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Epilogo

2018
Billy


Apri il cassetto e ti blocchi con un mezzo sorriso sorpreso.
Le tue lettere...

Sapevi che Val le avesse recuperate per Benjamin con un improbabile sotterfugio.
Assieme ad esse aveva lasciato anche l'unica foto che Benjamin avesse mai posseduto di suo figlio, il suo bambino perduto, Aleksander.

Lo rivedevi così piccolo e magro, stretto a quegli occhiali e avverti una morsa al cuore. Non avresti mai voluto lasciarlo con quella donna, ricordi come avesse mentito, di come il suo odio e desiderio di vendetta ti ha quasi distrutto.
E di come Kate ti abbia soccorso.

Le scorri con lo spirito pesante, ti manca, ti mancherà sempre.
Riguardi le lettere riconoscendo la tua calligrafia.
Non immaginavi che ne avesse conservate tante, non con tale cura.
Tu non sei stato altrettanto premuroso, è la tua natura e lui lo ha sempre saputo.

Ti è sempre piaciuto viaggiare leggero ormai ci sei abituato da fin troppo tempo, nonostante ormai tu abbia messo radici da tempo.

Scorri le lettere e ritrovi anche qualcuna delle sue...
Sorridi rivedendo la sua calligrafia caotica e ricca di cancellazioni.
Incerta ed esitante.

Chissà dove deve averle trovate.
Sei felice di poterle leggere di nuovo, di rivedere l'inizio del vostro amore in esse.

Lui ti conosceva come mei nessun'altro potrà mai.

Scorri i fogli con dita leggere e ne estrai una a caso.

Ricordi i nostri primi incontri?
Mi osservavi con una seducente ostilità con quel tuo perenne sorriso sornione stampato il volto.
Non capivo in cosa, chi ci osservasse, trovasse delle similitudini.
Malgrado tutti i miei sforzi non mi sono mai riconosciuto nel tuo fascino!
Inoltre non è mai stato quello che mi ha attratto di te, non le maschere che velavano il dolore ma il tuo cuore caldo!
Ho sempre voluto proteggerlo da questo mondo, più di ogni altra cosa al mondo...

Chiudi gli occhi, poggi la lettera sul petto, avvertendo il suo tocco delicato.

Se ti sforzi ricordi la sua stretta in quell'ultimo giorno passato assieme, la sua stretta salda che si affievoliva.

Ti vorresti immergere nel passato, quando lo scrutavi mentre lui se ne stava seduto in modo così goffo su quella sedia, appoggiato ad un tavolo ricolmo di fogli. I capelli arruffati, gli occhiali sollevati tra le ciocche scure.
Lo osservavi mentre si carezzava quel naso segnato dagli occhiali.

Vorresti poterti sedere ancora una volta accanto a lui e ascoltare le sue storie.
Osservare i suoi occhi assonnati finché il desiderio non ti avesse portato a spingerlo su quel tavolo e strappare quei vestiti logori, così facili da rimuovere.

Il vuoto diventa incolmabile e così riponi le vostre parole, il passato e ti volti verso il presente, la scatola che aveva iniziato a preparare per Aleksander.
Manterrai la promessa a qualsiasi costo, ma non adesso, ti senti così spossato.

Ti sdrai sul letto e immagini di averlo ancora accanto a te, addormentato stretto all'ultimo libro che stava leggendo, di protenderti verso di lui per svegliarlo con un bacio leggero.

Lo ritrovi sdraiato sul divano, addormentato.
La mano infilata nell'ultimo libro che stava leggendo.
Osservi la scatola che ha iniziato a preparare, ma che non è riuscito a finire.

Ti chini su di lui e lo risvegli con un bacio.
«Buongiorno amore mio!»

Sussurri carezzando la sua fede posata sopra alla tua.

2018
Al

«Davvero?»

Aleksander rise davanti alla felicità che vedeva nei dorati occhi di Jules, annuì e si protese verso di lui per baciarlo.

«La Dr.ssa ha detto che mi potrebbe far bene, un modo costruttivo di catalizzare le mie emozioni!»

Jules lasciò affondare le dita nei folti capelli scuri dell'altro.

Grazie grazie grazie!»

Esclamò Jules riempiendogli poi il volto di baci.

Al si abbandonò, lasciandosi trascinare dall'ardore di Jules.

Quella decisione lo aveva improvvisamente alleggerito, come se una pesante zavorra lo avesse finalmente abbandonato.

Iniziava a sentirsi finalmente libero.

Da sua madre, dalla sua infanzia, dalle sue incertezze.

Per la prima volta era se stesso.
Con le sue note, il suo pianoforte e Jules.

Era bello poter fare le proprie scelte e iniziare un percorso non tracciato da nessun altro e per questo poteva ringraziare suo padre.

Jules si dondolò sulla sedia ridendo con occhi splendenti.

«Ho tantissime idee per questo libro! Ma davvero vuoi darmi carta bianca?»

Aleksander scrutò le fossette che gli apparivano ai lati delle labbra, incorniciando quell'espressione che adorava.

«Sono certo che saprai rendere giustizia a tutta questa storia, senza scordare gli errori compiuti da tutti i giocatori partecipanti a questa lunga partita!»

Jules gli afferrò la mano.
C'era preoccupazione nei suoi occhi dorarti.

«Sicuro di non volerlo fare te?»

Aleksander si guardò attorno, Parigi li abbracciava con una bellissima giornata primaverile, il viale davanti a loro era tinto del rosa dei fiori di ciliegio.

Scosse la testa sereno, aveva vissuto nel passato fin troppo a lungo, voleva solo guardare avanti.

«Non potrei essere obbiettivo... Troppi sbagli, troppe scelte che mi hanno segnato...»

E quelle scelte mi hanno segnato fin troppo...

Gli incubi si stavano allontanando ma non erano ancora del tutto scomparsi.
Già una volta Jules lo aveva riafferrato mentre tentava di lasciare l'appartamento camminando nel sonno.
Scrivere quella storia avrebbe solo potuto fargli fare dei passi indietro.

No, era Jules la persona giusta!

Era come se fosse sempre stato destinato a trovare Billy e quella lettera.
E al tempo stesso era stato come se suo padre attraverso di essa lo avesse spinto tra le braccia del suo amato.

«Mi sono sforzato di comprendere mio padre e il suo William... Accettare mia madre... So soltanto che Billy ha fatto molte cose deprecabili nella sua esistenza e nonostante questo in tanti lo hanno amato. Forse non riuscirò mai davvero a comprenderlo ma tu sì! Quindi, ci terrei davvero tanto a riscoprirlo attraverso le tue parole, guarire attraverso le tue storie!»

La mano di Jules si strinse con dolcezza attorno alla sua.

«Hai scelto di accettare quanto ti ha lasciato?»

Kate prima che partissero gli aveva consegnato una busta.
Nel suo testamento Benjamin aveva lasciato a Aleksander un piccolo tesoro, frutto del suo lavoro come scrittore e storico.

Al era stato indeciso se accettare o meno quel dono ma stavolta alla domanda annuì con sguardo sereno.

Il dono di suo padre gli avrebbe permesso di affrontare le cicatrici del suo spirito e iniziare a coltivare le sue vere passioni assieme a Jules.

Accettare quei soldi gli aveva permesso di tagliare per sempre le catene che lo legavano a Julia, di trasferirsi assieme a Jules a Parigi.

Il loro percorso assieme era appena iniziato e si sarebbe assaporato ogni passo, si disse osservando il bicchiere di spremuta posato sul tavolo davanti a lui.

Jules si allungò e lo assaggiò prima di porgerglielo, quel ragazzo lo aveva accolto senza esitare sin da quel giorno oscuro.

Da quella prima volta in cui d'istinto lo aveva inseguito ritrovando rifugio nel suo letto.
Quando lo aveva visto rannicchiarsi su quello scomodo divano per lasciargli lo spazio per riprendersi.

Non gli aveva più chiesto spiegazioni, non aveva preteso nulla.
Per questo se ne era innamorato.

Si protese verso Jules e lo baciò.
«Sono impaziente di ascoltare questa storia...»

2018
Kate

PARIGI È PERFETTA, AL STA TORNANDO A SORRIDERE ORA CHE È LONTANO DA QUELL'ORRIBILE DONNA. SPERO CHE SIA L'INIZIO DI QUALCOSA DI NUOVO. - Jules

Kate rilesse il messaggio prima di rispondere, era felice per l'amico e in fondo lo era anche per Aleksander.
In fondo era suo fratello... Forse un giorno le loro vite si sarebbero avvicinate ancora una volta.

Kate salì sul ponte del traghetto e abbassò il cappuccio respirando il profumo della leggera pioggia del mattino che l'avrebbe riportata finalmente a casa.

Prese la borsa e ne estrasse la fedina d'oro, la stessa del suo Bill, ne leggeva il nome all'interno.

Quando gli aveva detto di prendere le loro fedi per la proposta si era commossa.

Si era sposata prima di partire, non sarebbe potuta andare lontana da Duncan tanto a lungo prima di quel passo.

Kate sorrise prima di rimetterla all'anulare della sua mano. Si sentiva finalmente bene, il suo cuore stava tornando al suo posto finalmente.

Rilesse il messaggio ancora una volta.

Aveva odiato Aleksander senza nemmeno conoscerlo, perché pensava che rendesse infelice Benjamin e voleva dirgli che era colpa sua ma poi aveva compreso quando dovesse aver sofferto e si era sentita in colpa.

Quando era piccola aveva sofferto quando la sua famiglia era morta ma era solo un vago eco lontano, perché poi dalle tenebre era emerso Billy.

Era diventato così rapidamente il suo centro, la prima certezza nella sua mente di bambina.

Quando aveva avuto gli incubi aveva dormito con lei, rassicurandola che era perfettamente normale, perché anche lui ne aveva.
Assieme li avrebbero scacciati, non avrebbero mai smesso di starle accanto.

Per questo non aveva più avuto paura del buio, perché anche se non lo vedeva sapeva che il suo Bill era con lei.

Intravide la sua piccola isola in lontananza e il suo cuore accelerò.

Prese il telefono e lo chiamò.

«Ti vedo Kat!»

Gli rispose la voce dall'altra parte del telefono.

Lei rise.
«Come puoi vedermi da così lontano?»

«Io ti vedo sempre!»
Furono le sue ultime parole.

Lei ripose il telefono e ripensò a suo marito.
Gli stessi occhi scuri di Billy, lunghi capelli scuri ma era alto e slanciato come Benjamin e come lui malinconico e riflessivo.

Aveva sempre saputo che avrebbe trovato la felicità in qualcuno che glie avrebbe ricordato i suoi padri.

La nave attraccò e Kate si affrettò a scendere.
Corse su quel piccolo molo finché non lo vide sbracciarsi, i lunghi capelli arruffati dal vento.
I suoi occhi scuri che tanto gli ricordavano quelli del suo Billy scintillavano felici.

Si gettò tra le sue braccia senza esitare.

«Mi sei mancata tantissimo...»
Le sussurrò prima di baciarla.
«Sei mancata a entrambi!»

Kate si rigirò la fede tra le dita e sospirò.
«Grazie Duncan di avermi aspettato e di esserti occupato di lui... Sai quanto sia importante per me!»

Duncan le prese le mani e giocherellò con la fede sulla mano di lei.
«Sei mia moglie e lui in fondo è mio suocero, è la mia famiglia tanto quanto lo sei tu!»

Camminarono in silenzio sotto la fine pioggia leggera del cielo scozzese.
Duncan la ascoltò mentre lei si prodigava a raccontargli in ogni dettaglio del suo viaggio, di Aleksander, della sua amicizia con Jules e di come adesso che aveva conosciuto il suo fratellastro si sentisse finalmente libera dalla sua ombra ingombrante.

«Perché non gli hai chiesto di venire?»
«Jules sarebbe venuto volentieri ma Al...»
Kate si strinse a Duncan.
«Gli ho detto che Bill è morto poco dopo nostro padre, quindi no, non può venire perché scoprirebbe che gli ho mentito!»

Duncan annuì per nulla sorpreso della risposta e le baciò la nuca.
«Non devi continuare a proteggerlo. È al sicuro! Devo confessare che sono geloso, perché so che ci sarà sempre una parte di te che sarà sempre e solo sua... Ma ti amo per cui ho a cuore anche il legame che sempre ci sarà tra di voi!»

Quando intravide casa Kate sentì subito il richiamo della sua famiglia pelosa.
Quattro grossi cani le corsero incontro felice e la seguirono mentre accelerava il passo.
Salì le scale salendo i gradini a 4 a 4 come quando era piccola e si dovette trattenere dall'irrompere nella stanza come allora.

Quando entrò stava dormendo, si sedette al suo fianco e attese, osservando il suo respiro.

Quando aprì gli occhi Kate sorrise, perdendosi felice negli inconfondibili occhi scuri del suo Bill.

«Piccola... sei...»
«Sono casa!» concluse lei.
«Hai...»

Kate annuì, era triste vederlo così stanco.
Gli prese la mano e se la portò al cuore.

«Sì papà ho mantenuto la promessa, ho consegnato il pacco ad Aleksander, ho condiviso le vostre lettere con lui! Sa tutto! Si è fidanzato con un mio amico e adesso stanno vedendo il mondo assieme! Anche lui ha trovato casa!»

Un tenue sorriso si delineò sul volto di lui.
«Tu non le hai lette?»

Kate sorrise stringendo la mano di Billy.
«Non serviva perché il vostro amore mi ha avvolto per tutta la vita e guidato! Era Aleksander che aveva bisogno di un aiuto per comprendere...»

«Mi sei mancata tanto piccola mia!»

Kate si tolse le scarpe e gli si sdraiò accanto.
«Sono sempre con te!»

«Sono state anche le nostre ultime parole...»
Sussurrò Billy chiudendo gli occhi e stringendo la mano della figlia e la sua mente scivolò a quel giorno.
Benjamin lo guardava con dolcezza mentre gli poneva la sua fede tra le dita.
«Dalla a Kate e dille che sono felice che lei e Duncan»

Avvertì le sue dita stringerlo ancora e si portò quelle dita da un altro tempo alle labbra.
La sua voce era un eco ancora reale, oltre la morte.
«Comunque vada, ti amo Bill! Ti amerò sempre e per sempre!»

FINE!

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