13.
"Posso fidarmi della sua parola? Ok, la ringrazio" e chiuse la chiamata Harry.
Louis con un cipiglio sul viso rimase nascosto dietro lo stipite: con chi stava parlando Harry? All'improvviso sentì il campanello della porta suonare e si scontrò con l'altro che usciva velocemente dalla stanza, per andare ad aprire.
"D-Deve essere il ragazzo del KFC."
Harry lo guardò di sottecchi, mentre si dirigeva alla porta. "Grazie" prese la busta dalle mani del fattorino, dopodichè lasciò tutto sul tavolo da pranzo.
"Sono nove e cinquanta" Louis imitò sotto voce il tono del ragazzo che ci stava provando spudoratamente con Harry.
Gli sorrideva, cercava in tutti i modi di sfiorargli le mani.
Harry incrociò gli occhi di Louis per un secondo e sorrise sotto i baffi. Poi chiuse la porta.
"Senti, senti che odore di pollo! Potrei venire seduta stante!" esclamò Niall esterrefatto entrando in cucina.
Portò tutte le cose nel salone principale e accese la tv. Nel frattempo Louis si allontanò per andare a recuperare dei tovaglioli e percepì un corpo accostarsi alle sue spalle.
"Prima origli, poi fai il geloso. Mi sorprendi ogni giorno di più, Lewis" gli parlò contro l'orecchio Harry.
"Io geloso?!" ridacchiò nervoso. "Cosa te l'avrebbe fatto capire?" chiese senza voltarsi. Harry si schiacciò ancora di più contro la sua schiena e gli inchiodò i polsi nelle proprie mani. "Lasciami o inizio ad urlare!"
Harry passò le labbra vicino al suo orecchio e poi lo sfiorò con i denti, facendolo rabbrividire.
Louis pensò bene allora di urlare sul serio e cercando di liberarsi dalla stretta dell'altro sui polsi, inarcò la schiena sbattendo il sedere contro la sua intimità. Le sue guance si colorarono di rosso e gli occhi brillarono.
"Non miagoli più, adesso?" stavolta era certo che il suo gattino interiore stesse facendo festa.
Preso coraggio riuscì a girarsi dall'altra parte, accorgendosi solo all'ultimo di aver in realtà peggiorato le cose. In un millesimo di secondo le loro labbra si trovarono, affammate, desiderose le une delle altre.
Harry era così infoiato da non accorgersi che Louis aveva aperto i suoi pantaloni e gli aveva fatti scivolare lungo le gambe, atterrando sul pavimento. I suoi fecero la stessa fine.
Con un movimento di bacino Louis saltò a sedere sul bancone e accolse Harry fra le proprie gambe, sentendo subito la sua intimità scivolargli fra le natiche lentamente, per poi essere avvolta completamente dalla sua carne bollente.
Harry lo baciò sulla bocca e lo prese da sotto le ginocchia, tirandoselo più vicino.
Louis apppoggiò la fronte contro il suo mento e ansimò senza emettere nessun suono. I movimenti si fecero più intensi e veloci e si sentì avvampare. Strattonò i capelli dall'altro per guardarlo negli occhi e venne fra i loro corpi.
Harry poco dopo. Louis crollò esausto sul suo petto, sentendo il cuore battere fortissimo.
"Non provare a dire che è stato solo sesso" mormorò la voce affannata di Harry e sentì il suo petto vibrare, "eri con me."
"Sì, Harry" parlò Louis, "ti ricordi cosa mi dicesti la prima volta? L'amore lo si fa indipendentemente dal posto in cui ci si trova. È il desiderio che conta: tu desideri lui e lui desidera te! Siete fisicamente ed emozionalmente insieme nello stesso istante, è questo che importa."
Harry sospirò. "Esatto" infine si allontanò.
"Niall si starà chiedendo di noi."
Si diedero una pulita e si rivestirono, dopodichè raggiunsero l'amico in salone.
La loro assenza era decisamente passata inosservata. Niall era stato così occupato ad abbuffarsi di pollo.
"Evidentemente avevate fame di altro... non c'è problema, vuol dire che mangerò tutto io."
"Tieni giù le mani dalle mie alette" lo minacciò scherzosamente Louis.
"Anche quelle sono piccanti" Harry si strozzò con la coca cola sputandola leggermente e si affrettò a pulirsi i pantaloni prima che le macchie si seccassero contro il tessuto.
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