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Capitolo 23


Ho mangiato ben poco oggi, non so il motivo, ma non avevo molta fame.

La calma pomeridiana che si respira subito dopo pranzo mi invoglia ad andare in camera per schiacciare un leggero pisolino.

Mi distendo sul letto, abbracciando il cuscino come se fosse un grande e morbido peluche e, in pochi secondi, crollo in un sonno profondo e tranquillo.

Mi sveglio dopo quello che sembrava essere stato un sonno lunghissimo ed infinito, rimanendo invece sorpresa del fatto che, in realtà, ho dormito soltanto un'oretta.

Provo a chiudere nuovamente gli occhi per cercare di addormentarmi un altro po', ma purtroppo, il risultato è solo un continuo e tormentato girarsi e rigirarsi nel letto.

A questo punto il piano " dormiamo un altro po' " è andato completamente in fumo e, l'unica cosa da fare è quella di alzarsi dal letto.

Esco fuori dalla mia camera e mi rendo conto di essere da sola.

Immagino che il resto della famiglia sia già sceso in spiaggia da un pezzo e io non me ne sono nemmeno accorta.

Dalla finestra del soggiorno osservo il movimento che c'è sul lungomare di Fort Lauderdale: bambini che giocano tra di loro, ragazzini che vanno sulle bici o sugli skate, persone che passeggiano spensierate gustandosi un buon gelato.

Ok, ho deciso. Non passerò un secondo in più qui, in casa, da sola. Devo assolutamente uscire e, visto che in spiaggia non ci sarà nessuna delle mie amiche, opto per una passeggiata tranquilla in compagnia della musica.

Indosso shorts di jeans, una canotta bianca e Converse bianche, raccolgo i capelli in uno chignon alto e mi precipito fuori di casa.

Dopo aver collegato le cuffie al cellulare ed aver selezionato la mia playlist preferita, inizio a camminare sul lungomare senza una meta ben precisa. Sono così tanto spensierata che in questo momento scegliere un posto dove andare è l'ultimo dei miei pensieri.

Un gruppo di ragazzi, impegnati nelle loro acrobazie sugli skateboard, attira la mia attenzione e, involontariamente, vado a sbattere contro qualcuno che, afferrando subito i miei polsi, mi tira verso di sé per non farmi cadere.

Le cuffiette si sfilano automaticamente dalle orecchie subito dopo il forte impatto con il malcapitato, e io, senza aspettare un secondo in più, inizio a scusarmi con la persona di fronte a me.

- Mi scusi tanto ... - quando alzo la testa mi interrompo subito.

- Miss Anderson, la prossima volta faccia più attenzione, ma soprattutto, cerchi di non fissare troppo i ragazzi che stanno per strada altrimenti il suo FIDANZATO potrebbe ingelosirsi - mi guarda sorridendomi, accentuando nel suo discorso l'importanza del termine "fidanzato".

Non posso credere di essere andata proprio addosso a lui.

Non smette di fissarmi con quei suoi misteriosi e scuri occhi marroni, mentre le sue mani continuano a tenere stretti i miei polsi per non farmi perdere l'equilibrio.

- Mi scusi tanto allora, però ci tengo a precisare che non ho un fidanzato - lo guardo con aria di sfida e, dalla sua espressione, capisco che è compiaciuto per questa mia risposta.

- Sei davvero sicura di non avere un fidanzato?

Il suo viso si avvicina sempre di più al mio, provocando un'accelerazione istantanea del mio battito cardiaco, che inizia a far svanire quella sicurezza e decisione che avevo prima. Sono qui, ferma davanti a lui, a pochi centimetri dalle sue labbra e con le mani imprigionate nelle sue.

Cerco in tutti i modi di non fissare le sue labbra perfette che sono una calamita per le mie e, con le poche forze che mi rimangono, sussurro:

- Non ho un fidanzato!

Le mie parole non sembrano averlo demoralizzato, anzi, forse sono proprio quelle che Nicholas voleva sentirsi dire. Le sue labbra si appoggiano immediatamente sulle mie, che non possono fare a meno di iniziare a muoversi allo stesso loro ritmo calzante.

Non aspettavo altro che un suo bacio, ogni volta che lo vedo, è come se nel mio corpo si attivasse un meccanismo in grado di far crescere in me questa voglia matta e disperata.

Sto gustando al meglio questo bacio inaspettato, meravigliandomi del fatto che non ci sia stato ancora il contatto tra le nostre lingue.

Se non lo fa lui, lo faccio io. E' più forte di me e non resisto a questa tentazione.

La mia lingua sta per entrare in intimità con la sua bocca, ma senza un buon risultato purtroppo. Nicholas si allontana di scatto, lasciandomi confusa e molto imbarazzata per questo mio gesto. Vorrei tanto sotterrarmi in questo momento.

Perché si è allontanato? Non ha più piacere a baciarmi?

La sua reazione mi sembra a dir poco strana ed è bastata per far svanire la bellissima atmosfera che si era creata.

Notando la perplessità ben evidente sul mio volto, si schiarisce la voce e si prende beffa di me, dicendomi: - Non siamo fidanzati, ricordi? - mi da un piccolo schiaffetto affettuoso sulla guancia e mi fa l'occhiolino.

L'ha fatto apposta. E' sempre il solito stronzo e non cambierà mai. Mi sembrava troppo strana tutta questa gentilezza e dolcezza nei miei confronti. Certo, ora mi sento sollevata al sol pensiero che si è distaccato dalle mie labbra, non perché non provasse più piacere nel baciarmi, ma perché faceva parte del suo piano, a quanto pare ben riuscito, ma sono rimasta delusa per non essere riuscita a baciarlo a dovere.

Non posso accettare di diventare la sua ragazza, e se sta usando i suoi baci per ricattarmi, sta sbagliando di grosso. Resisterò a questa tentazione, deve capirlo anche lui che tra di noi non potrà mai funzionare.

- Hai ragione, non siamo fidanzati - così dicendo, mi svincolo dalla presa delle sue mani e faccio per andarmene.

- Dove te ne vai tutta sola in giro per Fort Lauderdale? - domanda, sbarrandomi la strada come suo solito.

- A fare una passeggiata tranquilla - rispondo, facendo finta di scegliere una nuova canzone da far partire sul telefono appena sarò di nuovo sola.

- Anche io stavo andando a fare una passeggiata da solo, che coincidenza!

Ho la strana sensazione che mi stia dicendo una balla, quindi senza nemmeno pensarci, alzo il viso e mi concentro sull'espressione dei suoi occhi. E' l'unico metodo che riesco ad usare per capire quando mi dice la verità o quando mente. I suoi occhi sono come un libro aperto per me e di questo ne sono contenta, vuol dire che ho capito qual è il suo punto debole.

Sta mentendo, ne sono sicura.

- Nick, è una scusa, non ti credo - dico incrociando le braccia.

- Va bene, la verità è che stavo andando in spiaggia, poi per caso ho incontrato una bella ragazza che mi è venuta contro e così ho cambiato idea. Ho deciso di fare anche io una passeggiata con lei. Posso mai lasciarla da sola secondo te? - si passa una mano attraverso il ciuffo che gli cade sugli occhi e mi fissa.

Perché è l'unica persona capace di dire un sacco di cose stupide ma significative allo stesso tempo?

Non posso non ridere per questa spiegazione inventata al momento, sembrerà così banale, ma sono convinta che, se davanti a me ci fosse stato qualsiasi altro ragazzo, di sicuro non sarebbe stato in grado di darmi risposta migliore di questa.

- Ma sei sempre così scemo tu?- gli chiedo divertita.

- Può essere. Ma gli scemi conquistano sempre, ricordatelo!

- Non sempre - controbatto, anche se gli do pienamente ragione.

Se non fosse stato così tanto scemo e divertente, sono sicura che non mi sarebbe piaciuto per niente.

I ragazzi troppo seri non hanno mai fatto per me.

Lui mi fa un sorrisetto malizioso per nulla convinto della risposta, quindi, per evitare di arrossire, cambio subito argomento: - Allora che si fa?

- Una passeggiata, a meno che tu non abbia cambiato idea.

- No, non ho cambiato idea - rispondo tutta d'un fiato.

Non potrei mai cambiare idea. Fosse per me, passerei intere giornate in sua compagnia, sicura di non averne mai abbastanza. Ogni singola esperienza fatta con lui, diventerebbe un bellissimo ricordo da dover conservare con cura.

Iniziamo a camminare verso la direzione che stavo seguendo poco prima di incontrarlo, ma lui, fermandosi improvvisamente, mi guarda per un po' di tempo come se stesse pensando a qualcosa, poi prendendo la mia mano, mi conduce rapidamente con lui nella direzione opposta a quella che stavamo percorrendo.

- Perché hai cambiato strada? - gli chiedo incuriosita.

- Mi è venuta un'idea - gli brillano quasi gli occhi quando me lo dice.

Vorrei proprio capire che cosa ha in mente, ma voglio evitare di fare domande, anche perché a momenti, credo che sarà lui a darmi qualche spiegazione. Lo seguo aumentando un po' il passo e, solo quando attraversiamo la strada per arrivare dalla parte opposta al lungomare, capisco che stiamo andando verso l'hotel Sonesta.

- Aspettami qui, vengo subito - mi avverte Nick, prima di entrare all'interno della struttura.

Annuisco ed attendo con impazienza il suo arrivo per capire che cosa stia combinando. Il telefono mi vibra in tasca e quando lo prendo, mi accorgo di avere dei messaggi da leggere da parte di Emily e Julia, che mi chiedono entrambe come sta procedendo con Nick. Non so se si sono messe d'accordo, ma se non l'hanno fatto mi spaventano, vuol dire che sono telepatiche. Invio un rapido messaggio ad entrambe in cui le rassicuro che sta andando tutto bene e che se ci dovessero essere novità le terrò sempre aggiornate, poi, quando sento il cancello dietro le mie spalle aprirsi, infilo il telefono in tasca e mi volto.

- Sei pronta per un giro in bici con me? - guarda divertito l'espressione del mio volto, poi sale in sella ed aspetta che io mi metta dietro di lui.

- Posso stare tranquilla? - è una domanda retorica, perché già so che è in grado di portare una persona dietro di lui in bici senza perdere l'equilibrio, ma voglio comunque sentirmi dare una risposta da lui per essere più sicura.

- Non ti fidi di me? - mi guarda accigliato e capisco che posso fidarmi e stare tranquilla.

Nicholas sa quello che fa, e questo l' ho capito dal primo momento in cui ci siamo visti. Se fa una determinata cosa, è perché ha la certezza di saperla fare.

Senza nemmeno rispondere, mi sistemo dietro di lui, sul così detto portapacchi e per non perdere l'equilibrio, appoggio le mani sulla sua vita.

Inizia a pedalare molto tranquillamente, e devo ammettere che questa tranquillità, se da una parte mi fa rilassare, dall'altra mi fa anche preoccupare. Non è da Nicholas essere così tanto calmo e cauto.

Attraversa con molta prudenza la strada principale e solo quando raggiungiamo il lungo mare affollato di persone, mi avverte: - Tieniti forte, ora inizia il bello!

Sto per replicare, ma non me ne dà nemmeno il tempo per farlo. La bici acquista sempre più velocità e, nonostante ci siano un sacco di persone che passeggiano spensierate, Nick riesce comunque a farsi spazio tra loro, suonando il campanello. Iniziano tutti a spostarsi per evitare di farsi "investire" e le parolacce non tardano ad arrivare.

Sono troppo divertita da questa scena, anche se ho paura che prima o poi Nicholas perda l'equilibrio e vada a sbattere contro qualcuno.

- Nick, fermati, ti prego! - spero con tutta ma stessa che mi senta, anche se ne dubito, visto che ora si è messo anche a canticchiare una canzone.

Per attirare la sua attenzione gli faccio qualche pizzicotto sui fianchi, ma lui, anziché rallentare e darmi ascolto, gira la testa verso di me per guardarmi, col rischio di prendere qualcuno davanti a noi.

- Guarda avanti! - lo rimprovero.

Ovviamente per una buona volta non può darmi ascolto, altrimenti non sarebbe lui. Si rigira dietro per farmi arrabbiare e per guardarmi divertito più che mai nel vedermi terrorizzata per questa corsa in bicicletta e, solo quando si accorge che stiamo per andare a schiantarci contro un palo, finalmente riprende il controllo della bici senza fare più di tanto lo sbandato.

C'è mancato poco a farmi venire un infarto. Con questo ragazzo non si può mai stare troppo tranquilli.

- Nick, frena e fammi scendere immediatamente, non mi fido più di te!

La bici si ferma dopo il mio comando e quando tolgo le mani dalla vita di Nicholas per scendere, ecco che questa riparte immediatamente, facendomi aggrappare più forte di prima a lui per non cadere.

- Dico, ma sei cretino?

Non ricevo alcuna risposta, oltre alle sue risate e agli slalom che sta facendo con la bici tra una persona e l'altra.

Mannaggia a me e a quando mi sono fidata di salire su questa bici con lui. Sbaglio sempre a dare troppa fiducia alle persone e questo è il risultato.

Ora correrò il rischio di tornare a casa con una gamba fratturata, un braccio pieno di lividi, graffi ovunque, per colpa della disattenzione di questo ragazzo!

Il cellulare inizia a squillare, ma non posso prenderlo poiché si trova nella tasca degli shorts e l'alta velocità a cui stiamo andando, non mi consente di fare alcun movimento.

Nicholas frena di colpo , poi, girandosi verso di me, dice: - Perché non rispondi?

Ora mi chiede anche il motivo per cui non rispondo al telefono?

Alzo gli occhi al cielo e rispondo al telefono senza nemmeno vedere chi sia.

- Pronto?

- Ehi Aly, scusami se ti disturbo, volevo chiederti se stasera potevi passare prima delle 21.00 da me.

E' Ariana e dalla voce sembra che mi stia quasi pregando di non rifiutare la sua richiesta.

- Certo, stai tranquilla! E' successo qualcosa?

- No, no ... vorrei parlarti solo di una cosa e chiederti un consiglio. Sei l'unica di cui posso fidarmi!

Sono davvero curiosa di capire cosa vorrà chiedermi stasera, percepisco dalla sua voce un lieve imbarazzo, ma non posso fare più altre domande visto che, vicino a me, c'è Nicholas che potrebbe sentire. Da quando ho iniziato questa conversazione non fa altro che imitare tutto ciò che dico come un pappagallo, facendo delle facce buffe per farmi ridere e cercando in tutti i modi di avvicinarsi a me per capire chi sia la persona che mi ha appena chiamata.

Solo quando chiudo la conversazione dicendo "Ciao Ary, a stasera allora", capisce che è la sorella e mi lascia in pace.

- Ma non riesci proprio a fare il serio?

- No, e so già che ti piaccio così come sono, quindi non farò mai il serio.

- Ricordati che tanta sicurezza a volte fa male! - sospiro.

- Per niente proprio! - ribatte divertito.

Non ho mai conosciuto una persona più sicura di lui. Lo invidio molto perché è come se avesse una barriera davanti a lui che nessuno riuscirà ad abbattere, eppure, nonostante tutto, ho come un presentimento che mi avverte di stare ben attenta e di non farmi ingannare da ciò che vedo.

La sua sicurezza così troppo evidente potrebbe essere anche solo un'arma che lui usa per nascondere la sua fragilità o timidezza.

- Visto che ci è voluta la santa telefonata di tua sorella per convincerti a frenare, ti avverto che io sulla bici con te non ci salgo più - lo ammonisco, scendendo dalla bici prima che possa ripartire.

- Non mi dire che hai paura per qualche slalom fatto qua e là! - mi sta provocando solo per fare in modo che salga di nuovo su quella bici con lui, cosa che non farò mai più se voglio salvare non solo noi, ma anche le persone che ci circondano.

- Si ho paura, ok? C'è qualche problema?

- Si che c'è il problema. Se tu non vuoi venire più in bici con me, mi dici come faremo a ritornare indietro?

Cavolo. Ha ragione.

Abbiamo fatto parecchia strada, e dover tornare indietro a piedi, non è un'idea che mi entusiasma molto.

Vedendo che tardo a dare una risposta, Nick mi anticipa, facendomi una proposta strampalata: - Facciamo così, visto che proprio non ti fidi di me, perché non pedali tu e io sto seduto dietro di te?

Come facciano a venirgli in mente certe idee, proprio non lo so. Una volta ho provato a portare con la bici una mia amica, ma con un solo risultato: la nostra caduta, che per fortuna, ha portato soltanto a qualche graffio e livido qua e là sulle parti scoperte del corpo. Credo che non sia una buona idea riprovarci,potrei fare soltanto una pessima figura con Nicholas.

- Non è una buona idea - taglio corto.

- E perché mai non dovrebbe essere una buona idea?

Vorrei non dovergli dire la verità, ma mi sembra l'unica cosa da fare in questo momento: - Non sono in grado di portare una persona con me sulla bici - non lo guardo nemmeno, tanto già so che inizierà a prendermi in giro per questa cosa.

- Ci proviamo. Qual è il problema?

Fatico a crederci che non si sia messo a ridere come suo solito e che, al contrario, è qui per darmi l'opportunità di provarci. Davvero mi sarei aspettata di tutto da lui, eccetto che questa proposta.

- Se vuoi salvarti da qualche possibile caduta, sei ancora in tempo per farlo - lo voglio avvertire per fargli capire a cosa andrà incontro, se mi farà mettere alla guida della bicicletta.

- Sai che mi fido di te, quindi andiamo - si siede sulla parte posteriore della bici, poi, rendendosi conto che sono rimasta in piedi a fissarlo quasi sconvolta, mi fa segno di prendere posto.

Nessuno ha mai avuto così tanta fiducia in me. Se fosse stata qualsiasi altra persona, sono più che sicura che avrebbe preso in considerazione la mia raccomandazione, e non mi avrebbe lasciata certamente guidare la bicicletta. Lui invece è qui pronto a rischiare, fiducioso in me, e non è la prima volta che lo fa. Durante la partita di beach volley poteva scegliere Susan come giocatrice della sua squadra, ed invece ha rinunciato a lei per scegliere me. Ora poteva tranquillamente mettersi a ridere di me e convincermi a farmi portare da lui in bicicletta, e non l'ha fatto. Questi gesti potrebbero sembrare piccoli e banali, ma per me non lo sono. Sapere che Nick crede in me, è una forza in più per superare le mie paure ed insicurezze, ma soprattutto per mettermi in gioco, e di questo gliene sono grata.

Può essere stronzo e menefreghista quanto vuole lui, ma in certi momenti, dimostra di essere proprio l'opposto.

Gli faccio un sorrisetto che lui ricambia subito, e mi siedo sulla sella. Devo riuscirci, anche se ne dubito.

- Sei pronto? - lo sprono ridendo.

- Prontissimo!! - mi risponde con tutto l'entusiasmo possibile.




***Spazio autrice***

Buonasera bellissimi!!!

Ecco qui un nuovo capitolo pronto per voi!!! Come potete ben vedere è ritornato in scena il nostro tanto atteso Nicholas ;) vi è mancato vero?

Fatemi sapere cosa ne pensate attraverso le stelline e i commenti <3

Un grosso bacio a tutti voi che mi state supportando <3

Vi voglio bene



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