Prologo
Harry sbuffò spazientito e si guardò intorno, seduto con le gambe a penzoloni su quel lettino d'ospedale. Non che fosse la prima volta, ma stavolta era stato attento. Come mai, era stato prudente alla guida.
"Harry" lui alzò lo sguardo verso l'infermiera. "Mi sorprende che tu non abbia nulla di grave questa volta."
"Ammetti che sei contenta di rivedermi."
"Come, non lo sapevi? Ho una cotta segreta per te, prego sempre che tu ti faccia malissimo da correre qui, affinchè io possa prendermi cura di te."
Harry scoppiò in una risata genuina.
"Puoi andare, testa calda. E cerca di non farti più vedere... almeno non in ospedale."
Harry scese dal lettino con uno scatto di bacino, passò di fianco all'infermiera e lasciò un bacio fugace sulla sua guancia, guardando il rossore formarsi lento sullo strato di pelle bianco latte.
Decise di fermarsi al distributore di merendine per sgranocchiare qualcosa. Acquistò una barretta al gusto fragola e si sedette in sala d'attesa.
Spostò l'attenzione sul gruppetto di fronte a lui che discuteva animatamente, mentre uno di loro li guardava senza fiatare. Sembrava gradisse lo spettacolo.
Poi all'improvviso, il ragazzo in questione prese in mano la situazione e mise a tacere gli amici per un secondo.
"Perché dovete sempre comportarvi come due quindicenni? Mi chiedo ancora cosa ci faccio qui."
"L'uscita è sempre da quella parte" gli fece notare uno degli amici: Oli, un metro e sessantacinque, capelli color rame e occhi neri come il carbone.
"E la macchina con la quale siete venuti è sempre la mia, quindi se non volete tornare a casa con i vostri stessi piedi, il mio culo resta piazzato qui e parlo quando mi pare. Abbiamo tutti il diritto di parola, no?" sorrise alla fine Louis.
"Non se devi immischiarti in fatti che non ti riguardano" aggiunse l'altro amico: Edward, capelli color carota e con il collo completamente tatuato.
"I vostri fatti non sono anche i miei? Strano, credevo fossimo un gruppo."
"No, se devi giudicare senza conoscere."
"E non ho ancora detto niente più di quello che dovreste già conoscere, l'uno dell'altro. Vorrei tanto sapere cosa ne pensi di quando Oli non è potuto venire al funerale di tuo fratello, perché aveva appuntamento con Lee al parco. Evidentemente, quella che ti aveva procurato non è stata di tuo gradimento, fratello. Pensavo fossi uscito dal giro" si rivolse all'amico con un sorriso strafottente sul volto.
E quel sorriso contagiò anche Harry. Nel frattempo, quest'ultimo, aveva acquistato una seconda barretta dal distributore, insieme ad un succo di frutta alla pesca.
Lo spettacolo prometteva un finale con i fiocchi e non aveva nessuna intenzione di perderlo. Forse alla fine si sarebbe anche complimentato con l'attore.
Edward aveva contratto la mascella, mentre Oli non era più al suo fianco.
Louis puntò gli occhi sul secondo, "E tu ti sei mai chiesto perché con Maya non è andata a finire bene? Edward le diceva che avessi il pene piccolo, con una forma simile ad un tappo di bottiglia e che non era il caso di dartela, perché preferisci prenderlo nel culo."
Oli gettò uno sguardo pieno di rabbia e delusione verso Edward, il quale non si lasciò intimorire.
"Oh-ehm... alla fine se l'è scopata. Piaciuto il film?" aggiunse Louis.
Ad impedire i due di prendersi a pugni, davanti a tutti, fu l'infermiera seguita da Vince, l'ultimo del gruppo.
"La prossima volta state attenti, per un pelo non ci rimetteva la spalla. Assicuratevi che la vostra macchina sia a posto, prima di fare qualche altro casino. Potete andare ragazzi."
Harry constatò, quindi, che fossero stati loro a tamponare la sua preziosa Mercedes-Benz bianca, un'ora fa. Gli era costata una vita... o più di una.
Si accorse del ragazzo dalla lingua lunga, quando si avvicinò al distributore e selezionò un thè caldo al limone. Decise, così, di cogliere la palla al balzo.
"Posso avere un autografo?"
Lui lo guardò con un cipiglio sul viso, mentre ritirava la sua bevanda.
"Per il film. Ottima interpretazione."
Louis si morse il labbro inferiore, prima di passarci la lingua sopra. "La prossima volta ricordati di comprare il biglietto."
"Mi avete tamponato la macchina, adesso siamo pari."
Louis sgranò gli occhi e quando Harry si alzò, lo seguì fino all'uscita. "Come posso farmi perdonare?"
"Prima fate il misfatto, poi volete pagare il danno?" chiese divertito Harry aprendo la portiera della sua auto.
"Dico sul serio!"
Harry sospirò. "Come ti chiami?" l'altro si appoggiò al finestrino, "dimmelo, e il tuo debito sarà estinto.".
Louis cercò di reprimere il sorriso. Tutto sommato quel ragazzo misterioso era davvero sexy: indossava un semplice maglione di cotone floreale con una scollatura abbastanza larga e che lasciava intravedere il tatuaggio di due rondini gemelle; le dita erano decorate da numerosi anelli in oro e qualcuno d'argento. Le sue mani erano tremendamente eccitanti, ferme e contratte al volante. Una croce tatuata sul dorso della mano destra.
"Louis. E tu?"
"Harry. Sono sicuro che ci rivedremo, Lewis."
Harry premette sull'acceleratore e partì a tutta velocità.
"È Louis" sussurrò Louis guardando la macchina lasciarlo solo e sfrecciare via, lontano da lui.
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