6- Do you prefer Dory?
I professori del liceo che frequentavo a Seattle durante l'ultimo anno mi ripetevano sempre che ci sono due tipi di menti, le menti logiche e quelle artistiche.
Le menti logiche sono coloro portati per la matematica, le scienze, la logica ed il ragionamento, persone che prima di compiere un'azione riflettono sui pro e contro, sono le stesse persone che preferiscono fare cento calcoli in serie che scrivere una riga piena di sentimento.
E poi ci sono le menti artistiche, menti fantasiose e piene di immaginazione e creatività, persone portate per la letteratura, le lingue, l'arte e tutte quelle minchiate astratte che non riesco a concepire come materie, tipo filosofia.
Non è stato difficile per me collocarmi nelle menti logiche, punto primo perché sono bravo con i ragionamenti e la matematica, punto secondo perché l'unica cosa che riesco a immaginare con la mia mente è la mia presenza in un porno che guardo.
Rebecca invece sin dal primo momento si è rivelata una mente artistica, è venuta qui a Portland per poter studiare ad uno dei migliori corsi di economia, suo padre è un famoso commercialista e ovviamente lei è sempre stata direzionata verso questa carriera, ma in diciott'anni di vita insieme nessuno dei due genitori aveva notato un insignificante dettaglio della figlia; ovvero la sua incapacità nella matematica o in qualunque cosa riguardante numeri o logica.
"Allora, quel ragazzo mi ha detto che ha preso quattro libri e che domani ne prenderà la metà di quelli rimasti dunque questo vuol dire che devo mettere via..." Osservo in silenzio Rebecca mentre conta sulle sue mani in silenzio, facendo calcoli assurdi e mormorando cifre improponibili.
"Oh porco dinci, non poteva dirmi il minchia di numero di libri che avevo da preparagli e basta sto str..." Inizia lei lamentandosi ma io la interrompo.
"Gli devi preparare sei libri" Dico e la ragazza sussulta buttando a terra i suoi libri spaventata per poi voltarsi verso di me e guardarmi con una mano appoggiata al suo petto.
"È una cosa che fai spesso?" Chiede lei ed io la guardo confuso.
"Fare i calcoli al posto tuo?" Lei scuote la testa abbassandosi a prendere i libri.
"No, farmi prendere dei colpi assurdi" Dice ed io alzo le spalle prima di inginocchiarmi accanto a lei ed aiutarla a raccogliere i libri.
"In genere prendevi dei colpi assurdi notando la mia incredibile bellezza ed il mio enorme ..." inizio ma la ragazza mi interrompe.
"Umorismo, sì umorismo, sono sicura tu intendessi dire questo" Dice lei guardandomi male con un piccolo sorriso sulle labbra.
"E che altro potevo intendere scusa?"
Inizio a ridacchiare per la mia risposta ma non appena alzo gli occhi incontrando quelli verdi spaesati di Rebecca mi fermo coprendo la mia risata con un colpo di tosse.
"Era una battuta una volta ti faceva rid... oh lascia perdere" Dico smettendo di parlare rendendomi conto di non ricevere comprensione dalla ragazza.
"Che diamine ci fate voi per terra? È una biblioteca questa mica un posto per i vostri rave demoniaci dove vi tatuate croci al contrario o varie parti intime, brutti cafoni" Dice la vecchia bibliotecaria fermando il suo carrello argenteo pieno di libri e puntando i suoi occhietti vispi è sempre irritati su di noi scuotendo la testa.
"Sempre scorbutica la signora Tomon" Dico io sbuffando e rialzandomi insieme alla ragazza la quale alza le spalle prima di guardarmi confusa.
"Ci ha davvero chiamati cafoni?" Chiede Rebecca guardando la donna che con lentezza paragonabile ad una lumaca anziana di sposta tra gli scaffali impolverati mormorando insulti per gli studenti.
"Direi che è stata anche gentile, di solito mi chiama fattone mandato da Lucifero" Le rispondo facendole piegare le labbra in un esule sorriso gentile.
"Ti serve un libro?" Chiede dolcemente ed io scuoto la testa.
"Sono quasi le sette di sera, sono venuto a prenderti per andare a cena, non sono un ragazzo che ama leggere" Dico io e lei spalanca gli occhi prima di guardare l'orologio appeso alla parete.
"Oh, non pensavo fosse così tardi" Mi risponde ed io la aiuto a sistemare dei tomi sugli scaffali prima di dirigersi verso l'uscita.
Non appena incontriamo l'aria invernale si stringe nel suo cappotto scuro ed io essendo freddoloso il doppio di lei mi abbasso il mio cappellino di lana nero per coprirmi meglio per poi allungare la mano verso quella di Rebecca intrecciando le nostre dita insieme cominciando a camminare verso l'ala est del college.
Ma Rebecca non fa lo stesso.
Mi giro confuso della sua riluttanza a seguirmi verso i dormitori e noto la ragazza immobile a fissare le nostre mani unite con le guance arrossate e uno sguardo imbarazzato.
Merda.
Velocemente sciolgo la presa delle mie dita dalle sue ricordandomi solo ora che lei non è abituata a questo, ai nostri soliti gesti che compivamo senza neanche accorgerci e al nostro essere una coppia.
Lei non è la solita Rebecca, lei neanche mi conosce.
"Scusa è abitudine e non ci ho pensato" Dico io e lei mi guarda imbarazzata prima di scuotere la testa vedendomi dispiaciuto per il suo rifiuto.
"No no, scusami, sono io il problema non tu, se è una cosa che facciamo di solito puoi continuare a farla, mi abituerò, è che non ero pronta" Dice lei cercando di rimediare e allungando la mano verso la mia ma io scuoto la testa.
"Non fa niente, andiamo, non voglio fare tardi".
"E così le ho risposto; professoressa se lei pensa realmente che Donald Trump sarà un buon presidente allora può comodamente cominciare sin da subito a leccarmi questo enorme è meraviglioso cu.... Perché fai quella faccia?" Chiede Calum guardandomi confuso e fermandosi dal raccontarmi la storia di come è stato buttato fuori dalla sua lezione di storia contemporanea.
Alzo lo sguardo smettendo di fissare le mie Vans grigie ormai diventate marroni per colpa delle infinite volte in cui per colpa della pioggia le ho consumate.
Lascio sfuggire dalle mie labbra una piccola nuvoletta di fumo bianco profumato alla menta prima di voltarmi verso il mio compagno di stanza il quale mi osserva confuso.
"Come scusa?" Chiedo essendomi estraniato dal suo discorso per qualche minuto pensando alla mia giornata.
"Perché hai quella faccia? Sembra che qualcuno ti abbia appena rivelato che il tuo cane è morto" Dice il moro prima di portarsi la sigaretta tra le labbra ed inspirare facendo l'ultimo tiro.
"Sai, non so se hai notato che è una situazione un po' complessa per me" Dico con ovvietà ed il ragazzo alza gli occhi al cielo prima di sorridermi buttando via il mozzicone.
"Sei sempre così negativo e pessimista, Michael ha perso la memoria mica una gamba okay? La riprenderà, certo non si sveglierà domani ricordandosi di te e con una grande voglia di sesso ma forse tra un paio di mesi o forse la settimana prossima ricorderà." Dice lui ed io sorrido leggermente scuotendo la testa guardando l'erba del prato poco distante dalla zona dei dormitori, ovvero l'unico posto in cui si può fumare senza sentire lamentele da parte di professori, studenti e piccoli rompipalle ambientalisti.
"Che ne sai magari domani si alza sentendo la mancanza di qualcosa di mio e con una voglia incredibile di sesso" Dico guardandolo con un sorriso furbo e lui contorce il naso schifato.
"Per quanto questa situazione sua brutta sarò sincero i vostri rumori ad ogni ora del giorno non mi mancano per niente, specialmente quelli alle otto di mattina prima di lezione, la gente Michael vorrebbe dormire a quell'ora" Risponde Calum guardandomi male ed io sorrido alzando le spalle leggermente.
"Lo faresti anche te se avessi una ragazza, anzi, ti devo ricordare come hai portato una ragazza in camera quella volta che stavo dormendo?" Chiedo e lui alza gli occhi al cielo.
"Ti devo ricordare che erano due anni fa e che devi andare avanti smettendo di rinfacciarmela?" Chiede gesticolando ed io scuoto la testa.
"Andrei avanti volentieri ma l'immagine del tuo culo mentre va avanti ed indietro è fisso qui nella mi testa e non riesco pro..." Inizio mail ragazzo mi interrompe non appena alcune studentesse attorno a noi cominciano a ridacchiare sentendo le mie parole.
"Okay ora basta, torna dalla tua smemorina e falle tornare la memoria con la tua meravigliosa simpatia" Dice in tono sarcastico il moro ed io annuisco.
"Perché sorridi in quel modo?" Chiede poi il ragazzo ed io alzo le spalle.
"Perché sei un fottuto ottimista Calum Hood e mi fai girare il cazzo incredibilmente" Dico prima di camminare verso la mia camera.
"Già, anche io ti voglio bene" Mi risponde urlando l'asiatico facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Dunque una macchina mi è venuta addosso?" Mi fermo davanti alla porta della camera di Rebecca rimanendo con la mano a mezz'aria senza bussare ascoltando le sue parole.
"Oh, capisco, stanno bene loro? Sì, sí, invia loro i fiori anche da parte mia e scusati con loro, sarò stata sicuramente stanca o disattenta" Continua la ragazza parlando al telefono ed io rimango in silenzio, certo che era distratta quella notte.
Aveva altro per la testa.
"Sto bene mamma, seriamente, non sono persone cattive, no, non si droga, mamma non lo so, non mi fido ciecamente di lui ma se è l'unico modo per riacquistare la memoria lo sopporto, per favore smettila di preoccuparti, sto bene" Dice ed io sento una piccola fitta al cuore, sta davvero facendo fatica a sopportarmi?
"No mamma, non provo niente per lui, neanche lo conosco, possiamo smettere di parlarne? È già abbastanza difficile senza che me lo ricordi tu, ci vediamo la prossima settimana okay? Ti voglio bene" Dice Rebecca ed io rimango in silenzio per qualche istante.
Lei non prova niente per me.
Due anni che stiamo insieme, due anni passati a conoscerci, scoprire parti di noi mai dette, rivelarci segreti e fidarci l'un dell'altro fino ad innamorarci e lei neanche può dire con certezza alla madre che sono una persona normale.
Inspiro profondamente prima di bussare alla porta e attendere un leggero avanti da parte sua per poi entrare nella stanza trovandola in piedi accanto al letto con dei jeans chiari a vita alta e un top dei Metallica tutto tagliato che le lascia scoperto il costato.
Sorrido nel vederla nei suoi soliti vestiti e lei mi guarda con occhi curiosi non capendo la mia espressione per poi tossire leggermente attirando la mia attenzione.
"Erano nel mio armadio, ho pensato che magari vestirmi come facevo una volta avrebbe aiutato, no?" Chiede lei sorridendomi ed io annuisco.
"È un inizio, poi mi sono sempre piaciuti quei jeans, ti fanno un bel cu... cioè ti stanno bene" Dico io correggendomi per evitare situazioni imbarazzanti.
"Grazie, andiamo?" Chiede lei ed io annuisco indietreggiando e lasciandola passare per uscire dalla camera per poi voltarmi e guardare i vestiti per terra e appallottolati qua e là , i libri in disordine, sia i miei che i suoi, le mie felpe appoggiate su una sedia a caso ed il letto disfatto.
"Si emh, è un po' disordinata ma scommetto che la tua non sarà meglio" Dice lei notando il mio sguardo divertito.
"In realtà smemorina quello ordinato della coppia ero io, più volte abbiamo litigato per il tuo modo di concepire l'ordine" Dico mentre lei chiude la porta sbuffando.
"Smettetela di chiamarmi tutti smemorina, mi irrita la cosa" Dice lei guardandomi male ed io alzo gli al cielo.
"Se vuoi posso chiamarti Dory, preferisci?" Chiedo sorridendo e lei mi guarda senza emozione per poi scuotere la testa.
"Chissà come siamo finiti insieme" Chiede lei a se stessa cominciando a dirigersi verso l'uscita dei dormitori ed io ridacchio.
"Dory, la mensa è dall'altra parte" Le urlo e lei annuisce girandosi e cominciando a camminare nella direzione opposto.
"Si lo so, volevo vedere se stavi attento".
"Ashton, la prossima volta che ti vedo parlare con la bocca aperta giuro che ti infilo questa mela su per il cu..." Inizia Amelia ma un calcio le arriva dritto nello stinco da parte di Calum che la guarda male prima di farle cenno verso Rebecca la quale completamente isolata dal discorso sta fissando le sue patate lesse.
"Reb" La chiama Ashton e la ragazza al mio fianco alza lo sguardo incontrando gli occhi confusi di Ashton il quale le sorride con tenerezza.
È uno delle migliori persone esistenti al mondo, certo non sembra visti i suoi capelli lunghi , le braccia muscolose e il suo fare da duro per non parlare dei suoi modi poco galanti ma è un bravo ragazzo, Rebecca una volta adorava uscire con lui, era come uscire con un fratello maggiore.
"Il cibo della mensa non è buono, ma se chiudi gli occhi mentre mastichi immaginandoti qualcosa di buono come la pizza ai quattro formaggi allora fidati, sarà tutto più facile" Dice il biondo e la ragazza sorride.
"Non sono poi così male" Risponde Rebecca ed io ridacchio insieme a Calum il quale indica il suo piatto alla ragazza.
"Se ti piacciono così tanto posso sempre offriti le mie di patate" Dice il moro e Rebecca storce io naso facendoci ridere.
Sembra quasi la normalità, noi, le nostre battute sul cibo, i battibecchi tra Amelia ed Ashton e i vari discorsi strani tra Rebecca e Calum, se non fosse che Rebecca non riesce a capire le parole di Calum.
"Rebecca" Una voce mi fa irrigidire e davanti a me vedo le mani di Calum stringersi in un pugno attorno alla forchetta mentre i suoi occhi si puntano su qualcosa oltre di me, alle mie spalle.
La ragazza al mio fianco si volta con un piccolo sorriso sulle labbra, tipico sorriso che rivolge a coloro che le parlano, persone che lei non riconosce ma con cui cerca di essere il più cordiale possibile.
"Scusa ma ho avuto un incidente e non ricordo bene le cose, ci conosciamo?" Chiede lei ed io mi volto guardando il sorriso furbo e disgustoso di Luke Hemmings, non siamo mai stati amici, frequenta il corso di economia, tipico biondo affascinante con i suoi capelli sempre in ordine e i suoi occhi azzurri.
"Certo che ci conosciamo, sono Luke" Dice lui e la ragazza sorride confusa, mi volto completamente verso il biondo guardandolo male.
"Non si ricorda di te, vai via" Dico freddo e Luke sorride furbo mentre Rebecca mi guarda male per i miei toni.
"Abbassa i toni Clifford, me ne vado se lei vuole che io me ne vada, Rebecca posso parlarti?" Chiede il biondo ed io stringo i pugni.
"Ehm.. si sì certo" Risponde lei all'oscuro di tutto.
"Vieni a fare due passi?" Chiede il biondo guardandomi dritto negli occhi sfidandomi e Rebecca si alza affiancandosi a lui annuendo.
"Sì, non aspettatemi, non credo di voler finire quelle patate" Dice lei facendo una battuta ma nessuno di noi riesce a ridere così lei mi guarda confusa prima di girarsi verso Luke il quale le sorride dolcemente prima di indicare l'uscita.
Osservo il biondo il quale si gira verso di me abbassandosi prima di sorridere con quella faccia di merda che si ritrova.
"Non pensare che le lasci dimenticare quello che hai fatto, non sarebbe giusto" Dice prima di seguire la mia ragazza verso l'uscita facendo finta di niente.
"Sai cosa Ashton, me la tengo questa mela, voglio proprio infilarla con le mie mani su per il deretano di quel pezzo di merda di Luke" Conclude Amelia prima che io mi alzi non sopportando la visione dei due.
Hey Everybody
Si lo so, sono una persona orribile perché non ho aggiornato per mesi, ma non ho abbandonato questa storia, non abbandonerò nessuna mia storia, semplicemente ho voluto continuare una più delle altre.
Bene, si riparte da qui, spero ci sia ancora qualcuno.
Buona vita a tutti.
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