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Capitolo 8

Nessuna risposta.

Hilary non smise di guardare l'uomo che, anni prima, l'aveva fatta innamorare. Nonostante il mago non condividesse il suo entusiasmo, la yandere continuò a sorridergli con gli occhi sbarrati, forse nella speranza di un ricambio.

Basil pareva lo stesso di sempre.

L'espressione sul suo viso pallido era fredda e seria, al fianco destro teneva legata la sua lunga spada col manico a forma di testa di una bambola voodoo e nella mano sinistra reggeva il piccolo cilindro che la maga aveva smarrito una settimana prima.

"Vedo...vedo che mi hai portato il mio cappello." scherzò Hilary.
"Che cos'hai combinato qui?" le domandò lui vedendola avvicinarsi.
"Oh, niente di che...stavamo...giocando!" rise Hilary con fare divertito.
"Avanti, andiamocene." disse Basil lanciandole il suo cilindro.
"Oh no...no, io non credo." mormorò Hilary sorridendo in modo inquietante.

E prima che il mago se ne rendesse conto, la yandere reggeva una bambolina.

La sua bambolina preferita...quella con le sembianze di Basil.

"Hilary, che vuoi fare con qu...?" cominciò a chiederle Hawkins, ma non fece in tempo a finire la frase che sentì un dolore lancinante dietro il collo.

Hilary, attraverso la sua bambola voodoo, gli aveva colpito un nervo.

L'indovino non potè far altro che svenire all'istante.

Ora era nella mano della psicopatica malata d'amore.

Quando riprese i sensi, Basil non riuscì a vedere nulla...se non l'oscurità.

Non poteva vedere.

Qualcosa oscurava i suoi occhi rossi come rubini.

"Amore...vedo che ti sei svegliato." gli sussurrò una voce "Hai dormito bene?".

Hilary era esattamente accanto a lui, ma all'indovino non era concesso di vederla. La donna dai capelli rosa-fucsia se ne stava lì immobile e continuava a fissarlo.

In quel momento i due praticanti della magia si trovavano all'interno della cella dove Hilary era stata rinchiusa. Basil era seduto a terra, con le gambe stese sul pavimento e la schiena appoggiata alla parete. Le sue mani erano state bloccate dietro la sua schiena, come se fossero state ammanettate. A impedirgli di vedere era una sciarpa rossa come il sangue, intenta a coprirgli gli occhi e una buona parte della fronte.

Gli era solo concesso sentire e parlare.

Ma nonostante la situazione, Basil non emise alcun fiato. Rimase immobile e apparentemente calmo, ma il suo respiro era comunque irregolare abbastanza da far immaginare la confusione nella sua mente.

"Ti ho fatto una domanda...rispondimi...!" gli mormorò Hilary afferrando il mento di Hawkins e avvicinando di colpo i loro visi.
"Hilary...dammi una spiegazione. Che sta succedendo? Che...che hai fatto?" disse il mago scostando da un lato il capo.
"Tu devi stare tranquillo...chiaro? Non sei solo...ci sono qui io. Nessuno può avvicinarsi a te...solo e soltanto io posso...!" rispose Hilary ridacchiando con un filo di pazzia nella voce.
"Perché...mi sento così debole...?" si azzardò a chiedere Basil provando in tutti i modi a liberarsi le mani dalle manette fissate ai suoi polsi.
"Sai com'è...quando hai un cappello magico e poi procurarti dell'algamatolite..." rise Hilary accarezzando la guancia liscia del marito.

Quel metallo era l'unico in grado di bloccare i poteri di un Frutto del Diavolo e Basil, in quanto mangiatore di uno di quei frutti, ne era enormemente indebolito.

Rimase come stupito.

Perché Hilary gli stava facendo quello?

In tutta la sua vita, la yandere non si era mai comportata in quel modo.

Ma quello era solo l'inizio.

Dopo essere rimasta a fissare il capitano pirata per un paio di minuti, la maga dagli occhi argentati gli si sedette a cavalcioni sul bacino. Le sue mani si posarono sulle guance di Hawkins e in un secondo le loro fronti furono l'una contro l'altra.

"Tu mi appartieni...io posso farti quello che voglio...sappilo." gli sussurrò Hilary avvicinando le sue soffici labbra all'orecchio di Basil. Quest'ultimo era però coperto dai lunghi capelli biondi dell'indovino, così la yandere ne afferrò una ciocca e se la portò al viso. Iniziò a strofinarsela sulle guance per poi iniziare ad annusarla.

Pareva come estasiata. Le piaceva quel profumo...un profumo che solo lei sentiva. 

Anche se non poteva vedere, il supernova capì ugualmente quello che stava accadendo. Quella non era la sua Hilary. Non era la donna che gli aveva fatto scoprire il significato della parola "amore".

La sua Hilary era pazza, certamente...ma non fino a quel punto.

Pareva quasi infastidito. Sembrava che non volesse che il suo viso venisse accarezzato in continuazione dalle mani vellutate della piratessa seduta comodamente sul suo bacino. Ma dalla sua bocca non uscì niente.

Nessun lamento, nessuna protesta.

Ad un certo punto le labbra di Hilary si posarono su quelle di Hawkins. Il bacio pareva interminabile, ma anche quello finì. Dopo aver baciato le labbra del mago, la maga cominciò a scendere fino al suo collo creando una scia lunga e umida sulla pelle del marito. Ma si fermò quando vide la croce nera tatuata alla base della gola dell'indovino.

Dopo averla osservata, sul viso di Hilary nacque un enorme sorriso.

E senza pensarci nemmeno, ci gettò sopra le labbra.

Un unico bacio, ma violento e privo di sentimento.

Fu allora che Basil fece un piccolo lamento. Nel baciargli il tatuaggio, la yandere ci aveva messo troppa forza, andando così a premere la pelle alla base della gola.

La cosa a Hilary non piacque affatto.

Afferrò il viso del mago con entrambe le mani e fece sì che le loro labbra si toccassero. I secondi passavano, ma le labbra di Hilary rimasero dove si erano posizionate. Ma non era soddisfatta. Per esaltare tutta la passione di quel bacio, permise alle loro lingue di ritrovarsi dopo tanto tempo.

In ogni singolo bacio che dava, la yandere ci metteva tutto il suo amore.

Ma quella volta la cosa fu diversa.

Oltre all'amore, in quel bacio c'era anche pazzia.

Era un bacio diverso da tutti quelli che si erano dati i due. Non era spontaneo e dolce. Era comunque appassionato, ma anche forzato.

Basil sentì mancarsi il respiro.

Lo stesso accadde anche ad Hilary, ma lei non voleva fermarsi. Voleva continuare a baciare l'uomo della sua vita. Non voleva lasciarlo.

Come per paura di perderlo per sempre.

Quando le loro labbra si separarono, entrambi si misero a respirare a pieni polmoni. Hilary decise che era ora di sbendare il pirata. Gli si avvicinò lentamente e sciolse il nodo dietro la testa di Hawkins.

"Che ti è preso...?!" le domandò Basil guardandola male "Perché fai così?".
"Ma come? Non ti è ancora chiaro?" domandò Hilary scoppiando a ridere.

E senza aggiungere altro, si inginocchiò accanto al corpo del supernova per fissarlo negli occhi e rispondere alla sua domanda.

"Io sono pazza, Basil...pazza di te!".

Il mago biondo abbassò lo sguardo. Sua moglie era completamente impazzita. La vide uscire dalla cela dove si trovavano per poi vederla rientrare con le mani dietro la schiena. Sul suo viso c'era sempre quel sorriso.

Quello splendido e terribile sorriso.

"Sai Basil...ho capito una cosa." cominciò a dire la yandere dagli occhi d'argento "Tu sei come una droga. Più sto con te e più voglio che la magia continui. Io ti voglio mio...mio, mio, mio e solo mio!! Tu mi appartieni...e io voglio tutto di te!! Ma quello che ho già non mi basta, e quindi...".

Basil rimase immobile, incapace di ribatterle. Ma aprì leggermente la bocca quando si rese conto di ciò che la maga teneva stretto in mano.

Il suo piccolo pugnale argentato.

"Io voglio il tuo cuore, Basil..." disse Hilary leccandosi le labbra con fare malizioso "...e lo voglio ora. Dammi il tuo cuore...!".

E di colpo, mentre sorrideva, le sue pupille divennero minuscole.

"Dammi il tuo cuore, Basil!! Dammelo!!".

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