12.
Canzone: Don't let it break your heart, Louis Tomlinson
Louis girò distrattamente il cucchiaino nella tazza, mentre la bustina del thè iniziava a colorare lentamente l'acqua bollente, sprigionando nell'aria l'odore buonissimo di miele.
Soffiò ancora sulla bevanda e decise che avrebbe aspettato prima di prenderne un sorso.
Riprese fra le braccia la chitarra e si appoggiò con la schiena alla sedia, guardando il cielo stellato.
Pizzicò le corde e iniziò a cantare:
Don't you let it kill you,
even when it hurts like hell
Oh, whatever tears you apart,
don't let it break your heart.
Time takes time to heal it,
you can't do it by yourself
Whatever tears you apart,
don't let it break your heart.
Louis si bagnò le labbra e rilasciò un sospiro, rendendosi conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento. "Oh no, Louis, non lasceremo che ci spezzi il cuore" mormorò a se stesso.
"Ehi" lo richiamò la voce di Niall e lui sobbalzò: non lo aveva sentito arrivare.
"Posso sedermi?" chiese riferendosi alla sedia di fianco alla sua.
"Fino a prova contraria, questa è casa tua. Sono io l'ospite."
Niall si accomodò allegramente. "Non sei un prigioniero, se hai bisogno di bere non ti proibisce nessuno di aprire il frigorifero. Quella tazza non si è di certo riempita da sola" disse alla fine indicando la bevanda sul tavolino che nel frattempo era diventata bevibile.
Infatti Louis la ingoiò tutta in un sorso.
Il thè dello Yorkshire è stato sempre il suo preferito, ragion per cui aveva tatuata una tazzina sul braccio sinistro.
"Mi sono affezionato a te, Louis" parlò ancora Niall, "non voglio che ti succeda niente."
Louis aprì bocca per rispondere e la richiuse un secondo dopo.
"Vuoi sapere cosa pensa Harry, non è così? Bene, quel ragazzo è perso per te... sarò scontato, le mie parole ti sembreranno comuni, quasi insignicanti, però è così!" alzò il tono di voce, "quel ragazzo è perso per te, è la prima volta che lo vedo agire senza prestare alle conseguenze. Perchè se c'è una cosa che Harry sarebbe capace di fare adesso per te, quella cosa è morire."
A Louis corse un brivido lungo la schiena.
"Ti chiedo solo di provarci, Louis, provare a conviverci. Ok, lui ha tradito la tua fiducia, ma ci rimetterebbe la vita... a costo della tua."
"Ciao."
Harry alzò gli occhi dal libro che stava leggendo. "Ciao" e visibilmente sorpreso invitò Louis ad entrare nella stanza.
L'altro si accomodò sul letto e diede un'occhiata al romanzo. "Stephen King? Credevo non ti piacessero gli horror."
Harry ridacchiò grattandosi la punta del naso. "Mi sono ricreduto. La vedi quella sacca?" Louis seguì il suo dito finché non si fermò su una borsa di pelle marrone. "Sono tornato nel tuo appartamento e ho pulito la tua libreria. Non volevo andassero persi, perciò ho pensato bene di portarli qui se mai ti fosse venuta voglia di rileggerli. Tutto sommato erano tuoi."
"La libreria doveva essere solo un elemento scenografico, il classico pezzo d'arredamento che nessuno si fa mancare. È l'oggetto che più di tutti gli altri ti rappresenta e ti racconta."
Harry si accigliò. "Stephen scrive maggiormente opere di fantasia, in particolare quelle spaventose. Nell'ultima narra di una misteriosa entità multiforme che si risveglia da un letargo di ventisette anni, trascorso nelle viscere della città di Derry e assume la forma di un clown... dimmi, questo cosa racconterebbe di te?"
Louis si lasciò andare a una grossa e grassa risata, sdraiandosi sul letto.
Harry lo guardò dall'alto appoggiandosi su un gomito. "Ti consiglio un libro" gli sistemò il ciuffo caduto sulla fronte. "S'intitola chiamami con il tuo nome."
Louis fece una piccola smorfia. "Leggerò il tuo libro smielato."
"Non te ne pentirai."
"Invece di questo sì." Louis afferrò la catenina che l'altro aveva legata al collo e lo tirò verso di sè, impadronendosi della sua bocca.
Lo baciò a stampo, prima ancora che schiudesse le labbra e le lingue si incontrassero.
Harry mugolò nel bacio accarezzandolo ovunque. Louis immerse la mano nei suoi capelli: erano morbidi, profumati e umidi, come appena lavati.
"Cazzo, quanto mi sei mancato dolcezza."
A quel punto Louis si staccò da lui e si sollevò, sedendosi composto al bordo del letto. "Non fraintendere, ma non sono ancora pronto a lasciare tutto alle spalle."
"Sì... capisco."
Louis non si girò a guardarlo, strofinò le mani sulle gambe e uscì dalla stanza. "Buonanotte."
_
[Non lasciare che ti uccida, anche quando fa male come l'inferno.
Qualunque cosa ti laceri, non lasciare che ti spezzi il cuore.
Il tempo richiede tempo per guarirlo, non puoi farlo da solo.
Qualunque cosa ti laceri, non lasciare che ti spezzi il cuore]
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