6.
Quando Louis aveva scritto quella canzone, sapeva che ne avrebbe avuto bisogno, ma era spaventato.
Diventò un peso che avrebbe dovuto togliersi dal petto. Il prima possibile.
Era solito affidarsi a sua madre per un sacco di cose. Ogni volta che aveva bisogno di consigli su qualcosa, lei era la prima chiamata che faceva.
Con quella canzone non voleva che la gente si lasciasse prendere dalla tristezza, quella canzone sarebbe dovuta essere piena di speranza.
"Grazie" sorrise al commesso mettendo tutta la roba in un sacchetto e uscendo dal supermercato.
Tornato a casa spalancò le finestre, lasciando chiusa la zanzariera. Usava la luce del giorno per illuminare la casa, almeno in quel lasso di tempo in cui il sole era ancora alto.
A breve gli sarebbe arrivata la bolletta da pagare e aveva lo stretto necessario per saldarla. Dopodichè, non gli sarebbe rimasto nulla.
Non vedeva l'ora di ritirare lo stipendio di quel mese. Quello che Mason aveva promesso di aumentargli.
Si diresse verso la cucina e aprì il frigorifero. Lo riempì di tutto quello che aveva acquistato. E sorrise al ricordo della sera precedente... con Harry.
Cercò il cellulare con lo sguardo e quando lo trovò scrisse un messaggio.
Aspettò impaziente la risposta, nel frattempo chiuse il frigorifero, non prima di aver preso il cartone di latto scremato.
Dalla dispensa raccolse una bustina di thè ai frutti di bosco e miele e riempì il bollitore d'acqua, prima di metterlo sul fuoco.
D'un tratto il cellulare lo avvisò di una notifica.
Louis: Il mio frigorifero adesso è pieno
Harry: È un invito?
Louis: Puoi interpretarlo come vuoi
Harry: Già ti manco?
Louis: Ho un debito da saldare, non credi?
Harry: Pensavo l'avessi già fatto ;)
Louis sorrise e il bollitore fischiò. Versò l'acqua calda nella sua tazza preferita e immerse la bustina.
Immediatamente un odore dolcissimo di miele si propagò nella stanza. Aggiunse alla bevanda calda un goccino di latte e poi andò a sedersi comodo sul divano.
Louis: Manca un pezzo della canzone che non ti ho cantato. Detesto lasciare le cose a metà
Harry: O semplicemente speri che vada a finire come ieri sera?
Louis: Vieni qui e scoprilo
Harry: Cosa ti piace mangiare di solito?
Louis: Mangio di tutto. Ti aspetto alle 8!
Harry lasciò cadere il telefono sulla pancia e sospirò guardando il soffitto. Incrociò le braccia al petto e chiuse gli occhi, lasciando che il capo si appoggiasse al muro di dietro.
Le luci si spensero e udì dei passi avvicinarsi. Si sollevò un poco per scoprire a chi appartenessero.
Niall si accorse di lui nella penombra. "Sto andando via. Ti serve qualcosa?"
"No, grazie."
"Notizie da Simon?" domandò Niall.
"Niente."
L'amico accennò un sorriso. "Andrà tutto bene. Ci sentiamo dopo."
"Nì" lo richiamò Harry.
"Si?"
"Ehm-" deglutì, "ti voglio bene."
Niall rise di cuore, "Awwwww, anche io!" gli saltò addosso ed Harry ribellandosi riuscì a scappare dall'abbraccio.
"Va' via, o ci ripenso!" esclamò sistemandosi i capelli.
Il biondo saltellò fuori dall'appartamento e Harry rimase fisso a guardare la porta che si chiudeva.
"Ho una brutta sensazione" mormorò.
L'ascensore si fermò e le porte si aprirono.
Harry ne uscì con due cartoni di pizza su una mano e sopra di essi un sacchetto, contenente una lattina di birra.
Appena alzò lo sguardo dai suoi piedi incontrò quello di Louis, appoggiato con una spalla allo stipite della porta d'ingresso.
"Una mano sarebbe ben accetta. L'ultima volta ti ho aiutato con le buste" gli si avvicinò Harry.
Louis ridacchiò e prese il sacchetto dove c'era la bevanda, dandoci prima un'occhiata.
"E tu cosa bevi?"
"Acqua. Ce l'hai in casa?"
"Spiritoso."
Louis poggiò il tutto sul tavolino basso di fronte al divano, in seguito andò a recuperare una brocca trasparante d'acqua.
"Quindi devo dedurre che sei astemio" disse quando fece ritorno dalla cucina.
"Non fraintendermi, mi sono ubriacato alcune volte, ma preferisco astenermi."
Louis tagliò in quattro spicchi la pizza e fece la stessa cosa con quella di Harry.
"Grazie, dolcezza" sorrise Harry sporgendosi verso di lui per baciarlo sotto l'orecchio.
"Rimandiamo queste effusioni a dopo" lo allontanò Louis addentando il pezzo di pizza per celare il suo imbarazzo.
"Mi stai dicendo che vuoi ripetere l'esperienza?" chiese Harry con un ghigno malizioso.
"Sei un pallone gonfiato, ma scopi meglio di tutti quelli con cui sono stato" bevve un sorso di birra alla fine e afferrò il telecomando, sperando che la televisione potesse salvarlo da quella situazione.
Quando finirono di mangiare, non si preoccuparono subito di pulire. Restarono seduti sul tappeto, con i cartoni di pizza aperti abbandonati sul tavolino.
"Mi fai sentire l'ultimo pezzo?" Louis annuì e recuperò la chitarra che aveva lasciato appoggiata al bracciolo del divano.
Abbracciò lo strumento, poi pizzicò le prime corde.
I could feel your blood run through me,
you're written in my DNA
Harry schiuse le labbra e sentì il cuore battere forte nel petto.
Looking back in every mirror
I know you'll be waiting,
I'll see you again
Louis chiuse gli occhi.
But you once told me, don't give up,
you can do it day by day
Harry accennò un sorriso che l'altro non vide.
So I will keep you day and night,
here until the day I die,
I'll be living
one life for the two of us
Louis riaprì gli occhi.
I will be the best of me,
always keep you next to me,
I'll be living
one life for the two of us
Depositò la chitarra per terra sentendo le lacrime pungere dietro gli occhi e si schiarì la voce.
"Sono una persona abbastanza positiva, ma per quello che mi è successo non avevo altra alternativa che essere triste. Non voglio che le persone diventino tristi" spiegò bagnandosi le labbra, "mia madre che era un’ostetrica di professione, era impegnata nel sociale e avevamo organizzato insieme il Cinderella Ball, un evento di beneficenza dedicato ai bambini e adolescenti terminali. Lei stessa, poi, scoprì di essere malata, qualche mese dopo."
Harry sbattè le palpebre. "Mi dispiace" fu un piccolo suono, quasi un mormorìo.
Louis sorrise. "Sai, le ho promesso che mi sarei messo a cercare qualcuno che mi avrebbe voluto bene. Non le piaceva più sapermi solo."
Harry ricambiò il sorriso. "E lo hai mai trovato?"
"No, ho smesso di cercare."
"Perchè?"
"Ho imparato che, quello che cerco è che mi dia l'idea che sia una cosa giusta. La chiave è, in realtà, non cercare niente. Perché quando lo trovi te ne rendi conto."
_
[Riesco a sentire il tuo sangue scorrere in me
sei scritta nel mio DNA
guardando indietro in ogni specchio
so che stai aspettando
ti vedrò di nuovo
Ma tu una volta mi hai detto “non mollare
puoi farcela, giorno per giorno”
Così ti terrò con me, giorno e notte
qui fino al giorno in cui morirò
vivrò una vita io per noi due
Sarò la versione migliore di me
tenendoti sempre accanto a me
vivrò una vita io per noi due]
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