Capitolo 38
Il sorriso sul volto di Hilary era enorme.
La soddisfazione nel vedere quella testa staccarsi dal resto del corpo fu per la donna una sensazione bellissima...di sollievo allo stato puro.
La testa di Rosalyn, però, non fece in tempo a cadere che la yandere l'afferrò per i folti capelli bicolore. La sua piccola bocca era rimasta leggermente aperta, forse per l'inutile tentativo di urlare, mentre i suoi occhi scuri erano rimasti spalancati, lucidi e ormai sul punto di far nascere una marea di lacrime, ma il filo rosso sulla sua voodoo era stato staccato prima.
Senza lasciarle nemmeno il tempo di piangere.
"Hai visto...eh, Rosalyn?" cominciò a dire Hilary reggendo nella mano la testa mozzata della bambina "Alla fine avevo ragione: qualunque sia il gioco, io lo vincerò. E così è stato...ma in fondo dovresti solo ringraziarmi, sai? Ora rivedrai la tua famiglia.".
E non appena ebbe finito di parlare, la maga dagli occhi color argento si mise a ridere. Ma questa volta la pazzia era appena accennata: rideva perché era felice. Soddisfatta di tutto quello che aveva fatto.
In preda all'eccitazione di quel momento, la yandere innamorata cominciò a saltellare sull'enorme carta dove di trovava.
Bambina o no, Rosalyn si era messa contro qualcosa di molto più grande di lei.
E chi si mette contro Hilary va automaticamente incontro alla morte.
Una volta che ebbe finito di fremere per la troppa gioia, Hilary fece un passo in avanti, ritrovandosi esattamente sul bordo della carta. Un solo altro passo, ma anche gesto sbilanciato e sarebbe precipitata da un'altezza di all'incirca una decina di metri. Ma dato che l'equilibrio era il suo punto forte non si preoccupò più di quel tanto.
Si sporse in avanti e finalmente lo vide.
I suoi occhi argentati erano puntati sull'esile cadavere della piccola Alexander.
Privo della testa, immerso in una pozza di sangue intento a sgorgare lentamente dal collo di quest'ultima e con tutti gli arti posizionati in malo modo, dato che probabilmente si erano rotti tutti quanti.
Il suo braccio artificiale, invece, si era direttamente staccato dal busto.
La maga si lasciò sfuggire un sorriso a dir poco compiaciuto.
"Bene piccolo mostro, direi che i giochi terminano qui." disse Hilary guardando la testa senza vita della bambina che per più di un mese le aveva trasformato la vita in un incubo da cui era impossibile svegliarsi.
E alla fine gettò via la testa di Rosalyn, lanciandola con nonchalance in avanti verso l'alto, senza perderla di vista neanche un secondo.
E alla fine la vide schiantarsi sul pavimento dell'enorme sala.
Hilary chiuse gli occhi, tirò indietro la testa e sospirò.
Ce l'aveva fatta.
Era tutto finito...
...aveva davvero vinto...?
La psicopatica omicida rimase in cima alla sua scala di carte per qualche secondo continuando a ridacchiare ed emettere piccoli versetti di vittoria. Ma qualcosa riuscì comunque a farla tornare con i piedi per terra e facendole scordare il suo momento passato tra le suo nuvole di pensieri e immaginazione.
"E anche questa volta il destino si è compiuto. L'avevi visto anche tu che sarebbe andata così, no?" disse la voce di qualcuno appena entrato nella sala.
"Basiiiiiiiil!! Ciao tesoro, come stai? Ti senti bene adesso?" chiese Hilary cambiando all'istante espressione facciale mentre le sue guance si arrossavano.
"Io sto bene, ma mi farebbe piacere se tu mi rispondessi. E non con un'altra domanda come fai di solito." le rispose l'indovino dai capelli biondi.
Hilary stava per ribattere con una battuta, ma si zittì non appena sentì il rumore di passi che si avvicinavano.
"Papà? Mamma! Siete qui, allora. Meno male, non ne potevo più di correre in giro per tutta la villa." disse Sabryna correndo all'interno dell'enorme stanza.
"Sabry, eccoti. La casa è libera adesso?" domandò sorridendo la maga dai lunghissimi capelli rosa-fucsia.
"Sì, ma ho notato una cosa strana in alcuni punti...il fatto è che..." cominciò a dire la ragazza, ma si fermò quando vide che il braccio destro della madre si era mosso di scatto in avanti.
Hilary spalancò gli occhi.
Non era stata lei a farlo muovere.
Era come se fosse stata manovrata con dei fili.
Stava per parlare dopo l'attimo di sorpresa iniziale, ma non ne ebbe la possibilità. Infatti dal muro parallelo al suo braccio fuoriuscì una specie di spuntone di ferro acuminato e la raggiunse in meno di un secondo.
Trapassandole la spalla destra.
Un gemito a mala pena soffocato della donna e un'esclamazione di stupore da parte della figlia di quest'ultima.
In quel preciso istante le pareti, i soffitti e i pavimenti della casa cominciarono a riempirsi di crepe.come se stessero per sgretolarsi da un momento all'altro. La yandere smise di controllare la sua scala di carte che crollò all'istante, facendola restare sospesa in aria solo grazie al collegamento della sua spalla con lo spunto è fuoriuscito dalla parete. Ma quest'ultimo si ritrasse.
Hilary si sentì cadere...infatti era quello che stava succedendo.
Ma non toccò il pavimento della sala.
Quando riaprì gli occhi tenuti chiusi per il troppo dolore la maga si rese conto di essere seduta sugli enormi fili di paglia che componevano la mano di colui che l'aveva salvata dalla caduta. Basil si era infatti trasformato all'istante nell'enorme spaventapasseri demoniaco che diventava durante parecchi combattimenti.
La teneva stretta, riparata dagli enormi chiodi che aveva al posto delle dita, ai quali Hilary si attaccò per essere più stabile.
"Basil...g-grazie...!" mormorò lei tenendosi la spalla ferita con la mano sinistra.
"E di cosa? Sono certo che anche tu l'avresti fatto..." mormorò lui restando con la mano ferma per evitare di far scivolare la moglie.
"È a questo che mi riferivo! La casa si sta riempiendo di crepe! Prima o poi crollerà, me lo sento: dobbiamo andare via. E subito!" esclamò Sabryna guardando in alto per riuscire a incrociare lo sguardo dei genitori.
"Come facciamo a raggiungere l'uscita prima che crolli tutto...? E poi io adesso non posso nemmeno usare il teletrasporto..." disse Hilary guardandosi la ferita sanguinante "...mi dispiace tanto...!".
A quelle parole, però, Basil, ancora trasformato in mostro di paglia, prese Sabryna nella mano libera e si diresse verso la parete più mal ridotta.
"Papà che stai facendo?! Guarda che l'uscita è per di là!" esclamò la ragazza bionda intenta a tenersi aggrappata ai giganteschi chiodi che facevano da dita al padre.
"Basil, che vuoi fare?! Perché non sei ancora tornato normale?!" continuò Hilary guardando con fare irrequieto l'uomo che amava da sempre agire senza dire nulla.
"Non ce la faremo mai a raggiungere l'uscita in tempo, su questo non ci sono dubbi. Ma voi due siete tutto ciò che ho di più importante è se vi succedesse qualcosa qui dentro non me lo perdonerei mai." cominciò a spiegare il pirata facendo passare il figlia nella stessa mano in cui si trovava la yandere dagli occhi argentati.
Le due si guardarono confuse per un secondo.
Stavano cominciando a capire.
Ma fu tutto più chiaro quando il Supernova usò la mano libera dalle dita di ferro per sfondare del tutto la parete dell'abitazione.
"Ora voi due andate. Tra meno di un minuto di questa casa non resterà che macerie...e io non voglio vedervi rischiare inutilmente." disse lui allungando la mano oltre il muro distrutto.
"Papà...non puoi rischiare così...!" mormorò Sabryna quasi paralizzata da quelle parole. Temeva che quello fosse...un'addio.
"No Basil, non se ne parla nemmeno! Tu vieni con noi!" urlò la yandere con gli occhi spalancati e leggermente lucidi "Io non me ne vado senza di te!".
Basil chiuse i suoi occhi rossi come rubini.
"Voi venite prima di tutto.".
E con queste parole, fece sì che Hilary e Sabryna uscissero dalla maledetta casa delle bambole...dando loro una piccola spinta per farle arrivare il più lontano possibile senza ferirle.
Per non far veder loro quello che stava per succedere.
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