Capitolo 3
La porta di legno del piccolo negozio cigolò rumorosamente. A giudicare dal suono che emise, quella porta aveva davvero bisogno di olio, dato che sembrava che non venisse oliata da anni. Ma non fusolo la porta a sembrare abbastanza vecchia.
Anche l'interno del negozio di bambole pareva avere un buon numero di anni, ma Hilary non ci fece molto caso: era troppo concentrata a guardarsi attorno.
Bambole.
Bambole ovunque.
Non c'era uno scaffale che non fosse ricoperto di bambole.
Bambole di tutti i tipi, da quelle meccaniche a quelle di legno.
La yandere rimase come incantata davanti a quello spettacolo, quel luogo per lei era come un piccolo paradiso, pieno di una delle cose che lei adorava da sempre.
All'interno del negozio c'era solo una ragazza assieme alla maga. Doveva avere una ventina d'anni, era alta e pallida, con dei lucidi capelli neri raccolti in uno chignon e degli occhi dello stesso colore, ma questi sembravano vuoti e privi di vitalità.
"Buongiorno. Desidera?" domandò la ragazza sorridendo alla piratessa appena entrata nel negozio.
"Oh, buongiorno. Nulla di particolare, mi stavo semplicemente guardando in giro, qui ci sono talmente tante bambole da ammirare che non riesco a stare ferma." si giustificò sorridendo Hilary senza smettere di passare da uno scaffale all'altro.
"Capisco...sa, qui ci sono bambole di ogni tipo e dimensione...anche in versione naturale." disse la ragazza smettendo di sorridere e avvicinandosi ad una tenda color carminio posta alle sue spalle.
Una volta spostata, la tenda rivelò una bellissima bambola dalla capigliatura biondo platino vestita elegantemente. I suoi occhi erano grandi, ma le pupille erano abbastanza piccole per quella grandezza.
Hilary si avvicinò sorridendo.
Le piaceva quello sguardo...le ricordava vagamente il suo quando si arrabbiava con le sue compagne. Ma alla fine i suoi occhi tornavano sempre normali, mentre quelli della bambola sarebbero rimasti così per sempre.
Ma non appena la mano della yandere si allungò verso il viso di quella creatura priva di anima e vita propria, la ragazza del negozio schioccò le dita.
Hilary, non capendo il significato di quell'azione, rimase immobile, sollevando un sopracciglio. Ma di colpo si sentì strana e un po' a disagio.
Come se qualcuno la stesse osservando.
Solo voltando di scatto la testa Hilary si accorse che tutte le bambole nel negozio avevano il capo rivolto proprio verso di lei.
E che tutti i loro occhi erano puntati su di lei.
"Ma che sta succedendo?" provò a dire Hilary, ma non fece in tempo a voltarsi e finire la frase che si ritrovò distesa a terra.
Con delle mani attorno alla sua gola.
Quando riaprì gli occhi, l'unica cosa che vide fu un viso.
Il viso della bambola a grandezza naturale che stava guardando poco prima.
Si muoveva.
Era come viva.
E stava cercando di strozzare la maga con le sue mani bianche, dure e fredde.
Hilary digrignò i denti. Quella bambola era forte, ma infondo era pur sempre un giocattolo. Un enorme e inquietante giocattolo. Il viso della yandere dagli occhi argentati cominciò a sbiadirsi: l'avrebbe sicuramente strangolata.
"V-vuoi giocare, eh?" ridacchiò Hilary con aria di scherno "Perfetto...ora tocca a me." urlò infine tirando una micidiale ginocchiata nel duro ventre della bambola. Questa lasciò andare la presa.
Ora era il suo turno.
Hilary l'afferrò saldamente per le spalle e, in un istante, la scaraventò contro gli scaffali del negozio.
La bambola era completamente distrutta.
"Sei stata tu...!" mormorò poi Hilary "Tu l'hai comandata! Sei stata tu, maledetta!" urlò contro la ragazza dai capelli neri come le piume di un corvo.
Quest'ultima sospirò sconsolata e abbassò lo sguardo.
Sul viso di Hilary si formò un sorriso a dir poco sadico.
"Chi tace acconsente!!" urlò infine estraendo dal suo cilindro il suo mazzo di carte. Ne afferrò una sola e si scagliò fulminea contro la giovane commessa.
E in un secondo, la sua gola bianca fu recisa.
Il corpo della giovane cadde pesantemente a terra, mentre Hilary si mise a leccare il sangue residuo sulla sua adorata carta.
Ma poi udì un fievolissima voce.
"I-io...io non...volevo far...ti del m...male..." agonizzò la ragazza a terra.
Intanto dal suo collo bianco a freddo continuava a sgorgare quel liquido rosso e dolce tanto noto alla yandere. Il taglio alla gola infertole da Hilary non era profondissimo, ma lo era abbastanza per imporre la parola "fine" sulla vita di una persona.
Hilary sollevò un sopracciglio e si avvicinò alla ragazza corvina, chinandosi sul suo corpo ormai pronto ad irrigidirsi per l'eternità.
"E allora perché mi hai fatto attaccare da quella bambola umanoide?" le domandò Hilary cercando di restare impassibile, ma la sua curiosità ebbe la meglio.
"No...non...non sono s...stata io...è stata...è stata...lei..." mormorò debolmente la ragazza ormai cosciente della sua fine "...è stata lei...è tutta...colpa sua...".
Hilary la guardò con sguardo a dir poco interrogativo.
"Lei"...chi?
Cosa stava farneticando quella ragazza?
"Ti prego, spiegati meglio..."lei" chi?" le domandò Hilary
"Colei che...ci comanda...come fossimo...burattini..." disse la corvina mentre una piccola lacrima solitaria le rigava il viso pallido.
Solo allora Hilary si accorse dei polsi della giovane commessa. Erano entrambi circondati da degli strani graffi, come se fossero stati legati per lungo tempo con un filo. Guardandoli bene, la maga dagli occhi argentati si rese conto che quelli non erano graffi, ma segni.
Segni lasciati da uno strano filo, come se qualcuno la controllasse.
Come se fosse una bambola.
Hilary rimase immobile senza emettere alcun fiato.
C'era qualcosa di fin troppo strano in tutta quella faccenda...
"Perché..." si azzardò a chiedere la yandere "...perché tutto questo?".
"Lei...lei t-ti vuole...come prossimo...g-giocattolo...vu-vuole averti...e q-quando lei...lei vuole una...bambola nuova...la ottiene..." sussurrò infine la ragazza.
E appena finì di parlare i suoi stanchi occhi si chiusero.
Quella ragazza si era spenta per sempre.
Hilary restò a guardare il cadavere della giovane commessa per alcuni minuti, cercando di capire le sue ultime parole dirette proprio a lei.
"Ma che sta succedendo...? Chi è che può mettersi a usare le persone come dei giocattoli?" pensò la maga dai capelli rosa-fucsia "Basta, questa faccenda è davvero troppo strana per non meritare qualche piccola attenzione...e poi, da quanto ho capito, ormai ci sono dentro anch'io...tanto vale uscirne.".
Poi il suo dinamico sguardo si posò nuovamente sul corpo morto accanto a lei. Dietro la spalla della ragazza corvina di intravide una piccolissima parte di qualcosa simile ad un tatuaggio. Senza pensarci troppo, la yandere ribaltò il cadavere a pancia in giù e gli abbasso la parte delle divisa grigia che copriva la spalla sinistra.
Tatuate sulla pelle fredda a candida della ragazza c'erano due semplici lettere.
"R. A."
Hilary si alzò in piedi e raccolse il suo piccolo cilindro nero da terra.
"R. A., non ho idea di chi tu sia, ma sappi una cosa..." disse a voce leggermente alta la maga "...se questa è una sfida, io l'accetto. Mi piacciono i giochetti, sai?".
Poi, mettendosi il cilindro in testa, Hilary cominciò a ridacchiare per poi scoppiare a ridere divertita...ma aveva ben poco da stare allegra.
"Illusa! Io non sarò mai una delle tue bambole!".
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