrebbe rovinarmi la serata? Sono io la sorella maggiore e non lui, non posso ogni volta aver paura delle sue reazioni nel momento in cui mi vede da sola con dei ragazzi. Vuole che io rimanga single a vita?

Con questa certezza che mi scorre nelle vene, ritorno sicura di sé, pronta per fronteggiarlo come si deve.

- Nick, potresti lasciarci un attimo da soli? - chiedo in modo autoritario.

- Certo! Vado giù dagli altri ... vi aspettiamo?- mi lancia una rapida occhiata per capire se io voglia davvero rimanere sola con mio fratello e quando gli faccio un cenno di approvazione con la testa, senza nemmeno fiatare, sgattaiola fuori, seguito dallo sguardo torvo di mio fratello.

Bene. Che la battaglia abbia inizio, adesso!

Non appena Nicholas esce, mio fratello si chiude la porta alle spalle e si avvicina lentamente verso di me.

- E così, mentre io ero giù con gli altri ad aspettare te e a preoccuparmi perché pensavo ti fosse successo qualcosa visto che tardavi a venire, tu eri qui impegnata a baciarti con quello? - dice con le labbra serrate, cercando di mantenere il tono di voce il più pacato possibile.

Sono sicura che stia cercando di tenere a freno la rabbia per non urlare come un pazzo, come suo solito, e se non lo fa, è solo perché ci troviamo in una delle camere dell'hotel più lussuoso e frequentato di Fort Lauderdale.

- Prima cosa, "quello" ha un nome! Seconda cosa, mi dispiace averti fatto preoccupare inutilmente ma non l'ho fatto apposta. Ti chiedo scusa, ok?

Cerco di essere il più dolce e tranquilla possibile. In fondo ha ragione. Conosco fin troppo bene Lucas e se si comporta così nei miei confronti non è per cattiveria, ma solo perché vuole proteggermi. Vuole difendermi dalle malvagità del mondo che mi circonda e vuole fare di tutto affinché io possa vivere una vita felice, senza preoccupazioni , ma soprattutto senza eventi che possano turbarmi e farmi cadere in depressione come è accaduto cinque anni fa.

- No, nessun Ok! Tu non puoi nemmeno immaginare ciò che ho pensato potesse esserti accaduto! Sei stata qui per oltre dieci minuti e ti lascio immaginare i mille film mentali che sono frullati rapidamente per la mia testa. Mi sono precipitato per le scale di questo hotel di merda, a rischio di inciampare su qualche gradino, per poi ritrovare davanti a me, cosa? La scena di due piccioncini innamorati colti in flagrante nel bel mezzo di momenti amorosi! - parla così tanto velocemente che mi risulta quasi impossibile seguire il suo discorso.

Si ferma pochi secondi, giusto il tempo necessario per calmarsi e prendere un respiro profondo, poi, senza nemmeno guardarmi in faccia, con lo sguardo quasi perso nel vuoto, continua : - Scusami se sono sempre io quello iperprotettivo, il fratello rompicoglioni che non si fa mai gli affaracci propri! Anzi, sai che ti dico? SONO UN COGLIONE!

Giuro che in questo momento non so più se stia dicendo per davvero o no. Mentre pronuncia le ultime parole, inizia a ridere.

Una risata quasi isterica,come se fosse l'unica via di liberazione dalla rabbia.

Resto immobile a guardarlo con le spalle al muro e gli occhi che diventano man mano sempre più lucidi. Mi fa male vederlo così. Siamo sempre andati d'accordo noi due, mi sono sempre fidata di lui, è sempre stato un mio punto di riferimento, una persona pacata e sensibile, dolce ed affettuosa. Ed ora? Beh, non lo riconosco più.

L'unica cosa da fare è intervenire. Non posso rimanere qui in silenzio, devo parlare per fargli capire che sono responsabile delle mie azioni e che lui non può vivere con questo senso di protezione nei miei confronti per tutto il resto della sua vita.

- Lucas ... tu ... tu non sei un coglione! Che cosa diamine dici? Io lo so ...

Non mi lascia nemmeno il tempo di finire di dire ciò che penso, che subito controbatte: - Io non sarei un coglione? - inizia a guardarmi diritta negli occhi e si avvicina con la fronte alla mia.

- No.. Lucas ... - la voce non riesce ad uscire dalla mia bocca. C'è qualcosa in me che non me lo permette. Mi sento tremendamente in colpa, anche se non ho fatto nulla di così grave.

- Visto che non ci arrivi da sola, te lo spiego io allora il motivo!

Sono un coglione perché passo ogni singolo secondo a preoccuparmi per la tua incolumità mentre tu ne freghi e pensi solo a te stessa!Prova a metterti un po' nei miei panni ... secondo te è semplice dimenticare ciò che ho visto quella notte, eh? Non sai nemmeno tutta la paura che ho dentro di me ogni qual volta ti vedo con un ragazzo! Mi considererai pazzo, questo è vero, ma tu non potrai mai capirmi fino in fondo! Sono io quello che quasi ogni notte non riesce a dormire perché sopraffatto da incubi e da sensi di colpa per non essere stato in grado di evitare che accadesse ciò che è avvenuto.

Ed ora sai che ti dico? Da questo momento in poi non mi preoccuperò più per te, almeno avrò meno preoccupazioni per la testa e di sicuro tu potrai essere molto più libera e tranquilla senza un fratello rompipalle che ti segue e controlla ovunque tu vai! - sbatte un pugno contro l'armadio di fianco a noi , dandomi le spalle e andando verso l'uscita della stanza.

Le lacrime che ho cercato di trattenere durante tutto il suo discorso, iniziano a rigarmi le guance, scendendo lentamente sul collo.

- Lucas , ti prego, aspetta ... - tento in tutti i modi di alzare un po' di più il tono della voce per fermarlo, ma il groppo che si è formato in gola me lo impedisce, creando una sorta di barriera invisibile ed indistruttibile tra me e mio fratello.

Solo quando lui esce fuori sbattendo la porta e lasciandomi da sola nella stanza, scoppio in un pianto liberatorio accompagnato da singhiozzi inarrestabili e ripetuti.

Non riesco a non pensare ad ogni singola parola pronunciata da lui, la persona di cui mi sono sempre fidata e con cui non ho mai avuto un litigio così, fino ad oggi. Ogni parola che usciva dalla sua bocca, è stata una lama sottile che ha lacerato lentamente e atrocemente il mio cuore.

Tutta la corazza che avevo creato millimetro dopo millimetro, pezzo dopo pezzo attorno a me per essere forte con il mondo circostante, per andare avanti e superare tutto il dolore che si è impossessato di me dopo quel maledettissimo giorno, è andata completamente distrutta. Mi ci sono bastate poche ma pungenti parole per farmi crollare e farmi ritornare la ragazza debole e chiusa che ero pochi anni fa. Ora mi sento fragile, priva di quella forza che mi ha spinto ad andare avanti e a voltare completamente pagina, rendendomi una persona capace di superare tutte le debolezze e gli ostacoli che la vita ha in serbo per me.

Come piccoli pezzettini di un foglio strappato, i ricordi iniziano ad oscurare la mia mente, facendo in modo che ogni minimo dettaglio di quel 16 ottobre tornasse nitido e vivo.

Il momento in cui David mi bendò gli occhi, le sue mani schifose impegnate a toccare ogni minima parte del mio corpo come se fosse un oggetto, le lacrime che cadevano incessantemente sul mio volto, le mie urla, soffocate dal cuscino che veniva premuto violentemente contro il mio volto, la porta che si aprì di scatto e l'immagine di mio fratello che mi portò via da quel lurido mostro.

Tutto riaffiora nella mia testa. Nessun dettaglio viene risparmiato. Mi sento debole, come se un camion fosse appena passato sul mio corpo frantumandolo in solo e rapido colpo.

Mi accovaccio a terra , con le braccia strette alle mie gambe piegate e la testa poggiata sulle ginocchia.

Che cosa ho fatto di male per non poter vivere tranquillamente come tutti i ragazzi della mia età? Perché devo essere sempre preoccupata e attenta a tutto? Non posso essere spensierata come lo è Nicholas?

Se penso a lui, la prima cosa che mi viene in mente è la parola spensieratezza e libertà. Non c'è alcuna preoccupazione che incombe su quel ragazzo, riesce ad essere sempre così ... tranquillo e allegro.

Vorrei essere anche io come lui.

Continuo a piangere e a singhiozzare, sola in questa stanza, quando a un certo punto mi torna in mente un piccolo particolare che avevo dimenticato.

Gli altri mi stanno aspettando giù, e sono sicura che tra pochi minuti, non vedendomi arrivare, qualcuno salirà sopra per cercarmi. Non voglio assolutamente vedere nessuno, soprattutto nello stato in cui mi ritrovo ora. Odio farmi vedere piangere dalle persone, è simbolo della debolezza che fa parte di me e che io non voglio mostrare a nessuno.

Senza pensarci un secondo in più, mi metto in piedi e mi guardo allo specchio. Ho un aspetto pessimo in questo momento. Gli occhi sono gonfi e rossi, e non riescono a smettere di cacciare lacrime che si sono mescolate al nero del mascara. Con entrambe le mani inizio ad asciugarmi gli occhi, cercando di pulire le guance da tutto il trucco ormai sbavato.

Devo andarmene via da qui subito. Non so dove andrò o cosa farò stanotte, per ora l'obiettivo principale è quello di evitare chiunque mi conosca che potrebbe iniziare a fare domande a raffica per capire il motivo di questo mio stato d'animo. Ho bisogno di un po' di solitudine. Voglio stare da sola, svagarmi senza che nessuno possa dirmi cosa sia giusto o cosa non sia giusto fare. Osservo il mio telefono sul letto, lo prendo prima tra le mani , poi lo lascio ricadere su di esso. Non voglio essere rintracciata da nessuno. Convinta più che mai di quello che sto per fare , a passo svelto raggiungo la porta, ma prima che possa aprirla, il rumore dei passi di qualcuno nel corridoio, mi fa cambiare idea.

Corro immediatamente nella direzione opposta a quella da me presa in precedenza e senza rifletterci su nemmeno un attimo, apro l'armadio di Ariana che si trova di fianco al letto e mi nascondo al suo interno, facendo attenzione a non inciampare sui tacchi.

Se il mio istinto non si sbaglia, qualcuno del gruppo a momenti aprirà la porta per venirmi a cercare.

Come previsto la porta si apre.

- Aly, dove sei???


***Spazio autrice***

Buonasera mondo di wattpad! Eccomi qui con un nuovo capitolo pronto per voi ! ;)

So che negli ultimi mesi non sto aggiornando frequentemente come facevo nei primi tempi, ma credetemi, ho sempre mille impegni, e mi riesce difficile aggiornare più volte a settimana. Preferisco aggiornare con meno frequenza e scrivere capitoli più sostanziosi, piuttosto che aggiornare spesso, scrivendo capitoli non curati nei minimi dettagli!

Detto questo, vi lascio ai commenti ;)

Sappiate che ogni vostro parere mi rende sempre felicissima, quindi non esitate a dirmi tutto ciò che pensate su questo capitolo o sullo svolgimento della storia <3

Vi adoro <3

Anna

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