16.
18 mesi dopo
"Perfetto, ci sarò. Voglio Michael alla chitarra" disse Louis sorridendo al telefono, pur sapendo che nessuno lo stesse realmente guardando. Poi chiuse la chiamata e lasciò il telefono sul tavolino.
Era ancora tutto così irreale.
Diciotto mesi prima, quella chiamata aveva cambiato la sua vita ed era volato negli Stati Uniti.
Esattamente settantotto settimane e cinquecento quarantasette giorni prima Harry era scomparso dalla sua vita, abbandonandolo a quello che gli era rimasto di quel sentimento: il dolore e la consapevolezza di aver vissuto un'esperienza unica.
Un amore forse sconveniente, sbagliato e difficile, ma profondamente autentico, proprio come quello fra Elio e Oliver.
Quando Harry gli aveva consigliato quel libro forse sapeva o forse aveva sempre saputo, che sarebbe andata così.
Nonostante tutto, aveva mantenuto la promessa. L'aveva aiutato a raggiungere i suoi sogni.
Quella sera avrebbe cantato la sua nuova canzone.
"Two of us" aveva riscosso un successo che la sua mente non era ancora riuscita ad assimilare, per quanto assurdo fosse.
E adesso era emozionato al pensiero di presentare un altro pezzo della sua vita.
"Don't let it break your heart" avrebbe raccontato alla gente un agglomerato di emozioni.
Sarebbe passato, prima o poi. Il ricordo di quello che erano stati sarebbe svanito, ma in ogni caso aveva lasciato il segno.
Louis si sedette sulla poltrona e fissò la lampada, poi spostò lo sguardo su una cornice posizionata ai piedi di essa e lasciò che un sorriso si formasse sul suo viso.
Un sorriso vero, dopo tanto tempo.
Quella cornice racchiudeva un'immagine di se stesso bambino, che correva leggiadro in un prato. Effettivamente, cos'era cambiato? Lui si sentiva ancora una piccola creatura in grado di sognare, di viaggiare nella fantasia.
Di fianco giaceva, invece, una foto con sua madre.
La sua morte -poteva sembrare stupido da dire- ma gli aveva dato forza in qualunque altro ambito della sua vita e per questo motivo tutto quello che era successo non era stato facile o meno importante, ma semplicemente era rientrato nell'ordine di tutte quelle cose che, di norma, riguardano la vita di ogni essere umano.
Non sapeva se fosse una combinazione di dove era cresciuto o dell'influenza della madre, ma possedeva il lusso di essere in grado di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Non c'era più il tempo di sentirsi in colpa per se stesso. Aveva toccato il fondo e adesso sentiva che qualunque cosa sarebbe accaduta nella sua vita, non sarebbe mai stata così emotivamente pesante come quello che aveva vissuto.
Louis si grattò l'accenno di barba e punzecchiò leggermente la punta del naso.
Tirò un respiro profondo e sistemò i polsini della felpa. Si guardò, poi, nello specchio e spostò il ciuffo caduto sulla fronte.
D'un tratto una figura comparve nel riflesso e poté giurare di aver sentito qualche ossa del collo scricchiolare, mentre voltava di scatto il capo verso il nuovo arrivato.
"Ho qualcosa che ti appartiene" disse quest'ultimo sollevando un indumento.
Louis osservò la sua vecchia felpa e notò una parte di essa che sembrava essere stata ricucita: il foro del proiettile.
Lo abbracciò forte, sentendo di nuovo tutta l'angoscia che aveva provato quando lo aveva creduto morto.
"Non è stata colpa tua" gli sussurrò Niall contro l'orecchio.
"Come stai ora?"chiese timido Louis stritolando la giacca dell'amico, attanagliato da quel senso di colpa che mai l'avrebbe abbandonato.
"Come nuovo. Ho lasciato tutto, mi sono licenziato."
Louis sgranò gli occhi.."Non lavori più per Simon?"
"Non è stato difficile denunciarlo, non mi hanno fatto troppe domande. Era già ricercato, non hanno perso tempo a sbatterlo una volta per tutte in prigione. Collezionava un gran numero di ergastoli, ma non arriverà ai cinquant'anni."
"Dici che lo faranno fuori?"
"Dico che lo hanno già fatto."
"Oh" disse solo Louis.
All'improvviso la porta del camerino si spalancò e la voce di Isaac lo avvertì che tra cinque minuti sarebbe cominciata la sua esibizione.
"In bocca al lupo" sorrise incoraggiante Niall.
Ricambiò il sorriso e dandogli le spalle, sentì il corpo più alleggerito, come se quella notizia lo avesse tranquillizzato.
Simon era morto, nessuno avrebbe più ostacolato la vita di Niall e di Harry.
Si girò un'ultima volta verso l'amico. "Crepi il lupo" infine uscì dal camerino.
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