Capitolo 5
Gli occhi argentati di Hilary si erano finalmente aperti.
Le sue palpebre leggermente cosparse di ombretto si alzarono completamente, permettendole di vedere la fioca luce del mattino filtrare dalla finestra.
"Mmmmh...Basil...amore, che ore...che ore sono...?" chiese la yandere sbadigliando e cominciando a stiracchiarsi sul letto dove aveva dormito.
Silenzio.
Non si udì alcuna risposta alla sua domanda.
Hawkins non poteva risponderle per il semplice fatto che non era lì con lei.
"Basil...?" mormorò Hilary guardandosi intorno. Del mago non c'era nessuna traccia.
La maga dai capelli rosa-fucsia si alzò di scatto dal letto facendo cadere a terra una buona parte della coperta bianca che l'aveva protetta dal freddo della notte. Il suo cuore cominciò a battere più velocemente: la donna cominciava ad agitarsi.
"Ho già perso le mie carte...!!" esclamò agitata "Non posso aver perso anche lui!!".
Solo quando si fu messa le mani nei capelli Hilary si accorse che sulla scrivania all'interno della stanza c'era una lettera. Appena la vide, la pazza innamorata ci si fiondò sopra e cominciò a leggerla. Conosceva fin troppo bene quella calligrafia.
Quella lettera era stata scritta proprio da Basil.
"Cara Hilary, scusami tanto se non ti ho svegliato. Ma il fatto è che dormivi come un angelo caduto dal cielo e non me la sentivo proprio di svegliarti. Io e il resto della ciurma siamo scesi in città per fare rifornimento. Non ho idea del tempo che ci impiegheremo per tornare, ma stai tranquilla, non ti lascerò sola per molto. Tu resta sulla nave e cerca di non cacciarti nei tuoi soliti guai, te ne prego. Ti amo."
Nel leggere quelle parole, un piccolo sorriso nacque sul viso di Hilary.
"Oh, ti amo anch'io." sussurrò posando le sue labbra sulla piccola lettera che il suo mago le aveva lasciato.
Erano circa le undici del mattino quando la yandere si mise ad aspettare. La nave era completamente vuota...deserto totale. Non c'era nessuno a parte lei.
Passò un' ora.
Niente.
Basil e i pirati di Hawkins non erano ancora ritornati.
"Non ce la faccio più ad aspettare. Sarebbero dovuti già tornare...almeno credo..." si disse Hilary uscendo velocemente dalla stanza "Tanto vale che li vada a cercare. E poi non credo che Basil si arrabbierà se gli vado incontro".
Dopo alcuni minuti, la donna era già scesa dalla nave dei pirati di Hawkins.
Girando per le strade della città, Hilary si rese conto che oltre a Basil anche altri capitani pirata si aggiravano sull'isola con le rispettive ciurme. Ma il loro strano comportamento non passò di certo inosservato. Camminavano tutti in maniera veloce e il loro respiro era affannato.
Fermandosi, Hilary li guardò bene da dietro.
Loro non stavano camminando velocemente come credeva lei.
No.
Loro stavano correndo.
O meglio, stavano scappando.
"Ma che hanno quelli? Da che cosa stanno scappando con tutta quella fretta?" si domandò abbastanza incuriosita la yandere dagli occhi argentati.
La risposta che ebbe non fu tra le migliori.
Non fece un tempo a battere ciglio che qualcosa la colpì alla schiena. Qualcosa di talmente potente da scaraventarla contro l'imponente statua all'interno della piazza della cittadella dove era sbarcata. Qualcosa che le provocò un dolore a dir poco lancinante alla sua povera schiena.
Qualcosa di simile ad un calcio.
La statua andò completamente distrutta.
La gente lì intorno cominciò a gridare spaventata.
E intanto Hilary si rialzò a fatica da terra dopo quel volo.
"Chi è...il maledetto che ha fatto...una cosa simile?!" urlò inviperita la maga mentre si puliva il sangue che fuori usciva dal labbro spaccato.
"Ma come, non ti ricordi di me?" le rispose ironica una voce alle sue spalle "Capisco che è un po' che non ci vediamo, ma speravo che almeno ti ricordassi chi sono.".
Hilary rimase come impietrita all'istante.
Il suo cuore parve perdere un colpo all'istante.
Le sue pupille erano diventate minuscole.
E i suoi denti bianchi erano digrignati.
Quando voltò di scatto la testa, sul suo viso era dipinta un espressione che avrebbe fatto paura a chiunque, anche ad uno dei più coraggiosi degli uomini.
Nei suoi occhi era leggibile una sola parola...odio.
Eretto in piedi davanti a lei c'era un uomo che lei, purtroppo, conosceva bene.
Altissimo.
Vestito di giallo.
Capelli neri.
Occhiali da sole.
Un irritante sorriso beffardo.
E la giacca della Marina militare poggiata sulle spalle.
"Kizaru!! Maledetto, che cosa vuoi?!" urlò la yandere cominciando a perdere quel poco di lucidità mentale che le era rimasta in quel momento.
"Ah, vedo che alla fine ti sei ricordata di me. Dimmi un po'...come te la passi, piccola pazzoide scatenata?" disse beffardo l'ammiraglio con quel suo maledetto sorriso stampato in faccia.
Era troppo.
In un semplice attimo tutta la lucidità mentale di Hilary era sparita.
Un urlo spaventoso uscì dalla sua bocca. Odiava quell'uomo fatto di luce. Lo odiava con tutto il suo cuore. Anni prima aveva quasi ucciso Basil e portato Hilary al suicidio. E la maga non dimentica mai chi prova a rovinare il suo folle sogno d'amore.
Non dimentica mai.
E tanto meno perdona.
"Muori maledetto infame!! Muoriiiiiiiii!!!" gridò la yandere con tutta la rabbia che aveva nel corpo. Afferrò il piccolo pugnale che teneva sempre legato alla coscia e si lanciò come una furia contro l'uomo che l'aveva fatta imbestialire.
Ma Hilary non sapeva che questa volta l'ammiraglio era preparato.
E non appena le fu davanti, Kizaru le tirò uno dei suoi micidiali calci nel ventre.
Uno sputo di sangue fuoriuscì dalla bocca di Hilary.
E mentre il liquido rosso cadde a terra, la maga fu scaraventata verso l'alto.
La velocità era assurda. Per i primi attimi Hilary sentì la violenta pressione dell'aria sulla pelle. I suoi lunghissimi capelli continuavano a muoversi da tutto le parti, proprio come il corpo della yandere che continuava a salire verso il cielo azzurro.
"B-brutto...brutto bastardo...!!" provò ad urlare Hilary "Muori maledettoooo!!".
L'ammiraglio sorrise divertito.
"Come dici scusa? Mi dispiace, ma non ti ho sentito...vienimelo a dire a terra." rise Kizaru puntando il dito indice verso il corpo ancora in aria di Hilary.
E un istante dopo, il laser di luce dell'uomo era fuoriuscito dal suo polpastrello.
Andando a colpire proprio la spalla di Hilary.
La maga dagli occhi argentati soffocò un gemito.
La sua spalla era stata bucata da una ferita rotonda più grande di una noce.
Le bruciava da impazzire la spalla, la schiena le doleva per via del calcio, la sua testa cominciava a girare per via della pressione dell'aria nelle orecchie.
Hilary si rassegnò.
Quell'uomo era più forte di lei...troppo.
Non poteva batterlo da sola.
"Basil..." pensò la yandere sentendo il suo corpo più pesante "...dove sei...?".
Il suo corpo cadde pesantemente a terra da un'altezza di circa quindici metri. Un enorme nuvola di polvere grigia riempì l'intera piazza. L'ammiraglio Kizaru si avvicinò tranquillo al punto dove la piratessa era precipitata. Con un lieve stupore notò che la donna era ancora tutta intera.
All'apparenza pareva morta sull'impatto.
Ma quando le sue dita si mossero, Kizaru ebbe la conferma che Hilary era ancora in viva. Ma ridotta e svenuta, ma ancora viva.
"Qui Kizaru. Vi informo che la yandere è stata messa fuori gioco . Per un po' non nuocerà a più nessuno." disse soddisfatto e divertito l'ammiraglio nel suo piccolo lumacofono da polso.
Gli occhi di Hilary erano chiusi.
Il suo respiro era debole.
E ben presto tutte le forze l'abbandonarono.
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