Capitolo 39
Tempo qualche secondo e le due creature dagli occhi color argento si ritrovarono a terra, lontane parecchie decine di metri dalla quella villa maledetta.
Nonostante la ferita ancora sanguinante, Hilary fu la prima ad alzarsi dal terreno. Il suo cuore batteva all'impazzata, come se stesse per esploderle nel petto, e così facendo accelerò la circolazione sanguigna della yandere, aumentando là fuori uscita del liquido rosso dal buco presente nella spalla perforata.
"Sabryna...tesoro, stai bene, vero?" domandò la donna osservando la figlia intenta a rialzarsi in piedi.
"Sì, benone, tranquilla...tu invece non fai altro che sanguinare...!" commentò la ragazza notando la madre intenta a coprirsi la ferita con la mano sinistra.
Provò ad avvicinarsi per toccarla, ma venne bloccata all'istante.
"Non abbiamo tempo da perdere qui! Tuo padre è ancora là dentro...e puoi star certa che io non lo lascio lì!" esclamò la piratessa alzandosi eretta in piedi.
L'espressione della giovane maghetta esprimeva il suo concordare con le parole della madre, ma quando Hilary si accorse che lo sguardo di Sabryna era cambiato per poco non perse un battito.
I suoi occhi erano spalancati e il suo viso era leggermente impallidito.
Dalla loro postazione riuscivano a vedere a malapena la casa delle bambole appartenuta a Rosalyn, ma fu loro ancora più facile udire i sinistri cigolii provenienti da quest'ultima. Tutte le pareti erano piene di crepe e ormai parevano sul punto di cedere definitivamente.
"Basil!" urlò la yandere con quanta più voce aveva in corpo "No! No...no, no, no, no! Nooooo!! N...!!".
E col braccio destro proteso in avanti e la bocca ancora aperta per via delle sue urla, Hilary vide la casa cadere a pezzi.
Il rumore fu assordante. Tutte le pareti si erano distrutte come polistirolo e il tetto, spezzato in due parti, si schiantò a terra, andando a schiacciare tutto ciò che pochi istanti prima riparava. Ormai della DOLLHOUSE di Rosalyn Alexander non restava che un cumulo di macerie.
L'amante della magia voodoo rimase immobile. Completamente paralizzata.
Le sue labbra tremavano come foglie, i suoi occhi non parvero in grado di chiudersi e la sua testa iniziò a muoversi lentamente in segno di negazione.
"No...no, no, no...no...! No...! No! Nooo!! Basil!!" urlò la maga cominciando a correre in direzione di ciò che rimaneva della casa.
Sabryna la raggiunse subito dopo essersi ripresa da quella scioccante visione.
Suo padre non era uscito dalla villa...e di lui non si vedeva nulla.
Tutto ciò che vide la giovane Hawkins fu la madre intenta a gettare all'aria tutti i detriti, i mattoni e le macerie che le capitavano sottomano.
Lo stava cercando.
E voleva trovarlo.
Ma fu tutto inutile.
Una volta che si fu resa conto che continuare a gettare per aria i resti della casa era un gesto unitile in quella situazione, la donna dai lunghissimi capelli rosa-fucsia poggiò la fronte sul pezzo di parete più grosso davanti a lei.
La ragazza bionda rimase immobile mentre una lacrima solitaria le rigava il viso. Dopo essere finalmente riuscita a ritrovare la forza di reagire, Hilary la portò immediatamente dalla ciurma dei pirati di Hawkins, così da metterla in buone mani, ma senza dire nulla a nessuno di quello che aveva appena visto. L'unica raccomandazione che fece agli uomini del suo Hawkins fu quella di non costringere Sabryna a parlare e di lasciarla tranquilla.
Piuttosto che dire altro preferì ritornare nel punto dove vi erano le macerie della casa una volta di abitazione di Rosalyn e delle sue bambole umane.
Nessuna parola: continuò per la sua strada senza dire nulla. Ma in cuor suo non faceva altro che rimproverarti da sola per tutto ciò che era appena accaduto.
Ma si fermò non appena udì qualcosa muoversi.
O meglio...qualcuno.
Ed eccolo uscire dalla selva senza neanche un graffio, coi lunghi capelli biondi che gli ricadevano lungo la schiena e la spada ben legata al fianco.
"Pensavi davvero che questo sarebbe stato il giorno della mia morte?" domandò con leggera ironia Basil facendo qualche passo verso Hilary.
La yandere si mise le mani sulla bocca. I suoi occhi si illuminarono e il suo cuore cominciò a battere con maggior velocità.
Senza dire una parola in più, Hilary si mise a correre a braccia spalancate verso di lui, per poi saltargli addosso mettendogli le braccia attorno a collo e riempiendogli il volto di baci.
E, anche se per solo un istante, a Hawkins parve di rivederla. Di rivedere quella bambina di undici anni dai capelli rosa-fucsia legati in una bassissima coda di cavallo e con gli occhi argentati più brillanti delle stelle di notte.
Per un attimo rivide quella bambina undicenne correre incontro a quel ragazzo biondo di quindici anni col quale aveva stretto una grande e profonda amicizia.
Infatti non c'era giorno in cui lei non gli si avvicinasse per parlarci, anche solo per pochi minuti, ma lo faceva ogni singola volta che lo vedeva. Quante volte lei gli era corsa incontro...e quante altre volte lui l'aveva aiutata a studiare a scuola.
E anche quella volta Hilary gli saltò addosso rischiando di farlo cadere a terra.
"Basil...Basil...oh, amore mio...amore sei qui...sei qui, Basil...!" continuava a dire la yandere riempiendo il viso dell'uomo di baci e carezze.
"Tranquilla...tranquilla, sono qui. Ora...va bene, basta. È tutto apposto...calma." disse lui accarezzandogli dolcemente i capelli.
"Come...come hai fatto a...a salvarti...?" domandò ad un certo punto la maga.
In tutta risposta Basil allungò il braccio destro di lato.
E da quest'ultimo uscì una delle sue bambole voodoo di paglia.
Gli occhi di Hilary si illuminarono.
Come aveva potuto non ricordarsene?
Ma preferì non perdersi in pensieri inutili. Ora il suo unico pensiero e desiderio era quello di posare le sue labbra su quelle dell'indovino dagli occhi di rubino.
E così fece.
Ma fu un bacio molto breve. I due erano stati interrotti da una palla di cannone scatenatasi non molto lontano dalla riva del mare.
"Basil, che succede...?" domandò la yandere sollevando un sopracciglio con fare non troppo tranquillo.
"Non mi dispiacerebbe sbagliarmi, questa volta...andiamo, veloce." rispose lui prendendola per un polso e cominciando ad avviarsi velocemente verso la riva del mare lungo la quella aveva fatto approdare la sua nave.
"Capitano Hawkins! Finalmente è tornato. Grazie al cielo è ancora vivo e vegeto...!" esclamò il suo uomo più fidato vedendo tornare il suo capitano.
"Papà!" urlò Sabryna fiondandosi ad abbracciare l'uomo che aveva contribuito a darle la vita "Grazie...grazie di essere ancora vivo...grazie papà...!!".
Hilary, subirti dopo aver assistito a quella scena con un dolce sorriso della labbra, alzò lo sguardo verso il mare.
E finalmente capì il perché di quella palla di cannone sparata pochi minuti prima.
Si stava avvicinando una nave della Marina Militare.
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