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Capitolo 9

E senza dare ulteriori spiegazioni, Hilary si lanciò ridendo contro la parete. Teneva ancora il pugnale stretto nella mano e la punta di quest'ultimo si conficcò leggermente nel muro. Un sorriso sadico e soddisfatto nacque sul volto della yandere, mentre nei suoi occhi si accese una scintilla omicida.

L'arma era abbastanza appuntita.

Era perfetta.

"Hilary smettila! Finiscila con i tuoi giochetti! Ne ho abbastanza!" le urlò quasi inviperito Basil trasformando gli occhi in due piccole fessure.
"Beh...io no!!" gli rispose ridendo Hilary guardandolo con malizia letale "Prima non mi hai dato tutto il tuo amore. Cos'è, ho sbagliato?! Dove ho sbagliato nel baciarti?! Poco fa non mi hai dato tutto il tuo amore!!".

Hawkins sospirò.

Hilary non ragionava più.

"L'amore nasce nel cuore...e io voglio tutto il tuo amore. Ne ho bisogno! Ma sei tu non mi dai il tuo cuore..." aggiunse poi la maga giocherellando col suo piccolo pugnale "...vuol dire che me lo prenderò io. E non mi interessa se dovrò strappartelo via dal petto...io lo avrò!! Mi appartiene, lo voglio!!".

E senza aggiungere altro, si scagliò contro il marito.

Con l'intenzione di strappagli via il cuore a mani nude.

Mancava davvero pochissimo.

Hilary era proprio sopra di lui, ma qualcosa andò storto. Infatti una sua caviglia fu come bloccata.

Basil, nel preciso instante in cui la yandere era in equilibrio su una gamba sola, gli bloccò la caviglia con entrambi i piedi nel tentativo di fermarla.

E riuscì nel suo intento.

Infatti Hilary, perdendo l'equilibrio, cadde a terra. Ma prima di cadere sbattè violentemente la testa contro le sbarre in ferro della sua cella. Il colpo fu talmente forte da farla svenire a terra facendole perdere i sensi.

Passarono un paio d'ore.

Quando riaprì gli occhi, Hilary si ritrovò sdraiata a terra.

"Ma che...che è successo...?" si chiese ancora un po' stordita la yandere mettendosi una mano sulla fronte e sedendosi.
"Te lo spiego io che è successo." gli rispose la voce di Hawkins, seduto non molto distante da lei.
"Basil...amore, che è successo qui? Do-dove siamo?" gli domandò Hilary alzandosi in piedi ed avvicinandosi a lui.
"All'ospedale psichiatrico dove ti avevano imprigionata." disse il mago puntando i suoi occhi rossi contro la donna che aveva sposato.

Fu allora che Hilary si accorse di un particolare.

I polsi del marito erano leggermente arrossati.

"Basil, che ti è successo ai polsi? Che ti sei fatto, tesoro?" esclamò preoccupata Hilary afferrando i polsi dell'indovino e incominciando a baciarli.
"Non avrei dovuto lasciarti da sola, settimana scorsa...tutto questo non sarebbe di certo successo." mormorò l'indovino capendo che Hilary era di nuovo sana.
"Aspetta un attimo..." sussurrò Hilary alzando lo sguardo "Che cos'hai fatto...?"
"Hai tentato di uccidermi." le rispose Basil con volto quasi impassibile.

Il cuore della yandere perse un colpo.

Il suo viso impallidì in un istante.
I suoi occhi si spalancarono increduli.
E le sue mani iniziarono a tremare.

"Cos-cos'hai detto...?! No, no, non è possibile...i-io non ti farei mai...mai e poi mai del male...ti prego, n-non scherzare...io...tu...io...i-io non...!" balbettò confusa e spaventata Hilary.
"Mi conosci. E sai che non sopporto gli scherzi." le rispose Basil alzandosi eretto in piedi e avvicinandosi alla folle innamorata.

Hilary, però, indietreggiò di qualche passo.

"Ti prego, no...se ti ho fatto del male...non ti avvicinare troppo, ti supplico..." disse la maga col cuore che iniziava a sgretolarsi.
"In quel momento non eri te stessa. Non è stata colpa tua...e io questo lo so, me lo sento." continuò l'indovino mettendole il suo cilindro in testa.

La yandere dagli occhi d'argento continuava a non capire.

I suoi occhi erano come incollati al terreno e non riusciva a guardare negli occhi l'uomo che amava da sempre. Non se la sentiva. Non ne aveva il coraggio.

"Una settimana fa ti sei affrontata con Kizaru, nonostante io ti avessi sempre vietato di attaccarlo da sola. Lui ha avuto la meglio e ti ha portata qui in questa specie di manicomio. Per via di alcuni test che avevano fatto per testare la tua sanità mentale, hai finito per perderla del tutto. E quando mi hai visto, hai tentato di uccidermi." le spiegò Basil capendo che Hilary non era in grado di rispondere da sola a tutte le domande che le frullavano nella testa.

La yandere non disse nulla e il mago biondo continuò con le sue spiegazioni. Di come fosse riuscito a liberarsi dalle manette di algamatolite e delle "piccole torture d'amore" che era stato costretto a subire.

La donna dai capelli rosa-fucsia si morse il labbro inferiore.

In quel momento aveva disgusto di se stessa.

Come aveva potuto fare delle cose simili all'uomo che amava da tutta la vita?

Ad un certo punto, però, sentì un dolore improvviso alla mano sinistra. Strinse i denti; la pelle era come sottoposta a forti pizzicotti, ma solo in certi punti. Senza rendermene nemmeno conto, la donna iniziò a seguire con un polpastrello la scia di dolore sul dorso della sua mano.

Quando ebbe finito rimase come sconvolta.

Seguenti i punti dolenti, Hilary aveva formato due lettere.

"R. A."

"No...no, non può essere lei...che diamine significa?!" pensò la maga stringendo i denti e continuando a guardarsi il palmo della mano quasi marchiata dal dolore.
"Hilary, che ti prende? Smettila di fare quelle facce e parlami." le disse di colpo Basil avvicinando una mano al viso della yandere con gli occhi argentati.

Fu questione di un attimo.

Contro la sua volontà, Hilary raccolse da terra il suo piccolo pugnale d'argento e, come comandata da dei fili, mosse di scatto il braccio destro in avanti.

La punta dell'arma mancò il viso dell'indovino per meno di una spanna.

Entrambi rimasero scioccati.

Le pupille di Hilary erano minuscole.

Lei non voleva farlo!

Non riuscì a emettere un fiato. Il suo cuore si era come fermato. Che le stava accadendo? Perché faceva simili gesti? In una frazione di secondo si guardò il braccio. E vide che era come controllato da dei minuscoli fili.

Come se fosse una marionetta.

Come se fosse una bambola.

"No!! No, che sto facendo?! Non voglio!! Basta!!" pensò disperata la yandere.

Il suo corpo si mosse automaticamente. Hilary non era in grado di controllarlo. Il suo braccio si mosse una seconda volta, rischiando di colpire nuovamente il viso del capitano Hawkins.

Ma il colpo venne bloccato dalla lama della spada del pirata.

Con freddezza incredibile, l'uomo si era protetto ed era riuscito a bloccare il pugnale d'argento di proprietà della maga.

Mail suo sguardo era sempre serio e impassibile.

Il corpo di Hilary ritorno normale: la donna ne aveva di nuovo il controllo. Rimase immobile per alcuni secondi, prima di guardarsi le mani e urlare.

Un urlo di dolore misto ad odio.

Odio verso se stessa.

Buttò il pugnale a terra e si coprì le labbra con entrambe le mani. Una volta lucidi, i suoi occhi argentati si posarono su Basil. Anche lui, in fondo, pareva confuso. Ma mai quanto lo era Hilary.

Grosse lacrime calde le rigarono le guance e si posarono sulle sue mani.

"Hilary..." mormorò Basil riponendo la sua spada nell'apposito fodero.
"Basil...i-io...non...non volevo...io n-non...!!" balbettò la yandere in lacrime.

Il suo povero cuore stava per esplodere.

Non poteva restare lì.

E così, senza aggiungere più nulla, indietreggiò e corse verso l'uscita dell'ospedale psichiatrico. Hawkins provò a fermala, cercando di afferrarla, ma non ebbe successo.

Hilary era scappata via in lacrime.

Abbandonando una parte di se stessa e provando odio e disgusto per l'altra.

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